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Informazioni
“I becchini. L’ultimo inverno della Repubblica di Weimar” di Rüdiger Friederichs è un libro che ti catapulta nella Germania di fine 1932 e inizio 1933, un periodo super critico in cui la Repubblica di Weimar stava per finire. È un affresco dettagliato della profonda crisi politica ed economica che attanagliava il paese, con la disoccupazione alle stelle e le strade di Berlino teatro di scontri continui. Il cuore del racconto sono gli intrighi e le manovre politiche che si giocano ai massimi livelli: seguiamo da vicino le mosse del debole governo Papen, i tentativi del cancelliere Schleicher di trovare una via d’uscita, e soprattutto l’inarrestabile ascesa di Adolf Hitler e del suo partito nazionalsocialista. Il libro ti fa capire come, tra incontri segreti, trattative fallite e la crescente influenza di figure come Hindenburg e Papen, la Germania sia scivolata verso il baratro, mostrando che l’ascesa di Hitler non fu un evento inevitabile, ma il risultato di scelte precise e di una repubblica troppo fragile per resistere alla pressione.Riassunto Breve
La Germania nel novembre 1932 affronta una crisi profonda, la repubblica di Weimar è debole, c’è molta disoccupazione e violenza politica. Il governo di Papen è fragile e dipende dal Presidente Hindenburg. Il parlamento è diviso tra comunisti e nazionalsocialisti, che non vogliono la democrazia. Papen non trova alleati e il partito nazista di Hitler non collabora. Molti temono una guerra civile. Schleicher, ministro della difesa, diventa importante mentre Papen si dimette. Hindenburg deve scegliere il nuovo capo del governo. Berlino è piena di intrighi politici, con Goebbels che spinge per i nazisti. Hindenburg incontra Hitler, che vuole essere cancelliere, ma il presidente preferisce un governo non di parte. Hitler rifiuta e minaccia disordini. Il Partito Comunista vede i socialdemocratici come il vero nemico e pensa che i nazisti al potere possano aiutare la rivoluzione comunista. Alcuni imprenditori appoggiano Hitler. Hindenburg non si fida di Hitler e chiede garanzie. Schleicher cerca di mediare e pensa anche a diventare cancelliere. Osservatori stranieri arrivano a Berlino per capire. La giornalista Dorothy Thompson incontra Hitler e lo considera mediocre. La polizia controlla i comunisti ma sottovaluta i nazisti. Ci sono tensioni anche dentro il partito nazista tra l’ala dura di Hitler e quella più moderata di Strasser. La situazione è bloccata. Una simulazione militare mostra che l’esercito non può fermare una guerra civile. Schleicher parla con sindacati e politici per trovare soluzioni, temendo uno sciopero generale. La gente è disperata per la crisi economica. I nazisti sono impazienti. Falliscono i tentativi di mediazione. Schleicher cerca un accordo con i nazisti, ma Hitler lo evita. Ci sono divisioni tra i nazisti: Goebbels e Göring vogliono tutto subito, Strasser e Frick sono più per il compromesso. Schleicher offre a Hitler la vicecancelleria, ma Hitler vuole solo essere cancelliere. La comunicazione nazista è confusa. Hindenburg incontra Papen e Schleicher. Sackett, l’ambasciatore americano, vede confusione. Schleicher è visto meglio di Papen. Il governo Papen si riunisce, i ministri non vogliono un altro governo Papen. Ott, per conto di Schleicher, presenta un quadro militare negativo per Papen. Hindenburg, convinto, nomina Schleicher cancelliere, ma non è contento. Schleicher cerca l’appoggio dei sindacati. I nazisti perdono voti in Turingia. La stampa ebraica elogia Schleicher, Goebbels pensa sia un trucco per danneggiarlo. I nazisti si dividono: Goebbels attacca Schleicher, Göring parla con lui. La tensione tra Hitler e Strasser cresce. Strasser e Frick non vogliono nuove elezioni. Hitler rifiuta compromessi. Schleicher ottiene l’appoggio temporaneo del Partito di Centro. Schleicher pensa che le divisioni naziste lo aiuteranno. Il Reichstag si apre con tensioni e risse. I nazisti propongono una legge sulla successione presidenziale. Strasser si dimette, creando panico nei nazisti. Hitler chiede fedeltà. Il governo Schleicher cerca di creare lavoro. La crisi sociale è grave, Plotkin vede la miseria a Berlino. Vengono approvate leggi importanti. I militari si preparano all’emergenza. Strasser è pessimista. A Ginevra, la Germania ottiene parità militare. Schleicher cerca un accordo con i nazisti tramite Strasser, contro Hitler. Hitler non cede. La vita a Berlino continua tra mercatini di Natale e problemi economici. La SPD è divisa su Schleicher. Papen trama vicino a Hindenburg. Ossietzky torna libero ma è amareggiato. Strasser torna in Germania, riaccendendo le manovre. Goebbels va da Hitler. Voci dicono che Strasser tratta con Schleicher, visto come tradimento. Hugenberg teme un accordo Hitler-Centro. Schleicher cerca di includere Strasser nel governo, ma è difficile. Papen organizza un incontro segreto con Hitler per il 4 gennaio. Hitler lancia un appello contro i compromessi. La polizia vede difficoltà nei nazisti. C’è un po’ di ottimismo economico all’inizio del 1933, ma la tensione politica resta alta. Schleicher cerca dialogo con i sindacati. Ossietzky vede le debolezze naziste e il ruolo ambiguo di Schleicher. La cultura berlinese resiste. Le elezioni nel Lippe sono importanti. Hitler e Papen si incontrano segretamente a Colonia, pensando a una coalizione contro Schleicher. Papen vuole tornare al potere e offre ministeri ai nazisti. Hitler vuole la cancelleria. I comunisti manifestano ma senza grande impatto. I nazisti usano la propaganda antisemita. Goebbels sfrutta un funerale nazista per incitare all’odio. Schleicher pensa di vietare il Partito Comunista o collaborare con Strasser. I socialdemocratici propongono un’alleanza a Schleicher, ma lui esita. Papen si incontra segretamente con Hitler e Hindenburg. Papen propone che Hitler rinunci alla cancelleria per ministeri chiave. Hindenburg sembra appoggiare Papen e non si fida più di Schleicher. Questi incontri mostrano instabilità e complotti. La tensione a Berlino sale con una manifestazione nazista vicino alla sede comunista. La polizia autorizza la manifestazione. Si teme uno scontro. Alcuni pensano che Schleicher voglia usare la tensione. Goebbels è preoccupato ma determinato. Voci di scandali finanziari su Goebbels. Hitler è pronto a lottare. Papen trama apertamente per sostituire Schleicher con Hitler. Hindenburg è inizialmente contrario a Hitler. Un incontro a casa Ribbentrop sigla l’accordo Papen-Hitler. Schleicher valuta lo scioglimento del Reichstag ma non ha l’appoggio di Hindenburg. La propaganda nazista continua. Cresce la resistenza al nazismo. Hugenberg si unisce contro Schleicher. Schleicher è isolato e chiede a Hindenburg pieni poteri e scioglimento del Reichstag, ma gli viene negato. Cresce la paura di una guerra civile, soprattutto con Papen di nuovo al potere. Ribbentrop lavora per un accordo Hitler-Papen-Hugenberg. Hitler accetta di restare a Berlino per negoziare. Le trattative sono difficili, specialmente sul ministero degli interni prussiano. Papen convince Hindenburg a nominare Hitler. Il 30 gennaio 1933, Hitler diventa cancelliere, formando un governo con i conservatori. Questo evento cambia la storia tedesca, con entusiasmo nazista e preoccupazione democratica. La repubblica di Weimar finisce. Le vite dei protagonisti prendono strade diverse dopo il 1933, tra esilio, repressione e la fine del regime nazista. La storia di quei mesi mostra che l’ascesa di Hitler non era inevitabile, ma frutto di scelte politiche e rivalità in un momento di crisi.Riassunto Lungo
1. Berlino, Novembre 1932: Il Reich in Bilico
La Repubblica di Weimar in crisi
Nel novembre del 1932, la Germania vive una fase di profonda crisi politica ed economica. La Repubblica di Weimar, nata da soli quattordici anni, si dimostra sempre più instabile. La disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi, l’economia è in grave difficoltà e la violenza politica nelle strade è diventata una realtà quotidiana. Il governo guidato da Franz von Papen si trova in una posizione di debolezza, tanto da dipendere dai decreti del Presidente del Reich, Paul von Hindenburg, per poter governare, aggirando di fatto il parlamento.Divisioni politiche e ascesa del nazismo
Il Reichstag è profondamente diviso al suo interno, con una forte presenza di forze politiche estremiste, in particolare comunisti e nazionalsocialisti, che apertamente osteggiano il sistema democratico. Franz von Papen, alla ricerca di alleati per rafforzare il suo governo, non riesce a trovare un sostegno politico sufficiente. Anche il partito nazista di Adolf Hitler, nonostante una crescita significativa nei consensi, non sembra intenzionato a collaborare con il governo. Questa situazione contribuisce a diffondere una percezione di fragilità della repubblica, alimentando in molti il timore di una possibile guerra civile.Berlino, centro nevralgico delle tensioni
In questo clima di grande incertezza e tensione, si svolge una seduta cruciale del consiglio dei ministri. In questa fase politica delicata, emerge la figura di Kurt von Schleicher, ministro della difesa, che assume un ruolo chiave. Al contrario, Franz von Papen appare sempre più isolato e incline a rassegnare le dimissioni. Paul von Hindenburg si trova quindi di fronte a una decisione cruciale: scegliere il nuovo cancelliere in un contesto politico estremamente polarizzato e minacciato dalla crescente forza del nazismo. Berlino diventa il centro nevralgico di queste dinamiche politiche complesse e pericolose. Figure come Joseph Goebbels lavorano attivamente per promuovere l’ascesa del nazismo, mentre osservatori stranieri seguono con crescente preoccupazione gli eventi che si susseguono nella capitale tedesca. La Repubblica di Weimar si trova in una situazione critica, con il futuro della Germania appeso a un filo.La crisi della Repubblica di Weimar viene presentata come una tempesta improvvisa, o il capitolo analizza le radici profonde di questa crisi, come le conseguenze della Prima Guerra Mondiale e le fragilità strutturali della Repubblica?
Il capitolo si limita a constatare la crisi, ma per capire veramente, bisogna scavare più a fondo. È fondamentale analizzare le radici storiche e sociali di questa crisi, come le conseguenze devastanti della Prima Guerra Mondiale e le debolezze strutturali della Repubblica di Weimar. Per rispondere a questa domanda, è utile approfondire la storia tedesca del primo dopoguerra e le dinamiche politiche e sociali dell’epoca.2. Berlino in attesa
La tensione politica a Berlino
Berlino è immersa in un clima di febbrile attesa e grande incertezza, mentre si svolgono intense trattative per la formazione di un nuovo governo tedesco. La situazione politica è tesa e confusa, con diversi attori che cercano di influenzare gli eventi. L’ambasciatore francese François-Poncet osserva attentamente la scena politica tedesca, nel tentativo di comprendere le complesse dinamiche in gioco e le possibili evoluzioni future. Anche Goebbels percepisce chiaramente l’impazienza crescente delle SA, le squadre d’assalto naziste, e la forte determinazione del partito nazista a ottenere finalmente il potere.L’incontro tra Hitler e Hindenburg
Il presidente Hindenburg riceve Hitler per discutere della formazione del governo. Hitler, forte del sostegno popolare e della crescita del partito nazista, richiede con decisione la carica di cancelliere. Hindenburg, però, preferirebbe un governo che sia al di sopra delle parti politiche e non completamente nelle mani di un singolo partito. Per questo motivo, offre al partito nazionalsocialista incarichi ministeriali, pensando di poter controllare la situazione includendoli nel governo senza cedere completamente alla loro leadership.Il rifiuto di Hitler e le minacce
Hitler rifiuta categoricamente l’offerta di Hindenburg. La sua ambizione è la cancelleria, e non intende accettare compromessi. Di fronte al rifiuto, Hitler alza la tensione, minacciando apertamente una fase di instabilità politica ancora maggiore e prospettando scenari di rivoluzione nel paese, qualora le sue richieste non fossero accolte. Per rafforzare la sua posizione, Hitler propone una legge delega, uno strumento che gli permetterebbe di ottenere ampi poteri, scavalcando di fatto il parlamento e concentrando nelle sue mani un controlloDecisionale quasi totale. Nonostante la pressione esercitata da Hitler, Hindenburg mantiene un atteggiamento cauto e prudente, dimostrando di non fidarsi completamente delle intenzioni del leader nazista e delle conseguenze di una sua nomina a cancelliere.Le strategie degli altri partiti e figure politiche
In questo contesto politico incandescente, il Partito Comunista, KPD, concentra le sue critiche principalmente contro il Partito Socialdemocratico, SPD, considerato il vero nemico ideologico e politico da abbattere. La strategia del KPD è paradossale: i comunisti ritengono che l’ascesa al potere dei nazionalsocialisti, seppur negativa, possa in realtà favorire indirettamente la causa del comunismo, creando una situazione di crisi e caos sociale da cui, secondo loro, potrebbe emergere una rivoluzione comunista. Allo stesso tempo, importanti figure del mondo imprenditoriale e industriale tedesco iniziano a sostenere Hitler, vedendo in lui e nel partito nazista una forza politica in grado di riportare ordine e stabilità nel paese, e di guidare la nazione con decisione in un momento di grande difficoltà economica e sociale. In questi giorni si discute anche intensamente del ruolo ambiguo di Schleicher e delle sue ambizioni di diventare cancelliere. Hindenburg, pur ascoltando diversi pareri, mantiene una posizione di attesa e si riserva di prendere una decisione definitiva solo quando le condizioni saranno più chiare. Intanto, figure come il giornalista e pacifista Ossietzky si trovano ad affrontare nuove difficoltà legali, segno di un clima politico sempre più oppressivo e ostile verso le voci critiche. Schleicher, nel frattempo, cerca una riconciliazione con Groener, ma quest’ultimo nutre forti sospetti sulle manovre oscure di Schleicher e sulle sue reali intenzioni politiche.Tensioni interne al partito nazista
Anche all’interno del partito nazista emergono delle tensioni significative. Si contrappongono l’intransigenza radicale di Hitler, determinato a ottenere il potere totale senza compromessi, e l’approccio più moderato di Strasser, che forse intravvede la necessità di una maggiore cautela e di una strategia politica piùNegotiatrice. Nonostante la pressione popolare crescente e l’apparente vantaggio politico dei nazisti, Goebbels, uomo chiave nella propaganda del partito, è consapevole della grande difficoltà della situazione politica. Tuttavia, Goebbels rimane fiducioso e determinato a forzare la decisione di Hindenburg, convinto che la pressione nazista e la crisi politica possano alla fine spingere il presidente a cedere e a nominare Hitler cancelliere.Ma il capitolo si limita a descrivere le mosse sulla scacchiera politica, o indaga le motivazioni profonde che spinsero i giocatori a muovere proprio quelle pedine?
Il capitolo descrive la tensione politica e le strategie dei vari attori, ma manca un’analisi più approfondita delle motivazioni ideologiche e psicologiche che guidarono le loro azioni. Per comprendere appieno le dinamiche di quel periodo, sarebbe utile esplorare le opere di autori come Gustave Le Bon, per capire le dinamiche delle folle, e Sigmund Freud, per approfondire le motivazioni profonde e spesso irrazionali delle scelte individuali e collettive.3. Berlino in Attesa: Intrighi e Manovre per il Potere
Berlino nel Novembre 1932: una città in bilico
Berlino, nel novembre 1932, è una città tesa e incerta. La disoccupazione è diffusa e la tensione politica si percepisce chiaramente nelle strade. Questa atmosfera inquieta fa da sfondo alle intense manovre politiche in corso per formare un nuovo governo. La crisi economica morde la popolazione, mentre figure di spicco come Hitler e il Presidente Hindenburg si contendono il controllo del potere.La sfida per la Cancelleria: Hitler contro Hindenburg
Hitler, leader del partito nazionalsocialista, vuole diventare cancelliere. Tuttavia, trova una forte opposizione in Hindenburg e nel suo entourage. Questi ultimi temono che la nomina di Hitler possa portare a una dittatura. Le trattative per formare il governo sono difficili e piene di ostacoli. Si susseguono incontri segreti, scambio di lettere e rifiuti pubblici. Schleicher, uomo di fiducia del presidente Hindenburg, cerca di fare da mediatore. Propone anche se stesso come possibile cancelliere, ma Hitler non accetta compromessi e insiste per ottenere pieni poteri.Sguardi esterni sulla crisi: osservatori stranieri a Berlino
In questo clima di incertezza, arrivano a Berlino osservatori stranieri per capire meglio la situazione. Tra questi ci sono l’americano Plotkin, un sindacalista, e la giornalista Dorothy Thompson. Plotkin rimane colpito dal contrasto tra l’apparente normalità della vita in città e la profonda crisi sociale che la attraversa. Dorothy Thompson incontra Hitler e lo descrive come un uomo senza qualità particolari, inadatto a guidare la Germania. La sua analisi smentisce l’immagine di leader carismatico che Hitler cerca di proiettare.Violenza e spionaggio nelle strade di Berlino
La lotta politica non si svolge solo nei palazzi del potere, ma anche nelle strade. Scontri violenti tra nazionalsocialisti e comunisti sono frequenti. La polizia politica concentra la sua attenzione sui comunisti, sottovalutando invece la crescente minaccia rappresentata dai nazisti. In questo contesto di tensione, emergono anche attività di spionaggio e infiltrazione. Si scopre che agenti comunisti sono presenti in ambienti militari e governativi, segno della profonda instabilità del periodo.Tensioni interne e incertezza sul futuro
Anche all’interno del partito nazista emergono delle tensioni. Nonostante le dichiarazioni di unità, figure come Strasser sono pronte a sfruttare eventuali opportunità alternative per avanzare le proprie ambizioni personali. La situazione politica rimane bloccata, in una fase di stallo. Göring, fedele sostenitore di Hitler, cerca di tranquillizzare l’opinione pubblica. Nonostante i suoi sforzi, la strada per Hitler verso la cancelleria appare ancora incerta e piena di difficoltà. La crisi di governo continua, mentre la Germania attende con ansia, divisa tra speranza e paura per quello che succederà.Davvero la nomina di Hitler a cancelliere fu una scelta razionale da parte di figure come Von Papen e Hindenburg, o piuttosto un atto dettato da calcoli politici miope e da una sottovalutazione delle reali intenzioni di Hitler?
Il capitolo descrive la nomina di Hitler, ma non si interroga sulla logica di affidare il potere a un personaggio con un programma così estremista. Fu davvero una decisione razionale, o piuttosto il risultato di una serie di errori di valutazione e di un’incredibile miopia politica? Per rispondere a questa domanda cruciale, è fondamentale approfondire le dinamiche psicologiche e politiche che guidarono le scelte di Hindenburg e Von Papen. Lo studio della storia politica del periodo, unito a riflessioni sulla psicologia delle decisioni in contesti di crisi, può offrire una comprensione più profonda. Autori come Sebastian Haffner, con la sua analisi lucida e critica della società tedesca dell’epoca, possono fornire spunti illuminanti.25. Destini Incrociati all’Alba del Terzo Reich
La fine della Repubblica di Weimar
Le settimane finali della Repubblica di Weimar furono un periodo di grande instabilità e decisioni fondamentali. In quel periodo storico si è cercato di capire come l’arrivo al potere di Hitler non fosse inevitabile. Le dinamiche politiche di quegli anni, caratterizzate da competizioni, ambizioni personali e strategie politiche, avrebbero potuto portare a risultati diversi. La successione degli eventi tra il novembre 1932 e il gennaio 1933 mostra una fase di trattative fallite, dimissioni e manovre politiche, che alla fine portarono alla nomina di Hitler come cancelliere. Questo percorso storico mette in luce quanto fossero fragili le istituzioni democratiche e quanto le scelte delle singole persone abbiano avuto un ruolo decisivo nel cambiare il corso degli eventi.Diverse reazioni al cambiamento politico
Le vicende dopo il 1933 mostrano come le persone coinvolte nella Repubblica di Weimar reagirono in modi diversi. Alcuni, come André François-Poncet, continuarono importanti carriere diplomatiche, adattandosi alle nuove situazioni politiche. Altri, come Bella Fromm e Christopher Isherwood, scelsero di andare in esilio per sfuggire al radicale cambiamento politico. Günther Gereke ebbe una storia più complessa, passando da condanne a nuove appartenenze politiche in diverse fasi della storia tedesca. Figure chiave del nazismo, come Joseph e Magda Goebbels, Hermann Göring e Adolf Hitler, si suicidarono alla fine della guerra, segnando la fine drammatica del regime.Le conseguenze per chi si oppose al nazismo
Al contrario, chi si oppose al nuovo potere o fu messo da parte vide un declino. Wilhelm Groener e Kurt von Hammerstein-Equord si ritirarono dalla vita pubblica. Carl von Ossietzky subì la repressione nazista e morì prematuramente, nonostante avesse ricevuto un riconoscimento internazionale. Alfred Kerr e Harry Kessler furono costretti all’esilio, perdendo tutto ciò che avevano.Il capitolo enfatizza eccessivamente le “scelte delle singole persone” a scapito delle forze socio-economiche e strutturali che hanno reso possibile l’ascesa del nazismo?
Sebbene il capitolo sottolinei giustamente il ruolo delle decisioni individuali nel contesto storico della Repubblica di Weimar, non approfondisce adeguatamente il peso delle condizioni socio-economiche preesistenti e delle dinamiche strutturali che hanno creato un terreno fertile per l’affermazione del nazismo. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile integrare l’analisi con studi di sociologia storica e di economia politica, approfondendo autori come Barrington Moore Jr., che ha analizzato le radici sociali dei regimi dittatoriali e democratici.Abbiamo riassunto il possibile
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