Capitolo 1: IL NUOVO PROGRAMMA DELL’UMANITÀ
All’alba del III millennio, l’umanità si risveglia da un lungo incubo, consapevole di aver affrontato per millenni problemi come carestie, pestilenze e guerre. Questi eventi, una volta considerati inevitabili, sono ora percepiti come sfide affrontabili grazie ai progressi della conoscenza e della tecnologia. L’umanità ha imparato a gestire questi problemi, riducendo il numero di morti causati da fame e violenza, e ora si trova di fronte a nuove domande su come utilizzare le proprie capacità .Nonostante i progressi, esistono ancora situazioni di povertà e malattia in diverse parti del mondo. Le carestie, un tempo devastanti, sono ora eventi eccezionali, spesso causati da politiche umane piuttosto che da disastri naturali. Anche se la malnutrizione persiste, la maggior parte della popolazione globale ha accesso a risorse alimentari sufficienti per sopravvivere. Tuttavia, l’insicurezza nutrizionale è un problema che affligge anche le nazioni sviluppate.Le malattie infettive, un tempo una delle principali cause di morte, hanno visto una drastica riduzione grazie ai progressi della medicina. La mortalità infantile è diminuita notevolmente, e le epidemie sono gestite con maggiore efficacia. Anche se l’AIDS continua a rappresentare una sfida, i progressi nella ricerca medica hanno reso la malattia più gestibile.Le guerre, che un tempo erano una costante della storia umana, stanno diventando sempre più rare. La maggior parte della popolazione mondiale vive in paesi dove la guerra è considerata un evento improbabile. Le relazioni internazionali sono ora dominate dalla diplomazia e dalla cooperazione economica, piuttosto che dalla violenza.Tuttavia, l’umanità deve ora affrontare nuove sfide. Se i problemi storici sono stati in gran parte gestiti, quali saranno i nuovi obiettivi? La risposta potrebbe risiedere nella ricerca della felicità , dell’immortalità e di poteri divini. L’umanità , avendo superato le difficoltà del passato, è ora in grado di porsi domande ambiziose sul proprio futuro.La ricerca dell’immortalità è già in corso, con scienziati e imprenditori che investono in biotecnologie e ingegneria genetica. L’idea di migliorare le capacità umane è diventata una realtà , e il potenziale di manipolare il DNA e migliorare le funzioni biologiche è sempre più vicino. Tuttavia, questo solleva interrogativi etici e pratici su cosa significhi essere umano.La felicità è un altro obiettivo fondamentale. Sebbene il benessere materiale sia aumentato, il tasso di suicidi nelle società sviluppate è preoccupante. La ricerca della felicità potrebbe richiedere un approccio diverso, che non si limiti al miglioramento delle condizioni materiali, ma che consideri anche il benessere psicologico e sociale.Infine, l’umanità potrebbe trovarsi a un bivio. Le tecnologie che promettono di elevare l’essere umano a uno stato divino potrebbero anche portare a conseguenze impreviste. La storia ha dimostrato che ogni progresso porta con sé nuove sfide e rischi. Pertanto, è fondamentale riflettere attentamente su quali direzioni prendere.In conclusione, l’umanità ha raggiunto traguardi significativi nel controllo di carestie, pestilenze e guerre, ma ora deve affrontare nuove domande su come utilizzare il potere acquisito. La ricerca dell’immortalità , della felicità e di poteri divini rappresenta una nuova frontiera, ma è essenziale considerare le implicazioni etiche e sociali di tali ambizioni. La storia ci insegna che il cambiamento è inevitabile, e la direzione che prenderemo dipenderà dalle scelte che faremo oggi.Capitolo 2: L’ANTROPOCENE
Gli esseri umani hanno raggiunto uno status di dominio sul pianeta, simile a quello di divinità , ma non si comportano come tali. La rappresentazione romantica degli animali nei media è fuorviante; molte specie, come i lupi e i leoni, sono in grave pericolo di estinzione. Attualmente, il numero di animali domestici supera di gran lunga quello degli animali selvatici. Dal 1970, le popolazioni di animali selvatici sono diminuite drasticamente, nonostante la crescente consapevolezza ecologica.La storia della Terra è suddivisa in epoche, e si propone di considerare gli ultimi 70.000 anni come l’Antropocene, un’epoca caratterizzata dall’impatto umano sull’ecosistema globale. Gli esseri umani hanno alterato radicalmente l’ecologia del pianeta, un fenomeno senza precedenti nella storia della vita. Le estinzioni di massa, in passato causate da forze naturali, ora sono influenzate dalle azioni umane.L’umanità ha abbattuto le barriere ecologiche, creando un ecosistema globale interconnesso. Le interazioni tra le diverse specie sono cambiate, e gli organismi sono stati mescolati in modi che prima non erano possibili. Anche se l’Antropocene ha radici antiche, il suo impatto è diventato evidente solo negli ultimi millenni.I nostri antenati, durante la loro espansione, hanno causato l’estinzione di molte specie animali. Gli animali di grandi dimensioni, come i mammut, sono stati particolarmente vulnerabili a causa della loro bassa capacità riproduttiva. L’estinzione è avvenuta lentamente, e gli antichi Sapiens non erano consapevoli delle conseguenze delle loro azioni.Le credenze animiste degli antichi cacciatori-raccoglitori differivano notevolmente da quelle delle società agricole. Queste ultime hanno giustificato lo sfruttamento degli animali attraverso nuove religioni, che hanno trasformato l’universo in un dramma teista, relegando gli animali a ruoli secondari. Le religioni hanno anche giustificato la superiorità umana e il dominio sugli altri organismi.Con l’avvento della Rivoluzione scientifica, l’umanità ha messo a tacere anche gli dèi, assumendo il controllo totale sull’ecosistema. La scienza ha fornito agli esseri umani poteri senza precedenti, consentendo pratiche agricole industriali che sfruttano gli animali in modi estremi. Le tecnologie moderne hanno permesso di confinare gli animali in spazi ristretti, massimizzando la produzione a scapito del loro benessere.La crescente consapevolezza riguardo al trattamento degli animali ha portato a un ripensamento delle relazioni tra umani e animali. Si sollevano interrogativi etici riguardo al valore della vita umana rispetto a quella degli animali e delle intelligenze artificiali. Se l’umanità dovesse perdere la sua unicità , si porrebbero interrogativi sulla giustificazione dello sfruttamento degli animali.Il capitolo conclude con la necessità di esaminare la natura di Homo sapiens e il suo futuro, considerando le relazioni tra umani e potenziali superuomini.Capitolo 10: L’Oceano della Coscienza
Le nuove tecno-religioni emergono dai laboratori di ricerca, piuttosto che da contesti tradizionali. Queste religioni promettono salvezza attraverso algoritmi e geni, simili al socialismo che prometteva salvezza tramite vapore ed elettricità . La Silicon Valley rappresenta il centro di queste nuove credenze, che si distaccano dalla spiritualità tradizionale e si concentrano sulla tecnologia. Le nuove tecno-religioni si dividono in due categorie principali: il tecno-umanesimo e il datismo. Il tecno-umanesimo considera l’essere umano come il vertice del creato e propone l’idea di creare un Homo Deus, un essere umano superiore dotato di abilità fisiche e mentali avanzate.La Rivoluzione cognitiva di circa 70.000 anni fa ha trasformato Homo sapiens in una specie dominante, grazie a piccoli cambiamenti nel DNA e nella riorganizzazione cerebrale. Il tecno-umanesimo suggerisce che una seconda Rivoluzione cognitiva potrebbe derivare da ulteriori modifiche genetiche e cerebrali, permettendo a Homo Deus di accedere a domini inimmaginabili. Questo approccio si differenzia dalle ideologie passate, come quelle di Hitler, puntando su metodi pacifici come ingegneria genetica e nanotecnologia.Il tecno-umanesimo mira a potenziare la mente umana e a esplorare stati di coscienza sconosciuti, ma la ristrutturazione della mente è complessa e rischiosa. La scienza ha studiato solo piccole porzioni dello spettro mentale, principalmente in contesti WEIRD (occidentali, istruiti, industrializzati, ricchi e democratici). La maggior parte delle ricerche sulla mente umana si basa su campioni non rappresentativi, ignorando esperienze di culture diverse e stati mentali superiori.Le culture premoderne avevano una visione più ampia degli stati di coscienza, spesso esplorati da sciamani e mistici. Tuttavia, la cultura occidentale moderna ha perso interesse per questi stati, privilegiando esperienze ordinarie. Anche se gli esseri umani condividono il pianeta con altre specie, come i Neanderthal, non comprendiamo appieno le loro esperienze mentali. Altri animali, come i pipistrelli, vivono in mondi di percezione completamente diversi, rendendo difficile per gli umani immaginare le loro esperienze soggettive.La tecnologia potrebbe un giorno aprire nuovi territori mentali, ma attualmente ci troviamo in una situazione in cui la psicologia positiva cerca di esplorare stati mentali non ordinari senza una mappa chiara. La medicina si sta spostando dal curare malattie mentali al migliorare le capacità mentali, ma ciò comporta rischi, poiché potremmo perdere abilità umane fondamentali come l’attenzione e la capacità di sognare.Il tecno-umanesimo affronta il dilemma di controllare la volontà umana, considerata sacra. Tuttavia, se il progresso tecnologico consente di manipolare i desideri, si pone la questione di quale sia la vera volontà . La tecnologia potrebbe offrire soluzioni a desideri scomodi, ma ciò comporta il rischio di ridurre l’essere umano a un prodotto personalizzabile.In questo contesto, emerge il datismo, una religione che venera i dati piuttosto che gli dèi o l’umanità . Questa nuova visione potrebbe sostituire l’umanesimo, ponendo interrogativi sulla fonte di significato e autorità . La capacità di plasmare i desideri umani potrebbe portare a una perdita di autenticità , rendendo difficile identificare la vera volontà . La tecnologia promette di alleviare il disagio, ma se i desideri possono essere controllati, la questione di cosa significhi essere umani diventa complessa e problematica.Capitolo 11: La religione dei dati
Il datismo è una concezione che considera l’universo come un insieme di flussi di dati, dove il valore di ogni fenomeno è determinato dal suo contributo all’elaborazione dei dati. Questa teoria, pur apparendo marginale, ha guadagnato terreno nell’establishment scientifico. Essa nasce dall’unione di due sviluppi: la biologia, che ha visto gli organismi come algoritmi biochimici, e l’informatica, che ha sviluppato algoritmi digitali per computer. Il datismo suggerisce che le stesse leggi matematiche si applicano a entrambi i tipi di algoritmi, abbattendo la distinzione tra animali e macchine.Per politici, imprenditori e consumatori, il datismo offre tecnologie avanzate e poteri senza precedenti. Promette anche una teoria scientifica unificata che colleghi tutte le discipline, permettendo una comunicazione più fluida tra diversi campi del sapere. Secondo il datismo, fenomeni come la musica, l’economia e la biologia possono essere analizzati attraverso gli stessi strumenti e concetti.Il datismo inverte la tradizionale piramide dell’apprendimento, dove i dati sono il primo passo per ottenere informazioni, conoscenza e saggezza. I datisti sostengono che gli esseri umani non siano più in grado di gestire i flussi di dati, quindi l’elaborazione dovrebbe essere affidata agli algoritmi digitali, che superano le capacità umane. Ciò implica uno scetticismo riguardo alla conoscenza e saggezza umane, a favore di Big Data e algoritmi.La biologia è la disciplina madre del datismo, e la sua integrazione con l’informatica ha il potenziale di rivoluzionare la comprensione della vita. Gli organismi e le società sono visti come sistemi di elaborazione dati. Gli economisti, ad esempio, interpretano l’economia come un sistema per raccogliere dati sui desideri e le capacità , trasformando tali dati in decisioni. Capitalismo e comunismo sono visti come competizioni tra sistemi di elaborazione dati, con il capitalismo che utilizza un sistema distribuito e il comunismo uno centralizzato.La borsa è considerata il sistema di elaborazione dati più efficiente, riflettendo rapidamente le informazioni globali e influenzando i prezzi. Un’alta tassazione porta a un’eccessiva centralizzazione delle decisioni, mentre un libero mercato distribuisce l’analisi dei dati tra molti attori. Il capitalismo ha dimostrato di funzionare meglio del comunismo, soprattutto in periodi di innovazione tecnologica.Le strutture politiche, come democrazie e dittature, sono anch’esse interpretate come sistemi di elaborazione dati, con le democrazie che tendono a essere più efficienti. Tuttavia, se le condizioni cambiano, la democrazia potrebbe declinare. Internet, ora cruciale per la vita quotidiana, non è regolato da processi politici democratici, creando potenziali rischi per la sovranità e la sicurezza.Il datismo, pur promettendo innovazioni, presenta anche sfide. La tecnologia avanza più rapidamente della politica, creando un divario di controllo. Gli elettori percepiscono una perdita di potere, mentre i politici sembrano incapaci di affrontare i cambiamenti. Il potere potrebbe non tornare nelle mani dei cittadini, né con il populismo né con le riforme.Il datismo si propone come una nuova religione, con il flusso di informazioni come valore supremo. Gli esseri umani sono visti come strumenti per creare “Internet-di-Tutte-le-Cose”, un sistema cosmico di elaborazione dati. Questa visione si avvicina a concezioni religiose tradizionali, con l’idea che gli esseri umani possano fondersi in un’entità superiore.Il datismo ha anche un aspetto pratico, con comandamenti per massimizzare il flusso di dati e connettere ogni cosa. La libertà delle informazioni è considerata un valore innovativo, diverso dalla libertà di espressione. Il caso di Aaron Swartz, un attivista per la libertà delle informazioni, evidenzia le tensioni tra accesso ai dati e diritti d’autore.Il datismo, pur avendo i suoi critici, sta guadagnando terreno come paradigma scientifico unificato. Se prevalesse, potrebbe portare a una riduzione dell’importanza delle esperienze umane, poiché gli algoritmi potrebbero sostituire le funzioni umane. La tecnologia non è deterministica e potrebbe portare a esiti diversi, ma il datismo potrebbe comunque trasformare radicalmente la società .In sintesi, il datismo offre una nuova visione della vita come elaborazione di dati, con implicazioni significative per il futuro dell’umanità . La sfida sarà comprendere se gli organismi sono davvero solo algoritmi e cosa significhi per la consapevolezza e l’intelligenza.Abbiamo riassunto il possibile
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