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Contenuti del libro
Informazioni
“Guida alla lettura della «Nascita della tragedia» di Nietzsche” di Gherardo Ugolini è una bussola per orientarsi in un testo fondamentale e complesso. Il libro ripercorre la genesi delle idee di Nietzsche sulla tragedia greca, nate dai suoi corsi a Basilea, dove ha iniziato a contrapporre i principi estetici fondamentali: l’apollineo, legato alla forma e al sogno, e il dionisiaco, all’ebbrezza e alla musica. Secondo Nietzsche, la tragedia greca classica, con figure come Edipo, rappresenta una sintesi perfetta di queste forze, originata dai cori dionisiaci e poi “addomesticata” dalla forma apollinea. La guida spiega come l’autore veda la decadenza della tragedia causata dall’eccessivo razionalismo introdotto da Euripide e incarnato dalla figura di Socrate, che avrebbe soffocato lo spirito dionisiaco e il mito. Viene esplorato anche il legame di Nietzsche con Richard Wagner, visto inizialmente come una speranza per la rinascita del tragico nella cultura moderna. La guida non nasconde le polemiche suscitate dalla “Nascita della tragedia” nel mondo della filologia classica, che criticò il suo approccio non accademico e passionale, ma ne evidenzia anche l’enorme influenza successiva su filosofia, arte e letteratura, dimostrando come concetti come apollineo e dionisiaco abbiano continuato a stimolare il pensiero ben oltre l’ambito classico.Riassunto Breve
L’arte greca antica si fonda su due impulsi fondamentali: l’apollineo e il dionisiaco. L’apollineo è associato al sogno, alla forma, alla misura e alle arti visive come la scultura, rappresentando la capacità di trasfigurare l’esistenza. Il dionisiaco si lega all’ebbrezza, alla smisuratezza, alla musica e alla dissoluzione dell’individuo nell’unità primigenia, esprimendo l’essenza profonda e sofferente della realtà. La tragedia greca attica nasce come sintesi di questi due principi. La sua origine si trova nel coro tragico, elemento dionisiaco puro (il ditirambo dei satiri), che esprime l’estasi e il dolore di Dioniso. Il mito tragico, che contiene una saggezza dionisiaca, viene messo in scena in forme apollinee. Figure eroiche come Edipo e Prometeo sono viste come maschere di Dioniso. La musica è un elemento essenziale, creando l’eccitazione visionaria che genera le immagini sulla scena. La tragedia si basa sul pathos, l’esperienza del dolore, non sull’azione. La decadenza della tragedia inizia con Euripide, influenzato dal razionalismo socratico. Questo razionalismo privilegia la logica e la conoscenza consapevole sull’istinto e il mito, distruggendo l’equilibrio tragico. Socrate è considerato il tipo dell’uomo teoretico, che condanna l’arte tragica come irrazionale e inutile. Il prevalere del socratismo porta alla scomparsa della tragedia e del mito, elementi vitali per una cultura. Il libro che espone queste idee presenta uno stile passionale e non accademico, criticando la filologia tradizionale per la sua mancanza di visione e proponendo una filologia rinnovata che integri la filosofia. Si vede una possibile rinascita dello spirito tragico nella musica tedesca, in particolare in Wagner, che riprende il legame tra musica e mito. L’effetto della tragedia musicale è estetico, permettendo di percepire l’essenza dell’esistenza attraverso la sofferenza e la dissonanza, generando una gioia estetica. La pubblicazione di queste tesi suscitò una forte polemica nel mondo accademico, in particolare tra i filologi classici, che criticarono il metodo non scientifico e l’entusiasmo per Wagner. Nonostante l’iniziale rifiuto, le idee introdotte, come la polarità apollineo/dionisiaco e l’importanza del dionisismo, hanno esercitato un notevole influsso nel tempo, influenzando studi sulla cultura greca, la filosofia, l’antropologia e l’arte. L’opera è stata riletta anche dall’autore stesso in scritti successivi, reinterpretandola come anticipazione del suo pensiero maturo e vedendo nel dionisiaco la “volontà di potenza” greca e nel socratismo un sintomo di decadenza. I concetti centrali continuano a essere oggetto di studio e dibattito.Riassunto Lungo
1. La genesi delle idee sulla tragedia
L’attività didattica a Basilea si concentra sullo studio della tragedia greca. Un primo corso, tenuto nel 1869, esamina le Coefore di Eschilo. Questo corso si focalizza sugli aspetti tecnici del dramma, analizzando la struttura del teatro, le parti affidate al coro e la distribuzione degli attori. Si confronta anche l’uso della saga di Oreste da parte di diversi autori e si discute della fortuna del teatro di Eschilo nel tempo. Tuttavia, questo primo approccio rimane prevalentemente espositivo e tecnico, senza approfondire riflessioni estetiche o filosofiche sull’origine della tragedia stessa.L’emergere dei concetti chiave
Un momento cruciale per lo sviluppo delle idee si verifica nel semestre estivo del 1870, con il corso dedicato all’Edipo re di Sofocle. Le lezioni introduttive di questo corso, intitolate Sulla storia della tragedia greca, rappresentano un tentativo di unire diversi spunti di riflessione. È qui che emerge con chiarezza la contrapposizione tra due categorie estetiche fondamentali: il dionisiaco, legato all’ebbrezza e all’istinto, e l’apollineo, associato al sogno e alla razionalità. Viene presentata l’idea che la tragedia greca abbia avuto origine dai cori ditirambici, forme d’arte dionisiaca pura capaci di generare estasi attraverso la musica e il canto.La tragedia, secondo questa visione, si sviluppa successivamente come una sintesi di questi due principi, con l’elemento dionisiaco che viene in qualche modo “addomesticato” e strutturato dalle regole poetiche apollinee. Si analizza anche il processo di decadenza della tragedia, attribuito all’influenza di Euripide e Socrate, e si confronta la concezione tragica greca con quella moderna. In questo contesto, si vede nel Musikdrama di Richard Wagner una possibile via per la rinascita della tragedia greca nel mondo contemporaneo.La stesura del libro e le sue influenze
L’intenzione di raccogliere e unire queste tematiche in un unico volume prende forma nell’autunno del 1870. La prima stesura continua del testo, intitolata Origine e scopo della tragedia, viene completata nella primavera del 1871 a Lugano. Questa prima versione unisce il contrasto tra apollineo e dionisiaco con l’idea della “morte” della tragedia a causa del socratismo. Il testo include una lunga prefazione dedicata a Wagner e una rielaborazione della visione dionisiaca.Questa stesura conteneva anche una sezione estesa, nota come il “frammento di Lugano”, che esplorava aspetti sociali e politici del mondo greco, collegando così le tematiche artistiche a quelle politiche. Tuttavia, questa parte viene successivamente eliminata dalla versione definitiva del libro. Il manoscritto di Origine e scopo della tragedia, portato a Tribschen, ha un ruolo importante nelle discussioni con Richard Wagner, le cui idee e temi diventano parte integrante della versione finale del libro negli ultimi mesi del 1871, prima della sua pubblicazione.Ma è storicamente fondata l’idea che la tragedia greca sia nata solo dai cori ditirambici dionisiaci e che la sua essenza si riduca a una sintesi di due principi?
Il capitolo propone una visione affascinante, ma la sua base storica e la sua interpretazione estetica sono state fin da subito oggetto di accese discussioni nel mondo accademico. La riduzione dell’origine a un unico filone (i ditirambi) e l’applicazione rigida della dicotomia apollineo/dionisiaco rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno complesso. Per approfondire le alternative e le critiche a questa prospettiva, è indispensabile confrontarsi con la filologia classica e la storia del teatro greco, esplorando le diverse teorie sulle origini del dramma e leggendo autori che hanno analizzato la questione da punti di vista differenti.2. Origine e Declino del Tragico Spirito Greco
L’arte greca antica si manifesta attraverso due forze fondamentali: l’impulso apollineo e quello dionisiaco. L’apollineo è legato al mondo del sogno, alla forma definita, alla misura e si esprime nelle arti visive come la scultura. Al contrario, il dionisiaco nasce dall’ebbrezza, dalla mancanza di misura, dalla musica e porta alla dissoluzione dell’individuo nell’unità originaria. La tragedia greca attica rappresenta l’unione perfetta di questi due principi. La sua nascita si trova nel coro tragico, che è l’elemento dionisiaco per eccellenza, capace di esprimere la sofferenza e l’estasi legate a Dioniso. Il mito tragico, visto come una profonda saggezza dionisiaca, prende forma sulla scena attraverso strutture apollinee che lo rendono visibile. Figure come Edipo e Prometeo non sono altro che rappresentazioni, maschere, di Dioniso stesso.La fine della tragedia e l’uomo teoretico
La tragedia comincia a perdere la sua forza con Euripide. Egli introduce un modo di pensare più razionale, allontanando l’arte dalle sue radici dionisiache. Questo cambiamento rompe l’equilibrio che caratterizzava la tragedia classica e riduce l’importanza del coro e della musica, che erano essenziali. La figura di Euripide è strettamente connessa a Socrate, considerato il simbolo dell’uomo orientato alla conoscenza razionale. Il pensiero socratico giudica l’arte in base alla sua utilità e alla sua razionalità, vedendo la tragedia come qualcosa di irrazionale e quindi privo di valore. Il dominio di questo approccio teorico porta alla scomparsa della tragedia e del mito, che sono elementi vitali per la crescita di una civiltà.Una possibile rinascita dello spirito tragico
La cultura moderna sembra pervasa dall’ideale socratico che privilegia la ragione. Tuttavia, si intravede la possibilità che lo spirito tragico possa riemergere nella cultura di oggi. Questa rinascita è vista soprattutto nella musica tedesca, in particolare nell’opera di Wagner, che riesce a ristabilire il legame profondo tra musica e mito. L’effetto della tragedia vissuta attraverso la musica non è quello di insegnare una morale, ma è puramente estetico. Permette di afferrare l’essenza più profonda dell’esistenza, anche attraverso la sofferenza e la disarmonia, generando così una forma di gioia estetica.È davvero così lineare la transizione dalla “tragicità” greca all’uomo “teoretico” socratico, o il capitolo semplifica eccessivamente processi storici e culturali ben più complessi?
Il capitolo propone una visione chiara e diretta del declino della tragedia greca, attribuendola principalmente all’ascesa del pensiero razionale incarnato da Euripide e Socrate. Questa interpretazione, sebbene suggestiva, rischia di trascurare la molteplicità di fattori storici, sociali e politici che hanno caratterizzato la Atene del V e IV secolo a.C. Per comprendere appieno le trasformazioni culturali dell’epoca, è fondamentale non limitarsi a una lettura filosofica, ma esplorare anche la storia politica della città, l’evoluzione delle istituzioni, i cambiamenti sociali e le diverse correnti di pensiero che coesistevano. Approfondire la storia greca, la storia del teatro e le diverse scuole filosofiche dell’epoca, studiando autori che offrono prospettive storiografiche e critiche differenti, può aiutare a contestualizzare meglio il fenomeno e a valutare la validità di un’attribuzione causale così netta.3. Tra Stile Appassionato e Rinnovamento Accademico
Lo stile e la critica alla filologia accademica
Lo stile usato è passionale e lontano da un approccio scientifico, tanto che l’autore lo descrive come “scritto male” e “arrogante”. Non segue le regole accademiche tradizionali, mancano note precise e riferimenti dettagliati alle fonti. Le idee sono presentate come verità assolute, basate più sull’intuizione immediata che sulla dimostrazione logica. Questo modo di scrivere critica in modo implicito la filologia classica di oggi, vista come troppo concentrata sui dettagli e senza una visione d’insieme.Influenze filosofiche e tono mistico
Nel testo si trovano molti termini presi dalla filosofia di Schopenhauer, come “volontà ellenica”, “velo di Maia” e “principium individuationis”. A volte, la scrittura assume un tono quasi mistico, come se stesse rivelando verità nascoste a un gruppo ristretto di persone. Questo si lega all’idea che l’origine della tragedia greca sia connessa ai misteri dionisiaci.La nuova filologia tra passato e presente
Un punto centrale è il rapporto tra filologia e filosofia. Viene criticata la filologia moderna perché ha perso il legame con la cultura classica e presenta un’immagine falsa e idealizzata dell’antichità. Si propone invece una filologia nuova che unisca la filosofia, usando lo studio del passato per affrontare i problemi teorici di oggi e capire l’antichità partendo dal presente. Questa filologia rinnovata è vista come un “centauro”, che unisce la scienza e l’arte.L’arte come attività metafisica
Il libro è dedicato a Richard Wagner, considerato un alleato nella lotta per dare nuova importanza all’arte. La prefazione a Wagner chiarisce che il tema principale è l’importanza dell’arte come “vera attività metafisica”, in contrasto con l’idea moderna che la considera qualcosa di non essenziale. Il libro si rivolge a lettori che conoscono bene l’arte e la filologia, capaci di accettare idee nuove e diverse dal solito.Ma la “rivoluzionaria” interpretazione della tragedia greca fu davvero accolta dalla filologia del tempo?
Il capitolo descrive La Nascita della Tragedia come un’opera cruciale nata dall’intenso studio filologico di Nietzsche, ma non menziona la forte controversia e il rifiuto che essa incontrò tra i filologi classici contemporanei. Questa omissione lascia un vuoto significativo nel comprendere il contesto e l’impatto reale dell’opera nel campo della filologia. Per colmare questa lacuna, è essenziale approfondire la storia della filologia classica nel XIX secolo e studiare le reazioni critiche di figure accademiche dell’epoca che misero in discussione il metodo e le conclusioni di Nietzsche, come Wilamowitz.10. La Filologia di Nietzsche Tra Condanna e Riscoperta
In La nascita della tragedia, Nietzsche introduce i concetti di apollineo e dionisiaco. Questi elementi erano già presenti negli studi classici prima di lui. Il ruolo di Dioniso nella tragedia greca è un argomento molto discusso tra gli studiosi. Nietzsche li usa per analizzare l’arte e la cultura greca antica. Li vede come forze fondamentali che si combinano nell’arte tragica greca.La Morte della Tragedia e la Figura di Socrate
Partendo da queste idee, Nietzsche analizza il declino della tragedia greca. Attribuisce la “morte della tragedia” all’influenza di Euripide. Vede anche il razionalismo socratico come una causa importante di questo declino. L’immagine di Socrate che Nietzsche presenta è studiata attentamente dagli esperti. Considerano sia le fonti antiche sia le interpretazioni più recenti per capire questa figura nel suo pensiero filosofico.L’Accoglienza Iniziale e la Critica
L’opera filologica di Nietzsche, in particolare La nascita della tragedia, non fu accolta bene all’inizio. Ricevette una forte critica, soprattutto dallo studioso Wilamowitz. L’accusa principale era che non seguisse il metodo scientifico rigoroso richiesto dalla filologia. Questa condanna iniziale ebbe una conseguenza importante. Portò a trascurare per molto tempo anche gli scritti filologici più tecnici che Nietzsche aveva prodotto durante la sua carriera accademica.La Rivalutazione e gli Studi Specifici
Dopo molto tempo, è iniziata una rivalutazione del lavoro filologico di Nietzsche. Gli studi più recenti hanno cercato di considerare questi scritti in modo più obiettivo. Hanno superato i giudizi negativi iniziali che ne avevano limitato la comprensione. In particolare, gli studi specifici di Nietzsche sono stati rivalutati per il loro valore. Lavori come quelli sul Certamen Homeri et Hesiodi, su Diogene Laerzio e sulla metrica sono stati riconosciuti come contributi significativi.La Critica alla Filologia del Tempo
Anche gli abbozzi del testo intitolato Noi filologi mostrano un aspetto importante del pensiero di Nietzsche. In questi scritti, emerge una critica chiara verso i modelli filologici che erano diffusi all’epoca. Nietzsche mette in discussione le pratiche e gli obiettivi della filologia tradizionale. Questo dimostra il suo desiderio di rinnovare e ripensare la disciplina stessa. Questi scritti offrono spunti preziosi sulla sua visione della filologia.Importanza e Influenza della Filologia nel Pensiero di Nietzsche
La filologia ha avuto un’importanza fondamentale per lo sviluppo del pensiero generale di Nietzsche. Le sue opere filologiche, a partire da La nascita della tragedia, sono viste da alcuni studiosi come capaci di aprire nuove prospettive di ricerca. Hanno avuto un impatto e un’influenza sugli studi successivi in vari campi del sapere. Il suo approccio, pur criticato inizialmente, ha stimolato nuove riflessioni e dibattiti. La sua visione ha contribuito a cambiare il modo di guardare ai testi antichi e alla cultura greca.Su quali basi metodologiche si fonda la ‘rivalutazione’ del lavoro filologico di Nietzsche, se la critica iniziale verteva proprio sulla mancanza di rigore scientifico?
Il capitolo presenta la rivalutazione della filologia nietzschiana come un dato di fatto, ma non chiarisce i criteri o gli argomenti che hanno permesso di superare la pesante critica iniziale, basata proprio sulla presunta assenza di metodo scientifico. Per comprendere appieno questa transizione, è indispensabile studiare in dettaglio sia la natura della critica mossa da esponenti della filologia tradizionale come Wilamowitz, sia il contenuto specifico degli scritti filologici di Nietzsche che sono stati oggetto di riscoperta. Approfondire gli studi recenti sulla ricezione della sua opera può aiutare a capire come la sua metodologia (o la sua critica alla metodologia) sia stata riconsiderata nel tempo.Abbiamo riassunto il possibile
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