Letteratura

Guerra e pace

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1. Salotto e Politica: L’Inizio di una Società

Nel luglio 1805, a Pietroburgo, l’alta società si riunisce nel salotto di Anna Pavlovna Scherer. La conversazione si accende subito sulla politica e su Napoleone Bonaparte, figura che desta preoccupazione per la sua crescente influenza. Il principe Vasilij, uno dei primi ospiti, esprime apertamente questi timori.La serata prosegue con l’arrivo di personaggi di spicco: la principessa Hélène, nota per la sua bellezza, e la principessa Bolkonskaja, in attesa di un figlio. Si aggiungono il principe Hippolyte, il visconte de Mortemart e l’abate Morio, figure di rilievo nel panorama culturale. Pierre Bezuchov, giovane e idealista, fa il suo ingresso, seguito dal principe Andrej Bolkonskij, uomo di spirito ma segnato da una profonda insoddisfazione.Anna Pavlovna, esperta padrona di casa, guida le conversazioni. Il visconte de Mortemart intrattiene con storie sulla corte francese, mentre l’abate Morio si concentra sull’equilibrio politico europeo. Pierre, con il suo entusiasmo giovanile, difende Napoleone come portatore degli ideali rivoluzionari, una visione che sorprende e contrasta con l’opinione comune dei presenti.Nel salotto, le ambizioni personali si intrecciano con la politica. Il principe Vasilij cerca un matrimonio vantaggioso per il figlio, mentre la principessa Drubeckaja chiede aiuto per garantire al figlio Boris un posto nella Guardia Imperiale.La serata si avvia alla conclusione. Pierre e Andrej, amici di vecchia data, si confrontano. Pierre è pieno di dubbi sul futuro e sulla guerra, mentre Andrej è deciso a partire per il fronte, spinto dal desiderio di trovare uno scopo più grande della vita mondana.

2. Tra Salotti e Segreti: Giovani Cuori in Disordine

Il principe Andrej esprime apertamente il suo tormento matrimoniale all’amico Pierre, sconsigliandogli il matrimonio che percepisce come un ostacolo alle ambizioni personali. La tensione tra Andrej e sua moglie Liza è palpabile, e il loro litigio velato, sotto gli occhi di Pierre, rivela una profonda infelicità. Pierre, turbato, cerca evasione in una festa dissoluta, nonostante la promessa fatta ad Andrej. L’atmosfera carica di eccessi culmina con la pericolosa scommessa di Dolochov, un gesto estremo che Pierre, in preda all’ebbrezza, tenta invano di emulare. Nello stesso momento, a Mosca, l’onomastico della contessa Rostova e della figlia Nataša è l’occasione per riunire numerosi ospiti. Le conversazioni nei salotti, animate da pettegolezzi sulla malattia del conte Bezuchov e sull’incerta eredità contesa tra Pierre e il principe Vasilij, fanno da sfondo alle dinamiche familiari dei Rostov. In questo contesto, il giovane Nikolaj annuncia la decisione di arruolarsi, seguendo l’esempio dell’amico Boris. L’esuberante Nataša porta una ventata di gioventù, mentre tra i giovani si intrecciano i primi amori. Nikolaj e Sonja affrontano la gelosia, e Nataša, osservando i loro turbamenti, suggella con un bacio a Boris una promessa d’amore che preannuncia un futuro fidanzamento.

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76. Il dilemma di libertà e necessità

L’uomo si percepisce come un essere libero, ma le sue azioni sono sempre influenzate da fattori esterni. Questo crea un dilemma tra la nostra sensazione di libertà e la realtà della necessità, a cui tutti siamo sottoposti. Quando osserviamo un evento, spesso pensiamo che sia stato deciso da chi detiene il potere. Questa è un’illusione. Chi comanda, in realtà, è spesso lontano dall’azione vera e propria, che viene compiuta dalla massa delle persone. La responsabilità di ciò che accade, quindi, non è solo di chi prende le decisioni, ma è condivisa da tutti coloro che partecipano. Spesso, per giustificare le azioni compiute, si creano delle spiegazioni. Queste spiegazioni, però, sono spesso contraddittorie e servono soprattutto a liberare le persone dal peso della responsabilità.La storia, per molto tempo, ha creduto che gli eventi fossero causati dagli ordini dei grandi personaggi. In realtà, è l’evento stesso a determinare le decisioni, e non viceversa. Il vero motore della storia è l’azione di tutte le persone coinvolte, ognuna con la sua parte di responsabilità.Questo ci porta a riflettere sul problema della libertà. Noi ci sentiamo liberi, ma allo stesso tempo sappiamo di essere influenzati da leggi e cause esterne. La nostra coscienza ci dice che siamo liberi, ma la ragione ci mostra che siamo anche condizionati.La storia studia proprio questo: come la libertà e la necessità si manifestano nelle azioni umane. Ogni azione è un misto di libertà e necessità. Più comprendiamo le cause di un’azione, più la vediamo come necessaria. Meno le comprendiamo, più ci sembra libera. Non possiamo immaginare un uomo completamente libero, perché sarebbe al di fuori del mondo e del tempo. Ma non possiamo nemmeno immaginare un uomo completamente determinato, perché questo significherebbe conoscere tutte le infinite cause che lo influenzano. La vita umana è un continuo equilibrio tra la nostra sensazione di libertà e la realtà della necessità. La storia cerca di capire le leggi che regolano questo equilibrio, così come le scienze naturali cercano di capire le leggi della natura.

77. La Rivoluzione Copernicana della Storia

La teoria di Copernico cambiò tutto, mostrando che la Terra gira intorno al Sole. Questa scoperta distrusse l’antica idea dell’universo, anche se molti continuarono a studiare i vecchi modelli. Nella storia è accaduto qualcosa di simile: si è scoperto che nascite, crimini e migrazioni seguono leggi matematiche e sono influenzati da geografia ed economia. Questa nuova idea ha messo in crisi la vecchia storia, che vedeva tutto come frutto del libero arbitrio.Eppure, molti storici continuano a ignorare queste leggi statistiche, geografiche ed economiche. Il confronto con la filosofia è chiaro: in entrambi i campi, la lotta tra vecchio e nuovo è forte. Un tempo, la teologia difendeva la vecchia idea dell’universo, accusando le nuove teorie di distruggere la fede. Oggi, la teologia fa lo stesso con la storia, opponendosi alle nuove idee.La resistenza nasce dalla paura di perdere certezze e dalla difficoltà di accettare una verità meno ovvia. Come si temeva che la teoria di Copernico distruggesse la fede in Dio, oggi si teme che le leggi storiche annullino concetti come anima e libero arbitrio. Ma la teoria di Copernico non ha distrutto la religione, l’ha solo fatta ripensare. Allo stesso modo, la legge della necessità storica non distrugge le istituzioni, ma aiuta a capirle meglio.La differenza principale è nel punto di riferimento: in astronomia era la Terra ferma, in storia è la libertà dell’individuo. Per accettare la nuova visione, bisogna rinunciare a sensazioni immediate: la Terra ferma e la libertà assoluta. L’astronomia ha scoperto leggi accettando il movimento della Terra, anche se non lo sentiamo. La storia può scoprire leggi riconoscendo che l’individuo dipende da fattori esterni, anche se questa dipendenza non è subito chiara. Il progresso, in entrambi i campi, chiede di lasciare un’illusione di libertà o immobilità per capire una dipendenza o un movimento che non percepiamo, ma che sono essenziali per capire la realtà.

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