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Contenuti del libro
Informazioni
“Grand Hotel Scalfari” di Antonio Merlo ci invita a esplorare la vita intensa e complessa di una figura centrale del Giornalismo Italiano e della Storia d’Italia del Novecento. Attraverso le pagine, seguiamo la formazione della sua Identità, plasmata dalle esperienze familiari, come l’influenza del padre legato a Fiume e al mondo del Sanremo Casinò, e dalle amicizie cruciali, in particolare quella profonda e duratura con Italo Calvino fin dai tempi del liceo a Sanremo. Il libro ripercorre i percorsi incrociati nella politica e nella cultura, dalla giovinezza sotto il Fascismo alle scelte del dopoguerra, passando per la nascita di testate fondamentali come “Il Mondo” di Mario Pannunzio, “L’Espresso” e soprattutto “Repubblica”, raccontando le battaglie editoriali, le dinamiche di Politica Italiana e i rapporti con figure di potere e colleghi come Indro Montanelli. È un viaggio che intreccia la sfera pubblica e quella privata, le sfide professionali e le vicende personali, offrendo una riflessione sull’invecchiamento, la memoria e il futuro del giornalismo nell’era digitale, il tutto con uno sguardo lucido e appassionato.Riassunto Breve
L’identità si costruisce attraverso esperienze personali, legami familiari e il contesto storico. L’osservazione dei riti personali, come la rasatura del padre con un rasoio antico, rivela un mondo dove il progresso è lento e i simboli di mascolinità assumono significato profondo. La storia delle barbe in Italia riflette epoche e ideologie diverse. La barba personale diviene un simbolo complesso, percepito come tratto distintivo. La figura paterna è profondamente influenzata da Gabriele D’Annunzio e dall’impresa di Fiume, un’esperienza di ribellismo e libertà. Il trasferimento a Sanremo nel 1938 segna una svolta economica per la famiglia, con il padre che diventa direttore dei giochi al Casinò. Sanremo è un centro mondano dove il Casinò funge da motore economico e culturale. La storia familiare include figure legate alla massoneria. Il padre, con una forte inclinazione per il gioco d’azzardo, si trasferisce a Sanremo per assumere la direzione del Casinò, cercando di controllare la sua passione e garantire stabilità economica. Questo cambiamento ha un impatto significativo sulla madre. A Sanremo si sviluppa una stretta amicizia con Italo Calvino, compagno di liceo. La città diventa lo sfondo delle loro discussioni e prime esperienze. L’amicizia con Calvino prosegue nel tempo, anche a distanza. L’evoluzione della scrittura di Italo Calvino si manifesta nel passaggio da opere neorealistiche a romanzi più immaginativi e sperimentali. Calvino lascia il Partito Comunista rivendicando la libertà creativa. Parallelamente, si vive l’esperienza fascista giovanile, culminata nell’espulsione dal Guf per critiche al regime, segnando l’inizio di un orientamento liberale. Durante la guerra, per evitare la leva, si cerca rifugio a Roma in strutture vaticane. Si partecipa a gruppi clandestini in attesa della liberazione. Le scelte individuali sono complesse in contesti storici difficili. Nel dopoguerra italiano, politica, cultura e attività economiche si mescolano. Il Casinò di Sanremo nel 1946 rappresenta questa fusione. Il gioco d’azzardo si diffonde come reazione alla sofferenza post-bellica. Si affronta la scelta istituzionale tra monarchia e repubblica, con una preferenza iniziale per la monarchia liberale che evolve verso una repubblica di libertà e rispetto delle minoranze, definendo un atteggiamento “monarchico-repubblicano”. Questa attitudine si lega al concetto di “radical chic” come cultura laica, eterodossa, di sinistra liberale. L’esperienza lavorativa in banca espone al mondo del commercio internazionale. La collaborazione con «Il Mondo» porta a scrivere articoli sulla corruzione nella Federconsorzi, provocando una forte reazione del potere e il licenziamento dalla banca. Questo segna il passaggio definitivo verso la carriera giornalistica. La redazione del settimanale «Il Mondo» è caratterizzata dalla presenza di Mario Pannunzio ed Ernesto Rossi. Nascono gli Amici del Mondo e il Partito radicale come «terza forza». La crisi del gruppo si verifica nel 1962. Si sviluppa il progetto per un nuovo giornale con Arrigo Benedetti, che porta alla nascita di «L’Espresso» nel 1955. Enrico Mattei, utilizzando il progetto originale, fonda «Il Giorno». Il sostegno finanziario di Raffaele Mattioli facilita il percorso professionale nel giornalismo. La fondazione del settimanale «L’Espresso» vede Arrigo Benedetti come direttore. Gli anni sessanta in Italia sono caratterizzati da una borghesia che resiste ai tentativi di riforma. Emergono contrasti sulla linea editoriale dell’«Espresso» rispetto al «Mondo». In ambito culturale, emerge il Gruppo 63. Si osserva come i media tendano a concentrarsi sul negativo e a creare allarmismo. La storia italiana, con i suoi misteri e la corruzione, viene vista come un esempio di realtà complessa. Nella sfera personale, si attraversano esperienze significative, con vicende professionali e personali che si influenzano a vicenda. Il giornalismo di qualità non compromette l’integrità. La carta ha rappresentato il mezzo principale per registrare la memoria e formare l’opinione pubblica. Il regime fascista ha imposto un forte controllo sulla stampa. La fondazione di “Repubblica” nel 1976 avviene con risorse limitate, cercando di interpretare le nuove esigenze della società. La linea editoriale si caratterizza per una posizione ferma contro il ricatto terroristico. La redazione è composta inizialmente da molti giovani e figure esperte. Il giornale si definisce una “nave corsara”. Il successo si misura nel superamento dei quotidiani concorrenti. Le relazioni professionali sono segnate da avversari potenti e da alleati inattesi. La contesa per il controllo del gruppo Mondadori-Repubblica evidenzia le dinamiche di potere. La direzione di un giornale implica battaglie continue. La successione alla guida del quotidiano avviene senza traumi. Il rapporto tra direttore ed editore si basa su un confronto costante. Il mestiere del giornalista si intreccia con la riflessione filosofica. L’epoca attuale è caratterizzata da un decadimento della politica e una “nube dell’ignoranza”. La relazione con Indro Montanelli rappresenta una “dualità italiana” nel giornalismo. Il potere esercitato attraverso il giornalismo e l’editoria è reale ma si comprende la sua natura transitoria. Guardando al futuro, si ritiene che l’unica via percorribile nel lungo periodo sia il meticciato. La morte dà senso alla vita, e la vecchiaia porta una serenità che attenua la malinconia. La malinconia si manifesta periodicamente. La fine della vita si confronta con la letteratura. Non si teme la morte, ma il dolore fisico. Il giornalismo combatte un capitalismo legato al malaffare. L’invecchiamento porta sfide fisiche, come un tremore alle mani che rende difficile scrivere, visto come un “mal di parola”. Malattia e destino si intrecciano. La vecchiaia può portare libertà e assenza di rimorsi. Il giornalismo stampato affronta una crisi drammatica dovuta alla tecnologia e alla rete. I giornali perdono copie ma mantengono il ruolo di fornire “approfondimento”. Il compito attuale dei giornali è dare priorità alle notizie, spiegarne le implicazioni e tornare alle proprie radici. La decadenza attuale non è solo economica, ma segna la fine di un mondo antico. Si mantiene un ottimismo, vedendo nel rinnovamento del giornale una possibilità di rinascita. Si osserva il tramonto, ma si desidera ancora partecipare alla vita.Riassunto Lungo
1. La Barba, Fiume e il Casinò: Impronte di un’Identità Italiana
L’identità prende forma attraverso le esperienze di ognuno, i legami con la famiglia e il periodo storico in cui si vive. Osservare il padre che si rade usando un vecchio rasoio fa scoprire un mondo dove le cose cambiano lentamente e i gesti di ogni giorno diventano importanti, legandosi a cosa significa essere uomo e al rapporto con i genitori. La storia delle barbe in Italia, dal tempo del Risorgimento fino al Novecento, dimostra come questo dettaglio fisico abbia rappresentato epoche e idee diverse nel corso del tempo.Il mondo del padre: D’Annunzio, Fiume e Sanremo
Il padre provava una profonda ammirazione per Gabriele D’Annunzio, visto non solo come poeta ma anche come figura d’azione. Questa ammirazione lo portò a partecipare all’impresa di Fiume, un’esperienza che per lui rappresentò ribellione e desiderio di libertà. L’influenza di D’Annunzio andava oltre, spingendolo a preferire un’idea di Italia diversa da quella del fascismo al potere. Questo disaccordo portò a un gesto di forte critica verso Mussolini, considerato colpevole di aver tradito gli ideali che avevano animato l’esperienza fiumana. Il trasferimento a Sanremo nel 1938 segnò un cambiamento importante per la situazione economica della famiglia. Qui, il padre divenne direttore dei giochi al Casinò. Sanremo, in quel periodo, non era una città di provincia qualunque, ma un luogo elegante e internazionale, voluto dal regime fascista per il suo prestigio e come centro di attrazione. Il Casinò funzionava come il motore principale dell’economia e della vita culturale, ospitando eventi di rilievo e personalità note, come Francesco Pastonchi, che incarnava un certo modo di essere “sanremese”. La gestione del Casinò era legata a figure potenti e influenti, e anche alla massoneria.Il segno della barba, la memoria e il racconto di sé
La propria barba diventa un segno personale importante, percepita dagli altri quasi come una “carta d’identità” o un tratto distintivo del direttore, legata a idee di autorità e visione. La scelta di lasciarla crescere, all’inizio solo per comodità durante una vacanza al mare, è diventata poi un elemento fisso che racconta il passare del tempo e la fragilità che può arrivare con l’età avanzata. La vita appare come un susseguirsi di momenti e decisioni prese, dalle prime affiliazioni politiche fino alla direzione di un giornale. Riflettere sull’invecchiamento porta a notare la difficoltà nel trasmettere i ricordi e le esperienze tra chi è più giovane e chi è più anziano. Per questo è importante mantenere viva la mente e l’interesse per le cose che ci circondano. La scrittura è vista come il modo fondamentale per fissare i ricordi, ciò che distingue l’uomo. L’identità si manifesta nel raccontare la propria storia, accettando con lucidità le diverse fasi e le scelte compiute nel corso di una lunga esistenza.Non manca forse un tassello cruciale nel passaggio dalla ribellione fiumana alla gestione di un Casinò voluto dal regime?
Il capitolo presenta la figura paterna e il suo percorso, ma la transizione dalla critica a Mussolini e agli ideali traditi di Fiume all’assunzione di un ruolo di prestigio come direttore dei giochi in un’istituzione così legata al potere fascista e a “figure potenti e influenti” non è del tutto chiara. Sembra esserci una lacuna nel contesto che spieghi come un individuo con una storia di dissenso (seppur legato a una diversa visione dell’Italia) potesse inserirsi e prosperare in un ambiente così intrinsecamente legato al regime. Per comprendere meglio questa dinamica, sarebbe utile approfondire la storia sociale e politica dell’Italia fascista, esaminando le complessità dei rapporti tra individui e potere, il ruolo delle istituzioni “di facciata” o economicamente strategiche come i casinò, e le possibili sfumature dell’opposizione o del compromesso con il regime. Approfondire autori che hanno studiato il ventennio e le sue contraddizioni potrebbe fornire il contesto necessario.2. Sanremo, Azardo e Amicizia
La storia familiare è segnata dalla presenza della massoneria, a cui apparteneva il nonno a Vibo Valentia. Il padre, un avvocato con una forte passione per il gioco d’azzardo che spesso lo portava a perdere ingenti somme, decide di trasferire la famiglia a Sanremo. Qui assume la direzione del Casinò, un tentativo di controllare la sua dipendenza passando da giocatore a gestore, con l’obiettivo di garantire finalmente stabilità economica ai suoi cari. Questo cambiamento di vita ha un forte impatto sulla madre, che proviene da un ambiente più tradizionale e soffre per lo stile di vita del marito e le sue frequenti assenze da casa.L’infanzia e il legame con la madre
Il figlio sviluppa un legame molto stretto con la madre e avverte profondamente le tensioni che esistono tra i genitori, sentendosi quasi responsabile di mantenere unita la famiglia. L’educazione religiosa che la madre gli ha impartito a Civitavecchia viene gradualmente messa da parte una volta trasferiti a Sanremo, soprattutto con l’arrivo dell’adolescenza. La nuova città e l’ambiente del Casinò rappresentano un mondo diverso da quello di origine, influenzando la crescita e le prime esperienze del ragazzo.L’amicizia con Italo Calvino
Proprio a Sanremo nasce una profonda e duratura amicizia con Italo Calvino, conosciuto al liceo. La città ligure, con il suo Casinò scintillante e il lungomare affacciato sul mare, diventa lo scenario delle loro lunghe discussioni intellettuali. Condividono letture importanti e vivono insieme le prime esperienze significative della giovinezza. Un episodio che li vede protagonisti è una visita a un bordello, un momento che mette in luce le differenze nei loro caratteri: uno più riservato e l’altro più aperto all’esplorazione e alle novità.Il segno del passato
L’amicizia con Calvino non si interrompe con la distanza, ma continua nel tempo attraverso un fitto scambio di lettere che riflette il loro legame profondo ma anche le loro diverse visioni della vita. Il ricordo di quegli anni a Sanremo e delle persone che ne hanno fatto parte lascia un segno indelebile. La figura del padre, trasformato dalla passione per il gioco, e quella della madre, segnata dalla malinconia, contribuiscono in modo significativo alla formazione del carattere del figlio. Queste memorie spingono a riflettere su temi fondamentali come la fede, il destino e il percorso della propria vita.Come può la gestione di un Casinò rappresentare un “controllo” per chi soffre di dipendenza dal gioco d’azzardo?
Il capitolo presenta il trasferimento del padre a Sanremo e la direzione del Casinò come un tentativo di gestire la sua dipendenza dal gioco. Tuttavia, questa affermazione solleva perplessità: è plausibile che l’immersione quotidiana nell’ambiente del gioco, sebbene in un ruolo diverso, possa realmente costituire una strategia efficace per superare una dipendenza conclamata? Per approfondire questo aspetto e comprendere meglio le dinamiche delle dipendenze comportamentali, sarebbe utile consultare testi di psicologia clinica o psichiatria che trattano specificamente la ludopatia e i meccanismi di controllo e ricaduta.3. Percorsi incrociati nella storia e nella scrittura
L’evoluzione della scrittura di Italo Calvino mostra un chiaro passaggio. Inizia con opere che mescolano elementi fiabeschi e neorealistici, come Il sentiero dei nidi di ragno. Poi si sposta verso romanzi più ricchi di immaginazione e sperimentazione, come la sua trilogia e Se una notte d’inverno un viaggiatore. Questo cambiamento nasce dal desiderio di usare la fantasia per andare oltre la semplice descrizione della realtà. La sua famiglia, con genitori scienziati, ha influenzato il suo modo di vedere il linguaggio, portandolo a preferire l’espressione delle emozioni e la creazione di mondi fantastici.La scelta politica e personale di Calvino
Calvino decide di lasciare il Partito Comunista. Questa scelta deriva dalla sua percezione di uno squilibrio tra il potere esercitato e le sofferenze delle persone. Rivendica così la libertà di creare attraverso la letteratura, separando la sua attività artistica dagli obblighi politici.L’esperienza del giovane sotto il fascismo
Parallelamente, un giovane vive l’esperienza fascista fin da bambino. È attratto dalla divisa e da un senso di spensieratezza che sembrava accompagnarla. La sua partecipazione alle organizzazioni giovanili fasciste si interrompe a diciannove anni. Viene espulso dal Guf dopo aver scritto articoli che criticavano la corruzione del regime. Queste critiche nascevano da una sua idea di purezza ideologica. Questo evento segna l’inizio di un cambiamento nel suo pensiero, orientandolo verso idee liberali.Nascondersi durante la guerra
Durante la guerra, per non essere arruolato, il giovane cerca rifugio a Roma. Trova nascondigli in luoghi legati al Vaticano che godevano di immunità, come conventi e palazzi usati per ritiri spirituali. Questo periodo è caratterizzato dalla necessità di nascondersi e da esperienze inattese, come momenti di meditazione forzata. In seguito, partecipa a gruppi clandestini, aspettando la fine della guerra e la liberazione.Incontri e riflessioni sui percorsi di vita
Le esperienze di Calvino, che diventa partigiano, e quelle del giovane, costretto a nascondersi, sono risposte diverse alla guerra. Nonostante questi percorsi molto differenti, i due diventano amici e collaborano nel giornalismo, in particolare al giornale “Repubblica”. Le scelte individuali in momenti storici difficili sono complesse e non è semplice giudicare le decisioni prese in gioventù. Le persone possono mantenere una loro coerenza interiore anche quando cambiano le loro idee politiche o le loro appartenenze. Le circostanze storiche influenzano profondamente le decisioni individuali e mostrano come esperienze diverse possano incontrarsi nel mondo della cultura e dell’informazione.Su quali basi si fonda la certezza che il ‘meticciato’ sia l’unica via per il futuro?
Il capitolo, nel suo slancio verso il futuro, dipinge il ‘meticciato’ come l’unica via possibile, quasi un destino ineluttabile. Una visione suggestiva, certo, ma che sorvola con una certa leggerezza sulle enormi complessità storiche, sociali e politiche che processi di fusione culturale e demografica hanno sempre implicato. Affermare che sia l’unica strada, per di più misurata in secoli, richiede ben altro fondamento argomentativo. Per chi volesse andare oltre la semplice previsione e capire le dinamiche reali, è indispensabile addentrarsi nella storia delle migrazioni, nella sociologia delle identità e nell’antropologia culturale. Solo così si possono cogliere le sfumature e le resistenze che rendono questi percorsi tutt’altro che scontati.9. Il tramonto e la parola che resta
A volte si avverte una malinconia che si manifesta come un bisogno di stare soli, diversa dalla semplice noia. È legata a un senso di vuoto interiore che, però, spesso precede un ritorno a uno stato di benessere. Questa condizione si lega a momenti di sofferenza, come l’aggravarsi della malattia di Mario Pannunzio. Il rapporto con Pannunzio, che era una figura di riferimento, quasi paterna e un maestro, è stato segnato da una stima iniziale che poi ha lasciato spazio a incomprensioni. Queste tensioni sono diventate più forti alla fine, impedendo l’accesso alla sua stanza d’ospedale e portando all’esclusione dal funerale, una decisione presa dall’ambiente politico che lo circondava.Le sfide dell’invecchiamento
Con l’età arrivano anche le difficoltà fisiche, come il diabete e un tremore alle mani. Questo tremore rende complicato usare la macchina da scrivere, costringendo a scrivere a mano o a dettare, con la fatica di dover poi decifrare la grafia. Questo disturbo viene visto come un “mal di parola”, simile alla balbuzie, che colpisce proprio chi ha costruito la propria vita sull’uso delle parole. In questo modo, la malattia e il destino sembrano legarsi strettamente. La vecchiaia, come emerge da conversazioni con attori come Mastroianni e Gassman, può portare anche una sensazione di libertà e l’assenza di rimorsi per il passato. È un periodo in cui bisogna imparare a fare i conti con un corpo che cambia e invecchia, mentre la mente può seguire percorsi diversi.La letteratura di fronte alla vita e alla morte
Negli ultimi giorni, figure come Pannunzio e Gadda trovano conforto nella lettura de I Promessi Sposi. Vedono nel modo in cui Manzoni usa il riso un tentativo di affrontare la morte con ironia. Questo dimostra come la letteratura abbia il potere di conservare la vita, di renderla eterna in qualche modo. In questa fase della vita, non è tanto la morte a fare paura, quanto il dolore fisico. La vita, nel frattempo, è stata vissuta pienamente, godendo delle cose, anche del denaro, ma senza esserne schiavi. Questo atteggiamento è diverso da quello del giocatore d’azzardo, che non cerca il guadagno ma è attratto solo dal gioco in sé stesso.Il giornalismo e i cambiamenti del mondo
Il giornalismo ha avuto il compito di contrastare un certo tipo di capitalismo legato agli affari illeciti, cercando l’appoggio di una parte minoritaria della borghesia che puntava a riforme. Tuttavia, la “razza padrona” ha dimostrato una grande capacità di resistere, distorcendo sia la democrazia che il sistema capitalistico. Oggi, il giornalismo su carta stampata sta affrontando una crisi molto seria. La tecnologia e internet hanno reso i lettori meno stabili, e i giornali vendono meno copie. Nonostante ciò, il giornale conserva un ruolo essenziale: quello di offrire “approfondimento”, un linguaggio e una profondità che spesso mancano su internet e in televisione. Il compito attuale dei giornali è tornare alle proprie radici, dando priorità alle notizie e spiegandone il significato. La decadenza che si osserva oggi non è solo economica, ma segna la fine di un mondo antico. Nonostante le difficoltà, c’è ancora spazio per l’ottimismo, vedendo nel rinnovamento del giornale una possibilità di rinascita. È come osservare il tramonto: si vede la fine di un’epoca, ma si desidera ancora partecipare alla vita, un po’ come il principe di Salina che, dopo il ballo, scompare nella notte portando con sé solo le sue qualità più profonde.Ma davvero l’esclusione dal funerale di Pannunzio si riduce a un generico ‘ambiente politico’, senza specificare chi o perché?
Il capitolo menziona l’esclusione dal funerale di Pannunzio, attribuendola a un “ambiente politico” senza fornire dettagli su chi fossero queste figure o quali motivazioni specifiche li abbiano spinti a tale decisione. Questa mancanza di contesto lascia un vuoto nell’argomentazione, rendendo difficile comprendere appieno la dinamica del rapporto e le ragioni della rottura finale. Per colmare questa lacuna, sarebbe utile approfondire la storia politica e culturale del periodo, studiando le figure chiave che gravitavano attorno a Pannunzio e le tensioni ideologiche o personali che potevano esistere. Approfondire la biografia di Pannunzio e le memorie di chi lo frequentava in quel periodo, oltre a testi sulla storia del giornalismo e della politica italiana dell’epoca, potrebbe fornire il contesto necessario.Abbiamo riassunto il possibile
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