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Contenuti del libro
Informazioni
“Gli Unni. Un impero di nomadi antagonista dell’antica Cina” di Lev Gumilev ti porta nel cuore della steppa asiatica per scoprire la storia degli Hsiung-nu, il popolo nomade che per secoli fu la spina nel fianco dell’antica Cina. Il libro racconta le loro origini come tribù primitive, la loro evoluzione in un potente impero nomade sotto capi come Mao-tun, e la lunga, estenuante serie di guerre di confine contro la Dinastia Han. Vedrai come la Cina cercò di difendersi con la Grande Muraglia e spedizioni costose, mentre gli Hsiung-nu vivevano di pastorizia, tributi e razzie, dominando vasti territori dall’Asia Centrale al deserto del Gobi. Non è solo una storia di scontri militari, ma anche di diplomazia, divisioni interne e l’ascesa di nuovi rivali come i Sien-pi. La parte più affascinante è forse come una branca di questi Hsiung-nu, dopo essere stata sconfitta a est, iniziò una lunga migrazione verso ovest, mescolandosi con altri popoli come gli Ugri, per poi riapparire in Europa come gli Unni che scatenarono la grande trasmigrazione dei popoli. È un viaggio incredibile attraverso secoli e continenti, mostrando la resilienza e la trasformazione di un popolo che ha cambiato la storia sia in Asia che in Europa.Riassunto Breve
Gli antichi Hu, considerati antenati degli Unni, iniziano come tribù primitive dedite a caccia e raccolta, evolvendo poi verso la pastorizia nomade che permette grandi spostamenti, inclusa la migrazione attraverso il deserto del Gobi intorno al 1200 a.C. e l’arrivo in Siberia, dove assimilano elementi locali. La loro società primitiva, basata sul clan e su istituzioni patriarcali come la poligamia, vede i legami di sangue indebolirsi a favore della forza. La lunga interazione e lotta con i principati cinesi e altre tribù porta i Cinesi a costruire fortificazioni come tratti della Grande Muraglia. Una svolta cruciale avviene nel 209 a.C. con Mao-tun, che unifica i clan Unni e crea un regno guerriero organizzato con disciplina militare e una struttura gerarchica basata su clan nobili e una nobiltà di servizio. Lo Shan Yu è il capo supremo, ma il suo potere è limitato dall’aristocrazia. L’economia si fonda su pastorizia, tributi dai popoli sottomessi (Tung-hu, Turkestan orientale, Kiang) e bottini dalla Cina. I rapporti con la Cina oscillano tra guerra e trattati di “pace e parentela” che nascondono tributi cinesi. Gli Unni si espandono, sconfiggendo gli Yueh-chi e controllando i Wu-sun, sfruttando la forza della cavalleria leggera e tattiche di logoramento. La società si configura come un’oligarchia di clan con forte legame tribale. Sotto l’imperatore Wu-ti, la Cina Han adotta una politica espansionistica aggressiva, spinta da crescita economica e tensioni interne. Il principale avversario è il regno nomade unno. La Cina lancia campagne militari per respingere gli Unni oltre il Gobi e apre vie verso l’Asia centrale per diplomazia, commercio e acquisizione di cavalli pregiati. Queste guerre sono costose in termini di uomini e risorse, prosciugando l’impero Han, ma non annientano la potenza unna. Dopo la sconfitta cinese del 90 a.C., il regno unno affronta una crisi interna. La successione dello Shan Yu Tsiu-ti-heu genera dispute e rompe l’ordine tradizionale, creando divisioni tra i clan. La società, pur nomade, inizia a praticare l’agricoltura e accoglie transfughi, portando elementi di demoralizzazione. Si formano partiti pro-Cina e anti-Cina. Le campagne unne per recuperare territori falliscono contro le difese cinesi e le rivolte dei popoli sottomessi. La lotta interna culmina in guerra civile. Una parte degli Unni, guidata da Hu-han-ye, si sottomette alla Cina nel 52 a.C., diventando gli Unni del Sud e difensori del confine Han. L’altro pretendente, Chi-chi, si sposta a occidente, stabilendosi nella valle del Talas. Le sue azioni ostili portano a una spedizione cinese che assedia e uccide Chi-chi nel 36 a.C. Hu-han-ye rimane l’unico Shan Yu, ma sotto protettorato cinese, inaugurando un periodo di pace e crescita demografica per gli Unni sottomessi, mentre la Cina affronta problemi interni. Il governo cinese di Wang Mang destabilizza l’impero e i rapporti con gli Unni, provocando una guerra. Le tensioni interne unne, aggravate da siccità ed epidemie, portano alla scissione nel 48 d.C. negli Unni del Sud (sottomessi alla Cina) e Unni del Nord (che continuano la lotta e affrontano nuovi nemici come i Sien-pi). La Cina Han affronta rivolte interne e ribellioni nomadi. Nel Paese d’Occidente, i principati locali si alleano alternativamente con Unni o Cinesi. La pressione combinata porta al collasso dello stato unno del Nord intorno al 93 d.C. Molti Unni settentrionali si sottomettono ai Sien-pi o alla Cina, altri migrano a ovest. I Sien-pi emergono come nuova potenza dominante sotto Tang-shi-huai (dal 155 d.C.), conquistando vasti territori unni e diventando la principale minaccia per la Cina Han, che è gravemente indebolita. Dopo la morte di Tang-shi-huai nel 181, lo stato Sien-pi si indebolisce. Le province settentrionali cinesi accolgono nomadi. Gli Unni del Sud si assimilano o tornano a nord. Verso il III secolo, il popolo unno si divide. Un ramo degli Hsiung-nu settentrionali, sconfitto dai Sien-pi intorno al 155, migra verso ovest e si unisce agli Ugri nella regione del basso Volga e dell’Ural. Questa mescolanza trasforma profondamente il popolo, che in Europa viene chiamato Unni. Le descrizioni europee del IV secolo notano caratteristiche fisiche miste. Analisi linguistiche collegano la lingua unna al ciuvascio con influenze ugro-finniche. Il loro modo di vivere cambia, diventano nomadi continui che vivono in kibitke, con una dieta semplice e una perdita di conquiste culturali, eccetto l’organizzazione militare. La tattica di guerra si basa su attacchi a distanza. Negli anni ’70 del IV secolo, gli Unni sconfiggono Alani e Ostrogoti, attraversano il Don e danno inizio alla “grande trasmigrazione dei popoli” in Europa. Sono i discendenti degli Hsiung-nu, trasformati dal contatto con nuove popolazioni e nuove condizioni.Riassunto Lungo
1. Guerrieri e Clan: L’Organizzazione degli Unni
Gli antichi Hu, considerati gli antenati degli Unni, vivevano inizialmente come tribù semplici, dedicandosi a caccia, pesca e raccolta. Non avevano una struttura statale organizzata. Il passaggio alla vita nomade basata sulla pastorizia permise loro di spostarsi su grandi distanze. Intorno al 1200 a.C., attraversarono il deserto del Gobi, aprendo la strada verso la Siberia. Durante questo periodo, assimilarono elementi culturali e si mescolarono con le popolazioni siberiane. La loro società primitiva mostrava legami di sangue meno forti, mentre la forza fisica diventava più importante. Tuttavia, mantenevano tradizioni patriarcali come la poligamia e l’ereditarietà delle mogli. Le scoperte archeologiche, come le “tombe litiche”, confermano che praticavano l’allevamento e avevano una certa organizzazione sociale basata sui clan, con ruoli distinti per guerrieri e anziani.I Primi Scontri con i Cinesi
La lunga e difficile lotta contro i principati cinesi, prima i Chou, poi i Qin e gli Han, fu un elemento cruciale nella loro storia. Anche altre tribù, come i Jung e i Ti, furono coinvolte in questi conflitti. Per difendersi, i Cinesi costruirono fortificazioni, inclusi tratti di quella che sarebbe diventata la Grande Muraglia. Nonostante queste imponenti difese, le incursioni dei nomadi continuarono, segnando un periodo di costante tensione al confine.L’Ascesa di Mao-tun e il Regno Unificato
Una svolta fondamentale si verificò nel 209 a.C. con l’arrivo al potere di Mao-tun. Egli riuscì a unificare i diversi clan Unni sotto un unico comando. Sotto la sua guida, il popolo si trasformò in un potente regno guerriero, caratterizzato da un’organizzazione molto più strutturata. Mao-tun introdusse riforme che imposero una disciplina militare rigorosa a tutti. Creò una chiara struttura gerarchica basata sui clan nobili più importanti, come gli Huyang, i Lan e gli Siui-pu, affiancati da una nobiltà al servizio del capo supremo.Struttura, Economia e Potere del Regno
L’economia del nuovo regno si basava principalmente sulla pastorizia, ma una fonte cruciale di ricchezza era il tributo imposto ai popoli sottomessi, tra cui i Tung-hu, i principati del Turkestan orientale e i Kiang. Anche i bottini ottenuti dalle guerre contro la Cina contribuivano in modo significativo. I rapporti con l’Impero Cinese erano complessi, alternando periodi di conflitto aperto a trattati chiamati “pace e parentela”. Questi accordi, in realtà, nascondevano una forma di tributo pagato dai Cinesi agli Unni per mantenere una fragile stabilità. L’arrivo di beni cinesi portò maggiore ricchezza, ma influenzò anche i costumi tradizionali. Gli Unni estesero il loro dominio, sconfiggendo popoli come gli Yueh-chi e prendendo il controllo di altri, come i Wu-sun. La loro forza militare principale risiedeva nella cavalleria leggera, usata con grande efficacia in tattiche di logoramento contro gli avversari. La società del regno unno si configurava come un’oligarchia, dove il potere era condiviso tra lo Shan Yu, il capo supremo, e i principi dei clan più potenti. Nonostante la maggiore centralizzazione voluta da Mao-tun, i legami tribali e l’influenza dei clan nobili rimasero molto forti.Come fu possibile l’unificazione di clan nomadi sotto un unico capo, e quale fu il reale equilibrio di potere tra lo Shan Yu e i principi dei clan in questo “regno guerriero”?
Il capitolo presenta l’ascesa di Mao-tun come un evento trasformativo, ma lascia aperte questioni fondamentali sul “come” questa unificazione sia avvenuta e su come la struttura di potere, definita come oligarchia ma con elementi di centralizzazione, funzionasse nella pratica. La descrizione non chiarisce sufficientemente le dinamiche interne tra l’autorità dello Shan Yu e l’influenza persistente dei clan nobili. Per approfondire questi aspetti complessi e capire meglio la natura politica del regno unno, sarebbe utile esplorare gli studi sulle confederazioni nomadi e le loro strutture di governo, consultando ad esempio le ricerche di Nicola Di Cosmo.2. Guerre di Confine e Vie Lontane
Sotto l’imperatore Wu-ti, la dinastia Han in Cina cambia rotta. Abbandona una politica di pace per puntare a una forte espansione. Questo cambiamento nasce dalla crescita dell’economia cinese e dalla necessità di risolvere problemi interni. La popolazione aumenta, e ci sono gruppi che sfuggono al controllo dello stato centrale. La nuova strategia mira proprio a rafforzare il potere dell’imperatore, anche conquistando nuovi territori fuori dai confini.Il Nemico Nomade: Gli Unni
Il principale avversario che la Cina deve affrontare è il regno nomade degli Unni (o Xiongnu). Questo popolo domina le vaste pianure e possiede una cavalleria molto forte. Gli Unni vivono di pastorizia e caccia, ma ottengono risorse anche chiedendo tributi ai popoli che hanno sottomesso o facendo razzie. Sono difficili da sconfiggere in modo definitivo perché si spostano velocemente e conoscono benissimo il territorio.Le Campagne Militari e l’Apertura a Occidente
La Cina lancia diverse campagne militari contro gli Unni. L’obiettivo è spingerli indietro, oltre il grande deserto del Gobi, e prendere il controllo delle zone di confine. Nello stesso tempo, si aprono nuove strade verso l’Occidente, cioè verso l’Asia centrale. Questi viaggi servono a creare legami con altri popoli, a commerciare e a trovare risorse importanti. Tra queste, i cavalli di alta qualità della regione di Fergana (Ta-yuan) sono fondamentali per rendere più forte la cavalleria cinese.I Costi e le Conseguenze
Queste guerre e le spedizioni verso ovest costano moltissimo all’impero. Richiedono un gran numero di soldati e grandi quantità di denaro. Questo svuota le casse dello stato e fa aumentare le tasse per la popolazione, soprattutto per i contadini. La Cina riesce a respingere gli Unni da alcune aree di confine e a farsi sentire in alcune zone a ovest. Ma le perdite sono pesanti, sia in vite umane che in denaro. La potenza degli Unni non viene distrutta del tutto. Lo scontro tra i due imperi rimane una lotta lunga e costosa per entrambi.Se l’espansione militare mirava a risolvere problemi interni e rafforzare lo stato, come si spiega che abbia prosciugato le casse, aumentato le tasse sui contadini e non abbia annientato il nemico principale?
Il capitolo descrive il cambio di rotta sotto Wu-ti come una risposta a problemi interni ed economici, finalizzata a rafforzare il potere imperiale. Eppure, elenca anche i costi esorbitanti, l’aumento delle tasse e il mancato annientamento degli Unni. Questa apparente contraddizione solleva dubbi sulla razionalità strategica o sulla completezza delle motivazioni presentate. Per comprendere meglio se l’espansione fu davvero una soluzione efficace ai problemi interni o se creò essa stessa nuovi squilibri (come l’aggravio fiscale sui contadini), sarebbe necessario approfondire la natura specifica di quei ‘gruppi che sfuggono al controllo’ e il meccanismo con cui la guerra avrebbe dovuto ‘risolverli’. Approfondire la storia economica e sociale della dinastia Han, e leggere autori che hanno analizzato le complesse relazioni tra imperi sedentari e popoli nomadi, come Nicola Di Cosmo, può aiutare a contestualizzare meglio le scelte politiche e le loro reali conseguenze al di là della retorica imperiale.3. La frammentazione del potere unno
Dopo la grande sconfitta subita contro i Cinesi nel 90 a.C. a Yen-jan, il regno unno entra in un periodo di profonda crisi interna che ne mina la stabilità. La situazione peggiora ulteriormente con la morte dello Shan Yu Tsiu-ti-heu, che scatena dispute sulla successione al trono. Viene introdotto un nuovo e insolito metodo di trasmissione del potere tramite testamento, una pratica che rompe con l’ordine tradizionale e aggrava le divisioni già esistenti tra i principi e i diversi clan all’interno della società unna. Questo conflitto interno per la leadership diventa un fattore determinante nel progressivo indebolimento del regno.Cambiamenti nella società unna
In questo periodo di crisi, la società unna subisce importanti trasformazioni. Originariamente basata su uno stile di vita nomade, inizia ad adottare pratiche agricole, in parte per la necessità di procurarsi il grano che la Cina non fornisce più. Il regno accoglie un gran numero di persone provenienti da altre regioni, inclusi transfughi cinesi e membri di popoli vicini. Se da un lato questo afflusso aumenta la popolazione, dall’altro introduce elementi di demoralizzazione e contribuisce alla formazione di partiti contrapposti, come il “partito dei Vecchi Unni”, che difende le tradizioni guerriere e l’indipendenza, e un partito più incline a cercare la pace e la convivenza con la Cina. Questi cambiamenti interni riflettono le tensioni e le incertezze del momento.Sconfitte militari e pressioni esterne
Parallelamente alle difficoltà interne, gli Unni affrontano una serie di insuccessi militari nel tentativo di recuperare i territori persi, come la regione dello Yin-shan. Le loro campagne si rivelano inefficaci di fronte alle nuove e più solide difese erette dai Cinesi. Inoltre, i popoli che in passato erano stati sottomessi dagli Unni, come i Wu-huan e i Ting-ling, approfittano della debolezza del regno per ribellarsi. Anche i Wu-sun, un popolo situato a occidente, si avvicinano sempre più all’influenza cinese, riducendo ulteriormente il potere e il controllo degli Unni nella regione. Queste pressioni esterne si sommano alle fragilità interne, accelerando il declino.La guerra civile e la divisione
Le lotte interne per il potere si intensificano fino a sfociare in una vera e propria guerra civile, che vede contrapporsi diversi pretendenti al titolo di Shan Yu. Questa frammentazione del potere e le continue sconfitte militari portano a una scissione all’interno del regno unno. Una parte significativa degli Unni, guidata da Hu-han-ye, giunge alla conclusione che la sottomissione alla potente Cina sia l’unica via per garantire la sopravvivenza. Questa decisione viene presa nel 52 a.C. e segna un punto di svolta cruciale nella storia del popolo unno.La sottomissione alla Cina
La fazione guidata da Hu-han-ye sceglie quindi la strada della sottomissione, ponendosi sotto il protettorato cinese. Questa mossa strategica porta a un lungo periodo di pace per gli Unni che accettano questa condizione. Stabilitisi nei territori assegnati, questi Unni vedono la loro popolazione crescere grazie al sostegno e all’assistenza forniti dalla corte cinese. La sottomissione permette a questa parte del popolo unno di trovare una nuova forma di stabilità e di preservare la propria identità in un contesto di convivenza con l’impero vicino.La fazione occidentale di Chi-chi
L’altro pretendente principale al trono, Chi-chi, rifiuta invece la sottomissione e decide di spostarsi con i suoi seguaci verso occidente. Si stabilisce nella fertile valle del fiume Talas, dove riesce a sottomettere i popoli locali, anche grazie all’aiuto del regno K’ang-chu. Tuttavia, le sue azioni ostili nei confronti della Cina continuano, culminando nell’uccisione di un ambasciatore cinese. Questo atto provoca una reazione decisa da parte dell’impero cinese, che organizza una spedizione militare per eliminare la minaccia. Nel 36 a.C., le forze cinesi assediano e conquistano la fortezza di Chi-chi, che viene ucciso durante lo scontro. La sua morte segna la fine di questa fazione indipendente.Il capitolo descrive il crollo degli Unni del Nord nel 93 d.C. e l’ascesa dei Sien-pi come nuova forza dominante a partire dal 155 d.C. Ma cosa accade nella steppa in quei decenni cruciali?
Il capitolo, pur delineando la successione di poteri nella steppa, lascia un vuoto temporale significativo tra la fine del regno unno settentrionale e l’affermazione del potere Sien-pi sotto Tang-shi-huai. Questa lacuna impedisce di comprendere appieno le dinamiche di potere e i processi che portarono i Sien-pi a consolidare il loro dominio. Per colmare questa lacuna, sarebbe utile approfondire lo studio della storia delle popolazioni nomadi e delle trasformazioni politiche ed economiche nella steppa eurasiatica nel periodo post-unno, magari consultando opere di studiosi come Nicola Di Cosmo o Christopher Beckwith.5. Migrazione e Metamorfosi: Gli Unni in Occidente
Lo stato degli Hsiung-nu iniziò un periodo di forte indebolimento dopo la morte del loro capo Tang-shi-huai nel 181. Successori poco capaci e conflitti interni portarono alla sua progressiva dissoluzione. Le province settentrionali della Cina accolsero molti nomadi che si spostavano dalle steppe. Gli Hsiung-nu del Sud, influenzati dalla cultura cinese, videro diminuire l’autorità dei loro capi, e molti si assimilarono o tornarono verso nord. Verso il III secolo, il popolo si divise in diversi gruppi, con i Sien-pi che prendevano il loro posto come potenza dominante.Il Viaggio verso Occidente
Un ramo degli Hsiung-nu settentrionali, dopo essere stato sconfitto dai Sien-pi intorno al 155, intraprese una lunga migrazione verso ovest. Questo gruppo si spostò nella regione del basso Volga e dell’Ural, dove si unì agli Ugri che abitavano quelle terre. L’elemento ugro divenne una componente fondamentale di questo nuovo popolo, che in Europa sarebbe stato conosciuto come Unni. Questa migrazione non fu casuale; ritrovamenti archeologici suggeriscono che gli Hsiung-nu conoscevano le culture occidentali. Cercavano un nuovo confine con una civiltà agricola dove potersi stabilire, dopo essere stati respinti dalla Cina.Trasformazione e Caratteristiche
Nei duecento anni successivi, la mescolanza con gli Ugri cambiò profondamente gli Unni. Le descrizioni di autori europei del IV secolo, come Ammiano Marcellino, notano caratteristiche fisiche particolari, come corporatura tarchiata e assenza di barba, che indicano una mescolanza di popoli, non tratti puramente mongolici. Le analisi linguistiche collegano la lingua unna al ciuvascio, confermando un’origine orientale con significative influenze ugro-finniche. Anche il loro modo di vivere si trasformò: a differenza degli Hsiung-nu originali che avevano allevamento organizzato e abitazioni invernali, gli Unni descritti in Europa vivevano in tende portatili (kibitke), si spostavano continuamente, avevano una dieta molto semplice e sembravano aver perso molte conquiste culturali, mantenendo però una forte organizzazione militare.L’Impatto in Europa
La loro tattica di guerra era molto efficace e si basava sull’esaurire il nemico con attacchi rapidi e a distanza, evitando lo scontro diretto e prolungato. Questo approccio si dimostrò particolarmente efficace contro la cavalleria pesante di popoli come i Sarmati. Negli anni ’70 del IV secolo, questi Unni trasformati attraversarono il fiume Don. Sconfissero prima gli Alani e poi i potenti Ostrogoti. Queste vittorie ebbero un effetto a catena in tutta Europa, dando inizio a quella che è conosciuta come la “grande trasmigrazione dei popoli”. Erano i discendenti degli Hsiung-nu, profondamente cambiati dal loro lungo viaggio, dal contatto con nuove popolazioni e dalle nuove condizioni di vita trovate in Occidente.Ma siamo proprio sicuri che gli Unni arrivati in Europa fossero semplicemente gli Hsiung-nu ‘trasformati’ da un lungo viaggio?
Il capitolo presenta un legame diretto tra gli Hsiung-nu e gli Unni, ma la realtà storica è oggetto di dibattito. Il lungo periodo di duecento anni e la profonda mescolanza con altre popolazioni, in particolare gli Ugri, sollevano interrogativi sulla continuità identitaria e sulla natura esatta del gruppo che raggiunse l’Occidente. Per comprendere meglio la complessità di questa transizione e la formazione del popolo unno, è utile approfondire gli studi di storia delle migrazioni, archeologia delle steppe eurasiatiche e linguistica comparata. Autori come Peter Heather o Hyun Jin Kim offrono prospettive diverse e basate su evidenze multidisciplinari.Abbiamo riassunto il possibile
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