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Contenuti del libro
Informazioni
“Gioventù degli antenati. Il Rinascimento è uno zombie” di Alessandro Giammei ti sbatte in faccia un’idea un po’ strana ma super interessante: l’Italia ha un rapporto quasi ossessivo col suo passato, specialmente col Rinascimento italiano, come se volesse far tornare i morti a vivere oggi. Il libro esplora questa eredità culturale Italia non come qualcosa da imbalsamare o da far finta che sia ancora qui (quella che chiama necrofilia, un po’ come faceva il Fascismo e storia per i suoi scopi), ma come qualcosa che è ancora presente, tipo uno zombie, che non puoi ignorare e che ti costringe a capirlo nel suo tempo, non nel nostro. Attraverso esempi che vanno dalla Roma storica con le sue rovine e i suoi simboli storici stratificati, ai videogiochi storici come Assassin’s Creed che simulano il passato, Giammei ci fa vedere come interagiamo col passato e presente. Non basta avere il “sangue” giusto o vestirsi in costume; la vera connessione, la vera interpretazione storica, viene dallo studio, dal dialogo, dal mettersi nei panni di chi c’era prima, un po’ come faceva Machiavelli. È un viaggio che ti fa capire che il Rinascimento non è un blocco di marmo intoccabile, ma qualcosa di vivo che continua a parlarci, se solo impariamo ad ascoltare.Riassunto Breve
L’Italia spesso si rapporta al suo passato, specialmente arte e letteratura, cercando di renderlo attuale, come se figure storiche fossero ancora qui. Questo modo di fare, che vuole portare i morti nel presente, si lega a un’idea filosofica che vede tutto coesistere in un eterno presente, un’idea usata anche dal fascismo per creare un senso di presenza costante del passato. Un modo diverso di interagire con il passato è la necromanzia, che non cerca di far rivivere i morti, ma di incontrarli nel loro tempo, capendo il loro contesto. Artisti del Rinascimento dialogavano con l’antichità mettendola in prospettiva, non rendendola attuale. Il passato può apparire come “zombie”, presenze che non si possono ignorare e che richiedono studio e interpretazione del loro tempo per capirne la voce, non risposte alle domande di oggi. L’esperienza di una città come Roma mostra come si abita il passato. Si può “passeggiare” in una Roma virtuale, o come Petrarca, camminare tra le rovine popolato dai fantasmi del passato, vedendo i luoghi come custodi di memoria. Conoscere Roma significa abitare queste memorie, un atto che richiede studio e amore. Raffaello proponeva uno studio scientifico delle rovine per imparare a costruire, creando una “realtà virtuale” basata su dati precisi. Queste esperienze mostrano che “passeggiare per Roma” significa abitare i suoi strati storici e le sue rappresentazioni; la connessione con la città viene dalla conoscenza e dall’amore per il suo passato. L’accesso al passato può avvenire in modi diversi. Un videogioco come Assassin’s Creed permette di rivivere un’epoca storica attraverso l’eredità genetica, basandosi sullo ius sanguinis. Questo si contrappone all’approccio del Rinascimento, dove il legame con il passato classico avveniva per affinità culturale, studio e amore, non per discendenza biologica. L’eredità culturale si trasmette con l’amore per la cultura e lo studio. I simboli storici cambiano significato nel tempo e possono essere reinterpretati o appropriati. La Bocca della Verità o il pavimento del Campidoglio mostrano come icone dell’italianità siano prodotti complessi, a volte realizzati molto dopo e con contributi esterni. Il fascismo usava simboli storici, come gli affreschi a Ferrara o l’invenzione del Palio, come “costume” per mascherare le proprie idee. Questo uso superficiale del passato, che lo fa dire ciò che il presente vuole, è diverso da un approccio critico. Interagire con l’eredità culturale richiede di “trans-ferirsi” nel tempo, come faceva Machiavelli che si vestiva per dialogare con gli antichi nel suo studio. Questo dialogo è uno scambio attivo, una “traduzione” del passato. Permette di capire il passato per pensare al futuro. Alcuni vedono periodi come il Rinascimento come insuperabili, concentrandosi sulle rovine fisiche. La percezione del valore storico è influenzata dal proprio bagaglio culturale. Il valore del Rinascimento non è assoluto, ma dipende da come “noi” lo percepiamo e ci interagiamo. “Noi” sono coloro che si avvicinano al passato con domande. L’eredità culturale non ci appartiene, siamo noi ad appartenere ad essa. Il Rinascimento ha creato l’idea di classico. Oggi, le persone inventano il loro legame con il passato. Il significato del Rinascimento cambia a seconda di chi lo interroga. L’eternità non è un monumento statico, ma un processo che continua a ispirare creazione. Il passato mantiene una relazione attiva con il presente, influenzando filosofia, cultura e politica. Concetti come l’attualismo o la persistenza del passato mostrano come la storia non sia conclusa. L’uso politico del passato da parte del fascismo o le simulazioni storiche nei videogiochi riflettono questa interazione. Figure come rovine o zombie simboleggiano il passato che non scompare del tutto, ma riemerge e viene rielaborato.Riassunto Lungo
1. Parlare coi morti in Italia
Il rapporto con il passato
Il modo in cui l’Italia si relaziona con la sua eredità culturale, fatta di arte e letteratura, mostra spesso una tendenza a voler far rivivere il passato. C’è un desiderio di rendere attuali figure storiche come Dante o Pasolini, quasi come se fossero ancora tra noi e parte della nostra vita di tutti i giorni. Questo si vede, ad esempio, nelle celebrazioni che li riguardano, che sembrano volerli portare nel presente piuttosto che cercare di capire il loro tempo e il contesto in cui hanno vissuto e operato. Questa pratica, che potremmo definire un desiderio di “presente eterno”, cerca di annullare la distanza temporale.L’idea di un presente eterno
Questa tendenza a voler rendere tutto attuale e presente trova una sua radice nella filosofia dell’attualismo, in particolare quella sviluppata da Giovanni Gentile. Secondo questa dottrina, passato e futuro non sono separati dal presente, ma coesistono in un unico, eterno presente. Tuttavia, questa idea filosofica è stata spesso distorta, soprattutto in certi contesti storici come il regime fascista. In quel periodo, l’attualismo fu usato per creare un senso di presenza costante del passato, un legame indissolubile con la storia, come si manifestava nel rito del “Presente!” dedicato ai martiri, che li richiamava idealmente in vita.Un modo diverso di dialogare col passato
Esiste però un approccio molto diverso per interagire con le figure del passato, che potremmo paragonare alla necromanzia, intesa non come un tentativo di far rivivere i morti o di renderli attuali nel nostro tempo. Si tratta piuttosto di un metodo per incontrarli nel loro passato, cercando di comprendere a fondo il loro contesto storico, sociale e culturale. Figure del Rinascimento, come Petrarca o Raffaello, interagivano con l’antichità classica non portandola magicamente nel loro presente, ma mettendola in prospettiva. Essi dialogavano con le opere e le idee del passato riconoscendone la distanza e studiandone il significato nel loro tempo, creando così un ponte di comprensione che rispettava la dimensione storica.Il ritorno del passato: gli “zombie”
Il ritorno del passato nel nostro presente può essere immaginato come l’apparizione di “zombie”. A differenza dei fantasmi, che possono essere ignorati o percepiti solo da alcuni, gli “zombie” sono presenze tangibili che irrompono nel nostro spazio e richiedono attenzione. Interagire con questi “morti” che tornano richiede un lavoro di interpretazione e uno studio approfondito del loro tempo. Non possiamo pretendere che rispondano direttamente alle domande o alle esigenze del nostro presente; la loro voce autentica si trova nel loro passato conservato. Capire questa voce significa compiere un lavoro paziente, quasi come “scucire le labbra” che la trattengono, attraverso gli strumenti della filologia e dell’interpretazione storica.Ma è davvero l’intera Italia a voler “parlare coi morti” come se fossero vivi, o il capitolo generalizza un po’ troppo, forse confondendo la celebrazione con l’attualismo distorto?
Il capitolo solleva un punto interessante sulla tendenza a “presentificare” il passato, ma la sua argomentazione pecca forse per eccessiva generalizzazione. Non è chiaro se questa tendenza sia davvero pervasiva nell’intera cultura italiana o se si manifesti solo in specifici contesti (come certe celebrazioni) e con quali sfumature. Inoltre, il legame tra questa pratica moderna e la filosofia attualista di Gentile, o la sua distorsione fascista, non è sufficientemente argomentato; mancano esempi specifici che dimostrino come le celebrazioni odierne riflettano quella specifica radice filosofica o storica. Esistono forse altre ragioni per cui una cultura si confronta con il proprio passato in modi che possono apparire anacronistici (es. ragioni didattiche, identitarie, commerciali)? Per approfondire, sarebbe utile esplorare studi di sociologia della cultura e di storia della ricezione, e confrontarsi con pensatori che hanno dibattuto il rapporto tra storia e presente, come Benedetto Croce.2. Roma: Abitare le Memorie della Città Eterna
L’esperienza di trovarsi a Roma va oltre la semplice presenza fisica. La città si rivela attraverso vari modi di interagire con il suo passato. Un esempio moderno è il videogioco Tomb Raider, che presenta una Roma virtuale, spesso priva di abitanti ma ricca di antiche rovine e pericoli. Qui il giocatore rivive le memorie della protagonista in un ambiente digitale. Questa rappresentazione, pur non fedele alla realtà quotidiana, offre un modo per “passeggiare” all’interno di un’idea di Roma, esplorandone gli strati storici attraverso un mezzo interattivo.Le passeggiate solitarie di Petrarca
Nel Trecento, Francesco Petrarca descriveva le sue passeggiate per Roma in una lettera a un amico. Si sentiva fisicamente solo, ma circondato dai “fantasmi” del passato. Vedeva le rovine non solo come pietre antiche, ma come luoghi che conservano la memoria di eventi storici e delle persone che li hanno vissuti. Per Petrarca, conoscere Roma significava “abitare” queste memorie, un atto che richiedeva studio e un profondo amore per la sua storia. Lamentava l’ignoranza dei Romani del suo tempo riguardo alla loro stessa città, suggerendo che Roma potesse rinascere solo riscoprendo sé stessa attraverso la conoscenza del suo passato glorioso.Raffaello e la visione scientifica della città
Anche Raffaello Sanzio, in una lettera al papa, propose un approccio diverso ma complementare allo studio delle rovine romane. Intendeva mappare la città con grande precisione, quasi scientifica. Il suo scopo era comprendere le tecniche costruttive degli antichi, non solo per preservare la memoria del passato, ma soprattutto per imparare da essa e costruire in futuro opere altrettanto grandiose o persino migliori. La sua visione era quella di creare una sorta di “realtà virtuale” dell’epoca, basata su dati precisi raccolti attraverso disegni e rilevamenti, che permettesse di interagire con la città nella sua forma ideale e passata.Connettersi con Roma attraverso le sue memorie
Queste esperienze diverse – l’esplorazione in un gioco virtuale, la passeggiata letteraria tra i ricordi, la mappatura scientifica – dimostrano che “passeggiare per Roma” significa spesso immergersi nei suoi strati storici e nelle sue molteplici rappresentazioni. La vera connessione con la città, una sorta di cittadinanza profonda, nasce da questa conoscenza e da questo amore per il suo passato. Questo legame crea una compagnia condivisa tra tutti coloro che, in epoche e modi differenti, scelgono di abitare le sue memorie e di interagire con la sua storia millenaria.È davvero possibile equiparare l’esplorazione di rovine digitali in un videogioco all’intensa riflessione storica di Petrarca o al rigoroso studio di Raffaello?
Il capitolo propone un accostamento suggestivo tra esperienze molto diverse di interazione con il passato di Roma, ma non approfondisce sufficientemente le differenze qualitative tra queste modalità. L’idea di “abitare le memorie” rischia di diventare un concetto troppo ampio se applicato indifferentemente a una simulazione ludica e a un’indagine storica o filologica profonda. Per esplorare meglio questa distinzione e comprendere le diverse nature dell’esperienza storica e della rappresentazione, sarebbe utile confrontarsi con discipline come la filosofia della storia, la teoria della memoria culturale e gli studi sui media digitali. Autori come Maurice Halbwachs o Walter Benjamin possono offrire spunti fondamentali sulla natura della memoria e del rapporto con il passato, mentre i teorici dei media possono aiutare a distinguere tra l’esperienza mediata e quella diretta.3. Eredità di Sangue e Spirito
Un modo per entrare nel passato, come il Rinascimento romano, è attraverso un videogioco come Assassin’s Creed. Questo gioco ricrea una Roma dettagliata del tardo Quattrocento, con monumenti e strade esplorabili. L’esperienza virtuale funziona grazie all’Animus, una macchina che legge il DNA del protagonista, Desmond, per fargli rivivere le azioni del suo antenato Ezio Auditore. La storia del gioco segue una famiglia di assassini che ha cambiato eventi importanti. L’accesso a questo passato avviene proprio attraverso la genetica di questa dinastia.Accesso tramite DNA nel videogioco
L’aspetto fondamentale è proprio come si accede a questo passato nel gioco. In Assassin’s Creed, l’accesso è un diritto di sangue, legato all’eredità genetica dell’antenato. Questo mostra un’idea di identità e di passato basata sullo ius sanguinis, un principio dove l’appartenenza è determinata dalla discendenza biologica. Significa che solo chi ha quel DNA può rivivere e connettersi a quel preciso momento storico e a quelle azioni. È un legame esclusivo basato sulla parentela.La ricostruzione virtuale e la realtà storica
La Roma ricreata in Assassin’s Creed non è però una copia identica della storia reale. Ci sono elementi fuori posto nel tempo e nello spazio, come palazzi che nel gioco sono finiti ma nella realtà furono completati secoli dopo. Questi cambiamenti servono a rendere il gioco divertente e la storia coerente, creando uno spazio che segue le regole del gioco stesso. È una rappresentazione funzionale al racconto videoludico, che privilegia l’esperienza di gioco rispetto alla precisione assoluta. Questo crea un mondo virtuale coerente al suo interno, anche se non perfettamente fedele alla linea del tempo storica.Un altro modo: l’amore per la cultura nel Rinascimento
Questo modo di accedere al passato, basato sul sangue, è molto diverso dall’approccio del Rinascimento. Pensiamo a Raffaello e al suo affresco La Scuola di Atene. Raffaello dipinge filosofi antichi usando i volti di persone del suo tempo. Crea così un legame con il passato che non dipende dalla parentela di sangue, ma dall’identificarsi con quella cultura, dallo studio e dall’amore per le idee classiche. In questa visione, avvicinarsi al passato è una scelta, una sintonia spirituale, non un diritto legato alla genetica.L’eredità di Roma e del Rinascimento si trasmette attraverso l’amore per la cultura e lo studio. Non si basa sulla discendenza di sangue o su un legame di cittadinanza. È un patrimonio aperto a chiunque voglia conoscerlo e farlo proprio. Questo legame si crea con la mente e con il cuore, non con il DNA. È un’eredità che si sceglie attivamente di abbracciare.Affermare che “inventiamo attivamente il nostro legame con il passato” non sminuisce l’oggettiva influenza che il passato esercita su di noi?
Il capitolo pone l’accento sul ruolo attivo del presente nel dare significato al passato, quasi “inventando” il legame. Tuttavia, questa prospettiva rischia di trascurare il peso e l’influenza che le strutture storiche, le opere e le idee del passato hanno esercitato e continuano a esercitare sul presente in modo non sempre consapevole o “inventato”. Per esplorare questo complesso rapporto tra passato e presente, e capire come la tradizione e l’interpretazione si intrecciano, può essere utile approfondire gli studi sulla ermeneutica e la filosofia della storia. Un autore fondamentale in questo campo è Hans-Georg Gadamer.7. Il Passato che Non Passa
Il passato non è qualcosa di chiuso e finito, ma continua a vivere e a influenzare il presente in molti modi diversi. Questo legame forte si vede in diversi campi del sapere e della vita di tutti i giorni.Il passato nel pensiero e nella storia
Nel pensiero filosofico, si esplora l’idea che l’esperienza storica non sia solo un ricordo, ma sia ancora presente o agisca nel momento attuale. Questo concetto si ritrova anche in periodi storici come il Rinascimento, quando si guardava con grande interesse all’antichità classica. A volte, questo dialogo con il passato portava a mescolare elementi di epoche diverse in modo inaspettato.Come il passato viene usato oggi
L’uso del passato si estende anche alla politica. Regimi come il Fascismo, ad esempio, hanno ripreso e reinterpretato elementi del Rinascimento, soprattutto nell’architettura e nella cultura delle città, per usarli a loro vantaggio nel presente. Anche i mezzi di comunicazione moderni mostrano questo legame. I videogiochi che ricreano ambientazioni storiche, come Assassin’s Creed II, fanno vedere come il passato possa essere ricostruito e vissuto in modi nuovi, anche se a volte con elementi che non c’erano in quell’epoca.Simboli che ricordano il passato
Infine, alcuni simboli culturali, come le rovine o la figura degli zombie, rappresentano bene l’idea che il passato non sia del tutto sepolto. Le rovine sono resti visibili di ciò che è stato, mentre gli zombie, come “non morti” della storia, simboleggiano qualcosa che non vuole scomparire e continua a riemergere nel presente. Questi esempi mostrano che la storia non è solo un insieme di eventi finiti, ma una forza che resta presente e viene continuamente ripensata.Il capitolo non confonde la “vita” del passato nel presente con la sua semplice rappresentazione o manipolazione?
Il capitolo presenta esempi di come il passato venga ripreso o simboleggiato oggi (dal Rinascimento al Fascismo, dai videogiochi agli zombie), suggerendo una sua persistenza. Tuttavia, non approfondisce sufficientemente come il passato agisca concretamente nel presente al di là del suo uso o della sua rappresentazione consapevole. Per esplorare la complessa interazione tra tempo storico, memoria e presente, e distinguere tra l’influenza intrinseca del passato e la sua rielaborazione nel presente, sarebbe utile approfondire la filosofia della storia, gli studi sulla memoria collettiva e autori come Reinhart Koselleck o Maurice Halbwachs.Abbiamo riassunto il possibile
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