Contenuti del libro
Informazioni
“Gestire il quotidiano” di Jocelyn Glei è quel libro che ti prende per mano e ti dice: “Ok, smettila di farti trascinare dalla corrente digitale”. Viviamo in un casino pazzesco, sempre connessi, sempre a rispondere a email e notifiche, e finiamo per dedicare il nostro tempo alle cose degli altri, lasciando il lavoro creativo, quello che conta davvero, per quando siamo stanchi morti. Questo libro ti spiega come invertire la rotta. Non è una magia, ma un percorso pratico per riprendere il controllo della tua routine quotidiana. Parla di come trovare la concentrazione nell’era digitale, di quanto sia importante la solitudine e il riposo, e di come gestire l’energia personale. Ti insegna a creare blocchi di tempo per il lavoro focalizzato, a superare le distrazioni digitali e a usare la tecnologia in modo consapevole, non compulsivo. Affronta anche i mostri interiori come il perfezionismo e i blocchi creativi, e ti guida attraverso i livelli del professionalismo. È una guida essenziale per chiunque voglia smettere di essere reattivo e iniziare a essere proattivo, dedicando tempo ed energia a ciò che conta davvero per la propria produttività e creatività.Riassunto Breve
Il lavoro di oggi spesso porta a rispondere continuamente a stimoli esterni come email e messaggi, lasciando poco spazio per attività creative importanti. Per cambiare questo, si deve dare priorità al lavoro creativo, mettendolo all’inizio della giornata quando si ha più energia. Questo significa bloccare orari specifici e stare lontani dalle distrazioni digitali. Una buona routine si basa sul conoscere i propri ritmi e usare i momenti migliori per i compiti difficili. Aiutano strumenti che favoriscono la concentrazione, liste di cose da fare essenziali e la registrazione degli impegni. Avere orari fissi per iniziare e finire la giornata e dedicare blocchi di tempo a diverse attività aiuta a gestire il proprio tempo. Lavorare sul creativo ogni giorno, anche per poco, rende più facile iniziare, mantiene vive le idee e riduce la pressione. Questa pratica costante aumenta la produttività e rende il lavoro più semplice anche in brevi momenti. Realizzare progetti importanti dipende dal dare priorità al lavoro creativo e avere una routine costante. Il lavoro creativo professionale richiede pratica quotidiana, non solo ispirazione. Si deve lavorare con regolarità, anche senza voglia, distinguendo questo dall’hobby. Vendere le idee fa parte del processo. Paura e autosabotaggio sono grandi ostacoli, specialmente nel passare da successi casuali a una carriera stabile. Gestire l’energia è fondamentale; il corpo ha cicli di attività e riposo. Dormire bene è prioritario, e fare pause ogni novanta minuti aiuta a mantenere alta la concentrazione. Inserire riposo, pause brevi e attività rilassanti come camminare aumenta l’efficienza. La solitudine è cruciale per concentrarsi e creare. Dedicare tempo alla solitudine calma la mente e aiuta a focalizzarsi. La meditazione, osservando respiro e pensieri, aiuta a familiarizzare con la solitudine e migliora la concentrazione, insegnando a gestire le distrazioni. Concentrarsi è difficile oggi a causa del flusso continuo di email e notifiche che frammentano l’attenzione. Manca una misura chiara del valore del lavoro creativo, quindi si preferisce rispondere subito alle notifiche piuttosto che fare lavoro focalizzato. Il metodo dei blocchi di concentrazione aiuta: si pianificano periodi solo per il lavoro creativo, senza distrazioni digitali. Allenarsi alla concentrazione richiede tempo, iniziando con blocchi brevi e aumentando gradualmente. Definire un compito specifico per ogni blocco e cambiare ambiente di lavoro può aiutare. Il multitasking è solo un rapido passaggio tra compiti, che rende meno efficaci. Anche le distrazioni in sottofondo riducono la concentrazione e allungano i tempi di recupero. Resistere alle tentazioni digitali consuma energia mentale. I compiti interrotti lasciano un “residuo di attenzione” che peggiora l’efficienza. Eliminare le distrazioni è essenziale. La voglia di controllare email e social media è come un meccanismo di ricompensa casuale; le notifiche inattese danno eccitazione, spingendo a controllare spesso. L’ambiente digitale è fatto per catturare l’attenzione subito. Creare indicatori visibili di progresso nel lavoro creativo aiuta a contrastare la sua natura spesso non lineare. La creatività si sviluppa gestendo le distrazioni, non isolandosi. In un mondo pieno di stimoli negativi, creare significa integrare distrazioni positive. L’autocontrollo si impara con la pratica, anche con abitudini semplici come migliorare la postura. Alternare lavori mentali intensi con compiti semplici aiuta il cervello a elaborare problemi complessi. Disconnettersi periodicamente dal digitale è vitale per ricaricare la mente e pensare liberamente. Avere momenti non strutturati e aprirsi alla serendipità arricchisce la vita e i progetti. Gestire bene l’email è cruciale; definirne gli obiettivi e collegarli a scopi più grandi dà senso al tempo speso. Bisogna saper distinguere le opportunità importanti dalle distrazioni. Creare nel caos dipende dalla capacità di dirigere l’attenzione, alternando connessione e presenza mentale. I social media soddisfano bisogni umani come l’appartenenza, ma richiedono consapevolezza. Spesso si usano senza un motivo chiaro, per procrastinare o evitare emozioni. Le notifiche e il parlare di sé attivano centri di ricompensa nel cervello. La connessione costante porta a un’attenzione divisa e a uno stato di “mindlessness”. L’uso consapevole richiede di capire le proprie motivazioni, stabilire limiti e chiedersi perché si sente l’impulso di usare la tecnologia. Bisogna gestire l’istinto di usarli compulsivamente e usarli in modo costruttivo. La qualità delle connessioni online è più importante della quantità. L’autenticità è fondamentale. Affrontare paure come quella di essere esclusi aiuta a gestire l’uso compulsivo. Lo “Shabbat tecnologico”, disconnettersi per un giorno, aiuta a resettare. Postura e respirazione influenzano il rapporto con la tecnologia; la “screen apnea” (respiro superficiale davanti agli schermi) contribuisce allo stress. Tecniche di respirazione profonda e postura corretta favoriscono un uso più sano. L’intenzione con cui si usa la tecnologia ne determina l’impatto. La tecnologia ha cambiato la vita, creando una reperibilità costante che riduce il tempo personale e la riflessione. Dare priorità all’urgenza altrui allontana dalla contemplazione, essenziale per il benessere e l’innovazione. Dipendere dalle scorciatoie tecnologiche blocca lo sviluppo di capacità proprie. Coltivare uno spazio di “Creazione Inutile”, attività creative senza scopo immediato, libera la mente, stimola nuove idee e permette di sperimentare senza paura. La mente ha bisogno di preparazione per l’intuizione: disconnessione, divagazione e riposo sono essenziali. Anche le limitazioni possono stimolare l’ingegno. Curare il corpo (esercizio, sonno, meditazione) mantiene la mente lucida. Variare approcci evita la stagnazione. La persistenza e la novità alimentano il flusso creativo. La creatività si migliora con strategie e gestione mentale. Cambiare prospettiva e usare le limitazioni stimola idee. Gestire il tempo, affrontando i compiti difficili presto, è centrale. Il perfezionismo è un grande ostacolo: idealismo rigido, giudizio severo, paura, orgoglio portano a stress e rinvio. Un approccio pratico supera l’ossessione per la perfezione. Iniziare subito, accettando il disordine iniziale, è meglio che aspettare il momento perfetto. Durante il lavoro, stabilire obiettivi intermedi, gestire il tempo realisticamente, concentrarsi sull’essenziale e posticipare le rifiniture aiuta. Capire quando un lavoro è “abbastanza buono” permette di finire e passare ad altro. Accogliere i feedback aiuta a migliorare. I blocchi creativi sono comuni (mancanza di ispirazione, barriere emotive, motivazioni contrastanti, difficoltà personali, mancanza di risorse, problemi di presentazione). Identificare il tipo di blocco è il primo passo. La mancanza di ispirazione si risolve con una pausa. Le barriere emotive richiedono libertà espressiva. Le motivazioni esterne vanno messe da parte per la gratificazione interna. Le difficoltà personali possono rendere il lavoro un rifugio. La scarsità di risorse stimola soluzioni innovative. Una buona presentazione è essenziale. La perseveranza e l’accettazione delle sfide sono fondamentali. Diventare professionisti ha diverse fasi. All’inizio, da amatori, si è inefficaci, si fanno errori, si è incostanti, si ha paura delle opportunità e si rivendicano troppo i propri diritti. Il passaggio al professionismo non è unico, ci sono vari livelli. Il primo è lavorare con costanza, anche solo un’ora al giorno. Questo è fondamentale ma difficile. Il passo successivo è ripetere e aumentare quest’ora, lavorando ogni giorno per intere giornate e settimane. All’inizio, la qualità non è l’obiettivo, ma imparare a gestire le emozioni, controllare gli impulsi e perseverare. La terza fase è completare i progetti. Non basta iniziare, bisogna finire, producendo un lavoro completo e valido. Qui si inizia a pensare alla qualità, acquisendo esperienza e creando qualcosa di valore per gli altri. Anche dopo questo, la resistenza (la forza interna che ostacola) non scompare, ma diventa più sottile, manifestandosi come arroganza e paura del fallimento tra un successo e l’altro. Superare questa fase richiede resilienza, gestire successi e fallimenti, delegare, collaborare e aiutare i più giovani. Un professionista si distingue per l’impegno e l’etica costanti, presentandosi al lavoro ogni giorno, affrontando le difficoltà senza farsi influenzare troppo da successi o fallimenti. La motivazione principale è il lavoro stesso, un processo di crescita continua che porta a una rinnovata meraviglia. Si cresce come professionisti dedicandosi al proprio talento e al processo creativo, adattandosi sempre al proprio percorso.Riassunto Lungo
1. Riprogrammare la Routine Quotidiana
La Tendenza Reattiva nel Lavoro Quotidiano
Oggi, molti di noi lavorano in modo reattivo, cioè passiamo la giornata a rispondere subito a email e messaggi. Questo modo di lavorare ci spinge a trascurare le attività più importanti e che richiedono iniziativa personale. Di conseguenza, dedichiamo la maggior parte del nostro tempo a fare quello che gli altri ci chiedono, e rimandiamo il lavoro creativo e personale a fine giornata, quando siamo stanchi e meno concentrati.L’Importanza di Dare Priorità al Lavoro Creativo
Per cambiare questa situazione, è fondamentale dare la precedenza al lavoro creativo. Questo significa dedicare le prime ore della giornata, quando siamo più freschi e pieni di energia, alle attività creative. Per riuscirci, dobbiamo programmare delle fasce orarie specifiche per il lavoro creativo e proteggerle da distrazioni come email e notifiche, isolandoci da interruzioni. Organizzare una routine quotidiana efficace vuol dire capire i nostri ritmi di energia e sfruttare i momenti in cui siamo più lucidi per affrontare i compiti più difficili.Elementi Chiave per una Routine Efficace
Per organizzare una routine che funzioni, possiamo usare alcuni strumenti utili. Ad esempio, possiamo creare dei “trigger” creativi, cioè usare oggetti o ambienti particolari che ci aiutano a concentrarci. Un altro elemento importante è gestire bene le liste di cose da fare, scrivendo solo l’essenziale. Inoltre, è utile segnare ogni impegno per non dimenticare scadenze importanti. Stabilire un orario di inizio e fine giornata, e dedicare blocchi di tempo specifici a diversi tipi di attività, ci aiuta a controllare meglio il nostro tempo e a evitare di sentirci sopraffatti dal lavoro.La Costanza e la Frequenza nel Lavoro Creativo
Per il lavoro creativo, è molto importante essere costanti e dedicargli tempo spesso. Lavorare tutti i giorni, anche per poco tempo, rende più facile iniziare, mantiene vive le idee, diminuisce l’ansia da prestazione e stimola la creatività. Essere costanti crea un effetto positivo: si diventa più produttivi ed è più semplice lavorare anche quando si ha poco tempo. Quindi, per realizzare progetti importanti, è essenziale dare priorità al lavoro creativo e creare una routine quotidiana che ci permetta di essere costanti e regolari.Ma siamo sicuri che “riprogrammare la routine” sia la panacea per la “tendenza reattiva”?
Il capitolo, pur offrendo spunti interessanti, sembra peccare di eccessiva semplificazione. Affermare che “riprogrammare la routine” sia sufficiente per superare la “tendenza reattiva” ignora la complessità intrinseca della natura umana e delle dinamiche lavorative moderne. Per una visione più completa, sarebbe utile approfondire discipline come la psicologia del lavoro e la sociologia delle organizzazioni, che offrono strumenti concettuali più sofisticati per analizzare le sfide della produttività e del benessere nel contesto lavorativo contemporaneo. Autori come Daniel Kahneman, con i suoi studi sulla psicologia cognitiva e comportamentale, potrebbero fornire una prospettiva più critica e sfumata sull’argomento.2. L’Arte della Pratica Creativa: Ritmi, Energia e Solitudine
La creazione di opere di valore si basa sulla pratica costante e organizzata, non sull’ispirazione improvvisa. Per lavorare in modo professionale, è necessario dedicarsi regolarmente al proprio lavoro, anche quando manca la motivazione iniziale. Questa costanza distingue un professionista da un dilettante. Inoltre, per chi crea contenuti, vendere le proprie idee è importante tanto quanto generarle. Paure e insicurezze possono essere un grande ostacolo, soprattutto quando si cerca di trasformare successi occasionali in una carriera stabile.La gestione dell’energia personale
Un aspetto fondamentale è saper gestire la propria energia. Il corpo umano non è fatto per lavorare ininterrottamente, ma segue dei ritmi di attività e riposo. Dormire a sufficienza è ancora più importante che mangiare bene. Fare delle pause regolari, idealmente ogni 90 minuti, aiuta a mantenere alte le capacità mentali. Per essere efficienti e costanti nel tempo, è quindi utile programmare dei momenti di recupero durante la giornata: dormire le ore necessarie, fare brevi pause mentre si lavora e svolgere attività rilassanti come camminare.L’importanza della solitudine
Anche la solitudine è molto importante per concentrarsi e creare. Dedicare del tempo a sé stessi, anche solo pochi minuti ogni giorno, permette di calmare la mente, ascoltare i propri pensieri e concentrarsi sulle cose importanti. La meditazione, che consiste nell’osservare il respiro e i pensieri senza reagire, è un modo semplice per abituarsi alla solitudine e migliorare la concentrazione. Questa pratica aiuta la mente a gestire le distrazioni e a rimanere focalizzata su ciò che si sta facendo.È davvero sufficiente la gestione di energia e solitudine per garantire una pratica creativa efficace, o il capitolo trascura altri fattori cruciali?
Il capitolo presenta un modello di pratica creativa che si concentra fortemente su ritmi personali, gestione dell’energia e solitudine. Sebbene questi elementi siano indubbiamente importanti, l’approccio potrebbe risultare eccessivamente riduttivo. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare anche il ruolo dell’ambiente esterno, delle interazioni sociali e delle diverse metodologie creative. Approfondimenti sulla psicologia della creatività, ad esempio attraverso gli studi di autori come Mihály Csíkszentmihályi, potrebbero arricchire la prospettiva.3. L’Arte di Concentrarsi nell’Era Digitale
La Sfida della Concentrazione nel Mondo Digitale
Oggi, nel mondo del lavoro, è sempre più difficile concentrarsi. Questa difficoltà è un problema serio soprattutto per chi svolge lavori creativi o intellettuali. Siamo costantemente interrotti da email e notifiche che arrivano dai nostri dispositivi digitali. Queste interruzioni continue ci distraggono dai nostri compiti principali. Il problema principale è che spesso non riusciamo a capire quanto valore produciamo con il nostro lavoro creativo. Senza una misura chiara, è difficile rendersi conto di quanto danno causano le distrazioni. Così, preferiamo rispondere subito alle email e alle notifiche, perché ci sembra più comodo, anche se questo va a discapito del lavoro importante che richiede concentrazione e che porta valore nel lungo periodo.Il Metodo dei Blocchi di Concentrazione
Per risolvere il problema della distrazione, si suggerisce di usare il metodo dei blocchi di concentrazione. Questo metodo consiste nel decidere in anticipo dei momenti precisi da dedicare al lavoro creativo. Questi momenti vanno messi in calendario e considerati come appuntamenti a cui non si può mancare. Durante questi blocchi di tempo, è fondamentale eliminare tutte le possibili distrazioni. Questo significa spegnere email, internet e telefono. All’inizio, concentrarsi può essere difficile, quindi è meglio iniziare con blocchi di tempo brevi e poi aumentare gradualmente la durata. La cosa più importante è essere molto rigidi e non farsi distrarre. Per ogni blocco di tempo, è utile scegliere un compito preciso e limitato. Inoltre, può essere utile cambiare ambiente di lavoro per ridurre le tentazioni di usare i dispositivi digitali.I Danni del Multitasking e delle Distrazioni
Molti pensano che il multitasking, cioè fare più cose contemporaneamente, sia efficiente. In realtà, il multitasking è solo un rapido passaggio da un compito all’altro. Questo modo di lavorare rende meno efficaci e allunga i tempi per finire i compiti. Anche le distrazioni che sembrano piccole, come tenere le email aperte o controllare i social media ogni tanto, rovinano la concentrazione. Queste distrazioni fanno perdere tempo prezioso per ritornare al lavoroFocus. Resistere continuamente alla voglia di controllare le notifiche richiede molta energia mentale. Questa energia sprecata riduce ancora di più la nostra capacità di lavorare bene. Inoltre, quando un compito viene interrotto, lascia nella mente una specie di “residuo di attenzione”. Questo residuo disturba la concentrazione e rende meno efficienti anche i compiti successivi. Perciò, è essenziale eliminare completamente le distrazioni dall’ambiente in cui lavoriamo.Il Meccanismo delle Notifiche e l’Importanza dei Progressi Visibili
La voglia continua di controllare email e social media nasce da un meccanismo simile a quello che si vede negli animali quando vengono addestrati. Le notifiche che arrivano all’improvviso creano eccitazione e ci spingono a controllare sempre i nostri telefoni e computer. Anche se, la maggior parte delle volte, non troviamo niente di importante. Il mondo digitale è fatto apposta per catturare subito la nostra attenzione, sfruttando la difficoltà che abbiamo nel resistere alle tentazioni. Per gestire meglio il tempo e lavorare in modo più produttivo, è utile creare dei modi per vedere i progressi che facciamo nel lavoro creativo. Questi indicatori visibili ci aiutano a capire quanto stiamo avanzando, anche se il lavoro creativo spesso non è lineare e non si può toccare con mano.Se il perfezionismo è un ostacolo, come si concilia l’importanza della “presentazione” del lavoro, suggerita nel capitolo, con l’accettazione di un lavoro “abbastanza buono”?
Il capitolo sottolinea giustamente come il perfezionismo possa paralizzare il processo creativo, ma sembra esserci una tensione irrisolta. Se da un lato si incoraggia ad accettare l’imperfezione e a considerare un lavoro come “abbastanza buono”, dall’altro si enfatizza l’importanza di “presentare bene il proprio lavoro”. Questa apparente contraddizione meriterebbe un approfondimento. Per comprendere meglio le dinamiche tra perfezionismo, standard qualitativi e presentazione efficace, potrebbe essere utile esplorare le opere di autori come Brené Brown, che ha studiato a fondo la vulnerabilità e la vergogna legate al perfezionismo, o di psicologi come Carol Dweck, che ha analizzato le diverse mentalità (fissa vs. di crescita) e il loro impatto sulla performance e la creatività.8. I Livelli del Professionismo
Il percorso iniziale: dall’amatore al professionista
Diventare professionisti è un percorso che si sviluppa in diverse tappe. All’inizio, chi opera per passione, senza professionalità, non riesce a usare al meglio le proprie capacità. Questa fase iniziale è caratterizzata da errori semplici, mancanza di costanza, paura di affrontare le occasioni, e dalla tendenza a pensare di avere sempre ragione.Il primo livello: la costanza
Il passaggio al professionismo è un grande cambiamento, che avviene gradualmente. Ci sono diversi livelli di professionalità, ognuno con le sue difficoltà e i suoi risultati. Il primo livello si raggiunge quando si riesce a lavorare con regolarità, anche solo per un’ora ogni giorno. Questo primo passo, che può sembrare facile, è in realtà molto importante e difficile da raggiungere per molti.Il secondo livello: la ripetizione e l’estensione dell’impegno
Dopo aver raggiunto la costanza, il passo successivo è continuare a lavorare con regolarità, aumentando il tempo dedicato al lavoro. Si tratta di riuscire a lavorare tutti i giorni, mantenendo l’impegno per tutta la giornata e per settimane intere. In questa fase iniziale, la cosa più importante non è la qualità del lavoro. L’obiettivo principale è imparare a gestire le proprie emozioni, a controllare gli impulsi negativi che portano a sabotare il proprio lavoro, e a non arrendersi di fronte ai problemi.Il terzo livello: il completamento dei progetti
La terza fase fondamentale è quella di finire i progetti. Non è sufficiente iniziare qualcosa, ma è essenziale portare a termine ciò che si è cominciato, arrivando alla conclusione e realizzando un lavoro completo e valido. In questa fase, si comincia a fare attenzione alla qualità, imparando nuove competenze e facendo esperienza. Si crea un prodotto che ha valore per gli altri e che può essere valutato nel mercato.Il quarto livello: la gestione della resistenza e del successo
Anche dopo aver raggiunto questo livello, il percorso non è finito. La resistenza, cioè quella forza interiore che ci frena, non scompare, ma diventa più nascosta e difficile da riconoscere. Si manifesta con l’arroganza e con la paura di fallire, soprattutto quando si passa da un successo a un altro. Per superare questa fase è necessario essere resilienti, saper gestire sia i successi che gli insuccessi, imparare a delegare, collaborare e sostenere i giovani.Il livello più alto: l’etica e la dedizione
Un vero professionista si riconosce per la sua capacità di mantenere sempre un alto livello di impegno e di etica, in qualsiasi situazione. Un professionista si presenta al lavoro ogni giorno, affronta le difficoltà e non si lascia condizionare troppo né dai successi né dai fallimenti. La ragione principale per cui un professionista lavora è il lavoro stesso, inteso come un percorso di crescita e miglioramento continuo, che porta a riscoprire ogni volta la meraviglia e la novità. Si sale nei livelli più alti del professionismo dedicandosi con passione al proprio talento e al processo creativo, adattandosi continuamente alle necessità del proprio percorso.Ma questa progressione lineare verso il “professionismo”, è una legge ferrea o una pia illusione?
Il capitolo descrive un percorso di crescita professionale scandito in livelli, quasi fosse un videogioco. Tuttavia, la realtà del lavoro è spesso più complessa e meno schematica. Sarebbe utile integrare questa visione con studi più approfonditi sulla psicologia del lavoro e sulla sociologia delle professioni, per capire se questa progressione a livelli corrisponde a dinamiche reali o è una semplificazione eccessiva. Autori come Edgar Schein, con i suoi studi sulla cultura organizzativa, o Richard Sennett, che analizza le trasformazioni del lavoro moderno, potrebbero offrire spunti critici interessanti per arricchire la discussione.Abbiamo riassunto il possibile
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