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Contenuti del libro
Informazioni
“Etica Nicomachea” di Aristotele è un libro che ti prende subito perché va dritto al punto: qual è il vero scopo della vita umana? Aristotele dice che tutti cerchiamo il bene supremo, e questo è la felicità . Ma non quella facile, fatta di soldi o fama, ma una felicità profonda che viene dall’agire bene, cioè dalla virtù. Ci spiega che la virtù morale non è innata, ma si impara con l’abitudine, trovando sempre il giusto mezzo tra gli eccessi. Parla di virtù come coraggio, temperanza, generosità , e soprattutto giustizia, che è fondamentale per vivere insieme nella comunità , nella città . Poi ci sono le virtù intellettuali, come la saggezza pratica, che ci guida nelle scelte, e la sapienza, che è la forma più alta di conoscenza, quasi divina. L’amicizia è un altro pezzo super importante, perché una vita felice non si può vivere da soli, e ci sono diversi tipi di amicizia, ma quella vera è tra persone virtuose. Alla fine, capisci che tutta questa ricerca sul bene umano è politica, perché riguarda come organizzare la vita nella comunità per permettere a tutti di essere virtuosi e felici. È un testo che ti fa pensare a come vivere davvero bene.Riassunto Breve
Ogni attività umana, dall’arte alla scelta, mira a un fine che si considera un bene, e il bene è ciò a cui ogni cosa tende. Esiste un fine ultimo desiderato per sé stesso, il bene supremo, la cui conoscenza è fondamentale per guidare la vita. La politica è la scienza che si occupa di questo bene supremo, il bene umano, che è più elevato e perfetto quando riguarda la comunità . La felicità è universalmente riconosciuta come il bene supremo, ma la sua natura è dibattuta. Non risiede nel piacere, nell’onore o nella ricchezza, ma nell’attività dell’anima conforme alla virtù, realizzata in una vita completa. Questa attività virtuosa è piacevole di per sé e autosufficiente, pur necessitando di beni esterni come strumenti. La felicità è degna di onore, mentre la virtù è degna di lode in quanto mezzo per il bene. La virtù umana si distingue in intellettuale e morale.La virtù morale si forma attraverso l’abitudine, non è innata, ma la natura predispone ad accoglierla. Si diventa virtuosi compiendo azioni virtuose, come si diventa esperti praticando un’arte. L’educazione e le leggi mirano a formare buoni cittadini attraverso l’abitudine. La virtù è un giusto mezzo tra eccesso e difetto, come la salute è un equilibrio. Coraggio e temperanza, ad esempio, sono distrutti dagli estremi e preservati dalla medietà . Il piacere e il dolore indicano gli stati abituali; la persona virtuosa prova piacere nelle azioni virtuose. La virtù morale è uno stato abituale che produce scelte, basato sulla medietà determinata dalla ragione.Le azioni umane derivano dalla volontà . Gli stati abituali, una volta acquisiti, sono difficili da cambiare. Le virtù si analizzano secondo il principio del giusto mezzo. Il coraggio è la medietà tra paura e audacia. La generosità è la medietà nella gestione delle ricchezze, manifestandosi nel donare in modo appropriato. La magnificenza è una generosità su larga scala. La fierezza è l’autostima veritiera di chi è degno di grandi onori. La mitezza modera l’ira. Nelle interazioni sociali, l’amabilità è medietà tra compiacenza e litigiosità , la sincerità tra vanteria e ironia, lo spirito arguto tra buffoneria e rusticità . Il pudore è un timore della cattiva reputazione, rilevante nella giovinezza.La giustizia è uno stato abituale che porta a compiere azioni giuste e a volere il giusto. Si lega a ciò che è lecito e onesto, mentre l’ingiustizia si lega all’illecito e al disonesto. La legge stabilisce ciò che è giusto per l’utilità comune e la felicità della comunità . Esiste una giustizia totale, virtù completa verso il prossimo, e una giustizia particolare. La giustizia particolare si divide in distributiva (ripartizione secondo proporzione geometrica) e correttiva (ristabilire uguaglianza secondo proporzione aritmetica). Il contraccambio, misurato dalla moneta, è una forma di giustizia negli scambi. L’azione giusta è la medietà tra compiere e subire ingiustizia. Agire giustamente o ingiustamente dipende dalla volontarietà dell’azione. L’equità corregge la giustizia legale adattandola ai casi particolari.Le virtù intellettuali sono essenziali per l’azione virtuosa. La parte razionale dell’anima si divide in scientifica e calcolatrice. La conoscenza e l’azione derivano da intelletto e desiderio. La virtù, producendo scelte, richiede ragione verace e desiderio retto. Cinque stati intellettuali veritieri sono arte, scienza, saggezza, sapienza e intelletto. La scienza riguarda ciò che non può essere diverso. L’arte riguarda la produzione. La saggezza è la capacità di deliberare bene sul bene umano. L’intelletto coglie i principi primi. La sapienza unisce intelletto e scienza sulle realtà più eccellenti. Si considera anche la mancanza di autocontrollo, che si manifesta in relazione ai piaceri e dolori corporei. Il piacere è un’attività intrinseca, non un processo, emergendo dall’attività stessa. Esistono diverse forme di piacere, con le gioie intellettuali considerate superiori. L’attività virtuosa, seria, è superiore al divertimento. La felicità più alta si realizza nell’attività teoretica, la contemplazione, che è continua e autosufficiente. La saggezza pratica guida verso la virtù. La politica e la legge promuovono l’educazione alla virtù e il bene comune.L’amicizia è necessaria e virtuosa, rendendo la vita degna di essere vissuta. Offre sostegno in ogni fase della vita. Si fonda sul desiderio reciproco di bene, piacere o utilità . Esistono tre tipi: basata sull’utilità , sul piacere e sulla virtù. L’amicizia perfetta sorge tra persone virtuose che desiderano il bene dell’altro per sé stesso, ed è la più stabile. L’amicizia si lega a giustizia e comunità , riflettendo le forme di convivenza. Le amicizie basate sull’utilità o sulla superiorità generano più dispute. Nelle amicizie virtuose, le controversie sono rare, focalizzate sull’intenzione e sul bene reciproco.Nelle relazioni diverse, la proporzione ristabilisce l’uguaglianza. Nello scambio, il valore è misurato dalla moneta. Le dispute sorgono quando le aspettative non corrispondono, specialmente nelle amicizie basate su utilità o piacere. Nell’amicizia basata sul carattere, la ricompensa è l’intenzione. Quando lo scambio è interessato, entrambe le parti dovrebbero concordare sul valore; altrimenti, chi riceve dovrebbe determinarlo. Sorgono dilemmi su chi favorire in diverse circostanze. In generale, si dovrebbe ricambiare un beneficio piuttosto che fare un nuovo favore, anche se ci sono eccezioni per azioni più nobili o necessarie. La giustizia negli scambi non è sempre precisa e dipende da intenzioni e circostanze.Riassunto Lungo
1. Il Fine Ultimo dell’Agire Umano
Ogni cosa che facciamo, che sia arte, ricerca, azione o scelta, ha uno scopo. Questo scopo è sempre qualcosa che consideriamo un bene, perché il bene è proprio ciò a cui tutti aspiriamo. Esistono diversi tipi di scopi: alcuni sono le azioni stesse, altri sono i risultati che otteniamo grazie a quelle azioni. Quando i risultati sono più importanti delle azioni per ottenerli, allora questi risultati sono considerati superiori alle semplici azioni.I diversi fini delle attività umane
Ci sono molte attività umane e ognuna ha il suo scopo. Ad esempio, la medicina ha come scopo la salute, l’arte della navigazione ha come scopo il navigare, e l’economia domestica ha come scopo la ricchezza. Quando mettiamo in ordine questi scopi, ci accorgiamo che gli scopi delle attività principali sono più importanti di quelli delle attività che dipendono da esse. Questo perché le attività subordinate vengono svolte per raggiungere gli scopi di quelle principali.Il fine ultimo e il bene supremo
Se esiste uno scopo finale per tutto ciò che facciamo, uno scopo che desideriamo per sé stesso e che ci spinge a desiderare tutti gli altri scopi, allora questo scopo finale è il bene più grande e migliore che ci sia. Conoscere questo bene supremo è molto importante perché ci aiuta a capire come vivere e cosa scegliere nella vita.La politica e il bene comune
La politica è come una scienza principale che si occupa proprio di questo bene supremo. La politica decide quali sono le conoscenze necessarie per una comunità e cosa devono imparare i cittadini. Le attività più importanti, come la strategia militare, l’amministrazione della casa e l’oratoria, sono tutte subordinate alla politica. Lo scopo della politica, che comprende gli scopi di tutte le altre attività pratiche, è il bene degli esseri umani.Anche se il bene di una singola persona e il bene di tutta la comunità sono simili, realizzare e proteggere il bene della comunità è più importante e completo. Per questo motivo, cercare di capire cos’è il bene umano è soprattutto un compito che riguarda la politica.La felicità come bene supremo
Tutti sono d’accordo che la felicità sia il bene più grande. Però, anche se tutti usano la stessa parola, non tutti hanno la stessa idea di cosa sia la felicità . Molti pensano che la felicità sia fatta di cose concrete come la ricchezza o l’onore, ma se ci pensiamo meglio, la felicità è qualcosa di più profondo, legato a come realizziamo noi stessi come esseri umani.Cosa non è la felicitÃ
La felicità non è semplicemente piacere, onore o ricchezza. Questi sono beni incompleti o che servono solo per raggiungere altri scopi. La felicità è piuttostoRealizzare pienamente la nostra natura, vivendo in accordo con la virtù, per tutta la vita. Vivere in modo virtuoso è piacevole di per sé, ci rende autonomi e rappresenta lo scopo finale di tutte le nostre azioni. Per essere felici, intesa come vivere in modo virtuoso, abbiamo bisogno anche di cose materiali, non perché siano la felicità stessa, ma perché sono strumenti necessari per agire virtuosamente.Felicità , onore e virtù
La felicità è più importante dell’onore. Noi lodiamo la virtù perché ci aiuta a raggiungere il bene, mentre onoriamo il bene supremo stesso, che è la felicità . La virtù umana, di cui si occupa la politica, si divide in due tipi: virtù intellettuali e virtù morali. Questa divisione riflette la doppia natura dell’anima umana, che ha una parte razionale e una parte irrazionale.Ma è davvero la politica la disciplina più adatta a definire il “bene supremo” per l’uomo?
Il capitolo presenta una visione in cui la politica assume un ruolo centrale nella determinazione del bene supremo, quasi come se fosse la scienza architettonica della felicità umana. Questa centralità della politica, sebbene tradizionale in certe correnti filosofiche, necessita di essere messa in discussione. È utile considerare se altre discipline, come la filosofia morale, la psicologia o persino la spiritualità , non offrano prospettive altrettanto valide, o forse più complete, sulla natura del bene e della felicità umana. Approfondire il pensiero di autori come filosofi esistenzialisti o pensatori orientali potrebbe offrire una visione più ampia e meno univoca rispetto a quella delineata nel capitolo.2. La Virtù come Abitudine e Giusto Mezzo
La virtù si manifesta in due modi diversi: come virtù intellettuale e come virtù morale.La virtù morale e l’abitudine
La virtù morale nasce dall’abitudine, a differenza della virtù intellettuale, che si sviluppa grazie all’insegnamento e ha bisogno di tempo e di esperienza per essere appresa. Nessuna virtù morale è presente in noi dalla nascita. La natura umana ci rende capaci di accogliere le virtù, ma è solo attraverso l’abitudine che le virtù diventano perfette in noi. Le virtù si imparano mettendole in pratica, proprio come accade per le arti: si diventa bravi a costruire costruendo e si diventa bravi a suonare suonando. Quindi, sono le azioni virtuose a creare in noi la virtù, mentre le azioni sbagliate ci portano al vizio. L’obiettivo dell’educazione nelle città è proprio quello di formare buoni cittadini attraverso l’abitudine, e la qualità delle leggi si misura in base a quanto riescono a raggiungere questo scopo.Azioni ripetute e formazione del carattere
Ogni virtù e ogni vizio sono il risultato di azioni che ripetiamoCostantemente. Per diventare persone virtuose, è quindi necessario compiere azioni giuste fin da quando siamo giovani, perché le abitudini che prendiamo da ragazzi determinano il nostro carattere da adulti. Lo studio della virtù non è solo teorico, ma soprattutto pratico: vogliamo capire come diventare virtuosi attraverso azioni corrette, guidate dalla ragione. Agire seguendo la ragione è fondamentale, anche se non sempre è possibile essere precisi in tutto ciò che riguarda la pratica.La virtù come giusto mezzo
La virtù è legata al concetto di giusto mezzo, cioè evitare sia l’eccesso che il difetto. Se esagerare con l’esercizio fisico o con il cibo, oppure non farne abbastanza, danneggia la salute del corpo, allo stesso modo le virtù morali come la moderazione e il coraggio vengono rovinate dagli estremi, mentre si conservanoStando nel mezzo. Il piacere e il dolore ci indicano quali sono le nostre abitudini: una persona virtuosa prova piacere quando compie azioni virtuose e dolore quando compie azioni viziose. La virtù morale si dimostra nelle azioni migliori che riguardano il piacere e il dolore, mentre il vizio è il suo contrario. Anche se il piacere è presente in tutte le nostre scelte, non deve essere lui a guidare il nostro giudizio. Al contrario, il nostro scopo deve essere sempre il bene, il bello e l’utile. In conclusione, la virtù è un modo di essere che ci porta a fare delle scelte, e che consiste nel giusto mezzo deciso dalla ragione, evitando sia l’eccesso che il difetto.Ma chi decide cosa sia questo “giusto mezzo”, e con quale metro di giudizio, se la “ragione” può essere influenzata da mille fattori?
Il capitolo introduce il concetto di “giusto mezzo” come cardine della virtù, ma non chiarisce in modo esaustivo come si determini questo equilibrio in termini pratici e oggettivi. Se la virtù risiede nella ragione, come possiamo essere certi che tale ragione non sia viziata da pregiudizi, emozioni o dal contesto culturale? Per approfondire questa problematica, sarebbe utile esplorare le opere di filosofi che hanno messo in luce i limiti della razionalità pura nell’etica, e che hanno considerato il ruolo delle emozioni, del contesto sociale e della storia personale nella formazione del giudizio morale, come ad esempio alcuni pensatori della filosofia morale contemporanea e della psicologia morale.3. L’Arte del Giusto Mezzo
Le azioni delle persone nascono dalla volontà , il che significa che possiamo decidere di fermarle quando vogliamo. Le abitudini, anche se diventano parte di noi con il tempo, possono essere cambiate, ma ci vuole impegno e tempo per farlo.Le Virtù e il Giusto Mezzo
Si inizia a parlare delle virtù, basandosi su idee comuni e sul concetto del giusto mezzo. Questo schema ci aiuta a capire ogni virtù, analizzandone la natura, a cosa si riferisce e come si manifesta. Prendiamo ad esempio il coraggio: è legato alle nostre emozioni ed è un modo abituale di reagire, trovandosi a metà strada tra la paura e l’essere troppo audaci. Però, non tutti i tipi di coraggio sono veri. Il coraggio di chi è schiavo, che nasce dalla paura di essere punito, non è considerato una virtù.La GenerositÃ
La generosità è vista come la capacità di trovare un equilibrio nel modo in cui usiamo le nostre ricchezze, diversa dalle azioni militari o legali. Si mostra sia nel dare che nel ricevere, ma soprattutto nel donare. Essere avari o spendere troppo sono comportamenti eccessivi in questo senso. La vera generosità si vede nel donare nel modo giusto, alle persone giuste e al momento giusto, cercando di fare qualcosa di bello e con piacere. Chi è generoso non cerca di guadagnare in modo disonesto e usa i suoi soldi con saggezza, capendo che la ricchezza è un mezzo, non il fine ultimo.Magnificenza, Fierezza e Mitezza
La magnificenza è simile alla generosità , ma riguarda spese grandi, adatte a occasioni importanti e in proporzione a quanto una persona può permettersi. La fierezza è legata all’avere grandi ambizioni e si vede in chi si crede degno di grandi onori, basandosi su una buona opinione di sé. La mitezza, invece, controlla la rabbia, cercando di essere sempre calmi e reagendo in modo adeguato alle offese, seguendo la ragione.Amabilità , Sincerità e Spirito Arguto
Nei rapporti con gli altri, l’amabilità è la capacità di trovare un equilibrio tra l’essere sempre d’accordo con tutti e l’essere sempre pronti a litigare, cercando di approvare e disapprovare in modo giusto. La sincerità è il giusto mezzo tra il vantarsi e l’essere falsamente modesti, dicendo la verità sulle proprie qualità . Infine, lo spirito arguto si trova tra il fare battute stupide e il non avere senso dell’umorismo, cercando una comicità raffinata e rispettosa.Il Pudore
Il pudore, anche se è più un sentimento che una virtù, si manifesta come paura di avere una cattiva reputazione, soprattutto importante nei giovani, che sono più inclini a sbagliare.Ma è davvero possibile ridurre l’amicizia a una questione di ‘scambio’ e ‘proporzionalità ’ senza snaturarne l’essenza più profonda?
Il capitolo sembra analizzare l’amicizia attraverso una lente prettamente economica, parlando di ‘valore di scambio’ e ‘proporzionalità ’. Tuttavia, questa prospettiva rischia di ridurre un legame complesso e sfaccettato come l’amicizia a una mera transazione. Per comprendere appieno la natura dell’amicizia, sarebbe utile esplorare discipline come la filosofia morale e la psicologia delle relazioni, approfondendo autori come Aristotele, che pure ha ispirato il capitolo, ma anche pensatori moderni che hanno analizzato le dinamiche affettive in termini meno utilitaristici.8. L’Intima Unione di Piacere e Azione
Il Piacere come Elemento Intrinseco all’Azione
Il piacere non nasce da un processo esterno all’azione, né si riduce a un semplice movimento. Al contrario, il piacere emerge direttamente dall’azione stessa. Questo legame è molto stretto con le nostre sensazioni e percezioni: ogni volta che sentiamo qualcosa, il piacere si presenta come una risposta immediata a ciò che percepiamo come positivo o negativo. Anche se a volte possiamo cercare sensazioni senza pensare al piacere che ne deriverà , il piacere è sempre presente, compare naturalmente come risultato di ciò che facciamo.La Natura del Piacere e le sue Diverse Forme
Il piacere non è una forza che ci spinge ad agire dall’esterno, ma è una caratteristica naturale del nostro agire. Il piacere è profondamente legato all’azione, tanto da sembrare quasi la stessa cosa. Proprio come la forma è inseparabile da chi la crea, così il piacere è parte integrante dell’azione. Esistono molti tipi di piacere, diversi per natura e per quanto sono puri. Tra questi, i piaceri legati all’intelletto sono superiori a quelli puramente fisici. I piaceri intellettuali sono più puri e meno legati ai bisogni del corpo.Piacere, Varietà e Virtù
A differenza degli dei, noi umani abbiamo bisogno di novità e di cose sempre diverse per mantenere vivo il piacere nelle attività intellettuali. Questa necessità di cambiamento spiega perché ci stanchiamo. Le azioni virtuose, che richiedono impegno e serietà , sono più importanti del semplice divertimento superficiale e di breve durata. La felicità più alta si raggiunge quando ci dedichiamo alla riflessione e alla contemplazione, un’attività che dura nel tempo, è indipendente dalle circostanze esterne e ci avvicina alla natura divina.Saggezza Pratica, Politica ed Educazione alla Virtù
La saggezza pratica è fondamentale per guidarci verso la virtù, che è considerata lo scopo più importante della vita. La politica e le leggi sono strumenti essenziali per educare le persone alla virtù e per guidare la comunità verso il bene comune. L’educazione morale, che inizia in famiglia, deve seguire i principi fondamentali della politica, considerata la disciplina più importante per il bene di tutti. Conoscere le leggi e i principi universali è cruciale per indirizzare le nostre azioni verso la virtù e per raggiungere la piena felicità .Ma è davvero così evidente che i piaceri intellettuali siano ‘superiori’ a quelli fisici, o questa distinzione non rischia di riflettere una visione elitaria e poco inclusiva della felicità umana?
Il capitolo sembra dare per scontata una gerarchia dei piaceri che potrebbe non essere universalmente condivisa. Approfondire autori come Epicuro, che valorizzava i piaceri semplici e naturali, o esplorare le più recenti ricerche sulla psicologia del benessere, potrebbe offrire una prospettiva più ampia e sfumata sulla natura del piacere e della felicità .Abbiamo riassunto il possibile
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