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Contenuti del libro
Informazioni
“Essenza e attualità del tomismo” di Réginald Garrigou-Lagrange è un libro che si lancia in una difesa appassionata e profonda del pensiero di San Tommaso d’Aquino contro le sfide della filosofia moderna. L’autore ci mostra come, mentre il pensiero contemporaneo tende a considerare la teologia tradizionale superata e legata a nozioni mutevoli, il tomismo mantenga una straordinaria attualità grazie al suo fondamento su verità immutabili e principi metafisici universali. Concetti chiave come la distinzione tra potenza e atto e quella tra essenza ed esistenza non sono visti come vecchi schemi fisici, ma come pilastri metafisici essenziali per comprendere l’essere, il cambiamento, le prove dell’esistenza di Dio e persino la natura della conoscenza intellettuale. Il libro evidenzia come il rifiuto di questi principi porti a un relativismo che mina la verità oggettiva e la possibilità di conoscere Dio. Garrigou-Lagrange dipinge il tomismo come un sistema potente: realista, perché riconosce il primato dell’essere; intellettualista, perché valorizza l’intelligenza; e teocentrico, perché pone Dio, l’Atto puro, come centro di tutto. È un invito a riscoprire la solidità di una metafisica che abbraccia sia l’ordine naturale che quello soprannaturale, dimostrando perché il pensiero di Tommaso sia ancora oggi fondamentale per chi cerca risposte profonde sulla realtà e sulla fede.Riassunto Breve
Il pensiero moderno mette in discussione la teologia tradizionale dicendo che usa idee vecchie, come la differenza tra materia e forma, e che per questo le verità cristiane non sono fisse ma cambiano. Invece, la dottrina di San Tommaso è ancora valida perché usa principi che non cambiano, come le idee di essere, unità, verità, bene, e regole come quella che una cosa non può essere e non essere allo stesso tempo. Questi principi vanno oltre le cose fisiche e valgono anche per le cose spirituali e per Dio. La differenza tra potenza e atto è molto importante. Non è solo una differenza fisica, ma serve a spiegare come le cose cambiano e perché ci sono tante cose diverse, senza andare contro l’idea che una cosa è sé stessa. Senza questa differenza, le prove che dimostrano che Dio esiste non funzionano più. Le verità cristiane che non cambiano hanno bisogno di idee che non cambiano; se le idee cambiano sempre, anche le affermazioni fatte con quelle idee non sono stabili. Il pensiero di San Tommaso dice che le idee di base che tutti capiscono sono vere in modo oggettivo. Se si rifiutano questi principi, si fa confusione e si dice che la verità è solo quello che funziona o che cambia con la vita, non quello che corrisponde alla realtà. Questo porta a non poter conoscere Dio con sicurezza e a indebolire la morale e la fede. La forza del pensiero di San Tommaso sta nel guardare ogni cosa in relazione all’essere, che si divide in potenza e atto, dicendo che l’atto è più importante. Questo porta a una visione che dice che la realtà esiste prima della nostra conoscenza (realismo), che l’intelligenza è più importante della volontà (intellettualismo) e che Dio, che è Atto puro, è l’inizio e la fine di tutto (teocentrismo). Questi aspetti rendono questo pensiero unito e completo. Una differenza fondamentale che deriva da potenza e atto è quella tra l’essenza (cosa una cosa è) e l’esistenza (il fatto che una cosa c’è) nelle creature. Solo in Dio l’essenza e l’esistenza sono la stessa cosa (Dio è Atto puro). Nelle creature, l’essenza è la possibilità di esistere, e l’esistenza è l’atto che rende reale l’essenza. Questa differenza spiega perché Dio è infinito e le creature sono limitate e dipendono da Dio. Negare questa differenza rende difficile capire sia Dio che le creature. Nelle cose fatte di materia e forma, l’esistenza non è né della materia né della forma da sole, ma solo della cosa completa. L’essenza è fatta di più parti (materia e forma), ma l’esistenza è una sola. Questo va contro chi dice che essenza ed esistenza non sono diverse nella realtà. Quello che rende una cosa un individuo è la materia con una certa quantità. Non è vero che ogni forma rende una cosa un individuo da sola, altrimenti non ci sarebbero tante cose uguali della stessa specie. La materia prima non può esistere da sola senza una forma, perché sarebbe solo possibilità senza essere reale, il che non è possibile. Chi nega la differenza reale tra essenza ed esistenza a volte dice che la materia ha una sua esistenza, anche se imperfetta. La materia prima da sola non esiste e non si può conoscere. L’idea della materia in Dio è l’idea della cosa completa. Si può capire con l’intelletto solo quello che è reale, che è determinato dalla forma. L’intelletto umano capisce le cose materiali non direttamente, ma in modo indiretto, prendendo la forma dalla materia. La cosa materiale singola non si può capire direttamente perché è sotto il livello di quello che l’intelletto può afferrare subito. L’idea che l’intelletto capisca direttamente la cosa materiale singola viene dal pensare che la potenza sia un atto imperfetto. La forma di una cosa materiale, siccome non è materiale, si può capire potenzialmente in modo diretto. Non c’è una differenza fondamentale tra la forma e l’intelletto. La forma può stare nella materia (come l’idea reale della cosa) e nell’intelletto (come concetto). Il fatto di non essere materiale è la base per poter capire e per avere l’intelligenza. Quanto si conosce e quanto si è intelligenti dipende da quanto si è indipendenti dalla materia. La differenza tra potenza e atto vale anche per le cose divine. In Cristo c’è una sola esistenza per due nature, e nella Trinità una sola esistenza per tre Persone; l’esistenza non definisce formalmente la persona. L’esistenza delle cose divine in Dio si capisce da questi principi. Le capacità di conoscere sono definite da quello che conoscono. L’intelletto di Dio, essendo il suo stesso atto di capire, ha un oggetto che nessun intelletto creato può conoscere da solo. Questo mostra che la ragione umana non può arrivare da sola a certe verità su Dio. Non c’è nella natura umana un desiderio naturale di vedere Dio faccia a faccia o una capacità che possa raggiungere questo. Questo confonderebbe le cose naturali con quelle divine. Quello che si capisce con la fede che Dio ci dà non si può raggiungere con la fede che si acquista con lo studio, altrimenti la fede data da Dio non servirebbe per essere elevati all’ordine divino. La differenza tra potenza e atto è essenziale: la potenza reale non è atto, ma è fatta per arrivare all’atto. Da qui vengono le diverse cause e la regola che non si può andare avanti all’infinito con cause che dipendono l’una dall’altra, il che porta alla necessità di un Atto puro, che è Dio. Ogni cosa che è o che fa dipende dalla determinazione suprema dell’Atto puro.Riassunto Lungo
1. Il Fondamento Immutabile della Verità
Il pensiero moderno critica la teologia tradizionale, giudicandola legata a idee superate e non più adatte ai tempi. Si sostiene che la teologia debba abbandonare concetti come la distinzione tra materia e forma, considerati residui di vecchie teorie fisiche. Questo modo di pensare porta a vedere le verità cristiane come “bloccate” in idee passeggere e mutevoli, negando che possano essere immutabili nel tempo. Al contrario, la visione di San Tommaso mantiene la sua importanza oggi perché si basa su verità che non cambiano, fondamentali per capire chi è Dio, cos’è l’anima e come funziona il mondo. I principi su cui si fonda la sua filosofia sono universali, validi sempre e ovunque.I Principi Universali del Tomismo
I principi di San Tommaso sono concetti fondamentali che vanno oltre la fisica, applicandosi anche al mondo spirituale e a Dio stesso. Tra questi principi universali ci sono le nozioni di essere, unità, verità, bene, e regole logiche come il principio di non contraddizione, il principio di ragion d’essere (ogni cosa ha una ragione per esistere), il principio di causalità (ogni effetto ha una causa) e il principio di finalità (ogni cosa tende a un fine). Questi concetti sono essenziali per un pensiero solido.Potenza e Atto: Una Distinzione Fondamentale
La distinzione tra potenza e atto è uno di questi concetti cruciali. Non è una differenza che riguarda solo il mondo fisico, ma è una distinzione universale, necessaria per spiegare come le cose cambiano e come esistono molteplici esseri diversi, pur mantenendo la loro identità. Senza questa distinzione fondamentale, le prove che dimostrano l’esistenza di Dio perdono la loro forza. Le affermazioni centrali della fede cristiana, che sono considerate immutabili, richiedono concetti altrettanto stabili; se i concetti cambiano continuamente, anche le affermazioni costruite su di essi diventano instabili.Le Caratteristiche del Pensiero Tomista
La forza del pensiero di San Tommaso sta nel suo essere una filosofia che guarda a ogni cosa in relazione all’essere, visto come distinto in potenza e atto, affermando che l’atto (l’esistenza, l’essere in pienezza) ha il primato. Questo porta a una visione del mondo che è realista, perché riconosce che la realtà esiste indipendentemente da come la pensiamo; intellettualista, perché afferma che l’intelligenza è superiore alla volontà nel guidare la conoscenza; e teocentrica, perché pone Dio, che è l’Atto puro e perfetto, come origine e scopo di tutto. Queste caratteristiche rendono il pensiero tomista coerente, universale, profondo e armonioso.Essenza ed Esistenza nelle Creature
Un’applicazione centrale della distinzione tra potenza e atto è la differenza reale tra essenza ed esistenza nelle creature. Solo in Dio l’essenza (ciò che una cosa è) e l’esistenza (il suo essere nel mondo) sono la stessa cosa, perché Dio è l’essere nella sua forma più pura e completa (Atto puro). Nelle creature, invece, l’essenza è come la capacità di esistere (potenza), e l’esistenza è l’atto che rende questa capacità reale. Questa distinzione spiega perché Dio è infinito e le creature sono finite, e perché le creature dipendono da Dio per esistere e agire. Negare questa differenza rende difficile capire sia la natura divina che la natura di tutto il resto.Le Conseguenze del Rifiuto dei Principi Fondamentali
Il pensiero di San Tommaso difende il valore reale e oggettivo delle prime idee che abbiamo grazie al senso comune, idee che la filosofia aiuta a definire meglio. Rifiutare questi principi universali porta a molta confusione e a definizioni di verità che si basano solo su ciò che facciamo o su come cambia la vita umana, invece di basarsi sulla corrispondenza con la realtà esterna. Questo modo di pensare finisce per portare a dubitare della possibilità di conoscere Dio con certezza (agnosticismo) e a considerare solo la natura come unica realtà (naturalismo), minando così le basi solide della morale e della fede.Ma questi principi, presentati come ‘universali’ e ‘immutabili’, sono davvero l’unica base possibile per la conoscenza e la realtà?
Il capitolo afferma con forza che i principi tomisti sono universali e necessari, e che rifiutarli porta inevitabilmente a confusione e agnosticismo. Tuttavia, non esplora sufficientemente le ragioni per cui gran parte della filosofia moderna ha sviluppato approcci diversi o critiche esplicite a questi stessi principi. Per comprendere meglio questo dibattito, sarebbe utile confrontarsi con le correnti filosofiche che, a partire dall’età moderna, hanno messo in discussione la metafisica classica e proposto visioni alternative della realtà, della conoscenza e della logica. Approfondire autori come Immanuel Kant, David Hume o pensatori del XX secolo che hanno esplorato vie differenti può aiutare a contestualizzare e valutare criticamente l’affermazione della ‘necessità’ e ‘immutabilità’ dei principi tomisti.2. L’Essere Composto e la Radice della Conoscenza
Nei composti, fatti di materia e forma, l’esistenza non è della materia da sola né della forma da sola. È solo il composto nel suo insieme che ha l’esistenza vera e propria, quella che mette insieme materia e forma. Questa esistenza è unica per ogni composto. Questo significa che l’essenza (ciò che una cosa è) è composta, ma l’esistenza (il suo essere nel mondo) è una sola. Questa idea va contro chi dice che essenza ed esistenza non sono realmente diverse, sostenendo invece che la distinzione tra ciò che una cosa è e il suo esistere è reale.Il Principio di Individuazione
Ciò che rende una cosa un individuo, unico nel suo genere e distinto dagli altri della stessa specie, è la materia specifica che la compone. Questa materia è definita da una certa quantità. Non è corretto pensare che la forma da sola basti a rendere qualcosa individuale. Se fosse così, non potrebbero esistere molti individui della stessa specie, e i dubbi su come possano esistere tante cose simili, pur avendo la stessa forma, rimarrebbero senza risposta. È quindi la materia, in una certa quantità, il principio che permette la molteplicità degli individui all’interno di una stessa specie.La Natura della Materia Prima
La materia prima, da sola, non può esistere senza una forma che la definisca. Sarebbe pura possibilità (potenza) senza essere niente di concreto (atto), il che è impossibile. Chi non distingue realmente tra essenza ed esistenza finisce per dare alla materia una sua esistenza, vedendola come un atto incompleto. In realtà, la materia prima in sé non esiste e non può essere conosciuta direttamente. L’idea che Dio ha della materia coincide con l’idea dell’insieme composto. Possiamo capire e conoscere solo ciò che è concreto, che è in atto, cioè ciò che è definito da una forma.La Conoscenza Intellettuale
La nostra mente, per conoscere le cose che percepiamo con i sensi, deve ‘separare’ la forma dalla materia. L’intelletto umano non afferra direttamente l’individuo concreto e materiale, ma lo conosce solo in modo indiretto. L’individuo, in quanto materiale, è difficile da ‘catturare’ pienamente con l’intelletto, perché si trova al di sotto della conoscenza diretta. L’idea che l’intelletto possa conoscere direttamente l’individuo materiale nasce dall’errore di considerare la pura possibilità (potenza) come un atto incompleto anziché come un’ordinazione all’atto.La Forma e l’Intelletto
La forma di una cosa sensibile, non essendo materiale, può essere capita direttamente, anche se inizialmente solo come possibilità. Non c’è una differenza profonda tra la forma e la capacità di capire (l’intelletto). La forma può esistere sia dentro la materia (come l’idea concreta di una cosa nel mondo reale) sia nella nostra mente (come un concetto che ci facciamo di quella cosa). La capacità di non essere materiale è ciò che permette di capire e di usare l’intelletto. Più una cosa è indipendente dalla materia, più può essere conosciuta e capita in modo completo.Potenza e Atto nell’Ordine Soprannaturale
La differenza tra possibilità (potenza) e realtà concreta (atto) vale anche per l’ambito spirituale e divino. Ad esempio, in Cristo c’è una sola esistenza, pur avendo due nature distinte (umana e divina). Nella Trinità, c’è un’unica esistenza per tre Persone divine, perché l’esistenza non definisce di per sé la personalità. Questi principi aiutano a capire l’esistenza dell’ordine soprannaturale in Dio. Le capacità di conoscere sono definite da ciò che possono conoscere. La mente di Dio, che è il suo stesso atto di conoscere, ha un oggetto che nessuna mente creata può capire da sola per sua natura. Questo dimostra che la ragione umana, con le sue sole forze, non può arrivare a conoscere certe verità su Dio.La Fede e la Visione Beatifica
Nella natura umana non c’è un desiderio naturale o una capacità innata di vedere Dio direttamente, quella che viene chiamata visione beatifica. Pensare il contrario significherebbe mescolare l’ordine naturale, a cui apparteniamo per nascita, e quello spirituale, che richiede un’elevazione. Ciò che si conosce con la fede che ci viene data da Dio (fede infusa) non è la stessa cosa che si conosce con la fede che si ottiene studiando o riflettendo (fede acquisita). La fede infusa ci permette di accedere a verità che la sola ragione o la fede acquisita non possono raggiungere. Se l’oggetto della fede infusa fosse raggiungibile con la fede acquisita, allora la fede infusa non servirebbe a portarci verso l’ordine divino e la visione beatifica.Il Principio di Potenza e Atto e l’Atto Puro
La differenza tra ciò che è solo possibile (potenza) e ciò che è reale (atto) è cruciale: una possibilità reale non è ancora realtà, ma tende a diventarlo. Da questa distinzione capiamo come funzionano le cause: una cosa ne causa un’altra, ma non si può andare avanti all’infinito in questa catena di cause dipendenti, dove ogni causa è causata da un’altra. Questo porta alla conclusione che deve esistere un Atto puro, qualcosa che è pura realtà senza nessuna possibilità non realizzata e che non dipende da nient’altro. Ogni cosa che esiste e ogni azione dipendono da questo Atto puro che le determina in modo supremo.Ma siamo sicuri che la distinzione tra ‘ciò che una cosa è’ e il suo ‘esistere’ sia così reale e universale come affermato?
Il capitolo fonda molte delle sue argomentazioni su questa distinzione tra essenza ed esistenza, presentandola come un dato di fatto e base per confutare altre posizioni. Tuttavia, questa è una posizione metafisica specifica, caratteristica di una certa tradizione filosofica, che non è universalmente accettata. Altri pensatori e correnti di pensiero hanno messo in discussione o rifiutato questa distinzione, proponendo modi diversi di intendere l’essere e la realtà, il che porterebbe a conclusioni filosofiche e teologiche differenti. Per approfondire, si possono esplorare le opere di filosofi come Parmenide, Spinoza o le diverse ontologie sviluppate nella filosofia contemporanea.Abbiamo riassunto il possibile
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