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Contenuti del libro
Informazioni
“Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata” di Silvia Bencivelli ti porta in un viaggio affascinante attraverso la storia della medicina spericolata, quella fatta di autoesperimento e rischi enormi. Il libro racconta come la comprensione del corpo umano sia passata da vecchie idee a un approccio basato sulla misura e l’esperimento, dando vita a discipline come la fisiologia. Scoprirai le storie di pionieri coraggiosi, a volte folli, che hanno usato se stessi come cavie: da Santorio Santorio che misurava il suo peso su una bilancia gigante per capire la perspiratio insensibilis, a Joseph Goldberger che si inoculò fluidi di malati per studiare la pellagra, dimostrando che era una malattia da carenza nutrizionale. Vedrai medici come Werner Forssmann che si infilò un catetere nel cuore o chirurghi che si operarono da soli per necessità. Il libro esplora anche lo sviluppo dell’anestesia, della farmacologia (con scoperte come la morfina o il disulfiram) e la lotta contro le malattie infettive come la febbre gialla o il colera, dove scienziati si esponevano volontariamente ai patogeni o testavano i primi vaccini su se stessi. Non mancano le figure più recenti del biohacking e le domande etiche che queste pratiche sollevano. È un racconto di dedizione estrema, sacrifici e scoperte fondamentali che hanno cambiato per sempre la sperimentazione umana e il progresso medico, mostrandoci il lato più audace e personale della scienza.Riassunto Breve
Il progresso nella comprensione del corpo umano e nello sviluppo della medicina si basa spesso sulla sperimentazione diretta, una pratica che vede i ricercatori utilizzare se stessi come soggetti di studio. Questo approccio rischioso è stato fondamentale in diverse epoche, partendo dalle prime misurazioni quantitative del corpo, come quelle di Santorio Santorio che scopre la perdita invisibile di massa, fino agli studi sul metabolismo di Wilbur Olin Atwater che introduce il concetto di caloria. La ricerca sulle malattie da carenza nutrizionale vede scienziati come Joseph Goldberger dimostrare la causa non infettiva della pellagra o John Crandon e Victor Herbert sottoporsi a diete restrittive per studiare scorbuto e anemia. In chirurgia, l’autoesperimento si manifesta per necessità, come nelle auto-operazioni di appendicite di Jan de Doot o Leonid Rogozov, o per sviluppare nuove tecniche, come il primo cateterismo cardiaco di Werner Forssmann su se stesso. Anche lo sviluppo dell’anestesia procede con medici che sperimentano sostanze come protossido d’azoto, etere e cocaina su di sé per capire gli effetti e le tecniche di somministrazione locale o spinale, affrontando anche rischi come la dipendenza, come nel caso di William Halsted. La farmacologia si avvale ampiamente dell’autoesperimento per comprendere gli effetti delle sostanze, dalla morfina isolata da Friedrich Serturner, testata su se stesso e amici, alla scoperta accidentale del disulfiram per l’alcolismo da parte di Erik Jacobsen e Jens Hald, o gli effetti dell’LSD scoperti da Albert Hofmann. Nello studio delle malattie infettive, scienziati si espongono volontariamente agli agenti patogeni per comprenderne la trasmissione o confutare teorie, come Daniel Carrión che muore di febbre di Oroya dopo essersi inoculato un siero, Stubbins Ffirth che beve fluidi di malati di febbre gialla, o Max von Pettenkofer che ingerisce vibrioni del colera per dimostrare la sua teoria ambientale. Barry Marshall, un secolo dopo, ingerisce batteri per dimostrare che causano le ulcere. Lo sviluppo dei vaccini vede collaboratori di Pasteur vaccinarsi per dimostrare la sicurezza e l’efficacia, o Hilary Koprowski testare il vaccino antipolio su se stesso. Questi atti comportano rischi elevati, talvolta fatali, come la morte di Gianni Pauletta per shock anafilattico o Eusebio Valli per febbre gialla. Le motivazioni variano dalla pura curiosità scientifica e necessità pratica alla volontà di dimostrare una teoria o ottenere credibilità. Sebbene la scienza moderna si basi su metodi più rigorosi e controllati, il corpo umano rimane il modello più fedele. Negli anni recenti, l’autoesperimento riemerge nel contesto del biohacking e della scienza fai-da-te, spinto da nuove tecnologie e visioni postumaniste, con figure che sperimentano terapie geniche o vaccini al di fuori dei circuiti regolamentati, sollevando nuovi dibattiti etici sulla sicurezza e la validità dei dati rispetto agli autoesperimenti storici condotti in contesti scientifici più strutturati. La comprensione della diffusione delle malattie infettive, come il colera legato all’acqua contaminata, e lo sviluppo di strategie preventive come la vaccinazione, che stimola il sistema immunitario, rappresentano progressi fondamentali guidati anche da questa audace pratica di sperimentazione diretta.Riassunto Lungo
1. Pionieri e Cavie della Medicina
Capire come funziona il corpo umano è stato un percorso lungo, iniziato con idee antiche basate sull’osservazione e sulla qualità, come la teoria degli umori di Galeno. Con il tempo, specialmente durante la Rivoluzione scientifica, la medicina ha iniziato a guardare al corpo come a una macchina, concentrandosi sulla misura e sull’esperimento. Questo cambiamento ha portato alla nascita di studi specifici come l’anatomia, che studia la struttura del corpo, la fisiologia, che ne analizza le funzioni, e la patologia, che si occupa delle malattie.I Primi Passi nella Misura Quantitativa
Tra i primi a usare un approccio basato sulla misura c’è stato Santorio Santorio, considerato un precursore della fisiologia che usa i numeri. Lui usava una bilancia molto grande, chiamata “statera medica”, per pesare sé stesso e tutto ciò che mangiava e beveva, confrontandolo con ciò che il corpo eliminava. Così ha scoperto la “perspiratio insensibilis”, una perdita di peso invisibile che avviene attraverso la pelle e il respiro, dimostrando che il corpo scambia materia con l’ambiente in modi non sempre evidenti.Misurare l’Energia del Corpo
Molto tempo dopo, nell’Ottocento, Wilbur Olin Atwater ha continuato su questa strada, usando strumenti chiamati calorimetri. Questi apparecchi servivano a misurare quanta energia c’è nel cibo e quanta energia usa il corpo umano. Atwater ha introdotto l’idea della caloria come unità di misura dell’energia e ha studiato quanto cibo serve alle persone, arrivando anche a fare esperimenti su sé stesso per capire meglio.Scoprire le Malattie da Carenza
La ricerca ha fatto grandi passi avanti anche nello scoprire perché alcune malattie compaiono quando manca qualcosa nella dieta. Joseph Goldberger, per esempio, ha studiato la pellagra e ha capito che non si prendeva per contagio, ma era causata dalla mancanza di una sostanza nel cibo a base di mais, che poi si è scoperto essere la Niacina, una Vitamina del gruppo B. Per provarlo, Goldberger ha fatto esperimenti su persone in prigione che si erano offerte volontarie e, per dimostrare definitivamente che non era infettiva, si è iniettato fluidi presi da malati di pellagra. Altri ricercatori hanno seguito strade simili, mettendosi a dieta stretta per capire gli effetti della mancanza di vitamine. John Crandon lo ha fatto per lo scorbuto, causato dalla carenza di Vitamina C, e Victor Herbert per un tipo di anemia legato alla mancanza di folati.Coraggio e Rischio in Chirurgia
Anche nel campo della chirurgia ci sono stati esempi di ricerca estrema. John Hunter è ricordato per un esperimento molto discusso: si è auto-inoculato per studiare le malattie che si trasmettono sessualmente. Purtroppo, questo esperimento lo ha portato a confondere la sifilide con la gonorrea per un certo tempo. Un altro gesto di grande coraggio è stato quello di Werner Forssmann. In un’epoca in cui toccare il cuore era considerato un tabù pericolosissimo, lui ha eseguito il primo cateterismo cardiaco su sé stesso, infilando un tubicino in una vena del braccio fino a raggiungere il cuore. Questa tecnica ha cambiato radicalmente la cardiologia, permettendo di diagnosticare e curare meglio i problemi cardiaci.Come si può celebrare il coraggio dei pionieri medici che sperimentavano su sé stessi o su altri, senza affrontare le complesse questioni etiche che tali pratiche sollevano?
Il capitolo mette giustamente in risalto la spinta innovatrice e il rischio personale di figure chiave nella storia della medicina. Tuttavia, nel concentrarsi sull’aspetto eroico, si trascura il contesto etico, che è fondamentale per una comprensione completa. L’auto-sperimentazione, sebbene talvolta motivata da nobili intenti o necessità, presenta dilemmi legati al consenso informato (anche verso sé stessi) e al potenziale conflitto di interessi. Ancora più critico è l’uso di popolazioni vulnerabili, come i prigionieri menzionati nel caso Goldberger, una pratica che, purtroppo, ha segnato pagine buie nella storia della ricerca medica. Per approfondire questi aspetti, è indispensabile studiare la storia dell’etica medica, l’evoluzione dei codici di condotta come quello di Norimberga e la Dichiarazione di Helsinki, e i principi fondamentali della bioetica. Approfondire il pensiero di filosofi e storici della medicina che si sono occupati di questi temi può fornire una prospettiva più equilibrata e critica.2. Il Coraggio sulla Propria Pelle
Lo sviluppo della medicina ha spesso richiesto un coraggio estremo, con scienziati e medici che hanno messo a rischio la propria vita sperimentando direttamente sul proprio corpo. Questa pratica, l’autoesperimento, è stata fondamentale, specialmente quando mancavano alternative o per comprendere gli effetti più intimi e personali di procedure e sostanze. Si è manifestata in vari campi della medicina, spingendo i confini della conoscenza attraverso esperienze dirette e non di rado pericolose.Esperimenti in Chirurgia
Anche nel campo della chirurgia, l’autoesperimento ha lasciato il segno. Interventi su se stessi sono avvenuti per necessità estreme, dimostrando la possibilità di compiere operazioni complesse da soli. Casi storici come quello di Jan de Doot, che nel XVII secolo si rimosse un calcolo renale, o del medico russo Leonid Rogozov, che nel 1961 si operò di appendicite in una base antartica isolata, testimoniano questa audacia dettata dalle circostanze.L’Autoesperimento per l’Anestesia
La scoperta e lo sviluppo dell’anestesia devono molto all’autoesperimento. L’uso ricreativo di sostanze come il protossido d’azoto e l’etere ha portato all’identificazione delle loro proprietà anestetiche. Medici coraggiosi hanno sperimentato su se stessi per affinare le tecniche. Carl Koller, ad esempio, usò la cocaina per sviluppare l’anestesia locale, sperimentandone gli effetti sui propri occhi. August Bier testò l’anestesia spinale su se stesso. William Halsted, pioniere della chirurgia moderna, sperimentò anch’egli la cocaina per il blocco nervoso, scoprendo una tecnica utile ma sviluppando purtroppo una grave dipendenza. Più tardi, Evan O’Neill Kane dimostrò la fattibilità di un’appendicectomia con anestesia locale operando su se stesso, confermando la sicurezza e l’efficacia della tecnica.L’Autoesperimento in Farmacologia
Nella farmacologia, l’autoesperimento è stato cruciale per capire gli effetti delle sostanze sul corpo umano. Jan Purkinje, nel XIX secolo, condusse numerosi esperimenti su farmaci e sulla percezione visiva, gettando le basi per la farmacologia e le neuroscienze. Friederich Serturner, isolando la morfina, il primo principio attivo di una pianta, sperimentò su se stesso e su alcuni amici per verificarne gli effetti, affrontando le conseguenze della dipendenza.Sviluppo di Tecniche Farmacologiche
Anche le modalità di somministrazione dei farmaci furono testate inizialmente tramite autoesperimenti. Le prime iniezioni endovenose e sottocutanee su esseri umani vennero effettuate da medici su se stessi, come Enoch Hale che si iniettò olio di ricino o GV Lafargue che usò la morfina. La scoperta del disulfiram, un farmaco per trattare l’alcolismo, avvenne accidentalmente tramite autoesperimento: Erik Jacobsen e Jens Hald, studiando un’altra sostanza, notarono una forte reazione negativa dopo aver bevuto alcol, rivelando un’interazione inattesa che si dimostrò utile terapeuticamente. Albert Hofmann, il chimico svizzero che sintetizzò l’LSD, scoprì i suoi potenti effetti psicotropi tramite un autoesperimento involontario, seguito poi da prove deliberate per studiarne le proprietà.L’Autoesperimento nelle Malattie Infettive
Comprendere la trasmissione delle malattie infettive ha spinto alcuni medici a rischi estremi. Daniel Carrión, un medico peruviano, si inoculò un siero per studiare la febbre di Oroya, una malattia endemica, morendo a causa dell’infezione e fornendo così conoscenze fondamentali sulla sua patogenesi. Stubbins Ffirth, all’inizio del XIX secolo, compì esperimenti su se stesso con fluidi corporei di malati di febbre gialla nel tentativo di dimostrare che la malattia non fosse contagiosa per contatto diretto, un’ipotesi che si rivelò errata ma che evidenziò il coraggio della ricerca. La commissione guidata da Walter Reed dimostrò successivamente la trasmissione della febbre gialla tramite le zanzare; membri del team come James Carroll e Jesse Lazear si ammalarono durante le indagini, sebbene il ruolo esatto dell’autoesperimento di Lazear sia ancora discusso. Più recentemente, Claude Barlow si infettò volontariamente con un parassita per studiarne il ciclo vitale e le possibilità di diffusione, contribuendo alla parassitologia.Il progresso medico, in epoche in cui le metodologie di ricerca erano limitate, è stato profondamente influenzato da questi atti di estremo coraggio individuale, fornendo conoscenze essenziali su procedure, farmaci e la natura stessa delle malattie.Ma questo coraggio non nasconde forse una totale assenza di etica e metodo scientifico?
Il capitolo mette giustamente in risalto il coraggio individuale, ma trascura di affrontare le complesse questioni etiche e metodologiche che l’autoesperimento solleva, sia nel contesto storico che in quello attuale. La validità scientifica di esperimenti su un singolo soggetto e l’assenza di un quadro etico formale sono aspetti cruciali che il capitolo non esplora. Per comprendere appieno l’evoluzione della ricerca medica, è necessario approfondire discipline come la Bioetica, la Metodologia della ricerca clinica e la Storia della medicina, studiando come si sono sviluppati gli standard etici e metodologici che oggi regolano la sperimentazione sull’uomo.3. Scienziati, cavie di se stessi
Scienziati che sperimentano su se stessi è una pratica che si ritrova spesso nella storia della medicina. Questo accade per diverse ragioni, a volte per dimostrare la validità di una teoria, specialmente quando non ci sono modelli animali adatti per le prove. Alla fine dell’Ottocento, Max von Pettenkofer, per esempio, bevve una coltura di vibrioni del colera. Voleva dimostrare che il germe da solo non bastava a causare la malattia, sostenendo invece l’importanza dell’ambiente e del suolo. Non si ammalò gravemente, ma la sua teoria fu poi smentita dall’epidemia di Amburgo del 1892, dove filtrare l’acqua si rivelò efficace per fermare il contagio. Un secolo dopo, Barry Marshall ingerì dei batteri per dimostrare che erano loro la causa delle ulcere; si curò con antibiotici e per questa scoperta ricevette il Premio Nobel.Lo sviluppo dei vaccini
L’auto-sperimentazione è stata comune anche nello sviluppo dei vaccini. Louis Pasteur inizialmente esitò a testare il suo vaccino antirabbico sull’uomo, ma lo fece su un bambino morso da un cane rabbioso. I suoi collaboratori, come Adrien Loir, si vaccinarono per dimostrare che il vaccino era sicuro ed efficace. Hilary Koprowski sviluppò il primo vaccino orale contro la poliomielite e lo provò su se stesso e sul suo assistente prima di fare sperimentazioni più ampie, che inclusero test controversi su bambini in istituti. Un altro caso è quello di Daniel Zagury, che affermò di essersi inoculato un vaccino sperimentale per l’HIV. Questa dichiarazione, però, si legò a sperimentazioni non etiche su bambini africani, aprendo un dibattito complesso sul confine tra eroismo scientifico e condotta non corretta.Rischi e conseguenze tragiche
Questi esperimenti personali hanno comportato rischi notevoli e a volte fatali. Gianni Pauletta morì per uno shock anafilattico mentre testava un antibiotico su se stesso. Gianmario Cavagna perse la vita inalando un gas tossico mentre cercava di soccorrere un collega. Nel Settecento, Eusebio Valli morì di febbre gialla dopo essersi esposto volontariamente alla malattia per studiarla.Motivazioni ed etica in evoluzione
Le ragioni dietro questi gesti estremi sono state diverse: dalla pura curiosità scientifica alla forte convinzione personale nella propria teoria, dalla necessità pratica di ottenere dati alla ricerca di maggiore credibilità o persino di attenzione pubblica. La valutazione di questi atti e le norme etiche che regolano la sperimentazione sull’uomo sono cambiate molto nel tempo. Questa evoluzione è stata influenzata anche dalla diffusione delle informazioni e dagli aspetti economici legati alla ricerca scientifica.L’audacia degli sperimentatori basta a giustificare i rischi corsi, e come si è passati da queste pratiche estreme alla ricerca regolamentata di oggi?
Il capitolo celebra giustamente l’audacia e la determinazione di pionieri che hanno rischiato la propria vita per il progresso medico. Tuttavia, concentrarsi unicamente sull’aspetto eroico rischia di trascurare il complesso percorso etico che la medicina ha dovuto affrontare. La transizione da esperimenti spesso improvvisati e rischiosi (su sé stessi o su altri, come accennato per la febbre gialla) a una ricerca clinica strutturata, basata su protocolli rigorosi e sul consenso informato, è un elemento cruciale della storia della medicina che il capitolo non approfondisce. Per comprendere appieno questo passaggio e le sue implicazioni, sarebbe utile esplorare la storia della bioetica e lo sviluppo dei codici etici nella ricerca medica.6. Dalla fonte infetta alla difesa del corpo
Comprendere come si diffondono le malattie infettive significa analizzare i fattori dell’ambiente e i microrganismi che le causano. Malattie come il colera dimostrano chiaramente il legame con l’acqua contaminata, mostrando quanto siano fondamentali le condizioni igieniche per la salute di tutti. La ricerca scientifica è essenziale per identificare i germi specifici responsabili delle infezioni. Una volta capite le cause, diventa possibile sviluppare strategie per prevenire le malattie. Questo passaggio dalla cura alla prevenzione è stato un momento cruciale nella lotta contro le malattie.La prevenzione attraverso la vaccinazione
La vaccinazione è un metodo di prevenzione molto importante. Funziona esponendo il corpo in modo controllato a una forma indebolita o inattiva del germe, oppure a parti di esso. L’obiettivo è insegnare al sistema di difesa del corpo a riconoscere e combattere il germe in modo efficace, creando una memoria protettiva. Grazie allo sviluppo dei vaccini, è stato possibile tenere sotto controllo o addirittura eliminare molte malattie che in passato causavano un gran numero di morti. Questi progressi hanno cambiato profondamente la salute pubblica nel mondo.I progressi nello studio dei microrganismi (microbiologia) e delle difese del corpo (immunologia) continuano a spingere la ricerca per creare vaccini sempre migliori. Gli scienziati lavorano costantemente per sviluppare vaccini efficaci contro una vasta gamma di malattie infettive. Questo include affrontare germi complessi e che cambiano rapidamente, come nuovi virus o batteri. L’impegno attuale mira a offrire protezione contro le minacce alla salute presenti e future, garantendo risultati migliori e una maggiore sicurezza sanitaria globale.Il capitolo celebra la vaccinazione come pilastro della prevenzione, ma quali aspetti cruciali di questa strategia vengono sistematicamente ignorati?
Il capitolo si concentra sul funzionamento scientifico e sui successi della vaccinazione, tralasciando però le complesse dinamiche sociali, etiche e politiche che ne determinano l’efficacia reale e l’accettazione nella popolazione. Per un quadro completo, sarebbe utile approfondire la sociologia della salute, la bioetica e la storia delle campagne sanitarie, che rivelano le resistenze, le disuguaglianze e i dibattiti che accompagnano da sempre questa pratica.Abbiamo riassunto il possibile
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