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Eredità

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1. Terra, Amore e Confini Mobili

Nel novembre del 1918, a Pinzon, Rosa Tiefenthaler annota nel suo diario la fine della Prima Guerra Mondiale. La sconfitta dell’Impero austroungarico porta con sé un cambiamento enorme: il Sudtirolo viene annesso all’Italia. Questo passaggio rappresenta una vera “lacerazione” per la popolazione di lingua tedesca, che vede minacciata la propria identità e la propria terra d’origine, la Heimat. Rosa, che proviene da una ricca famiglia di proprietari terrieri con possedimenti importanti a Pinzon e Entiklar, vive in prima persona questo periodo di grandi sconvolgimenti storici. La sua vita personale si intreccia profondamente con le vicende che stanno ridisegnando la regione.

La scelta di Rosa e Jakob

Anni prima, nel 1902, Rosa aveva già dimostrato grande determinazione. Aveva infatti affrontato l’opposizione del padre Johann per poter sposare Jakob Rizzolli, un uomo che, a differenza della sua famiglia, non possedeva terre. Con forza di volontà, Rosa era riuscita a ottenere il consenso paterno, anche se Johann aveva posto condizioni severe a Jakob per accettarlo in famiglia. Il matrimonio di Rosa e Jakob segna l’inizio di un percorso in cui Jakob è chiamato a dimostrare il proprio valore. Le loro scelte personali, come la lotta per il loro amore e la gestione di un’eredità importante, si svolgono mentre grandi trasformazioni politiche e sociali ridefiniscono i confini e l’identità di un intero territorio.

È davvero sufficiente descrivere l’annessione del Sudtirolo come una mera “lacerazione”, ignorando il contesto storico più ampio e le molteplici prospettive?
Il capitolo, pur offrendo un’immagine vivida dell’impatto emotivo e identitario dell’annessione sulla popolazione di lingua tedesca, rischia di presentare l’evento in modo parziale. La storia dell’Alto Adige/Südtirol è complessa e intreccia aspirazioni nazionali diverse, trattati internazionali e dinamiche sociali che vanno oltre la percezione di una singola comunità. Per comprendere appieno il significato di quel passaggio storico, è fondamentale approfondire la storia del Risorgimento italiano, le politiche espansionistiche delle potenze europee nel primo Novecento e le diverse realtà socio-culturali presenti nel territorio prima e dopo il 1918. Utile sarebbe esplorare la storiografia che affronta il tema da angolazioni differenti, considerando autori che si occupano di storia contemporanea europea, storia italiana e storia regionale, per cogliere la complessità di un confine che è stato a lungo mobile e conteso.


2. Eredità e Identità nel Sudtirolo Austriaco

All’inizio del Novecento, il Sudtirolo fa parte dell’Impero Austro-Ungarico. In questa regione, esistono forti contrasti tra le popolazioni che parlano italiano e quelle che parlano tedesco. Queste tensioni si manifestano in questioni legate ai diritti linguistici, come dimostrano i disordini avvenuti a Innsbruck nel 1904 a causa della proposta di creare una facoltà di giurisprudenza in italiano. Figure come l’irredentista Ettore Tolomei alimentano queste divisioni, promuovendo l’idea che la regione sia italiana attraverso mappe e organizzando comizi che generano nervosismo e scontri. In questo clima di tensione, la ricca famiglia Tiefenthaler affronta la morte del patriarca Johann. Egli lascia un vasto patrimonio ma nessun testamento né erede maschio diretto. Secondo la tradizione locale del “maso chiuso”, la proprietà non deve essere divisa e passa idealmente a un figlio maschio.

La gestione dell’eredità

La gestione dell’eredità ricade sulle figlie, in particolare Rosa e Luise, in una società dove le donne hanno ruoli definiti. La ricerca di un testamento nella cassaforte risulta vana, alimentando sospetti e mesi di liti familiari tra gli eredi. Alla fine si raggiunge un compromesso. Viene fatta una stima dei beni, e Rosa ottiene la proprietà di Pinzon, che intende preservare per il suo figlio maschio Josef. Luise mantiene Entiklar, e gli altri fratelli e nipoti ricevono compensazioni in denaro. Il processo è difficile e mette a dura prova l’armonia familiare.

Contesto più ampio e prospettive future

Parallelamente a queste vicende personali, si manifesta un forte sentimento di identità tirolese e lealtà all’Imperatore. La celebrazione del centenario di Andreas Hofer a Innsbruck nel 1909 ne è un esempio. L’evento vede una grande partecipazione popolare che esalta il patriottismo locale e la figura dell’eroe che combatté per l’Imperatore e la Patria. Questi eventi, sia quelli privati della famiglia che quelli pubblici della comunità, si svolgono in un periodo di crescente instabilità politica in Europa. Le grandi potenze sono sempre più rivali e aumentano le spese militari. Tutto questo preannuncia conflitti futuri che cambieranno in modo profondo la regione.

Il capitolo lega davvero le vicende private dell’eredità Tiefenthaler alle tensioni politiche del Sudtirolo, o le giustappone soltanto?
Il capitolo descrive la complessa gestione dell’eredità Tiefenthaler e, parallelamente, il clima di tensione etnica e politica nella regione. Tuttavia, non è del tutto chiaro come le specifiche dinamiche familiari, la tradizione del “maso chiuso” e la sua difficile applicazione in assenza di un erede maschio e di un testamento si intreccino concretamente con il più ampio contesto di irredentismo e identità tirolese. Per comprendere meglio questa relazione, sarebbe utile approfondire la storia sociale e legale del Sudtirolo all’epoca, studiando l’evoluzione del diritto di famiglia e delle consuetudini ereditarie come il “maso chiuso”, e la loro interazione con i cambiamenti politici e sociali.


3. La terra contesa e l’ombra nera

La Prima Guerra Mondiale ha inizio nel luglio 1914, scatenata dall’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo. Questo evento porta l’Austria a dichiarare guerra alla Serbia, attivando rapidamente un complesso sistema di alleanze che trascina nel conflitto le principali potenze europee. Uomini come Jakob vengono richiamati alle armi e partono per il fronte, costretti a lasciare le proprie famiglie e le loro vite quotidiane. La guerra si trasforma in breve tempo in un conflitto su scala mondiale, caratterizzato da estenuanti combattimenti nelle trincee e da perdite umane di proporzioni inaudite.

L’ingresso dell’Italia nel conflitto

Nel maggio 1915, l’Italia decide di entrare in guerra al fianco della Triplice Intesa, una scelta che rompe la precedente alleanza con Austria e Germania. Questa decisione è percepita come un vero e proprio tradimento dai sudtirolesi e apre un nuovo, sanguinoso fronte di combattimento molto vicino a Pinzon. La guerra ha conseguenze devastanti per la popolazione civile della regione, portando carestia diffusa, pesanti requisizioni di beni e sofferenze di ogni tipo. Anche le campane delle chiese, simbolo della comunità e della fede, vengono requisite per essere fuse e trasformate in armi, un segno tangibile e doloroso del peso del conflitto.

La fine del conflitto e il trattato di pace

La guerra si conclude nel 1918 con la sconfitta degli Imperi Centrali e il conseguente crollo del vasto Impero austro-ungarico. I trattati di pace che seguono, tra cui quello firmato a Saint-Germain-en-Laye, ridisegnano la mappa dell’Europa e decidono il destino del Sudtirolo. La regione viene assegnata all’Italia, una decisione che ignora completamente il principio di autodeterminazione dei popoli e le volontà della popolazione locale. Per la maggior parte dei sudtirolesi, questa annessione non è vista come una liberazione, ma viene vissuta come un’occupazione straniera e una separazione profondamente ingiusta dalla loro madrepatria austriaca.

L’era fascista e la politica di italianizzazione

La situazione per la popolazione sudtirolese peggiora ulteriormente con l’ascesa al potere del Fascismo in Italia. Il nuovo governo fascista persegue una politica aggressiva e sistematica di italianizzazione forzata, con l’obiettivo di sopprimere e cancellare l’identità culturale e linguistica tedesca della regione. Vengono inviati funzionari statali spesso impreparati, inefficienti e insensibili alle specificità e alle esigenze locali, aumentando l’attrito e il risentimento con la popolazione. La tensione tra la popolazione di lingua tedesca e le nuove autorità italiane cresce costantemente, sfociando in episodi di violenza. Un esempio tragico è l’attacco squadrista a una sfilata tradizionale a Bolzano nell’aprile 1921, che causa numerosi feriti e la morte di Franz Innerhofer, ricordato come la prima vittima della violenza fascista nella regione. Nonostante le enormi difficoltà, le pressioni e i tentativi di repressione, la popolazione sudtirolese oppone una forte resistenza, cercando con ogni mezzo di preservare la propria lingua, la propria cultura e la propria fede cattolica di fronte ai tentativi di annientamento.

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Se la maggioranza scelse la Germania anche per le promesse di nuove terre e case, non è forse lecito chiedersi quanto quelle promesse fossero concrete e quale fu la vera sorte degli Optanten?
Il capitolo descrive efficacemente la pressione e le divisioni, ma accenna solo alle promesse fatte agli Optanten senza esplorare cosa accadde loro una volta emigrati. Comprendere la realtà dell’insediamento in Germania è fondamentale per valutare la “scelta” nel suo complesso. Per approfondire, è necessario consultare studi storici specifici sull’attuazione dell’Opzione da parte tedesca e le condizioni di vita degli Optanten nei territori del Reich, attingendo alla storiografia sulla Seconda Guerra Mondiale e sulle politiche naziste di riorganizzazione territoriale.


8. Identità e Conflitti in Terra Tirolese

Il Sudtirolo è un territorio di confine la cui storia è segnata dal passaggio dall’amministrazione austroungarica a quella italiana. Questo cambiamento genera tensioni profonde legate all’identità culturale e linguistica tedesca (Deutschtum) e al forte legame affettivo con la terra d’origine (Heimat).

Il periodo fascista e la repressione culturale

Nel periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale, la popolazione di lingua tedesca si organizza politicamente, con il Deutscher Verband che rappresenta la maggioranza. Con l’avvento del fascismo, si verificano repressioni che colpiscono la lingua e la cultura tedesca. Per contrastare queste misure, nascono scuole clandestine, note come Katakombenschulen, dove si continua a insegnare in lingua tedesca.

L’influenza nazista e le “Opzioni” del 1939

L’influenza nazista si manifesta anche attraverso organizzazioni locali come il Völkischer Kampfring Südtirols. Un evento determinante è l’accordo tra Hitler e Mussolini nel 1939, noto come Opzioni. Ai sudtirolesi di lingua tedesca viene imposta una scelta drastica: trasferirsi nel Reich, spesso richiedendo un Ahnenpass per certificare l’origine “ariana”, oppure rimanere in Italia rinunciando alla tutela dei diritti di minoranza. Questa decisione divide profondamente la popolazione in Optanten (coloro che scelgono di trasferirsi) e Dablaiber (coloro che scelgono di rimanere).

La persistenza della cultura e delle tradizioni locali

Nonostante le forti pressioni politiche e i tentativi di assimilazione imposti dai regimi, molti elementi della cultura e delle tradizioni locali riescono a persistere. Esempi significativi includono i Maso, le tipiche fattorie alpine, le Stube, le stanze tradizionali in legno che rappresentano il cuore della casa, i gruppi paramilitari degli Schützen, custodi delle tradizioni e dell’identità locale, e la ricca varietà di piatti tipici.

Il dopoguerra e la lotta per l’autonomia

Nel dopoguerra, il quadro politico cambia e la Südtiroler Volkspartei emerge come il principale partito di riferimento per la minoranza tedesca e ladina. Questo partito promuove con determinazione gli interessi del gruppo linguistico, puntando inizialmente all’autodeterminazione e successivamente concentrandosi sull’ottenimento di un’ampia autonomia per la provincia.

Davvero le “Opzioni” del 1939 si riducono a una semplice scelta imposta, o il capitolo trascura le profonde divisioni interne e le molteplici ragioni che spinsero i sudtirolesi a decisioni così drammatiche?
Il capitolo, pur descrivendo l’evento cruciale delle Opzioni, rischia di presentare una scelta quasi binaria e imposta dall’esterno, trascurando la complessità delle dinamiche interne alla popolazione sudtirolese. Comprendere appieno quel periodo richiede di esplorare le pressioni psicologiche, economiche e ideologiche che agirono a livello individuale e familiare, le diverse sfaccettature dell’identità (non solo “tedesca” o “italiana”), e il ruolo giocato da diverse fazioni politiche e sociali all’interno della stessa comunità di lingua tedesca. Per approfondire, sarebbe utile consultare studi di storia sociale e politica del Sudtirolo e le analisi di autori che hanno esaminato le motivazioni e le conseguenze delle Opzioni in modo più sfaccettato, come ad esempio Rolf Steininger o Martha Stocker, che hanno dedicato ricerche specifiche a questo tema.


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