1. Navigare tra mercato e potere statale
La Nuova Politica Economica (NEP) ha portato a tre importanti insegnamenti. Il primo è l’importanza di costruire un’alleanza forte e paziente con i contadini. Il secondo riguarda la competizione tra le imprese gestite dallo Stato e quelle private, una sfida necessaria per imparare a gestire l’economia in modo efficace. Il terzo insegnamento è la comprensione del capitalismo di Stato, un concetto nuovo per un sistema comunista, che non era previsto nelle teorie classiche. Nello Stato sovietico, questo capitalismo di Stato ha caratteristiche uniche perché il potere è nelle mani della classe operaia. Questo potere controlla direttamente alcune aziende e stabilisce i limiti entro cui il capitale privato può operare. Lo Stato possiede la terra e i settori chiave dell’industria, distinguendosi così dal capitalismo di Stato che si trova nei paesi borghesi. La vera prova è dimostrare che lo Stato riesce a organizzare l’economia in modo migliore rispetto al capitale privato.I risultati della Nuova Politica Economica
La NEP ha ottenuto diversi successi importanti. Ha permesso di superare la crisi politica interna e ha reso i contadini più soddisfatti, soprattutto grazie alla libertà di vendere i loro prodotti e al pagamento delle tasse in natura. Anche l’industria leggera, quella che produce beni di consumo, ha iniziato a riprendersi. Tuttavia, l’industria pesante è rimasta in difficoltà. C’erano ancora problemi profondi dovuti all’arretratezza generale del paese, al basso livello di istruzione della popolazione e alla mancanza di aiuti economici dall’estero. Un ostacolo particolarmente significativo era l’inefficienza dell’organizzazione dello Stato, ereditata dal sistema precedente.Il ruolo della cooperazione e la strategia necessaria
La cooperazione ha assunto un ruolo completamente nuovo. È diventata un elemento fondamentale per la costruzione di una società socialista. Nelle specifiche condizioni dell’Unione Sovietica, la cooperazione coincide con il socialismo perché si basa sull’uso di mezzi di produzione che appartengono allo Stato. Organizzare tutta la popolazione all’interno di strutture cooperative è un compito enorme. Richiede molto tempo e un intenso lavoro culturale per educare e coinvolgere i contadini. La situazione generale impone quindi di adottare una strategia di grande cautela. È indispensabile mantenere il potere nelle mani degli operai e continuare a guidare la popolazione contadina. Bisogna ridurre in modo drastico le dimensioni dell’apparato statale per poter risparmiare risorse. Questi risparmi devono essere investiti per sviluppare l’industria e portare l’elettricità in tutto il paese. Questo processo di crescita, basato sulle risorse interne, deve procedere gradualmente. Ridurre la burocrazia è un passo essenziale e prioritario per poter realizzare tutto ciò.Ma in che modo la mera affermazione del “potere della classe operaia” trasforma radicalmente la natura del capitalismo di Stato e ne garantisce l’efficienza superiore rispetto al capitale privato?
Il capitolo fonda la specificità del capitalismo di Stato sovietico sull’idea che il potere sia nelle mani della classe operaia, distinguendolo da quello “borghese”. Tuttavia, non chiarisce i meccanismi pratici di questo potere né come esso superi l’inefficienza strutturale dell’apparato statale ereditato, lasciando irrisolta la questione della sua presunta superiorità organizzativa. Per approfondire, sarebbe utile studiare la storia politica dell’Unione Sovietica, le teorie sull’organizzazione economica comparata e le analisi critiche del potere statale, magari leggendo autori che hanno analizzato la struttura del potere sovietico o le dinamiche delle economie pianificate.2. La Terra e le Fabbriche ai Lavoratori
La grande proprietà fondiaria viene eliminata immediatamente, senza alcun compenso. Le terre che appartenevano ai grandi proprietari, allo stato, ai monasteri e alla chiesa, insieme a tutto ciò che si trova su di esse, passano sotto la gestione dei comitati dei contadini e dei soviet locali. Danneggiare questi beni, che ora sono considerati patrimonio comune, costituisce un reato grave. La terra posseduta dai contadini poveri, invece, non subisce modifiche.La Terra diventa di chi la lavora
Il diritto di possedere la terra come proprietà privata viene abolito per sempre. Questo significa che la terra non può più essere venduta, comprata, affittata o usata come garanzia per prestiti. Tutta la terra diventa patrimonio di tutto il popolo e viene data in uso solo a chi la lavora direttamente. Chi perde la terra a seguito di queste riforme riceve un aiuto temporaneo. Le risorse naturali del sottosuolo, le foreste e le acque considerate importanti passano sotto il controllo dello stato, mentre quelle di minore rilevanza sono gestite dalle comunità contadine locali. Le aziende agricole specializzate, come i vivai o le serre, non vengono divise ma trasformate in aziende modello gestite dallo stato o dalle comunità, mantenendo la loro integrità. I terreni intorno alle case di abitazione rimangono invece ai loro attuali proprietari. Le aziende dedicate all’allevamento vengono confiscate e passano anch’esse sotto la gestione dello stato o delle comunità.Chi ha diritto di usare la Terra
Il diritto di usare la terra spetta a tutti i cittadini che la coltivano con il proprio lavoro, sia individualmente che in gruppo. Non è permesso l’uso di lavoro salariato. Se qualcuno non è in grado di lavorare per un periodo limitato, la comunità ha il compito di aiutarlo. Chi non può più lavorare a causa dell’età avanzata o di una malattia perde il diritto all’uso della terra, ma riceve in cambio una pensione dallo stato. La terra viene divisa in modo equo tra i lavoratori, tenendo conto della loro capacità di lavoro o del fabbisogno di consumo. Le comunità locali hanno la facoltà di decidere come gestire l’uso della terra, se in modo individuale o collettivo. Tutta la terra confiscata confluisce in un fondo nazionale e la sua distribuzione è affidata ai soviet locali e centrali. La distribuzione viene periodicamente aggiornata in base ai cambiamenti nella popolazione e nella produzione agricola.Il Controllo Operaio nelle Fabbriche
Nelle imprese, sia grandi che piccole, viene stabilito il controllo diretto degli operai e degli impiegati sulla produzione e sulla gestione. Questo controllo viene esercitato da tutti i lavoratori attraverso rappresentanti che eleggono direttamente. Senza l’autorizzazione di questi rappresentanti eletti, non è possibile interrompere la produzione o modificare il funzionamento dell’azienda. I rappresentanti scelti dai lavoratori hanno pieno accesso a tutti i documenti, ai depositi e ai materiali dell’impresa. Le decisioni prese da questi rappresentanti sono vincolanti per i proprietari e possono essere modificate solo dall’autorità dei sindacati o dei congressi dei lavoratori. Nelle aziende considerate di importanza strategica per lo stato, sia i proprietari che i rappresentanti operai sono congiuntamente responsabili del mantenimento dell’ordine e della protezione dei beni aziendali. Chiunque commetta errori gravi o nasconda informazioni rischia la confisca dei propri beni e la reclusione. Le aziende considerate importanti per lo stato sono quelle legate alla difesa nazionale e quelle che producono beni essenziali per la popolazione.Il Ruolo Guida della Classe Operaia
La classe operaia ha il compito di guidare lo stato e tutti i lavoratori. È considerato un errore credere che solo la borghesia sia capace di dirigere. La direzione dello stato spetta al proletariato. I capitalisti tendono a ostacolare l’azione degli operai. L’organizzazione della produzione è una responsabilità che ricade direttamente sugli operai. Compiti come l’organizzazione dello scambio dei beni, la contabilità e il controllo sistematico sono affidati agli operai, che possiedono le conoscenze pratiche acquisite nella vita di fabbrica. Ogni comitato di fabbrica deve sentirsi parte integrante dell’organizzazione complessiva dello stato. L’applicazione concreta dell’abolizione della proprietà privata è un compito che spetta agli operai stessi. Non esiste un piano economico già pronto dall’alto; esso si costruisce dal basso, basandosi sull’esperienza pratica. I soviet hanno il ruolo di regolare l’intera produzione, ma questo richiede il lavoro concreto e organizzato alla base. La massa operaia nel suo complesso deve organizzare il controllo e la produzione a livello statale. Il successo di questo processo dipende dall’organizzazione efficace di tutti i lavoratori.È realistico pensare che l’esperienza pratica di fabbrica sia sufficiente per organizzare e gestire l’intera economia di uno stato complesso?
Il capitolo afferma con sicurezza che la classe operaia, forte della sua esperienza pratica, sia in grado di assumere la direzione dello stato e l’organizzazione dell’intera produzione economica “dal basso”. Questa è un’affermazione dirompente, ma il capitolo non spiega in modo convincente come le competenze acquisite nella gestione di una singola impresa o di un settore possano tradursi efficacemente nella complessa orchestrazione di un’economia nazionale, che richiede conoscenze specialistiche in macroeconomia, pianificazione strategica, logistica su larga scala, gestione delle risorse intersettoriali e coordinamento di attività estremamente diverse. Per approfondire le sfide legate all’organizzazione economica su vasta scala in assenza di meccanismi di mercato tradizionali o di una pianificazione centralizzata esperta, è utile studiare le discipline dell’economia comparata e della scienza della gestione, e confrontarsi con le analisi di autori come Ludwig von Mises e Friedrich Hayek, che hanno criticato la fattibilità del calcolo economico e della gestione della conoscenza in sistemi non basati sul mercato.3. L’Organizzazione Popolare del Socialismo
Il capitalismo, soprattutto quello delle grandi industrie e dei monopoli, tende a bloccare l’intraprendenza e l’iniziativa della maggior parte delle persone. Invece di una sana competizione, spesso porta a imbrogli e dipendenza. Il socialismo, invece, apre la strada a una grande spinta di iniziativa e confronto tra tutti i lavoratori. Questo permette a ognuno di far crescere le proprie capacità e di mettersi alla prova. Il compito principale per chi guida la società socialista è proprio questo: organizzare al meglio questa grande energia che viene dalla gente comune.I Primi Passi del Cambiamento
I primi passi per liberare i lavoratori e avviare il cambiamento sono già stati fatti. Tra questi, c’è il ritiro delle terre ai grandi proprietari terrieri, il controllo diretto degli operai nelle fabbriche e la gestione statale delle banche. Prossimamente, si procederà con la gestione statale anche delle fabbriche e delle officine. Sarà anche organizzata la popolazione in gruppi che gestiscono insieme i beni di consumo. Adesso i lavoratori hanno la possibilità concreta di lavorare per il proprio bene e per quello della collettività. Possono finalmente usare le migliori tecnologie e conoscenze disponibili per migliorare la vita di tutti. Questo percorso, però, non è facile. Richiede un grande impegno nell’organizzazione e nel mettere un freno a chi sfrutta gli altri e a chi li appoggia.Il Cuore del Cambiamento: Inventario e Controllo
Il lavoro economico più importante per ogni gruppo di rappresentanza dei lavoratori e per ogni organismo di controllo è uno solo: fare l’inventario completo di tutto ciò che viene prodotto e controllare come viene distribuito. Questo controllo generale sul lavoro e sui beni è il punto centrale della trasformazione verso il socialismo. Per riuscirci, serve la collaborazione libera e consapevole di tutti i lavoratori, sia operai che contadini. È cruciale cambiare il vecchio modo di vedere il lavoro, quello di chi si sentiva schiavo o sottomesso. Con un sistema di inventario e controllo ben fatto, si può finalmente smascherare e fermare chi vive alle spalle degli altri, chi imbroglia o chi non fa il proprio dovere.Come Organizzare il Controllo e Agire
Per mettere in piedi questo sistema di controllo, che deve essere alla portata di tutti i lavoratori onesti, dobbiamo trovare persone capaci di organizzare direttamente tra gli operai e i contadini. Dobbiamo anche incoraggiare un confronto positivo tra i diversi gruppi per vedere chi ottiene i migliori risultati nell’organizzazione. È importante che i lavoratori capiscano bene la differenza tra ascoltare i consigli di chi ha studiato e il loro controllo concreto. Devono essere loro a verificare sul campo e a correggere le negligenze, anche quelle di chi è considerato ‘colto’. Quello che conta davvero è l’azione concreta. Un singolo passo pratico per controllare chi è ricco e chi imbroglia vale più di tante discussioni teoriche. Il confronto e l’emulazione tra i lavoratori devono puntare a risultati visibili e utili nella vita di tutti i giorni. Questo significa, ad esempio, assicurarsi che tutti abbiano cibo e una casa, aumentare quanto si produce e liberare la società da chi vive senza lavorare.Sfatare un Vecchio Pregiudizio
C’è una vecchia idea sbagliata, un pregiudizio diffuso. Molti credono che solo le persone ricche o quelle che hanno studiato molto possano guidare un Paese e organizzare una società come quella socialista. Ma non è così. Tantissimi operai e contadini hanno dimostrato di avere grandi capacità organizzative. Queste persone stanno già mettendo in pratica le loro doti per costruire questa nuova società.La Proprietà di Tutti e la Disciplina Necessaria
È importante capire bene cosa significa socialismo per quanto riguarda la proprietà. Tutti i mezzi che servono a produrre beni, come fabbriche e terre, diventano proprietà dell’intero popolo, di tutti. Non appartengono a questo o quel gruppo di lavoratori. Per far funzionare tutto, l’amministrazione deve essere molto precisa e seguire regole chiare. Ci vuole disciplina, e questo avviene sotto la guida dei rappresentanti dei lavoratori, i Soviet. Solo con questa organizzazione rigorosa e questa proprietà collettiva si può garantire il benessere per tutti.La Russia nel Cammino verso il Socialismo
La Russia sta attraversando un momento di passaggio, un ponte verso il socialismo. Le azioni come la gestione statale delle banche e delle terre segnano l’inizio di questo percorso. La realizzazione piena del socialismo su scala mondiale richiede l’azione unita dei lavoratori di tutti i Paesi. Tuttavia, quello che sta accadendo in Russia è già un esempio importante. Serve da incoraggiamento e spinta per i lavoratori in ogni parte del mondo.Come può un sistema basato su capitalismo di Stato e impresa privata, che impone una severa austerità persino in campi sociali, rappresentare una ‘via indiretta’ e credibile verso il socialismo, specialmente in un contesto di arretratezza e inefficienza statale?
Il capitolo presenta la NEP come una necessaria ‘via indiretta’ verso il socialismo, basata su un peculiare capitalismo di Stato che coesiste con l’impresa privata e richiede una drastica austerità per finanziare l’industria pesante. Tuttavia, il testo non chiarisce sufficientemente come questa strategia, che incorpora elementi capitalistici e impone sacrifici anche in ambiti sociali, si concili effettivamente con gli obiettivi di una transizione socialista. Permangono interrogativi su come la ‘guida degli operai’ si eserciti concretamente in un sistema che richiede tali misure e su come le difficoltà riconosciute – arretratezza, basso livello culturale, inefficienza dell’apparato statale – possano non solo ostacolare ma potenzialmente snaturare questo percorso. Per approfondire queste criticità, è utile studiare la storia economica e politica del periodo, analizzando le diverse correnti di pensiero all’interno del movimento rivoluzionario riguardo alle strategie di sviluppo e al ruolo del mercato. Approfondire le opere di storici e politologi che hanno studiato la NEP e le sue conseguenze, come E.H. Carr o economisti che si sono confrontati con i problemi della pianificazione e dello sviluppo in contesti non capitalisti, può offrire prospettive essenziali per valutare la logica e la sostenibilità di tale ‘via indiretta’.22. Il Volto di Lenin: Simbolo e Storia
L’attività rivoluzionaria e l’impegno sociale
L’attività rivoluzionaria inizia con l’adesione a gruppi come l’Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia. Durante la Rivoluzione d’Ottobre, un appello diretto ai cittadini di Russia viene diffuso, con l’Istituto Smol’nyj che funge da quartier generale. La rivoluzione riceve sostegno popolare, come mostrano le manifestazioni con slogan contro i sabotatori della Banca di Stato, presidiata da soldati rivoluzionari. Lenin interagisce con diverse componenti della società, partecipando a raduni che suggellano l’alleanza tra operai e contadini. Promuove la modernizzazione, assistendo all’inaugurazione di centrali elettriche in aree rurali e al collaudo di nuove tecnologie agricole come l’aratro elettrico.
Diventare un simbolo e l’influenza duratura
Dopo la sua morte, l’immagine di Lenin diventa un simbolo centrale. Il suo volto è ritratto in disegni che ne mostrano la salma e appare in fotomontaggi celebrativi. I suoi ritratti sono onnipresenti negli ambienti di lavoro, nei congressi e negli spazi pubblici, come uffici e sedi di organizzazioni. L’influenza e la rappresentazione di Lenin persistono nel tempo e in contesti diversi. I suoi scritti sono oggetto di studio per le basi dell’economia socialista. La sua figura appare nell’arte, come nei dipinti che commemorano eventi politici, e nel cinema. Continua a essere un punto di riferimento visivo in luoghi lontani e compare anche su copertine di riviste internazionali, dimostrando una presenza duratura nell’immaginario collettivo globale.
Il capitolo descrive il volto di Lenin come simbolo, ma quale storia si nasconde dietro questo simbolo che il capitolo non menziona?
Il capitolo offre una visione parziale dell’attività di Lenin e della sua eredità, concentrandosi sugli aspetti rivoluzionari, il sostegno popolare e la sua trasformazione in icona. Tuttavia, tralascia completamente il contesto cruciale della violenza, della guerra civile, della repressione politica e delle immense sofferenze umane che hanno caratterizzato il periodo della Rivoluzione d’Ottobre e gli anni successivi sotto il suo governo. Per comprendere appieno la figura di Lenin e il suo impatto storico, è indispensabile approfondire la storia della Rivoluzione Russa e del primo periodo sovietico, studiando autori come Richard Pipes o Orlando Figes, che offrono analisi dettagliate e critiche di questi eventi.Abbiamo riassunto il possibile
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