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Contenuti del libro
Informazioni
“Drive” di H. Pink è quel tipo di libro che ti fa vedere le cose da un’altra prospettiva, specialmente quando si parla di cosa ci spinge ad agire. Dimentica un attimo l’idea che siamo mossi solo da premi e punizioni esterne, la vecchia “Motivazione 2.0” che andava bene per i lavori ripetitivi del secolo scorso. Pink, partendo da studi classici sulla psicologia della motivazione, come quelli di Harlow e Deci, ti porta a scoprire una forza molto più potente e profonda: la motivazione intrinseca. Il libro esplora perché le ricompense esterne spesso falliscono, soprattutto nei lavori creativi e complessi di oggi, e introduce la “Motivazione 3.0”, che si basa su tre pilastri fondamentali: l’autonomia, cioè la libertà di dirigere la propria vita e il proprio lavoro; la maestria, il desiderio di migliorare continuamente in qualcosa che conta; e lo scopo, la spinta a contribuire a qualcosa di più grande di sé. Attraverso esempi dal mondo del lavoro, dell’educazione e della vita di tutti i giorni, Pink ti mostra come coltivare queste qualità, tipiche delle persone di “Tipo I”, per sbloccare il potenziale, migliorare la performance e trovare una soddisfazione più duratura, superando i limiti di un sistema basato solo su incentivi esterni. È una lettura illuminante sulla natura umana e su come possiamo aggiornare il nostro “sistema operativo” motivazionale per affrontare le sfide del ventunesimo secolo.Riassunto Breve
La motivazione umana non si limita alla sopravvivenza o a premi e punizioni esterne. Esperimenti storici mostrano che le persone, e persino gli animali, sono spinti da una gratificazione intrinseca, trovando piacere nell’attività stessa. Il sistema prevalente nella società, la Motivazione 2.0, si fonda sull’idea che gli individui rispondano principalmente a incentivi esterni. Questo modello si è dimostrato efficace per compiti semplici e ripetitivi tipici dell’era industriale. Tuttavia, con l’evoluzione del lavoro verso mansioni più creative, euristiche e autonome, la Motivazione 2.0 mostra i suoi limiti. L’economia comportamentale conferma che le persone non agiscono sempre per mero interesse economico. L’uso di ricompense esterne per attività che sono già piacevoli può paradossalmente diminuire l’interesse intrinseco, un fenomeno noto come effetto Sawyer. Gli incentivi esterni possono ridurre la creatività, promuovere comportamenti non etici, creare dipendenza dai premi e incoraggiare una visione a breve termine. Per i compiti che richiedono pensiero creativo e soluzione di problemi, i premi diventano dannosi. Si distingue tra comportamento di Tipo X, guidato da ricompense esterne, e comportamento di Tipo I, alimentato dalla motivazione intrinseca. Il Tipo I si concentra su autonomia, maestria e scopo, risultando più sostenibile ed efficace nel lungo periodo. È necessario un aggiornamento a un sistema di Motivazione 3.0, centrato sul Tipo I. Questo modello si basa su tre pilastri fondamentali. L’autonomia è il desiderio di dirigere la propria vita, manifestandosi nel controllo su compito, tempo, tecnica e team. Ambienti che promuovono l’autonomia aumentano soddisfazione e produttività. La maestria è l’aspirazione a migliorare costantemente in qualcosa di importante, strettamente legata all’esperienza di “flusso”, uno stato di completa immersione in un’attività sfidante. La ricerca della maestria richiede impegno costante e accetta la fatica. Lo scopo è la spinta a contribuire a qualcosa di più grande di sé, un motivo sempre più rilevante, specialmente nelle nuove generazioni. Le organizzazioni che integrano lo scopo ottengono maggiore coinvolgimento. La motivazione di Tipo I non è innata ma si coltiva. Per gli individui, significa identificare le attività che generano flusso, definire il proprio scopo, porsi domande di miglioramento continuo e praticare la pratica deliberata. Nelle organizzazioni, si promuove concedendo tempo per progetti autonomi, incentivando il riconoscimento tra pari, delegando controllo e verificando la condivisione dello scopo. La retribuzione deve essere equa e sufficiente a non essere una distrazione. Questi principi sono validi anche nell’educazione dei bambini. Molti sistemi educativi e genitoriali, basati su premi e punizioni, reprimono la naturale motivazione intrinseca dei bambini. È fondamentale promuovere autonomia, maestria e scopo fin da giovani, ripensando i compiti, separando la paghetta dalle faccende e usando la lode in modo costruttivo, focalizzandosi sull’impegno. Scuole innovative adottano approcci basati sull’autonomia dello studente. La motivazione autentica risiede nelle attività che appassionano profondamente.Riassunto Lungo
1. L’Ascesa e Caduta della Motivazione 2.0
Esperimenti sulla motivazione
Nel secolo scorso, degli studi importanti di Harry Harlow e Edward Deci hanno messo in luce un aspetto spesso dimenticato della motivazione delle persone. Harlow aveva notato che le scimmie si impegnavano a risolvere giochi meccanici senza bisogno di premi esterni, perché erano spinte da una soddisfazione che nasceva da dentro. Deci ha poi scoperto che dare soldi per fare attività piacevoli poteva in realtà far diminuire l’interesse per quelle attività. Questi risultati fanno pensare che ci sia un terzo tipo di motivazione, diversa da quella biologica e da quella che si basa su premi e punizioni.Limiti del sistema Motivazione 2.0
Il modo in cui funziona la società, chiamato “Motivazione 2.0”, si basa sull’idea che le persone si impegnano soprattutto se ricevono qualcosa in cambio, come premi o punizioni. Questo sistema ha funzionato bene quando le persone facevano lavori ripetitivi nelle fabbriche. Però, oggi questo sistema mostra dei problemi. Ad esempio, progetti come Wikipedia, creati da persone che lavorano gratis, dimostrano che la “Motivazione 2.0” non spiega tutto e che la motivazione che nasce da dentro è molto forte.Il cambiamento del lavoro e la necessità di un nuovo approccio
Inoltre, gli studi sul comportamento umano ci dicono che le persone non pensano sempre solo ai soldi e al proprio interesse. Il tipo di lavoro sta cambiando: i compiti ripetitivi vengono fatti dalle macchine o portati in paesi dove costano meno, mentre aumentano i lavori creativi e dove bisogna prendere decisioni in autonomia. Per questi lavori, la “Motivazione 2.0”, che si basa sul controllo esterno, non funziona bene e anzi può rovinare la creatività e la voglia di impegnarsi. Oggi serve un modo di pensare alla motivazione che tenga conto della complessità delle persone e dei nuovi modi di lavorare. Il lavoro di oggi ha bisogno di persone che si sanno organizzare da sole e che hanno una motivazione personale, qualità che il vecchio sistema non considera e anzi ostacola. È quindi necessario cambiare il sistema motivazionale per adattarlo al mondo di oggi.Ma è davvero così semplicistico il sistema di “Motivazione 2.0” da poter essere liquidato come inadeguato per il lavoro moderno, o non stiamo forse semplificando eccessivamente un modello che, pur con i suoi limiti, ha sostenuto finora gran parte del mondo del lavoro?
Il capitolo presenta una critica al sistema motivazionale basato su premi e punizioni, definito “Motivazione 2.0”, suggerendo che sia obsoleto e dannoso per i lavori creativi e autonomi. Tuttavia, la questione merita un approfondimento maggiore. È vero che la motivazione intrinseca è fondamentale, ma il capitolo non esplora a fondo la complessità dell’interazione tra motivazione estrinseca e intrinseca, né considera come sistemi di incentivazione ben strutturati possano convivere e potenziare la motivazione intrinseca. Per una comprensione più articolata, sarebbe utile esaminare le teorie di autori come Deci e Ryan sulla Self-Determination Theory, che offrono una visione più sfumata e completa della motivazione umana, distinguendo diverse forme di motivazione estrinseca e il loro impatto sulla motivazione intrinseca. Approfondire le ricerche di autori come Pink, che ha divulgato il concetto di “Motivazione 3.0”, potrebbe essere utile, ma è cruciale non fermarsi a una visione semplicistica e dicotomica tra “vecchio” e “nuovo” modello motivazionale.2. La Psiche a Premi e Punizioni
Questo capitolo spiega perché il sistema tradizionale per motivare le persone, chiamato Motivazione 2.0 e basato su premi e punizioni, non funziona sempre. Questo sistema viene paragonato alle leggi di Newton applicate alla motivazione delle persone, sottolineando che, anche se può sembrare efficace in alcune situazioni, non riesce a far nascere una vera motivazione interiore e può addirittura avere effetti negativi.L’Effetto Sawyer e la Motivazione Interiore
Un esempio, chiamato “effetto Sawyer”, dimostra come dare una ricompensa per qualcosa che ci piace fare può trasformare quell’attività in un compito sgradevole. In pratica, la ricompensa esterna può rovinare il piacere di fare quella cosa. Diversi studi hanno dimostrato che promettere un premio in anticipo per attività creative o che richiedono ragionamentoLogica, diminuisce l’interesse e i risultati. Al contrario, la motivazione che nasce da dentro, dal piacere di fare l’attività e dalla sfida che essa rappresenta, è molto più efficace nel tempo.I Rischi degli Incentivi
Dare incentivi per motivare le persone può avere diversi effetti negativi. Ad esempio, può ridurre la creatività, spingere a comportamenti scorretti, creare dipendenza dai premi e portare a pensare solo al risultato immediato, senza guardare al futuro. È stato osservato che i premi possono essere utili solo per attività semplici e ripetitive, mentre diventano dannosi per attività che richiedono creatività e capacità di risolvere problemi.Motivazione Tipo X e Tipo I
Per capire meglio i diversi tipi di motivazione, vengono introdotti due concetti: “Tipo X” e “Tipo I”. Le persone con motivazione di Tipo X sono spinte soprattutto da ricompense esterne, come denaro o riconoscimenti. Invece, le persone con motivazione di Tipo I sono motivate soprattutto da fattori interni, come il desiderio di autonomia, di migliorare le proprie capacità e di sentirsi parte di qualcosa di importante. Anche se le persone di Tipo I non disdegnano i riconoscimenti, la loro soddisfazione principale deriva dal piacere di fare l’attività stessa. Questo tipo di motivazione è più duraturo, efficace nel tempo e fa stare meglio le persone.Verso la Motivazione 3.0
Per affrontare le sfide del mondo del lavoro di oggi, che cambia rapidamente, è necessario passare da un sistema di Motivazione 2.0 a uno di Motivazione 3.0. Questo nuovo sistema mette al centro la motivazione di Tipo I, che è più umana e porta a risultati migliori. La motivazione interiore, basata su autonomia, crescita personale e uno scopo più grande, rappresenta un modo più efficace e positivo di lavorare e vivere.È davvero così semplice liquidare come “Motivazione 2.0” un sistema che ha guidato la produttività per secoli, suggerendo che basti un approccio “Tipo I” per risolvere ogni problema motivazionale?
Il capitolo, pur introducendo concetti interessanti, rischia di semplificare eccessivamente un tema complesso come la motivazione. Affermare che un sistema basato su premi e punizioni sia universalmente inefficace appare riduttivo. Per una comprensione più approfondita, è fondamentale esplorare le diverse teorie motivazionali, non limitandosi a una dicotomia semplicistica. Approfondimenti in psicologia del lavoro e teoria organizzativa, studiando autori come Frederick Herzberg e Victor Vroom, potrebbero offrire una prospettiva più articolata e meno ideologica.3. La Spinta Interiore: Autonomia, Maestria e Scopo
Superare le tecniche tradizionali di gestione aziendale
Per essere in sintonia con la natura umana, è necessario andare oltre i metodi di gestione aziendale classici. Il modello tradizionale, che si basa sul controllo e su incentivi esterni, non è adatto ai lavori di oggi, che richiedono creatività e capacità di pensare in modo innovativo.Autonomia: dirigere la propria vita
L’autonomia è un elemento fondamentale. Le persone vogliono essere protagoniste della propria vita. Quando l’ambiente di lavoro favorisce l’autonomia, i dipendenti sono più soddisfatti e produttivi. Questa autonomia si manifesta nel controllo su quattro aspetti chiave:- Il compito: avere voce in capitolo sulle attività da svolgere.
- Il tempo: gestire il proprio orario di lavoro.
- La tecnica: scegliere il metodo più efficace per raggiungere gli obiettivi.
- Il team: decidere con chi collaborare.
Maestria: il desiderio di migliorare
La maestria è un altro aspetto cruciale della motivazione personale. Si tratta della spinta a migliorare costantemente in qualcosa che riteniamo importante. La ricerca della maestria è legata all’esperienza di “flusso”, uno stato in cui si è completamente immersi e concentrati in un’attività stimolante, ma non eccessivamente difficile. Raggiungere la maestria non è semplice, richiede impegno costante e una mentalità orientata alla crescita, accettando la fatica come parte del percorso.Scopo: contribuire a qualcosa di più grande
Infine, lo scopo completa il quadro della motivazione interiore. Le persone desiderano dare il proprio contributo a qualcosa di più grande. Questo desiderio di avere uno scopo sta diventando sempre più importante, soprattutto per le nuove generazioni, che cercano un significato più profondo nel lavoro. Le aziende che integrano lo scopo nei loro obiettivi, nelle loro comunicazioni e nelle loro politiche aziendali, registrano un maggiore coinvolgimento e soddisfazione tra i dipendenti, andando oltre la semplice logica del profitto. Riconoscere e coltivare autonomia, maestria e scopo non solo migliora le prestazioni, ma valorizza pienamente la natura umana.7. Conversazioni sulla Motivazione
Questo libro invita a pensare e parlare delle idee che presenta. L’obiettivo è discutere insieme per capire meglio i concetti più importanti. Si concentra sull’ differenza tra quello che la scienza ha scoperto sulla motivazione e come funzionano davvero le aziende. Bisogna capire se è necessario cambiare il modo in cui pensiamo alla motivazione. Si potrebbe passare da un sistema che usa premi e punizioni (Motivazione 2.0) a uno che invece dà valore all’autonomia, alla capacità di fare bene le cose e allo scopo (Motivazione 3.0).Ognuno di noi vive esperienze diverse a seconda di questi modi di intendere la motivazione, a scuola, al lavoro o in famiglia. Se usassimo la Motivazione 3.0 fin da piccoli, potremmo vivere esperienze molto diverse, concentrate sulla soddisfazione interiore invece che sui risultati esterni. È utile capire qual è il nostro tipo di motivazione principale, se siamo più portati per il Tipo I (motivazione interiore) o Tipo X (motivazione esteriore). Possiamo anche provare a riconoscere queste tendenze nelle persone che conosciamo.Il sistema dei “premi e punizioni” non funziona sempre bene. Si vedono chiaramente i problemi di un sistema di motivazione che si basa solo su incentivi e punizioni. Invece, è importante soddisfare i bisogni primari, come avere uno stipendio giusto e dei benefit adeguati. Così si crea un ambiente che favorisce l’autonomia. Questa autonomia può riguardare diversi aspetti del lavoro: cosa fare, quando farlo, come farlo e con chi farlo. Iniziative come i “FedEx Days” o usare il “20 percento del tempo” per progetti personali possono aiutare a sviluppare comportamenti di Tipo I, aumentando l’impegno e la creatività.L’esperienza di “flow”, cioè uno stato di massima concentrazione, è molto importante. Capire quali attività ci fanno sentire questo “flow” e cercare di farle più spesso nella vita di tutti i giorni è fondamentale per stare bene ed essere produttivi. Per migliorare, dobbiamo superare gli ostacoli personali alla maestria, imparare a delegare compiti per concentrarci su attività più stimolanti e cambiare l’ambiente di lavoro e le regole per aumentare l’impegno. Anche i lavori ripetitivi possono diventare più interessanti con l’effetto Sawyer, cambiando il modo in cui li vediamo e trasformandoli quasi in un gioco.Infine, è essenziale riflettere sullo scopo, sia personale che dell’azienda. Le aziende dovrebbero definire il loro scopo, andando oltre il semplice guadagno. Anche nell’educazione e in famiglia, è importante promuovere la motivazione interiore, trovando un equilibrio tra responsabilità e libertà. La vera motivazione nasce dalle attività che ci appassionano di più. Dedicare tempo a queste attività è un investimento importante per stare bene e sentirsi realizzati.8. Conversazioni sulla Motivazione
Questo libro ci invita a pensare e a parlare di motivazione, aprendo un dialogo per capire meglio questo argomento così importante. Il punto di partenza è una domanda fondamentale: c’è una differenza tra quello che la scienza ha scoperto sulla motivazione e come le aziende applicano queste scoperte?Due modi di vedere la motivazione
Per rispondere a questa domanda, il libro spiega che esistono due modi principali di intendere la motivazione. Il primo, chiamato Motivazione 2.0, è quello più tradizionale e si basa sull’idea di dare premi per i risultati positivi e punizioni per gli errori. Il secondo modo, più moderno e chiamato Motivazione 3.0, suggerisce invece di puntare su autonomia, crescita personale e importanza dello scopo del proprio lavoro. Il libro ci spinge a chiederci se non sia il momento di cambiare il nostro modo di pensare alla motivazione, passando dal vecchio sistema (Motivazione 2.0) a quello nuovo (Motivazione 3.0).La motivazione nella vita di tutti i giorni
Questi due modi di intendere la motivazione hanno un impatto diretto sulla nostra vita, influenzando le nostre esperienze a scuola, al lavoro e in famiglia. Se fin da bambini fossimo educati con un approccio basato sulla Motivazione 3.0, potremmo vivere esperienze più positive e gratificanti, concentrandoci sulla soddisfazione che proviamo nel fare le cose bene, invece che solo sul risultato finale. Per capire meglio come funziona la motivazione per noi, possiamo provare a identificarci in uno di questi due tipi: Tipo I, se siamo motivati soprattutto da fattori interni, o Tipo X, se siamo più sensibili a fattori esterni. Riconoscere queste tendenze in noi stessi e negli altri può aiutarci a migliorare i rapporti con le persone che ci circondano.Oltre i premi e le punizioni: autonomia, maestria e scopo
Il libro spiega perché il sistema basato solo su “premi e punizioni” (le cosiddette “carote e bastoni”) spesso non funziona bene. Questo sistema, infatti, non tiene conto dei bisogni fondamentali delle persone. Per creare un ambiente di lavoro motivante, è importante prima di tutto garantire un giusto stipendio e benefit adeguati. Una volta soddisfatti questi bisogni primari, si può favorire l’autonomia dei lavoratori. L’autonomia può riguardare diversi aspetti del lavoro, come la scelta dei compiti da svolgere, i tempi, i metodi e le persone con cui collaborare. Alcune iniziative aziendali, come i “FedEx Days” (giornate dedicate a progetti personali) o la possibilità di usare il “20 percento del tempo” per progetti creativi, vanno proprio in questa direzione e possono stimolare la motivazione interiore, l’impegno e la creatività delle persone.Trovare il “flow” e superare gli ostacoli
Un aspetto centrale della motivazione è l’esperienza di “flow”, uno stato di concentrazione totale e appagante in cui ci sentiamo completamente immersi in quello che stiamo facendo. Riconoscere le attività che ci fanno provare questa sensazione è molto importante per il nostro benessere e per la nostra produttività. Per aumentare il “flow” nella nostra vita, possiamo cercare di superare gli ostacoli che ci impediscono di migliorare le nostre capacità (maestria), delegare i compiti meno stimolanti per concentrarci su quelli che ci appassionano di più, e rendere l’ambiente di lavoro più adatto a favorire l’impegno e la concentrazione. Anche i compiti ripetitivi e noiosi possono diventare più interessanti se riusciamo a trasformarli in una sorta di gioco, usando una strategia chiamata “effetto Sawyer”.Motivazione e scopo
Infine, il libro ci invita a riflettere sull’importanza dello scopo, sia a livello individuale che aziendale. Le aziende dovrebbero andare oltre la semplice ricerca del profitto e definire un obiettivo più ampio e significativo per il loro lavoro. Anche nell’educazione e in famiglia, è fondamentale promuovere una motivazione che nasca da dentro, trovando un giusto equilibrio tra responsabilità e libertà di scelta. La motivazione più autentica e duratura è quella che troviamo nelle attività che ci appassionano profondamente. Dedicare tempo a queste attività non è tempo perso, ma un investimento prezioso per la nostra felicità e realizzazione personale.Ma è davvero così semplice ridurre la motivazione umana a due sole categorie, 2.0 e 3.0?
Il capitolo presenta una distinzione binaria della motivazione che, sebbene utile per introdurre concetti chiave, rischia di semplificare eccessivamente la complessità dell’argomento. La motivazione umana è influenzata da una miriade di fattori individuali, sociali e contestuali che non possono essere facilmente racchiusi in due sole categorie. Per una comprensione più approfondita e sfumata, sarebbe utile esplorare le teorie motivazionali più accreditate in psicologia, come la Self-Determination Theory di Edward Deci e Richard Ryan, che offre un quadro concettuale più ricco e articolato per analizzare le diverse forme di motivazione e i loro effetti.Abbiamo riassunto il possibile
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