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Contenuti del libro
Informazioni
“Dreadnought: Gran Bretagna, Germania e la corsa agli armamenti navali” di Robert K. Massie ti porta dritto nel cuore delle tensioni che hanno infiammato l’Europa prima della Prima Guerra Mondiale. Non è solo una storia di navi, ma un racconto avvincente di come le relazioni anglo-tedesche siano passate dall’amicizia alla rivalità , con la corsa agli armamenti navali come fulcro. Vedrai da vicino figure iconiche come la Regina Vittoria, il suo successore Re Edoardo VII e il suo nipote, il volubile Kaiser Guglielmo II, le cui personalità e i cui intrighi familiari hanno avuto un peso enorme sulla diplomazia europea. Il libro esplora la politica estera britannica e tedesca, le ambizioni imperiali, le riforme radicali nella Royal Navy guidate da ammiragli come Fisher, e gli scontri politici che hanno ridefinito l’equilibrio di potere. È un viaggio attraverso salotti aristocratici, ministeri e cantieri navali, mostrando come decisioni prese da pochi abbiano spinto intere nazioni verso il baratro, culminando nella crisi che ha acceso la miccia del conflitto.Riassunto Breve
La Gran Bretagna mantiene tradizionalmente una politica di isolamento, preferendo non legarsi a potenze continentali, una linea sostenuta da figure come Lord Salisbury che diffida della Francia e guarda con cautela alla Germania. Tuttavia, la crescente competizione imperiale e le tensioni internazionali spingono alcuni politici, come Joseph Chamberlain, a cercare alleanze, inizialmente con la Germania. Questi tentativi falliscono a causa delle condizioni tedesche e della riluttanza britannica a compromettere la propria libertà d’azione. La Germania, sotto il Kaiser Guglielmo II, un monarca ambizioso e impulsivo con un complesso rapporto di amore-odio verso l’Inghilterra, persegue una politica di potenza mondiale (Weltmacht) e, in particolare, sviluppa una potente flotta navale sotto la guida dell’ammiraglio Alfred von Tirpitz. La costruzione di corazzate moderne, basata sulla “teoria del rischio” che mira a rendere la flotta tedesca una minaccia credibile per la Royal Navy, allarma la Gran Bretagna. Questo porta a una corsa agli armamenti navali, con l’ammiraglio John Fisher che promuove riforme radicali nella marina britannica, inclusa la costruzione della rivoluzionaria HMS Dreadnought, e Winston Churchill che, come Primo Lord dell’Ammiragliato, sposta le forze navali nel Mare del Nord. Di fronte alla crescente minaccia tedesca e alla fragilità della sua posizione isolata, la Gran Bretagna si avvicina alla Francia, risolvendo dispute coloniali e formando l’Intesa Cordiale nel 1904, un accordo che si rafforza durante crisi come quella di Agadir nel 1911, dove la ferma reazione britannica dimostra la solidità del legame con la Francia. Successivamente, la Gran Bretagna raggiunge un accordo anche con la Russia nel 1907, completando la Triplice Intesa e creando un nuovo equilibrio di potere in Europa che contrappone le potenze dell’Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) alla Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria, Italia). Le tensioni aumentano con crisi nei Balcani, dove il declino dell’Impero Ottomano e le ambizioni delle potenze locali e delle grandi potenze (Austria contro Serbia, Russia a sostegno della Serbia) creano un focolaio di conflitto. L’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel 1914 innesca la crisi finale. L’Austria, con il pieno appoggio tedesco, invia un ultimatum alla Serbia. La Russia mobilita le sue truppe a sostegno della Serbia, spingendo la Germania a dichiarare guerra alla Russia e poi alla Francia, sua alleata. L’invasione tedesca del Belgio neutrale porta la Gran Bretagna, garante della neutralità belga e legata alla Francia e alla Russia, a dichiarare guerra alla Germania, trasformando una crisi regionale in un conflitto mondiale.Riassunto Lungo
1. Victoria, Bertie, e le Tensioni Imperiali
La regina Vittoria ascese al trono a diciotto anni, in un periodo di declino della monarchia britannica, portando nuova energia e ottimismo. Di origini prevalentemente tedesche, sposò suo cugino, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, e la sua infanzia fu immersa nella cultura tedesca, influenzando la sua successiva simpatia per la Germania. Inizialmente, il suo rapporto con il primo ministro, Lord Melbourne, fu di profondo affetto e rispetto, ma in seguito il principe Alberto divenne la figura più influente nella sua vita, occupandosi dell’educazione dei figli.L’Educazione di Bertie e la Vita a Corte
Il loro figlio, Bertie, principe di Galles, ebbe un’educazione rigida e pianificata, ma non riuscì a stimolarlo intellettualmente. Nonostante gli sforzi dei genitori, Bertie mostrò scarso interesse per lo studio, preferendo la vita sociale e il divertimento. La sua vita fu caratterizzata da un’intensa attività sociale, che lo portò a creare il “Marlborough House Set”, un circolo di amicizie che includeva aristocratici, politici, artisti e altri personaggi di spicco. La sua vita privata fu segnata da relazioni extraconiugali, mentre sua moglie, la principessa Alexandra, accettava la situazione con tolleranza. La regina Vittoria disapprovava lo stile di vita del figlio, ma non gli permise mai di partecipare attivamente alla politica.Lord Salisbury e la Politica Estera
Lord Salisbury, tre volte primo ministro e quattro volte ministro degli esteri, crebbe in un ambiente privilegiato ma infelice. La sua carriera politica fu caratterizzata da un forte conservatorismo e da un’avversione per la democrazia. Nonostante il suo disprezzo per l’oratoria, divenne una figura di spicco nel partito conservatore. La sua politica estera fu improntata all’isolazionismo, con una forte diffidenza verso la Francia e una preferenza per la Germania.Il Telegramma di Kruger e le Tensioni Anglo-Tedesche
Il rapporto tra Inghilterra e Germania si inasprì a causa del Telegramma di Kruger, inviato dall’imperatore Guglielmo II al presidente del Transvaal, Paul Kruger, dopo il fallito Jameson Raid. Questo episodio rivelò una crescente ostilità tra i due paesi, alimentata anche dalle ambizioni imperiali di Cecil Rhodes in Sudafrica. Il telegramma di Kruger, percepito come un affronto da parte dell’Inghilterra, contribuì a creare un clima di tensione che avrebbe portato a un riavvicinamento con la Francia.Se la regina Vittoria disapprovava lo stile di vita di Bertie, e la sua educazione era stata pianificata per stimolarlo intellettualmente, perché allora non gli fu permesso di partecipare attivamente alla politica, ruolo per il quale, almeno nelle intenzioni, era stato preparato fin da bambino?
Il capitolo presenta una contraddizione: da un lato, si afferma che l’educazione di Bertie era volta a prepararlo per un ruolo politico, dall’altro, si evidenzia come la regina Vittoria gli abbia impedito di partecipare attivamente alla vita politica. Questa incongruenza necessita di un approfondimento. Per comprendere meglio le dinamiche familiari e le tensioni tra madre e figlio, potrebbe essere utile esplorare la psicologia delle relazioni familiari in contesti di potere, magari analizzando le teorie di Sigmund Freud o Carl Jung sulle dinamiche familiari. Inoltre, per un contesto storico più dettagliato, si potrebbe approfondire la figura di Walter Bagehot, influente costituzionalista dell’epoca vittoriana, le cui opere offrono uno sguardo approfondito sul ruolo della monarchia e del principe ereditario nel sistema politico britannico.2. L’Isolamento Britannico e le Ambizioni di Chamberlain
Joseph Chamberlain, figura politica di spicco, un tempo radicale, ora Segretario alle Colonie, cerca un’alleanza con la Germania, convinto che l’isolamento britannico sia pericoloso. La sua carriera è segnata da un’ascesa rapida, da imprenditore a sindaco di Birmingham, fino a diventare un influente membro del Parlamento. La sua visione politica si concentra su riforme sociali radicali e sull’espansione dell’Impero Britannico. Questa visione lo porta a scontrarsi con Gladstone sulla questione dell’Home Rule irlandese, causando una spaccatura nel partito liberale.Lo scontro con Salisbury
Chamberlain si scontra con Lord Salisbury riguardo alla politica estera britannica. Salisbury, al contrario di Chamberlain, preferisce la tradizionale politica di isolamento, temendo i rischi di un coinvolgimento in conflitti europei. La crisi del Jameson Raid e del telegramma di Kruger convincono Chamberlain della necessità di un’alleanza, in particolare con la Germania. Tuttavia, i suoi tentativi di alleanza con la Germania sono ostacolati dalla riluttanza di Salisbury e dalle ambizioni del Kaiser Guglielmo II. La crisi di Fashoda, con la Francia, dimostra la fragilità della posizione britannica e la necessità di un approccio diplomatico più flessibile. Salisbury, nonostante la sua avversione per l’Africa, riesce a gestire la crisi con abilità , evitando una guerra con la Francia.Il fallimento dell’alleanza con la Germania
Il desiderio di Chamberlain di un’alleanza con la Germania è ulteriormente complicato dalla questione di Samoa e dalla visita del Kaiser a Windsor. La visita, pur essendo un successo sociale, non porta a un’alleanza formale. Bernhard von Bülow, il segretario di Stato tedesco, pur apprezzando l’idea di Chamberlain, non intende compromettere i rapporti con la Russia. Nonostante i suoi sforzi, Chamberlain si rende conto che la sua visione di un’alleanza anglo-tedesca è irrealizzabile. La Germania, più interessata alla propria espansione navale, non è disposta a impegnarsi in un’alleanza formale con la Gran Bretagna. Chamberlain, deluso, abbandona i suoi tentativi di alleanza, riconoscendo che la Gran Bretagna rimane isolata.Se Chamberlain era così convinto della necessità di un’alleanza con la Germania, perché non ha fatto di più per superare l’opposizione di Salisbury e le ambizioni del Kaiser, invece di arrendersi così facilmente al fallimento?
Il capitolo presenta Chamberlain come un politico determinato e ambizioso, pronto a sfidare lo status quo e a perseguire con tenacia i suoi obiettivi. Tuttavia, di fronte alle difficoltà nell’ottenere un’alleanza con la Germania, sembra abbandonare i suoi sforzi con una certa facilità . Questa apparente contraddizione potrebbe essere meglio compresa approfondendo la psicologia politica e la leadership, ad esempio studiando le opere di Max Weber. Inoltre, un’analisi più dettagliata delle dinamiche interne al governo britannico dell’epoca, attraverso lo studio di storici come A.J.P. Taylor, potrebbe fornire un quadro più completo delle opzioni e dei vincoli che influenzarono le decisioni di Chamberlain.3. La Fine dell’Isolamento Britannico e le Ambizioni Imperiali
La fine dell’isolamento britannico è un processo complesso, influenzato da eventi in diverse parti del mondo e dalle ambizioni contrastanti delle potenze europee. La Gran Bretagna, sotto la guida del segretario coloniale Joseph Chamberlain, cerca di uscire dal suo isolamento diplomatico, ma le sue azioni sono ostacolate dalle tensioni internazionali e dalle diffidenze reciproche.La ricerca di un’alleanza con la Germania
Joseph Chamberlain, preoccupato per l’espansione russa in Asia e per la crescente ostilità verso la Gran Bretagna, vede nella Germania un potenziale alleato. Egli propone un’alleanza, ma le trattative si rivelano difficili. La Germania, guidata dal cancelliere Bülow e dal consigliere Holstein, adotta una tattica attendista, convinta che il tempo giochi a suo favore. Le speranze di un’intesa si infrangono quando la Germania propone un accordo che di fatto subordina la Gran Bretagna alla Triplice Alleanza, una condizione che il primo ministro britannico Lord Salisbury rifiuta categoricamente, in quanto avrebbe compromesso la posizione del suo paese.Il deterioramento dei rapporti anglo-tedeschi
Le relazioni tra i due paesi peggiorano ulteriormente a causa di un incidente diplomatico. Chamberlain, in un discorso pubblico, critica aspramente le tattiche utilizzate dall’esercito tedesco durante la guerra franco-prussiana. Bülow, indignato, chiede delle scuse ufficiali, che Chamberlain nega con fermezza. Questo episodio segna la fine definitiva di ogni possibile alleanza tra Gran Bretagna e Germania e spinge la Gran Bretagna a cercare nuovi alleati.La guerra boera e le tensioni internazionali
La guerra boera in Sudafrica, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, acuisce le tensioni internazionali. Le repubbliche boere combattono per la loro indipendenza, mentre la Gran Bretagna cerca di mantenere il controllo sulla regione. Le difficoltà britanniche sul campo di battaglia alimentano le speranze di alcuni paesi europei, in particolare della Germania, di un indebolimento dell’impero britannico. Il Kaiser Guglielmo II, legato da vincoli di parentela alla famiglia reale inglese, oscilla tra il sostegno ai suoi parenti e le ambizioni imperiali tedesche, tenendo un comportamento ambiguo che contribuisce ad aumentare le tensioni.La rivolta dei Boxer e le ambizioni del Kaiser
In Cina, la rivolta dei Boxer, un movimento nazionalista e xenofobo, destabilizza ulteriormente il quadro internazionale. Le potenze occidentali, inclusa la Germania, intervengono militarmente per proteggere i propri interessi. Il Kaiser Guglielmo II, desideroso di affermare il prestigio della Germania, ambisce al comando delle forze alleate, ma le sue azioni sono spesso dettate da un’eccessiva ricerca di gloria personale, più che da una strategia ben ponderata. La sua ambizione, unita agli interessi divergenti delle potenze occidentali, rende difficile una gestione efficace e coordinata della crisi.La morte della regina Vittoria e il riavvicinamento emotivo
Nel 1900, le elezioni in Gran Bretagna, note come “Khaki Election” a causa del contesto bellico in cui si svolgono, vedono la vittoria dei conservatori. Tuttavia, la salute della regina Vittoria peggiora rapidamente e la sua morte, avvenuta nel 1901, segna la fine di un’epoca. Questo evento luttuoso porta a un temporaneo riavvicinamento emotivo tra il Kaiser e la famiglia reale inglese, di cui egli fa parte. Nonostante questo breve momento di vicinanza, le ambizioni imperiali tedesche e le profonde diffidenze reciproche impediscono qualsiasi sviluppo positivo nelle relazioni tra i due paesi. La Gran Bretagna, ormai consapevole del suo isolamento, inizia a guardare alla Francia come possibile alleato, segnando un cambiamento radicale nelle alleanze europee e aprendo la strada a un nuovo equilibrio di potere nel continente.Se la Germania di Guglielmo II era in così rapida crescita demografica ed economica, tanto da aspirare al ruolo di potenza mondiale, come mai la sua politica estera viene descritta come influenzata da figure come Holstein, che agiscono “dietro le quinte” e promuovono un approccio cauto, quasi timoroso, verso la Gran Bretagna? Non è forse questa una contraddizione con l’immagine di una nazione forte e sicura di sé?
Il capitolo presenta un’apparente contraddizione tra l’ascesa della Germania come potenza economica e demografica e la sua politica estera, descritta come influenzata da figure che agiscono nell’ombra e adottano un approccio cauto verso la Gran Bretagna. Per comprendere appieno questa dinamica, sarebbe utile approfondire le teorie delle relazioni internazionali, in particolare quelle relative al realismo e al ruolo delle percezioni e delle mispercezioni nella politica estera, come anche le analisi di politologi come J. Mearsheimer o H. Kissinger. Inoltre, un’analisi più approfondita della figura di Holstein e delle sue motivazioni, attraverso lo studio di storici come C. Clark o F. Fischer, potrebbe chiarire le ragioni di questa apparente cautela. Infine, per comprendere meglio il contesto di competizione e rivalità tra le grandi potenze dell’epoca, potrebbe essere utile approfondire gli studi di storici come P. Kennedy o E. Hobsbawm.16. La Nascita della Flotta Tedesca e la Rivalità Navale
Le visite di Guglielmo II a Osborne, durante l’infanzia, alimentano la sua passione per la marina e l’ammirazione per le navi inglesi. L’ambizione di costruire una flotta tedesca paragonabile a quella britannica si intensifica durante le competizioni in regata a Cowes con suo zio, il Principe di Galles, spingendo Guglielmo a ordinare la costruzione di yacht sempre più veloci.Iniziale Trascuratezza e Prime Umiliazioni
Inizialmente trascurata, la marina tedesca inizia a prendere forma grazie all’impegno del Principe Adalberto, che istituisce una scuola navale e acquista le prime navi. Tuttavia, durante la guerra franco-prussiana, la marina subisce l’umiliazione di rimanere inattiva mentre l’esercito prussiano consegue brillanti vittorie. Successivamente, la marina viene comandata da generali dell’esercito, i quali si concentrano principalmente sulla difesa costiera, tralasciando lo sviluppo di una flotta d’alto mare.Alfred von Tirpitz: L’Architetto della Flotta
Alfred von Tirpitz emerge come figura chiave, sostenendo la necessità di una potente flotta di corazzate per competere a livello globale. Nonostante non abbia mai combattuto in mare, Tirpitz dedica la sua vita alla costruzione della flotta, superando ostacoli politici e burocratici. La sua strategia si basa sulla convinzione che la Germania debba avere una flotta capace di rivaleggiare con la Gran Bretagna, identificata come il principale nemico navale.Le Leggi Navali e la Teoria del Rischio
Nel 1898, Tirpitz riesce a far approvare la prima legge navale, che stabilisce un programma di costruzione a lungo termine per le corazzate. La seconda legge navale del 1900 raddoppia le dimensioni della flotta, spinta dall’indignazione tedesca per le azioni britanniche durante la guerra boera. Questa legge introduce la “teoria del rischio”, secondo cui una flotta tedesca concentrata nel Mare del Nord potrebbe infliggere danni tali alla Royal Navy da scoraggiare un attacco britannico, proteggendo così gli interessi tedeschi.Escalation e Reazione Britannica
Le successive leggi navali del 1906, 1908 e 1912 aumentano ulteriormente la flotta tedesca, grazie alla capacità di Tirpitz di manipolare il senso di crisi e frustrazione in Germania. La Gran Bretagna, dopo un’iniziale lentezza, riconosce la minaccia della flotta tedesca e inizia a riportare le navi a casa, modificando la sua politica estera. La costruzione della flotta tedesca pone fine al periodo di isolamento britannico, segnando l’inizio di una nuova era di rivalità navale che caratterizzerà gli anni a venire.Se la “teoria del rischio” di Tirpitz si basava sull’idea che una flotta tedesca concentrata nel Mare del Nord potesse scoraggiare un attacco britannico, perché la Gran Bretagna ha percepito la crescita della flotta tedesca come una minaccia diretta, tale da spingerla a modificare la sua politica estera e a porre fine al suo isolamento?
Il capitolo presenta la “teoria del rischio” come un deterrente efficace, ma allo stesso tempo descrive la reazione britannica come se la flotta tedesca fosse una minaccia esistenziale. Questa apparente contraddizione suggerisce una lacuna nell’analisi delle percezioni e delle strategie britanniche. Per comprendere meglio questo aspetto, sarebbe utile approfondire la politica navale britannica dell’epoca, in particolare il concetto di “two-power standard” e le figure chiave come l’Ammiraglio Fisher. Inoltre, un’analisi delle dinamiche geopolitiche europee di inizio Novecento, con un focus sulle alleanze e sulle rivalità tra le grandi potenze, potrebbe fornire un contesto più ampio per valutare le motivazioni e le azioni di entrambi i paesi. Un approfondimento della psicologia politica e della teoria dei giochi potrebbe aiutare a comprendere meglio come la percezione della minaccia, anche se non del tutto razionale, possa influenzare le decisioni strategiche.Abbiamo riassunto il possibile
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