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Contenuti del libro
Informazioni
“Dov’è la vittoria” di Vittorio Sermonti ti porta dietro le quinte del Mondiale 1982, seguendo la Nazionale italiana di Enzo Bearzot in un viaggio pazzesco. Non è solo la cronaca delle partite in Spagna, ma un racconto di tensione fin dall’inizio a Roma, con la stampa che non perdona niente, le polemiche sui convocati e un CT, Bearzot, sotto pressione. Vedrai i giocatori chiusi nel ritiro blindato di Pontevedra, alle prese con la noia e le critiche, specialmente verso Paolo Rossi, la cui forma fisica preoccupa tutti. C’è il famoso “silenzio stampa” che divide la squadra dai giornalisti, un atto di ribellione o forse un modo per trovare l’unità. Il libro esplora come l’opinione pubblica e la critica sportiva cambiano idea radicalmente: dallo scetticismo totale dopo i pareggi iniziali e le polemiche sui premi, all’euforia incontenibile dopo le vittorie incredibili contro l’Argentina e il Brasile. È la storia di come una squadra data per spacciata, tra dubbi tattici e problemi interni del calcio italiano, trova la forza di vincere il Mondiale 1982, diventando un simbolo di riscatto per l’Italia intera, con personaggi indimenticabili come Zoff e Tardelli, e culminando nella grande festa della vittoria Mondiale in Spagna e in patria.Riassunto Breve
La preparazione della nazionale italiana per il Mondiale 1982 inizia tra forti tensioni e critiche da parte della stampa, che dibatte sulle scelte dei convocati e sulla condizione della squadra. Episodi come la reazione nervosa dell’allenatore Bearzot a una critica evidenziano il clima difficile. La squadra si ritira in un ambiente isolato e sotto stretta sorveglianza, definito “bunker”, che genera insofferenza tra i giocatori. La stampa continua a concentrarsi sui problemi, come l’infortunio di Paolo Rossi e la forma fisica di altri giocatori, alimentando il pessimismo. Si discute molto sulla tattica e sulla possibilità di inserire giocatori giovani come Massaro, ma le amichevoli non convincono. Le critiche si intensificano dopo una prestazione deludente, con il presidente federale che attacca pubblicamente la squadra. Emergono problemi interni e confusione tattica. Nonostante il clima negativo, la squadra esordisce con un pareggio 0-0 contro la Polonia. La reazione della stampa è mista, con alcuni che vedono segnali positivi e altri che mantengono lo scetticismo. La mancanza di gol diventa un problema evidente, con Paolo Rossi particolarmente sotto pressione e criticato per la sua forma. Il pareggio 1-1 contro il Perù aumenta le critiche sulla condizione fisica e l’atteggiamento difensivo. Nonostante le prestazioni opache, l’Italia si qualifica per il turno successivo grazie a un altro pareggio (1-1) contro il Camerun, ma la qualificazione è vista come sofferta e senza gloria. Le polemiche si spostano sui premi economici destinati ai giocatori, considerati eccessivi data la situazione economica e il gioco espresso. I giocatori reagiscono alle critiche e alle distorsioni mediatiche imponendo un “silenzio stampa”, parlando solo tramite il capitano Zoff. Questo gesto è interpretato in vari modi, ma evidenzia la frattura con una parte della stampa. Prima della partita contro l’Argentina campione del mondo, le aspettative sono bassissime e le critiche persistono. Contro ogni pronostico, l’Italia vince 2-1. Questa vittoria inattesa cambia radicalmente il clima nazionale e il tono della stampa, che riconosce i meriti della squadra e l’efficacia tattica. Il silenzio stampa viene ora visto da alcuni come un fattore che ha rafforzato il gruppo. Nonostante l’euforia, la squadra mantiene il silenzio con la stampa italiana. La vittoria sull’Argentina porta a un rinnovato sostegno politico. L’attenzione si sposta sulla successiva partita contro il Brasile, considerato il grande favorito. Anche in questo caso, contro ogni aspettativa, l’Italia vince 3-2 con una prestazione memorabile di Paolo Rossi. Questa vittoria scatena un’ondata di entusiasmo popolare in tutta Italia. La stampa celebra l’impresa e la squadra, che supera anche la semifinale contro la Polonia (2-0) e raggiunge la finale. La vittoria finale per 3-1 contro la Germania scatena festeggiamenti diffusi e un’euforia nazionale senza precedenti. La figura del Presidente Pertini diventa simbolo di questa festa. Il dibattito post-vittoria riflette sul contrasto tra le critiche iniziali e il trionfo finale, sul significato del gioco espresso e sull’interpretazione della festa popolare come momento di unità nazionale o fenomeno di massa. I giocatori e Bearzot criticano la stampa per lo scetticismo iniziale. La vittoria è vista da molti come un riscatto e un simbolo di un’Italia capace di superare le difficoltà.Riassunto Lungo
1. L’avvio azzurro tra stampa e tensione
La preparazione della nazionale italiana per il Campionato Mondiale 1982 inizia sotto forte pressione mediatica e con tensioni palpabili. I riflettori si accendono a Roma il 1° giugno, quando il Commissario Tecnico Enzo Bearzot attende i giocatori. Nonostante un tentativo di distensione con i giornalisti, le critiche si concentrano subito sulle scelte dei convocati, alimentando dibattiti accesi su chi è rimasto fuori, come Beccalossi e Pruzzo. L’atmosfera si fa ancora più tesa il 2 giugno, segnata da un incidente: Bearzot reagisce con uno schiaffo a una tifosa che lo insulta per l’esclusione di Beccalossi. Anche se l’episodio si ricompone con scuse reciproche, mostra chiaramente il nervosismo del CT. Questo stato di tensione viene attribuito ai risultati deludenti degli ultimi due anni, ma alcuni commentatori ipotizzano che possa diventare uno stimolo positivo per la squadra.L’incontro a Palazzo Chigi
Prima di partire per la Spagna, la squadra viene ricevuta a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Spadolini. Questo incontro sottolinea l’importanza che il governo attribuisce alla partecipazione al Mondiale, visto non solo come evento sportivo, ma anche per il suo valore storico, sociale e di pace. Spadolini evidenzia questi aspetti durante il ricevimento ufficiale. Tuttavia, l’accoglienza pubblica all’uscita dalla sede del governo risulta piuttosto limitata, quasi tiepida. Questo contrasto tra l’ufficialità dell’incontro e la reazione esterna riflette forse l’umore generale del paese in quel momento, diviso tra aspettative e perplessità.Il viaggio verso la Spagna
Durante il volo che porta la nazionale in Spagna, l’umore della squadra appare decisamente migliorato. Enzo Bearzot si mostra fiducioso nei suoi giocatori e valuta le possibilità dell’Italia, inserendola nella seconda fascia delle favorite, subito dopo potenze come Brasile e Germania. L’arrivo a Pontevedra, la sede del ritiro, è descritto come tiepido, con la presenza di pochi tifosi ad accogliere la squadra. Si nota invece una forte presenza di polizia, che alcuni interpretano come un eccesso di protezione non necessario. Questa accoglienza modesta viene anche collegata a possibili fattori economici locali legati all’evento.Ma cosa si intende esattamente per “umore generale del paese” e quali elementi concreti lo definivano in quel preciso momento storico?
Il capitolo giustamente evidenzia il contrasto tra l’ufficialità dell’incontro a Palazzo Chigi e la tiepida accoglienza esterna. Tuttavia, la spiegazione basata su un generico “umore generale del paese” risulta debole per la mancanza di dettagli. Per colmare questa lacuna, è indispensabile contestualizzare meglio l’Italia del 1982, esplorando la sua complessa situazione socio-politica ed economica. Approfondire studi di storia contemporanea o sociologia politica fornirebbe gli elementi necessari per comprendere quel periodo e valutare la validità di tale interpretazione.2. Il Ritiro Blindato e le Ombre Azzurre
La squadra nazionale si trova in un ritiro caratterizzato da misure di sicurezza eccezionali presso la Casa del Barón a Pontevedra. La struttura è descritta con termini forti come “Lager dorato” o “Bunker d’avorio”, a sottolineare l’isolamento. Le precauzioni sono estreme: vengono ispezionate cantine e case vicine, i residenti sono schedati, ci sono tiratori scelti sui tetti, ispettori in borghese armati all’interno dell’hotel e un cordone di gendarmi all’esterno. Ai giocatori è stato consigliato di non uscire, creando un clima di reclusione forzata. Questa situazione genera noia e insofferenza tra gli atleti, tanto che alcuni tentano di eludere la sorveglianza per uscire, venendo poi diffidati. La stampa descrive l’atmosfera come quella di un chiostro monacale.Le tensioni con la stampa
L’attenzione dei media è costante e pressante sulla squadra. L’allenatore Enzo Bearzot deve affrontare domande insistenti, in particolare riguardo all’episodio dello schiaffo a una giornalista. Bearzot difende la sua azione, paragonandola a quella che farebbe con una figlia, nonostante questo provochi sdegno in molti giornalisti italiani e stupore in quelli spagnoli. Un vertice interno consiglia al CT di mantenere la calma, mentre la stampa nazionale commenta l’episodio con disappunto o tristezza.Condizioni dei giocatori e allenamenti
Paolo Rossi è un punto focale per la stampa, sia estera che italiana, ma deve fare i conti con un infortunio. Una sciatalgia lo costringe a fermarsi durante un allenamento. Il medico minimizza la situazione, ma l’assenza di un ortopedista nella delegazione suscita critiche. Rossi mostra insofferenza verso l’attenzione mediatica e dichiara di volersi isolare, non desiderando essere considerato “Mister simpatia”. Durante una partitella di allenamento contro una squadra locale, emergono diverse indicazioni. Massaro si distingue per vitalità e viene valutato come possibile opzione per il centrocampo, pur dovendo migliorare nella marcatura. Bruno Conti mostra una buona condizione fisica dopo un infortunio. Al contrario, Tardelli appare in difficoltà e desta preoccupazione per la sua forma e il suo umore, descritto come fragile e ombroso. Anche Gentile manifesta malinconia, legata alla mancanza di spazio in campo e al controllo eccessivo imposto nel ritiro.Prospettive e dibattito tattico
Le previsioni sulle possibilità della squadra sono varie. I giocatori indicano Germania Ovest o Brasile come favorite per la vittoria finale, mentre vedono l’URSS o l’Italia stessa come possibili sorprese. Carmelo Bene esprime un giudizio molto negativo sulla squadra italiana, definendoli “ragionieri” privi di fantasia nel gioco. Bearzot difende con decisione la sua impostazione tattica, che privilegia l’attacco. Ritiene che potenziare la difesa a scapito dell’attacco porterebbe a non segnare più gol. Afferma che l’Italia è una squadra naturalmente votata all’attacco e che i gol subiti sono un prezzo accettabile se la squadra riesce a segnarne di più. Nonostante le critiche persistenti sulla solidità della difesa e del centrocampo, l’allenatore mantiene ferma la sua linea.L’ipotesi del “mal d’Europa”
Si avanza l’ipotesi di un “mal d’Europa”, suggerendo che la squadra italiana tenda a rendere meglio quando gioca lontano da casa. Questa teoria si basa sull’idea che fuori dall’Italia gli arbitraggi possano essere percepiti come più favorevoli o che la pressione del pubblico e dei media nazionali sia minore. L’allenatore Bearzot sembra in parte condividere questa visione, riconoscendo possibili differenze nell’ambiente e nelle aspettative.Il “mal d’Europa” è una teoria fondata o una comoda scusa per giustificare le prestazioni altalenanti?
Il capitolo introduce l’ipotesi del “mal d’Europa” per spiegare le possibili variazioni di rendimento della squadra lontano da casa. Tuttavia, si limita a menzionare questa possibilità, legandola in modo vago a percezioni sugli arbitraggi o a una minore pressione mediatica e del pubblico nazionale, senza fornire un’analisi approfondita delle sue basi psicologiche o sociologiche. Per valutare la fondatezza di tale teoria, sarebbe necessario approfondire la psicologia della performance sportiva, la sociologia dello sport e l’impatto della pressione ambientale sugli atleti, magari consultando autori che trattano questi temi.3. La spinta per il giovane e le ombre sulla squadra
Nei giorni prima del mondiale, l’attenzione della stampa si concentra su Daniele Massaro. È un attaccante di ventun anni e viene visto in ottima forma. I giornali promuovono l’idea di metterlo in squadra, pensando che possa risolvere i problemi di un centrocampo che sembra stanco e senza idee. Si parla di diverse possibilità su come usarlo, anche in ruoli nuovi per lui, come mediano.La “Massaromania” e le pressioni
Questa grande attenzione per il giovane viene chiamata “Massaromania”. Una parte della stampa continua a insistere perché venga incluso nella formazione.Le riserve del CT e le preoccupazioni della squadra
Il commissario tecnico Bearzot considera Massaro, ma ha dei dubbi sull’usarlo subito come centrocampista che deve marcare, un ruolo che non ha mai fatto. Pensa ai rischi che un cambiamento così grande potrebbe creare poco prima del torneo. Anche alcuni giocatori titolari della squadra sono preoccupati che l’arrivo di Massaro possa rendere la formazione meno equilibrata.Il test contro lo Sporting Braga
Viene organizzata un’amichevole contro lo Sporting Braga per fare un test. La partita finisce 1-0 per la squadra, ma la prestazione non convince. Massaro gioca per un tempo come mediano, ma la sua prova non sembra buona alla maggior parte di chi commenta la partita. La delusione per come ha giocato la squadra in generale fa crescere ancora di più le discussioni sulla sua condizione e sulla necessità di fare dei cambi.Le reazioni e l’incertezza pre-mondiale
Bearzot dice di non essere soddisfatto della partita. Spiega le difficoltà dicendo che la preparazione fisica ha reso la squadra pesante. Nonostante le critiche e le diverse idee dei giornali sui singoli giocatori e sulle soluzioni, il commissario tecnico rimane prudente. Dice che la preparazione non è finita e che non è il momento di creare “casi e scandali”. I giocatori danno diverse spiegazioni per la prestazione poco brillante, parlando di stanchezza o di mancanza di affiatamento. La situazione della squadra, a pochi giorni dall’inizio del mondiale, appare incerta, con opinioni diverse tra stampa, allenatore e giocatori.Ma davvero la vittoria di una squadra di calcio può, da sola, ‘unire tutto il paese’ e portare a una ‘riscoperta dell’identità italiana’?
Il capitolo descrive l’ondata popolare come un momento di riscoperta e unità, ma non fornisce il contesto storico e sociale necessario per valutare la profondità e la natura di questo fenomeno. Per comprendere se tale unità fosse reale o superficiale, e quale ruolo abbia giocato l’evento sportivo in un periodo specifico della storia italiana, è fondamentale approfondire la storia politica e sociale dell’Italia degli anni ’70 e ’80. Utile sarebbe esplorare le analisi di autori che si sono occupati di identità nazionale, movimenti sociali e il ruolo degli eventi di massa nella società contemporanea.15. La Sineddoche Azzurra e la Festa Ritrovata
Dopo la vittoria del Mondiale, i giocatori trascorrono la notte a Madrid, stanchi ma pieni di gioia. Paolo Rossi riceve un importante premio internazionale per le sue prestazioni. Intanto, la notizia della vittoria scatena una grande festa in Spagna e in tutto il mondo, coinvolgendo gli italiani che si sentono finalmente riscattati. In Italia, la celebrazione è la più grande manifestazione popolare spontanea dalla proclamazione del Regno, con festeggiamenti in ogni città, cori e bandiere ovunque. Nonostante qualche episodio isolato di disordine, l’atmosfera generale è dominata da una gioia diffusa e incontenibile.Il Rientro e le Celebrazioni Ufficiali
La squadra rientra a Roma il giorno seguente, accolta da migliaia di persone all’aeroporto di Ciampino. L’arrivo è caratterizzato dal caos, con la folla che cerca in ogni modo di avvicinare i giocatori e la coppa che rischia quasi di cadere a terra. Successivamente, la comitiva si reca al Quirinale, dove il Presidente Pertini accoglie la squadra, ma i giocatori appaiono visibilmente stanchi e sopraffatti dagli eventi. La visita prosegue a Palazzo Chigi, dove il Presidente del Consiglio Spadolini cerca di associare la vittoria al suo governo, chiedendo in modo esplicito fortuna per sé. L’allenatore Bearzot appare in questo contesto particolarmente esausto.La Conferenza Stampa di Bearzot
Nella conferenza stampa successiva, Bearzot spiega che il momento cruciale per la squadra è arrivato dopo la prima fase del torneo, quando i giocatori hanno compreso di avere il potenziale per crescere e migliorare. L’allenatore evita di rilasciare commenti di natura politica e difende con fermezza le sue scelte tecniche, in particolare quella di aver continuato a dare fiducia a Paolo Rossi nonostante le critiche iniziali. Esprime inoltre una critica nei confronti dei club, accusandoli di non aver mostrato il dovuto rispetto per il suo lavoro di selezione e preparazione della nazionale. Dopo la conferenza stampa, Bearzot accusa un malore e decide di rinunciare a partecipare a una prevista trasmissione televisiva per potersi finalmente riposare.Il Dibattito Pubblico e le Interpretazioni della Vittoria
La vittoria della nazionale scatena un ampio e acceso dibattito nell’opinione pubblica italiana. Giocatori e alcuni commentatori non mancano di criticare la stampa sportiva per lo scetticismo iniziale e le critiche spesso feroci ricevute durante il torneo. Ci si interroga se proprio queste critiche abbiano in qualche modo contribuito a motivare e unire la squadra. Emerge anche la tesi provocatoria che l’incompetenza dimostrata da alcuni osservatori fosse alla fine più rivelatrice della presunta competenza di altri.Analisi dello Stile di Gioco
Una parte significativa del dibattito si concentra sull’analisi dello stile di gioco che ha portato l’Italia alla vittoria. Alcuni lo identificano con il tradizionale “catenaccio” o con un efficace “contro-gioco”, basato sulla difesa e ripartenze veloci. Altri, invece, preferiscono sottolineare qualità come l’intelligenza tattica, la velocità nell’esecuzione delle azioni e l’imprevedibilità dimostrata dalla squadra nel corso delle partite decisive.Significati Politici e Sociali
La vittoria viene interpretata anche attraverso lenti politiche e ideologiche, diventando un simbolo potente per diverse visioni dell’Italia. C’è chi la vede come la dimostrazione di un’Italia forte e capace, chi come il segnale di un paese democratico ed efficiente, e chi ancora come l’occasione per recuperare un’immagine positiva a livello internazionale. In particolare, il Partito Socialista cerca attivamente di associare il successo sportivo al proprio progetto politico e alla propria visione del paese.La Natura della Festa Popolare
Anche la natura e il significato della grande festa popolare spontanea sono oggetto di riflessione. Alcuni osservatori guardano con una certa preoccupazione a questo fenomeno di massa, interpretandolo come un potenziale pericolo che rischia di annullare l’individuo nella folla. Altri, al contrario, leggono la celebrazione come una riscoperta autentica di un sentimento nazionale di appartenenza, un forte senso di comunità e un inatteso ritorno all’ottimismo, capace di superare il pessimismo e lo scoraggiamento diffusi nel paese.La Squadra come Simbolo: La Sineddoche Azzurra
Viene proposta la figura retorica della “sineddoche” per descrivere in che modo la squadra nazionale di calcio sia riuscita a rappresentare l’Italia intera agli occhi dei cittadini e del mondo. Questo fenomeno ha generato un forte processo di auto-identificazione simbolica, in cui il successo della squadra è stato percepito come il successo dell’intera nazione. Mentre nelle grandi città la vita ritorna gradualmente alla normalità, la festa e l’attenzione dei media continuano nei piccoli paesi d’origine dei giocatori. Questi luoghi diventano per qualche giorno il centro della scena nazionale, disegnando una mappa inedita di un’Italia spesso meno visibile e meno rappresentata.In un’Italia segnata da profonde divisioni e tensioni, è davvero sufficiente descrivere la vittoria del Mondiale come una semplice “sineddoche azzurra” e la festa popolare come una pura “riscoperta di un sentimento nazionale”?
Il capitolo presenta la vittoria e le celebrazioni come un fenomeno di ampia portata e significato simbolico, ma non approfondisce a sufficienza il contesto socio-politico complesso degli anni in cui si è verificato l’evento. Per comprendere meglio la natura di quella “festa ritrovata” e il suo impatto reale sull’identità nazionale, sarebbe utile approfondire la storia sociale e politica dell’Italia di quel periodo, studiare la sociologia dei fenomeni collettivi e dell’identità nazionale, e confrontarsi con le analisi di autori che hanno riflettuto sulla costruzione e rappresentazione dell’italianità.Abbiamo riassunto il possibile
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