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Contenuti del libro
Informazioni
“Dionea e altre storie fantastiche” di Vernon Lee ti immerge in un’Italia dove il confine tra realtà e soprannaturale è sottile. Vernon Lee, studiosa d’arte e scrittrice, vedeva il paesaggio italiano non solo come bello, ma come una “soffitta fatidica” piena di miti perduti e fantasmi del passato. Questo libro raccoglie storie fantastiche che esplorano la persistenza di presenze antiche. In “Dionea”, sulla costa ligure, una figura misteriosa sembra riportare in vita l’antica dea Venere, sconvolgendo la comunità. “Il segreto del Volto Santo” indaga come un’immagine pagana, forse Marsia, possa sopravvivere nascosta in una reliquia cristiana. Altre storie, come quella legata a un “cassone nuziale” a Perugia o l’enigma della statua di Ilaria del Carretto a Lucca, mostrano come luoghi e oggetti custodiscano segreti violenti o misteri irrisolti dal Rinascimento. Vernon Lee cattura l’eco pagana nel paesaggio moderno, creando racconti che sono un mix affascinante di storia, arte e soprannaturale, perfetti per chi ama l’Italia misteriosa e le storie gotiche.Riassunto Breve
Vernon Lee, studiosa e scrittrice, trova nei paesaggi italiani una grande ispirazione, vedendo l’Italia come una “soffitta fatidica” piena di misteri e fantasmi. La sua ricerca si concentra sulla nostalgia per le presenze mitiche perdute, come antichi dei ed eroi, e sui fantasmi legati a crudeltà passate. Questa esplorazione del fantastico nell’immaginario italiano si inserisce in una tradizione letteraria. I suoi racconti riportano alla luce un passato affascinante. Un esempio è la storia di Dionea, una bambina trovata sulla costa ligure dopo un naufragio. Non parla italiano e il suo nome è legato all’antica dea Venere, causando scandalo. Crescendo, la sua bellezza è straordinaria ma il suo carattere è ribelle. Preferisce stare all’aperto e la gente la teme, attribuendole sventura. Incidenti inspiegabili accadono intorno a lei. Un artista, Waldemar, la sceglie come modella per una Venere, ma diventa ossessionato. La storia culmina in un rituale tragico in un antico tempio di Venere, dove la moglie di Waldemar muore e l’artista stesso trova la morte, mentre Dionea scompare in mare. Un altro racconto riguarda una statua trovata sulla spiaggia nel 1195, inizialmente creduta un’immagine miracolosa di Cristo. Questa Effigie si muove e rompe le croci, attirando pellegrini e ricchezza. Circolano voci su rumori strani e visioni di lupi. Un’inchiesta rivela che la statua originale non era cristiana ma pagana, identificata come Marsia, e viene ritrovata sepolta. La statua esposta oggi è una sostituzione. Questi eventi misteriosi erano legati alla vera natura pagana della statua. Un pannello di un cassone nuziale dipinto per Messer Troilo Baglioni raffigura il “Trionfo d’Amore” ma nasconde una storia di violenza. Messer Troilo rapisce Maddalena, fidanzata del pittore Desiderio. Anni dopo, il cassone viene riportato con il corpo di Maddalena pugnalata e il suo neonato. Desiderio e il padre di Maddalena seppelliscono il corpo nel cassone. Desiderio giura vendetta e anni dopo pugnala a morte Troilo, bevendone il sangue. Fugge portando con sé il cassone e il corpo. La storia della statua di Ilaria del Carretto a Lucca è legata a un dilemma irrisolto. L’effigie si trova nella cattedrale, ma si associa a lei il nome “Signora delle Chiavi d’Oro” e una via dietro il palazzo Guinigi. La torre del palazzo con gli alberi sulla cima solleva un interrogativo: fu costruita per offrire a Ilaria una vista consolatoria o fu una prigione? Questo dubbio è il nucleo di una storia non scritta, dove si immagina Paolo Guinigi vedere la moglie morta sulla torre e chiedersi se fosse santa o strega. Alla fine del diciannovesimo secolo, il paesaggio italiano evoca un senso di angoscia e assenza, legato alla perdita di una presenza spirituale nella natura. Questo è visto come l’ultimo residuo delle divinità pagane, relegate nei fenomeni naturali. Le arti visive dell’epoca rappresentano questo tema con figure mitologiche che simboleggiano il vitalismo della natura ma anche nostalgia. Vernon Lee esplora questa persistenza, vedendo i luoghi come esseri viventi che custodiscono leggende. Nei suoi racconti, gli antichi protagonisti dei miti, se tornano, mostrano i segni del disincanto e si scontrano con il mondo moderno. Dionea risveglia l’istinto amoroso senza limiti, sconvolgendo l’ordine. L’artista non può più attingere pienamente al mito. La storia di Marsia mostra la trasformazione di un mito classico in un’immagine cristiana e la violenza nel sopprimere il ritorno del mito. Altri racconti si rifanno al Rinascimento, visto come fucina di storie, mostrando come il potere si manifesti spesso come violenza, specialmente sulla donna, o come il volto di una città narri storie e riveli lo spirito del luogo.Riassunto Lungo
1. L’Italia, soffitta di miti e fantasmi
Vernon Lee, pseudonimo di Violette Paget, vissuta tra il 1856 e il 1935, era una studiosa d’arte e scrittrice. Trovava nei paesaggi italiani una grande fonte di ispirazione per i suoi racconti fantastici. La sua attenzione si rivolgeva in particolare alla nostalgia per le antiche presenze perdute, come gli dei e gli eroi del mito. Cercava anche i fantasmi legati a crudeltà accadute nel passato. Descriveva l’Italia come una “soffitta fatidica”, un luogo pieno di misteri e presenze nascoste, perfetto per creare storie di finzione e dal sapore romanzesco.Racconti di fantasmi e miti
I suoi racconti, come quelli raccolti nei volumi Possessioni e Dionea, mostrano un forte desiderio di riportare alla luce un passato dal fascino magnetico. In queste storie si incontrano temi diversi che esplorano il confine tra realtà e soprannaturale. Ad esempio, si narra del ritorno della ninfa Dionea in un piccolo villaggio della Liguria. Un altro racconto parla della sopravvivenza di un antico Spirito Ferino pagano, nascosto all’interno di una reliquia cristiana. Altre storie sono legate a oggetti che racchiudono segreti, come un vecchio cassone nuziale, o esplorano l’enigma di statue sepolcrali, come quella famosa di Ilaria del Carretto.Un posto nella tradizione letteraria
Questa sua ricerca del fantastico nell’immaginario italiano, così evidente nei suoi racconti, la inserisce in una linea di autori che hanno esplorato temi simili. Tra questi si possono citare Stendhal e Tomasi di Lampedusa. Questa tradizione, che scava nel passato e nel mistero italiano, arriva fino al cinema thriller più recente. Il suo interesse per il soprannaturale e per il peso del passato la lega a una particolare corrente letteraria, sia italiana che europea, che cerca significati nascosti oltre la realtà visibile. Il suo approccio sottolinea come la storia e i paesaggi italiani siano un terreno fertile per racconti che mescolano realtà e fantasia.Altri contributi
Oltre alla narrativa fantastica, Vernon Lee ha scritto importanti studi sull’estetica. Ha anche pubblicato monografie dedicate alla cultura italiana, dimostrando un profondo impegno di studiosa. Grazie a questi lavori, ha contribuito in modo significativo a far conoscere in Inghilterra periodi storici e autori italiani meno noti. Questi lavori dimostrano il suo profondo impegno di studiosa verso l’Italia, che andava oltre la semplice ispirazione per la narrativa. La sua produzione accademica completa la sua narrativa, offrendo un quadro più ampio del suo interesse per la cultura italiana.Come si conciliano la rigorosa indagine accademica e la ricerca di “presenze nascoste” e “significati oltre la realtà visibile” nell’opera di Vernon Lee?
Il capitolo presenta Vernon Lee come studiosa d’arte e cultura italiana e, al contempo, autrice di racconti fantastici ispirati a miti e fantasmi. Tuttavia, non esplora a fondo la potenziale tensione o il quadro filosofico che permette a un intellettuale di muoversi tra l’analisi critica e l’interesse per il soprannaturale. Per comprendere meglio questa dinamica, sarebbe utile approfondire la storia culturale e intellettuale del periodo in cui visse Lee, esplorando le correnti di pensiero che affrontavano il rapporto tra razionalità scientifica, estetica e spiritualità. Approfondire studi sulla letteratura gotica, il decadentismo e autori come William James o gli studiosi di folklore dell’epoca potrebbe fornire il contesto necessario per capire come queste dimensioni potessero coesistere e influenzarsi reciprocamente nella sua opera.2. La Fanciulla Venuta dal Mare e l’Antica Dea
Dopo una violenta tempesta sulla costa ligure, viene trovata una bambina, unica sopravvissuta di un naufragio. Non parla la lingua del luogo e i suoi abiti sono chiaramente stranieri. Tra le sue vesti, un frammento di pergamena rivela il suo nome: Dionea. Affidata alle cure delle suore, la sua presenza genera presto scompiglio. Rifiuta il battesimo e il suo nome, evocando l’antica dea Venere, provoca scandalo e inquietudine nella comunità locale.La crescita e il timore della comunità
Crescendo, Dionea fiorisce in una bellezza straordinaria, ma mantiene un carattere indomabile. Evita le mansioni domestiche e il cucito, preferendo la libertà degli spazi aperti, il richiamo del mare o il riparo dei cespugli profumati di mirto e rose, dove stormi di piccioni sembrano trovarla. La sua diversità e la sua aura la rendono oggetto di profondo timore tra gli abitanti del luogo. Le attribuiscono poteri oscuri, la credono capace di portare sventura in amore o di lanciare il malocchio. Intorno a lei si manifestano eventi inquietanti e inspiegabili: una suora sparisce misteriosamente con un marinaio, il confessore del convento muore dopo aver affrontato tormenti interiori, e un uomo anziano che aveva mostrato un interesse particolare per lei viene colpito a morte da un fulmine.L’incontro con l’artista e il tragico epilogo
Nella stessa zona si stabiliscono un artista, Waldemar, e sua moglie, prendendo dimora in un antico forte genovese. Si narra che questo forte sorgesse sul luogo di un tempio dedicato a Venere, un dettaglio che risuona con la storia di Dionea. Waldemar, noto per le sue sculture di figure maschili, decide di cimentarsi con una Venere e rimane folgorato dalla bellezza di Dionea, che ritiene perfetta per il suo intento. La sceglie come modella, ma il processo creativo lo trascina in una spirale di ossessione. Arriva a distruggere la sua opera, incapace di accettare che la bellezza della modella superi quella della statua. La situazione precipita in una notte fatale. Waldemar tenta un rituale nella cappella sconsacrata del forte, che un tempo era l’antico tempio, utilizzando un altare dedicato a Venere e la stessa Dionea. La mattina seguente, la moglie di Waldemar viene trovata senza vita sull’altare, mentre il corpo dell’artista giace ai piedi della rupe, e il forte è avvolto dalle fiamme. Dionea svanisce nel nulla. L’ultima volta che qualcuno la vede è a bordo di una nave greca, riconoscibile per gli occhi dipinti sulla prua, che si allontana lentamente verso il vasto orizzonte marino.Il capitolo suggerisce un legame tra la presenza di Dionea e gli eventi tragici, ma quale logica – al di là della mera superstizione – lega effettivamente la “fanciulla venuta dal mare” a sparizioni, morti e rituali fatali?
Il capitolo, pur affascinante, presenta una serie di eventi luttuosi e inspiegabili che sembrano ruotare attorno alla figura di Dionea, suggerendo un legame quasi causale tra la sua diversità e le sventure che colpiscono la comunità. Tuttavia, non viene fornita una spiegazione chiara e razionale di questo nesso. Sono gli eventi realmente causati da una qualche influenza oscura legata alla fanciulla e all’antica dea, o sono piuttosto tragiche coincidenze interpretate attraverso la lente della paura, della superstizione e del pregiudizio verso l’estraneo? Per esplorare questa ambiguità, si potrebbero approfondire gli studi sulla psicologia sociale e la formazione del pregiudizio, l’antropologia culturale e il ruolo della superstizione nelle comunità, o l’analisi letteraria dei meccanismi narrativi che giocano sul confine tra realtà e soprannaturale, come nel genere gotico o nel realismo magico. Approfondire autori che trattano temi di isteria collettiva o l’interpretazione psicologica del mito potrebbe offrire nuove prospettive.3. Il segreto del Volto Santo
Nel 1195, dopo una tempesta, una statua di pietra senza braccia e croce viene trovata sulla spiaggia a Dunes. Viene identificata come un’immagine del Salvatore scolpita da San Luca e portata miracolosamente dal mare. La statua viene posta nella chiesa locale e inizia a compiere prodigi, attirando molti pellegrini e rendendo ricchi la chiesa e il Priorato. Questa Effigie, però, non rimane ferma sulla croce a cui viene fissata. Si muove, si contorce e arriva a rompere le croci, un evento che si ripete nel tempo, circa dieci anni dopo il ritrovamento, poi di nuovo nel 1293 e nel 1299.Eventi inspiegabili e sospetti
Mentre la fama del Volto Santo cresce grazie ai prodigi, l’Abate di St. Loup di Arras guarda con sospetto sia i miracoli che l’autonomia del Priorato. Parallelamente agli eventi in cui l’Effigie rompe le croci, iniziano a circolare voci su strani rumori notturni provenienti dalla chiesa, specialmente durante i temporali. Si parla di ululati, lamenti, suoni di flauti e zampogne. Alcuni testimoni affermano di aver avuto visioni di lupi e di una figura sul tetto. Un ex guardiano della chiesa, ritenuto pazzo e imprigionato, fornisce una testimonianza chiave in un’inchiesta del 1309. Racconta di aver visto uno “Spirito Ferino” rompere la croce, descrivendo anche lupi che danzavano e lo spirito che suonava la zampogna. Questi strani fenomeni alimentano un clima di mistero e sospetto attorno alla statua.La sostituzione e la fine dei miracoli
Un evento cruciale si verifica nel 1299, quando un fulmine colpisce la chiesa. La croce si spezza e l’Effigie viene trovata dietro l’altare. A seguito di questo episodio, la statua viene sostituita con un’altra. Questa sostituzione segna un punto di svolta: i miracoli cessano completamente, la devozione verso l’Effigie diminuisce drasticamente e i pellegrinaggi si riducono notevolmente.La vera natura dell’Effigie originale
Il mistero si svela quando si scopre che l’Effigie originale, quella associata ai prodigi e ai fenomeni inspiegabili, non era affatto un’immagine di Cristo. Viene ritrovata sepolta in un sotterraneo, trafitta da una sbarra di ferro. L’analisi della statua ne rivela la vera identità: non è un crocifisso cristiano, ma una figura pagana, identificata come Marsia grazie alla forma del suo orecchio. La statua che si trova oggi nella chiesa è la sostituzione operata nel 1299. I misteriosi eventi e i rumori notturni erano, dunque, la manifestazione della vera natura pagana di questa statua.Ma questo “dilemma” è un vero enigma storico o una suggestione narrativa costruita su frammenti?
Il capitolo presenta il contrasto tra la torre come gesto d’amore o prigione come il “nucleo della storia da raccontare”, ma le informazioni fornite non chiariscono su quali basi storiche concrete si fondi questo specifico dilemma legato alla torre e a Ilaria. Il dubbio sulla sua effettiva residenza nel palazzo e la natura del frammento suggestivo su Paolo che la osserva morta sulla torre lasciano intendere che il “dilemma” possa essere più una costruzione interpretativa o letteraria che un quesito storiografico con prove contrastanti. Per valutare la solidità di tale dilemma, sarebbe necessario approfondire le fonti storiche relative a Paolo Guinigi e alla sua famiglia, la documentazione sulla costruzione e l’uso del palazzo e della torre, e le ricerche sulla vita di Ilaria del Carretto al di là della sua celebre tomba. Discipline come la storia medievale e rinascimentale, l’archivistica e la storia locale di Lucca possono fornire il contesto necessario, consultando opere di storici che si sono occupati del periodo e dei personaggi.6. L’Eco Pagana nel Paesaggio Moderno
Alla fine del diciannovesimo secolo, il paesaggio italiano trasmette un senso di angoscia. Questa sensazione nasce dalla percezione di qualcosa di irrevocabile e assente, legata alla perdita di una presenza spirituale nella natura. Rimane solo un animismo difficile da spiegare, che sembra l’ultimo ricordo delle antiche divinità pagane. Queste figure furono relegate e viste come demoni dal Cristianesimo, confinate nei fenomeni naturali.Le arti visive di quel periodo, specialmente i paesaggi dipinti da Böcklin, Costa e Coleman alla fine dell’Ottocento, esplorano proprio questo tema. Riempiono le loro scene con satiri, centauri e ninfe. Queste figure non sono solo un richiamo alla memoria classica, ma rappresentano anche la forza vitale e misteriosa della natura, la sua capacità di rigenerarsi. Tuttavia, queste immagini sono spesso accompagnate da un sentimento di nostalgia e di esilio. Elementi tipici del paesaggio italiano, come promontori, isole e vecchie case, diventano luoghi carichi di enigma e mistero, dove la natura sembra prigioniera di una profonda malinconia.La persistenza del mito nei luoghi
Vernon Lee si dedica a esplorare questa persistenza attraverso saggi e racconti. Per lei, i luoghi sono come esseri viventi che custodiscono leggende e storie. Nelle sue narrazioni, il senso di un luogo prende vita grazie a presenze misteriose che cercano di far rivivere gli antichi miti. Ci si chiede se le divinità pagane possano davvero sopravvivere nel mondo presente.Il ritorno degli antichi dei: disincanto e scontro con la modernità
Racconti come Dionea e L’orecchio di Marsia offrono una risposta a questa domanda. Se i protagonisti dei miti antichi tornano, portano i segni del disincanto e delle ferite inflitte dal mondo civilizzato. Questo approccio va oltre il Romanticismo, che usava i miti in modo più riflessivo o ironico. Gli antichi dei e gli eroi ritornano con una forza istintuale potente che li porta a scontrarsi con le regole del mondo moderno. Dionea, emergendo dal mare, risveglia un istinto amoroso senza limiti, sconvolgendo l’ordine stabilito. Come divinità, rimane inafferrabile, portando turbamento e talvolta rovina a chi rappresenta i valori tradizionali o la fede nel nuovo dio. Anche l’artista, pur riconoscendo la sua sacralità, non riesce più a trarre ispirazione completa dal mito. L’orecchio di Marsia esplora la trasformazione di un mito classico, quello di Marsia sfidato da Apollo, in un’immagine cristiana, un simulacro interpretato come Cristo. Questo racconto mette in luce la violenza con cui il mondo moderno cerca di soffocare la possibilità che il mito torni a vivere.Echi del passato nel paesaggio e nelle storie
Altri racconti, come Il cassone nuziale e La Signora delle Chiavi d’Oro, si rifanno al Rinascimento italiano. Questo periodo è visto come una fonte inesauribile di storie e miti. Il cassone nuziale descrive un’Italia violenta ma allo stesso tempo raffinata, mostrando come il potere spesso si manifesti attraverso la prevaricazione e la violenza, specialmente nei confronti delle donne. Il racconto sulla statua di Ilaria del Carretto lega in modo profondo un luogo ai suoi segni visibili, dimostrando come il volto stesso di una città possa narrare storie e rivelare lo spirito che lo anima.È davvero la “perdita di una presenza spirituale nella natura” di matrice pagana l’unica causa dell’angoscia ottocentesca, o forse il capitolo ignora altri, ben più concreti, fattori di disorientamento legati alla modernità?
Il capitolo lega in modo molto diretto il senso di angoscia percepito nel paesaggio di fine Ottocento alla perdita delle antiche divinità pagane e alla loro “demonizzazione” cristiana. Questa interpretazione, pur affascinante, rischia di semplificare eccessivamente un periodo storico complesso. Il disorientamento e l’angoscia di fine diciannovesimo secolo avevano radici profonde anche in trasformazioni socio-economiche radicali (industrializzazione, urbanizzazione), nuove scoperte scientifiche che mettevano in crisi visioni del mondo consolidate (darwinismo, fisica), e profondi cambiamenti filosofici che portavano a interrogarsi sul senso dell’esistenza e sulla crisi dei valori tradizionali. Limitarsi a vedere la causa principale nella “perdita del paganesimo” potrebbe trascurare il vasto panorama di forze che stavano ridisegnando la società e la psiche umana. Per avere un quadro più completo, sarebbe utile approfondire la storia intellettuale e sociale del periodo, esplorando autori come Nietzsche, Marx o Freud, che affrontarono il disincanto e le nuove sfide della modernità da prospettive diverse ma ugualmente cruciali.Abbiamo riassunto il possibile
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