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“Diavolo e demòni” di Guido Pagliarino ti porta in un viaggio affascinante attraverso la storia e la Bibbia per capire come sono nate e cambiate le idee su Satana e i demòni. Non è la solita storia del diavolo con le corna, ma un’analisi seria che parte dal satana biblico, un semplice funzionario alla corte divina, e arriva fino alla figura complessa del Diavolo come lo conosciamo oggi. Vedrai come concetti come la tentazione, la possessione demoniaca e persino l’inferno si sono evoluti, influenzati da culture antiche come quella persiana e da diverse interpretazioni dei testi sacri, dall’Antico al Nuovo Testamento. Il libro esplora le molte facce del male, dalle tentazioni di Gesù nel deserto alle diverse visioni su angeli caduti e Lucifero, senza dimenticare le discussioni su esorcismi e la distinzione tra azione demoniaca e malattie. È un libro che ti fa pensare, mostrando quanto sia ricca e a volte sorprendente l’evoluzione teologica di queste figure centrali.Riassunto Breve
L’idea di una figura che accusa i peccatori alla corte divina nasce in Israele sotto il dominio persiano, influenzata dal sistema giudiziario persiano con i suoi ispettori. Questa figura è inizialmente chiamata *satana*, un termine che indica una funzione, non un nome proprio, ed è vista come un funzionario celeste al servizio di Dio, come mostrato nei libri di Zaccaria e Giobbe, dove mette alla prova la fedeltà umana con permesso divino. Successivamente, nel libro 1 Cronache, questa figura evolve in *Satana*, un nome proprio, a cui viene attribuita l’istigazione al peccato di re Davide (il censimento), un atto che in un testo precedente (2 Samuele) era attribuito direttamente a Dio. Questa revisione serve a salvaguardare l’immagine di un Dio giusto che permette il male ma non lo causa. Sebbene la religione persiana (Mazdeismo) con il suo dualismo non alteri il monoteismo biblico, contribuisce all’idea di esseri angelici e demoniaci. Attraverso testi apocalittici giudaici e apocrifi, questa influenza porta alla successiva concezione cristiana del Diavolo come un potente essere malvagio, distinto dal *satana* biblico. Anche l’idea dell’inferno come luogo di eterno tormento, diversa dalla “seconda morte” intesa in alcune scritture, si diffonde tramite apocrifi, legandosi all’idea di un’anima immortale. Nei testi ebraici antichi, i demòni sono poco presenti e non subordinati a Satana, spesso riferendosi a divinità pagane o creature mitologiche. La traduzione greca dei Settanta unifica queste figure sotto il termine “daimònion”, che passa nel Nuovo Testamento, dove gli “indemoniati” mostrano spesso sintomi di malattie mentali. Pensatori cristiani successivi interpretano questi “demoni” come diavoli, collegandoli agli angeli ribelli menzionati in Genesi 6 e nel libro apocrifo di Enoch. Un’altra figura, lo “sterminatore”, originariamente una divinità protettrice cananea, viene trasformata nell’angelo del Signore nell’Esodo, agente della punizione divina, a volte identificato con Dio stesso. Questa figura, presente anche in Numeri e Cronache, riflette la rappresentazione di un Jahvè potente sia nel bene che nel male, distinta dal concetto di un Dio universale. La Bibbia presenta angeli e diavoli come figure reali, anche se la loro natura non è definita dogmaticamente dalla Chiesa, portando a diverse interpretazioni: esseri spirituali, personificazioni del bene/male, o impulsi interni/esterni. Papa Paolo VI ha sostenuto la realtà personale del demonio. L’azione principale del diavolo è la tentazione, che mira ad allontanare l’uomo da Dio calunniando Dio e promuovendo orgoglio ed egoismo, ma la scelta finale spetta sempre alla libertà umana. Il nome Lucifero deriva da un errore di interpretazione di un passo di Isaia riferito al re di Babilonia; nell’Apocalisse si riferisce a Cristo, mentre la figura dell’angelo ribelle è chiamata Diavolo negli apocrifi. Nel Nuovo Testamento, Satana si manifesta anche attraverso persone che si oppongono a Gesù. Le tentazioni di Gesù nel deserto simboleggiano il rifiuto del potere terreno a favore del servizio. L’azione diabolica spinge ad agire contro la legge naturale, intesa come la qualità intrinseca di un essere, e il “pensiero debole” che la nega è visto come un alleato del diavolo nel creare disordine. I “demoni” e gli “indemoniati” nel Nuovo Testamento sono interpretati da alcuni teologi come simboli di forze sociali oppressive o adesione a precetti rigidi. L’azione del Demonio si manifesta ordinariamente nella tentazione al peccato e nel disordine sociale, e straordinariamente in disturbi fisici, infestazioni, ossessioni e possessione. È importante distinguere l’azione straordinaria da malattie psichiche o fisiche. L’esorcismo è un rito usato dalla Chiesa in casi specifici. Fenomeni osservati durante possessioni ed esorcismi sono difficili da spiegare solo con cause naturali. Pratiche occulte possono favorire l’azione diabolica. Il Demonio può possedere il corpo, ma non l’anima, a meno che non sia ceduta volontariamente.Riassunto Lungo
1. L’accusatore alla corte divina: un’idea dalla Persia
Sotto la dominazione persiana, nel popolo d’Israele comincia a prendere forma l’idea che Dio si serva di una figura specifica per ispezionare e accusare i peccatori. Questa figura, chiamata satana (usando l’articolo e l’iniziale minuscola), ha origine dall’ambiente politico e giudiziario persiano. In quell’ambiente, esistevano ufficiali noti come “gli occhi e gli orecchi del Grande re” che avevano il compito di indagare sui sudditi e riferire le loro azioni al sovrano. Nei testi biblici, il satana appare proprio in questo ruolo, come un funzionario che opera alla corte celeste di Dio. Lo si vede chiaramente in libri come Zaccaria e Giobbe, dove svolge una funzione ben definita all’interno della struttura divina. Nel libro di Giobbe, in particolare, il satana non è descritto come un malvagio nemico di Dio, ma piuttosto come un ispettore a cui viene dato il permesso divino per mettere alla prova la fedeltà di Giobbe.Dalla Funzione al Nome Proprio
Una significativa evoluzione teologica si osserva nel libro 1 Cronache. Qui, la figura non è più chiamata satana come semplice funzione, ma Satana, con l’iniziale maiuscola, diventando così un nome proprio. Questa trasformazione viene introdotta per risolvere un problema teologico: chi ha spinto re Davide a compiere un censimento, un atto considerato peccaminoso? Nel precedente libro 2 Samuele, era stato Dio stesso a indurre Davide a questo censimento. La revisione presente in 1 Cronache attribuisce l’istigazione a Satana. Questo cambiamento ha lo scopo di salvaguardare l’idea che Dio sia unico e giusto, chiarendo che Dio permette il male nel mondo, ma non ne è la causa diretta.Influenza Persiana e l’Idea del Male
La religione persiana, conosciuta come Mazdeismo, presentava due spiriti opposti: Ahura Mazda, associato al bene, e Angra Mainyu, associato al male. Sebbene questa concezione dualistica non abbia modificato profondamente la teologia biblica fondamentale, che è rimasta saldamente monoteista, alcuni aspetti del Mazdeismo hanno influenzato lo sviluppo dell’idea di figure angeliche e demoniache. Attraverso la letteratura apocalittica giudaica e testi apocrifi successivi, queste idee hanno contribuito a formare la successiva concezione cristiana del Diavolo. Questa figura cristiana è vista come un potente essere malvagio, nettamente distinto dal satana biblico che aveva primariamente una funzione di accusatore alla corte divina. Parallelamente, anche l’idea dell’inferno come luogo di eterno dolore, in contrasto con la “seconda morte” (la cessazione dell’esistenza) intesa in alcune parti del Nuovo Testamento e dalla Chiesa primitiva, ha cominciato a diffondersi. Questa visione dell’inferno si è affermata in ambienti cristiani influenzati da testi apocrifi e si è legata strettamente all’idea di un’anima umana immortale.Quanto è solida l’attribuzione dell’idea cristiana del Diavolo e dell’Inferno principalmente all’influenza persiana mediata da testi apocrifi?
Il capitolo, pur offrendo una ricostruzione affascinante, presenta l’influenza persiana come un motore quasi esclusivo per lo sviluppo delle idee cristiane sul Diavolo e sull’Inferno. Questa prospettiva rischia di semplificare eccessivamente un processo storico-religioso estremamente complesso. La formazione di queste dottrine nel Cristianesimo è stata un crogiolo di influenze, tra cui quelle ebraiche pre-esiliche, ellenistiche, e lo sviluppo teologico interno. Per avere un quadro più completo, è fondamentale studiare la storia del pensiero religioso, la patristica e la demonologia comparata. Approfondire il lavoro di studiosi come J. Russell o E. Pagels può aiutare a contestualizzare meglio queste evoluzioni.2. L’evoluzione di demoni e distruttori nelle scritture antiche
Nelle antiche scritture ebraiche, i demòni compaiono raramente e non sono legati a Satana. Vengono menzionati soprattutto in libri come Baruc e Tobia, dove rappresentano divinità di altri popoli o creature fantastiche. In altri testi si trovano nomi diversi per esseri mitologici, come sirene o fauni, figure che gli ebrei incontrarono durante l’esilio a Babilonia e che in seguito furono associate a esseri della mitologia greca.Il cambiamento di significato
La versione greca delle scritture, chiamata Settanta (scritta tra il III e il II secolo a.C.), raccoglie queste figure sotto un unico nome: “daimònion”. Questo termine viene poi usato nei testi del Nuovo Testamento. Qui, le persone considerate “possedute” mostrano spesso segni che oggi collegheremmo a malattie della mente. Gli ebrei di quel tempo credevano che ogni malattia fosse causata da un “demone” specifico. A partire dal secondo secolo dopo Cristo, alcuni pensatori cristiani iniziarono a vedere questi “demoni” come veri e propri diavoli. Li collegarono agli “angeli” menzionati nel libro della Genesi (capitolo 6), che secondo una certa interpretazione si unirono a donne umane, un’idea presente anche in un libro non incluso nella Bibbia, quello di Enoch. Questa nuova visione ha portato alla convinzione che i demòni fossero esseri malvagi.
La figura dello sterminatore
Un’altra figura presente nelle scritture è quella dello “sterminatore”. In origine, potrebbe essere stata una piccola divinità adorata dai pastori nella terra di Canaan. Questi pastori le offrivano in sacrificio un agnello (chiamato “pasha”) per proteggere le loro greggi durante gli spostamenti stagionali con gli animali. Nelle storie dell’Esodo, questa figura si trasforma nell’angelo del Signore, che ha il compito di uccidere i figli primogeniti degli Egiziani. In alcuni casi, lo sterminatore è addirittura identificato con Dio stesso. Questo racconto unisce l’antica pratica del sacrificio e la festa della Pasqua, e mostra come l’esperienza dell’esilio a Babilonia abbia influenzato la narrazione dell’Esodo.
Lo sterminatore e l’idea di popolo eletto
Nel periodo in cui furono scritti i primi cinque libri della Bibbia, chiamati Pentateuco (intorno al V secolo a.C.), la figura di un Dio che agisce come sterminatore aveva uno scopo preciso. Serviva a rafforzare l’idea che il popolo ebraico fosse stato scelto da Dio e fosse speciale. Questa figura compare di nuovo in altri libri, come Numeri e Cronache, dove agisce sia per punire (per esempio con malattie) sia per aiutare in guerra. Questo modo di presentare Dio lo mostra come fonte sia di eventi positivi che negativi. È importante capire che queste descrizioni riflettono il modo di pensare e la cultura degli autori biblici nel loro tempo. Questa immagine di un Dio (Jahvè) potente e a volte terribile è diversa dall’idea di un Dio universale e buono che si trova in altre parti delle stesse scritture.
Ma la trasformazione di creature fantastiche e divinità straniere in esseri malvagi cosmici è una conseguenza logica o una costruzione teologica successiva?
Il capitolo descrive un percorso storico interessante, ma il salto concettuale che trasforma figure marginali o divinità straniere in un’unica categoria di esseri malvagi legati a una specifica narrazione (quella degli angeli caduti) merita un approfondimento. Comprendere come e perché sia avvenuta questa radicale ridefinizione richiede di esplorare non solo la filologia e la storia testuale, ma anche le motivazioni teologiche e culturali che hanno plasmato l’interpretazione nel corso dei secoli. Per approfondire, è utile studiare la storia delle religioni comparate e la teologia biblica, concentrandosi in particolare sugli studiosi che analizzano il pensiero ebraico del Secondo Tempio e le prime correnti cristiane.3. Le molte facce del tentatore
La Bibbia presenta angeli e diavoli come figure centrali nel quadro spirituale. Sebbene non descriva nel dettaglio la creazione degli angeli, la tradizione tramanda l’idea di una ribellione da parte di alcuni di essi, motivata da superbia e invidia nei confronti dell’uomo, ritenuto destinato a una posizione superiore. Il libro della Rivelazione narra di una grande guerra combattuta in cielo, dove l’arcangelo Michele e i suoi angeli affrontano un drago, che viene chiaramente identificato con il diavolo e Satana, il quale viene poi precipitato sulla terra insieme ai suoi seguaci angelici. Nel racconto della Genesi, il diavolo fa la sua prima apparizione assumendo la forma del serpente che induce Eva alla disobbedienza. Queste narrazioni bibliche pongono le basi per la comprensione di queste figure spirituali nella fede cristiana.Fede, interpretazione e dogma
La realtà dell’esistenza di angeli e diavoli è considerata un punto fermo della fede cristiana, basata solidamente sulle testimonianze dell’Antico e del Nuovo Testamento. Nonostante ciò, è importante notare che nessun concilio ecumenico o Pontefice ha mai definito in modo dogmatico la loro natura specifica come puri spiriti sotto pena di scomunica. Il Concilio Lateranense IV, ad esempio, condannò l’eresia che sosteneva l’esistenza di un principio del male distinto e separato da Dio, ma non si pronunciò sulla natura degli spiriti. Questa mancanza di una definizione dogmatica stringente ha portato nel corso della storia a diverse interpretazioni tra i credenti riguardo la natura di questi esseri spirituali. Alcuni vedono gli angeli come vere e proprie creature spirituali personali, mentre altri li intendono come persone umane che con il loro esempio ispirano al bene o come semplici personificazioni del bene e ispirazioni positive esterne. Allo stesso modo, i diavoli sono interpretati da alcuni come esseri angelici che si sono ribellati a Dio, mentre altri li considerano esseri umani che inducono gli altri al male o come astrazioni, personificazioni del male e impulsi negativi esterni. Anche episodi biblici significativi, come le tentazioni di Gesù nel deserto o gli esorcismi, sono soggetti a queste diverse letture, visti sia come interventi diretti di esseri spirituali che come rappresentazioni simboliche di lotte interiori o processi di guarigione da malattie. Papa Paolo VI sostenne la realtà personale del demonio, descrivendolo come un essere vivo e spirituale, anche se questa affermazione non è universalmente considerata da tutti gli studiosi di dogmatica come una definizione infallibile.L’azione della tentazione
Indipendentemente dalle diverse interpretazioni sulla sua natura, l’azione principale attribuita al diavolo è indubbiamente la tentazione. Questo processo insidioso si manifesta spesso calunniando Dio, cercando di minare la fiducia e l’amore dell’uomo verso il Creatore. La tentazione mira a spingere l’uomo a peccare di orgoglio e egoismo, spesso esaltando gli istinti naturali e i desideri immediati al di sopra delle norme morali e spirituali stabilite. Lo scopo ultimo di questa tentazione è sempre quello di allontanare l’uomo da Dio, conducendolo verso una condizione di separazione e disobbedienza. Comprendere il meccanismo della tentazione è fondamentale per riconoscerne la presenza e l’influenza nella vita quotidiana.Libertà umana e resistenza
È cruciale sottolineare che la scelta finale tra il bene e il male spetta sempre alla libertà umana, un dono prezioso concesso da Dio stesso. Il diavolo può certamente istigare, suggerire pensieri negativi e presentare allettamenti, ma non ha il potere di determinare o forzare la decisione di una persona. L’insegnamento cristiano pone una forte enfasi sulla responsabilità personale e sulla capacità intrinseca dell’uomo di resistere alla tentazione. Questa resistenza si attua attraverso l’uso della ragione, che permette di discernere il bene dal male, e attraverso il sostegno della preghiera, che rafforza la volontà e la connessione con Dio. Attribuire i propri peccati unicamente a cause esterne o all’influenza del diavolo significa ignorare questa fondamentale libertà e la propria responsabilità individuale. La potenza diabolica, per quanto reale, non è illimitata ma è circoscritta e sottomessa al potere supremo di Dio. Per il credente, affrontare questo aspetto della vita spirituale richiede di evitare due atteggiamenti estremi: né vedere l’azione demoniaca in ogni difficoltà o sventura, né negare completamente l’esistenza di un ente tentatore. L’impegno essenziale, come indicato chiaramente nei Vangeli, consiste nel dedicarsi con determinazione a sfuggire il peccato e a resistere attivamente a ogni cattiva ispirazione che si presenta.Ma è davvero così scontato definire una “legge naturale” universale e oggettiva, la cui negazione porti inevitabilmente al caos?
Il capitolo lega strettamente l’azione “diabolica” all’agire contro una presunta “legge naturale”, presentandola come una qualità intrinseca delle cose la cui negazione genera caos e soggettività, arrivando a definire il “pensiero debole” come un alleato di questa forza. Tuttavia, il concetto stesso di “legge naturale” è uno dei più dibattuti nella storia del pensiero, con innumerevoli interpretazioni e fondamenti diversi, e la sua esistenza o la sua capacità di fornire una base oggettiva per il bene e il male non sono affatto universalmente accettate. Per approfondire questa tematica complessa e valutare criticamente l’argomentazione del capitolo, è fondamentale esplorare il vasto campo della filosofia del diritto e della morale, confrontandosi con le diverse scuole di pensiero sul diritto naturale (da quelle classiche a quelle moderne) e con le critiche che ne sono state mosse. Approfondire autori come Aristotele o Tommaso d’Aquino per le radici del concetto, e poi pensatori come David Hume, Immanuel Kant, o anche figure più contemporanee come Norberto Bobbio o i rappresentanti del cosiddetto “pensiero debole” come Gianni Vattimo, può offrire il contesto necessario per comprendere la problematicità e la mancanza di consenso attorno a queste definizioni.5. Il Male in Azione: Tentazione e Oltre
Il Demonio opera nella vita umana su due livelli principali. Il primo, considerato ordinario, consiste nel tentare le persone al peccato, contribuendo alla diffusione di odio, violenza e disordine nella società. Questo tipo di azione è spesso visto come il più dannoso per l’anima. Esiste poi un secondo livello, definito straordinario, che per molti esorcisti rappresenta una realtà concreta e tangibile.L’Azione Straordinaria del Demonio
L’attività straordinaria del Demonio si manifesta in diverse forme. Può causare disturbi fisici inspiegabili o manifestarsi come infestazione di luoghi o oggetti, rendendoli teatro di fenomeni inquietanti. Si possono verificare anche ossessioni, che provocano grave turbamento mentale, o vessazioni, come improvvisi svenimenti o impulsi incontrollabili a bestemmiare. La forma più grave di questa azione è la possessione demoniaca, in cui il Demonio prende il controllo del corpo di una persona, alternando periodi di normalità a manifestazioni improvvise e violente.Distinguere il Male dall’Infermità
È fondamentale non confondere queste manifestazioni straordinarie con malattie di natura psichica o fisica. Per questo motivo, gli esorcisti procedono con grande cautela. Prima di considerare l’ipotesi di un’azione demoniaca, indirizzano sempre le persone a consultare medici specialisti, preferibilmente credenti o comunque rispettosi della fede altrui. La Chiesa è molto attenta a non incoraggiare la tendenza a vedere spiriti maligni ovunque, riconoscendo che la maggior parte dei problemi che affliggono le persone ha radici in cause mediche o psicologiche che richiedono cure appropriate.L’Esorcismo e i Fenomeni Inspiegabili
Solo quando una spiegazione medica si rivela insufficiente a giustificare i fenomeni osservati, la Chiesa può autorizzare il ricorso all’esorcismo. Questo rito, pur portando spesso benefici temporanei, viene interpretato in modi diversi: i credenti lo vedono come un intervento divino, mentre altri lo considerano un effetto puramente psicologico. Tuttavia, alcuni fenomeni che si verificano durante le possessioni e gli esorcismi rimangono difficili da spiegare con le sole cause naturali. Tra questi vi sono la capacità di parlare lingue sconosciute, una forza fisica anomala, la comparsa di odori inspiegabili o la conoscenza di segreti nascosti.La Realtà del Demonio
Basandosi sull’esperienza diretta di questi fenomeni, alcune persone affermano con convinzione l’esistenza reale del Diavolo e dei demòni come entità personali che attaccano attivamente gli esseri umani. Questa prospettiva si contrappone a chi considera il Diavolo e i demòni solo come simboli astratti del male o delle pulsioni negative dell’uomo. I Vangeli stessi, secondo questa visione, descrivono Gesù mentre affronta e scaccia demòni che vengono presentati come esseri reali. Le scienze attuali, d’altra parte, non riescono a fornire spiegazioni esaurienti per le manifestazioni paranormali osservate in certi casi.Pratiche Occulte e Vulnerabilità
Alcune pratiche, in particolare quelle legate all’occulto come frequentare maghi, partecipare a sedute spiritiche o dedicarsi ad altre forme di esoterismo, possono aprire la porta all’azione del Demonio. Chi si addentra in queste vie rischia di esporsi a problemi crescenti, che possono iniziare con semplici infestazioni, progredire in vessazioni e ossessioni, e nei casi più gravi culminare nella possessione demoniaca. Il Demonio è concepito teologicamente come un’entità angelica che si è corrotta e che, oltre a tentare ordinariamente, ha la capacità di vessare e prendere possesso del corpo di una persona. La teologia chiarisce che Satana può possedere il corpo, ma non l’anima, a meno che questa non venga ceduta volontariamente dalla persona stessa.Come si può distinguere in modo certo un disturbo psichiatrico o neurologico complesso dall’azione straordinaria del Demonio, se i criteri per quest’ultima si basano primariamente sul fallimento delle spiegazioni mediche?
Il capitolo, pur sottolineando l’importanza di consultare specialisti medici, non affronta a sufficienza la sfida epistemologica insita nel distinguere fenomeni potenzialmente spiegabili (anche se non immediatamente) dalla presunta azione di un’entità esterna non verificabile scientificamente. La storia della medicina e della psichiatria è costellata di casi in cui sintomi un tempo attribuiti a cause soprannaturali sono stati successivamente compresi e trattati come patologie naturali. Per approfondire questo cruciale nodo irrisolto, sarebbe utile esplorare la storia della psichiatria (ad esempio, gli studi di Michel Foucault sulla follia) e le ricerche sulla suggestione, l’effetto placebo/nocebo e i disturbi dissociativi.Abbiamo riassunto il possibile
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