Storia

Diario di un naufragio. Italia 2003-2013

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1. Tra declino e incertezza: la politica italiana dal 2003 al 2006

Tra il 2003 e il 2006, il governo di centrodestra attraversa un periodo di progressivo indebolimento. Questo si manifesta con diverse sconfitte nelle elezioni locali ed europee. All’interno della maggioranza emergono divisioni, come nel caso della crisi legata alla gestione economica da parte del ministro Tremonti, criticato anche da figure alleate importanti.

Le azioni del governo e le critiche

Il governo in carica promuove l’approvazione di diverse leggi. Queste norme vengono percepite da più parti come misure volte a favorire interessi particolari o a limitare l’autonomia della magistratura. Queste iniziative incontrano l’opposizione del Presidente della Repubblica Ciampi e vengono in alcuni casi bocciate dalla Corte Costituzionale. Si osserva anche un tentativo di controllare il sistema mediatico. Avvengono episodi di allontanamento di voci critiche dalla televisione pubblica. Parallelamente, la presenza del Presidente del Consiglio in televisione risulta molto elevata, superando spesso i limiti imposti dalle regole sulla parità di accesso ai mezzi di informazione in periodo elettorale.

Le difficoltà dell’opposizione

Nonostante le difficoltà e l’indebolimento del centrodestra, le forze di centrosinistra, prima unite nell’Ulivo e poi nella coalizione chiamata l’Unione, faticano a proporsi come un’alternativa politica chiara e convincente per il paese. All’interno della coalizione persistono discussioni e disaccordi. Si percepisce una certa distanza tra i leader politici e i cittadini. Le elezioni primarie del 2005, che vedono la vittoria di Romano Prodi, mostrano un forte desiderio di partecipazione da parte degli elettori. Tuttavia, evidenziano anche le fragilità e la diversità di opinioni presenti all’interno della coalizione di centrosinistra.

Il clima nel paese

In questo stesso periodo, l’Italia vive una fase di stagnazione economica. Aumenta la sensazione di insicurezza nella società. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni diminuisce. Si diffondono fenomeni come l’evasione fiscale e la tendenza a cercare soluzioni rapide e non sempre corrette per affrontare le difficoltà. Scandali nel mondo della finanza, come quello che coinvolge la Banca d’Italia, contribuiscono a creare un quadro generale di peggioramento della situazione etica e politica del paese.

La nuova legge elettorale

In vista delle elezioni politiche previste per il 2006, la maggioranza uscente approva una nuova legge elettorale. Questa legge viene vista da molti come un tentativo di rendere più difficile una possibile vittoria dell’opposizione. La sua approvazione appare più legata alla difesa di interessi di parte che alla volontà di dare al paese uno strumento utile per il suo futuro politico.

Il capitolo descrive un periodo di “declino e incertezza”, ma quanto le dinamiche politiche interne spiegano davvero questo quadro generale?
Il capitolo si concentra in larga parte sulle dinamiche interne alla politica, descrivendo le azioni del governo e le difficoltà dell’opposizione. Tuttavia, il “clima nel paese” fatto di stagnazione economica, insicurezza e calo della fiducia sembra essere presentato più come un contesto parallelo che come una diretta e inevitabile conseguenza delle sole vicende politiche narrate. Per comprendere appieno un periodo così complesso, sarebbe necessario integrare l’analisi politica con una prospettiva più ampia che consideri fattori socio-economici strutturali, tendenze globali e cambiamenti culturali che influenzano la fiducia nelle istituzioni e il senso di sicurezza. Approfondire discipline come la sociologia politica, l’economia politica o gli studi sull’opinione pubblica, leggendo autori come Robert Putnam o Karl Polanyi, potrebbe offrire strumenti utili per esplorare queste connessioni più ampie e sfumate.


2. Fragilità e caduta di un’alleanza

Le elezioni del 2006 portano a una vittoria molto stretta per il centrosinistra. La maggioranza al Senato è minima, influenzata dal voto degli italiani all’estero e dalla legge elettorale che rende difficile avere una maggioranza solida. Il centrodestra non accetta subito i risultati e cerca di indebolire la maggioranza appena formata. Il governo che si forma è molto ampio, con tanti ministeri e sottosegretari, segno delle diverse forze politiche che lo compongono. Deve subito affrontare una situazione economica difficile, lasciata in eredità dal governo precedente.

Le prime azioni del governo

Il governo prova ad avviare alcune riforme importanti. Un esempio è il decreto sulle liberalizzazioni, che incontra l’opposizione di alcune categorie professionali. Nonostante le resistenze, questa riforma porta benefici reali ai cittadini nella vita di tutti i giorni. Intanto, un referendum popolare boccia la riforma della Costituzione che era stata voluta dal centrodestra. Nonostante questi tentativi, il governo spesso non sembra avere una linea chiara e coerente, come si vede nella gestione della legge Finanziaria, con annunci che cambiano continuamente.

Un clima politico difficile e la nascita del PD

In questo periodo, il clima politico è molto teso. Ci sono diversi scandali, come quello delle intercettazioni Telecom e altri casi che mettono in discussione la moralità di chi fa politica. I costi della politica sono alti e i cittadini si fidano sempre meno. Questa sfiducia si vede anche nel successo di nuovi movimenti, come quello guidato da Beppe Grillo. Aumentano anche gli scontri tra il mondo della politica e i giudici, come nel caso che riguarda il ministro Mastella. Intanto, il processo per creare il Partito Democratico va avanti, ma è segnato da divisioni interne e difficoltà nel coinvolgere i cittadini, nonostante la grande partecipazione alle primarie che eleggono Walter Veltroni.

La fine del governo e nuove elezioni

La legislatura finisce in modo improvviso all’inizio del 2008. Questo succede dopo un’indagine della magistratura che riguarda la famiglia del ministro Mastella. Il suo partito decide di lasciare la maggioranza. Questa scelta causa la caduta del governo. L’episodio mostra quanto sia profonda la crisi della politica in quel momento e come spesso gli interessi personali o di parte contino più dell’interesse di tutti i cittadini. Il paese si prepara così ad andare di nuovo a votare prima del previsto, ancora con la stessa legge elettorale che molti criticano.



Non è forse una semplificazione eccessiva attribuire la caduta del governo unicamente all’episodio giudiziario che ha coinvolto il ministro Mastella?
Il capitolo stesso elenca una serie di elementi che minavano la stabilità della maggioranza fin dall’inizio: una vittoria risicata, una legge elettorale problematica, un governo vasto e composito, divisioni interne e una percepita mancanza di coerenza. In questo quadro, l’uscita di un singolo partito, per quanto significativa, sembra più il sintomo finale di una fragilità strutturale che la causa primaria del crollo. Per una comprensione più completa, sarebbe opportuno studiare la dinamica delle crisi di governo nei sistemi parlamentari, l’influenza dei fattori extra-parlamentari sulla politica e le specificità del sistema politico italiano in quel periodo. Utili a tal fine sono gli scritti di politologi e storici della Repubblica.


3. La Fine di un Ciclo Politico e Sociale

Nel 2008, le elezioni vedono una netta vittoria del centrodestra, portando alla formazione di un nuovo governo. Le misure adottate da questo governo vengono presentate come decise, ma mostrano presto una tendenza a favorire interessi particolari e a indebolire le istituzioni. Vengono approvate leggi specifiche, come quella che sospende i processi a carico delle alte cariche dello Stato, e si interviene sul sistema giudiziario per ragioni che appaiono private. Anche l’uso dell’esercito nelle città per garantire la sicurezza è una scelta che suscita critiche, vista più come un gesto simbolico che come una necessità reale.

La Corruzione Diffusa

In questo periodo, la corruzione riemerge con grande forza, superando i livelli registrati negli anni di Tangentopoli. Non si tratta più solo di finanziare i partiti, ma di un sistema ben radicato in cui il potere pubblico viene usato per ottenere guadagni personali. Diversi scandali, come quelli legati alla Protezione Civile e alla P4, vengono alla luce, mostrando una vasta rete di affari privati e interessi che mettono a rischio la legalità e la fiducia nelle istituzioni.

La Grave Crisi Economica

Contemporaneamente, il paese si trova ad affrontare una profonda crisi economica iniziata nel 2008. Questa situazione porta a un aumento della disoccupazione, a una diminuzione del potere d’acquisto per i cittadini e a un crescente senso di disagio sociale. Le risposte del governo sia alla crisi economica che a eventi tragici come il terremoto in Abruzzo sono criticate per non essere efficaci e per mancare di una visione a lungo termine per il futuro del paese.

L’Opposizione e il Risveglio Civico

L’opposizione politica, in particolare il centrosinistra, appare divisa e non riesce a presentare un’alternativa convincente al governo in carica. Tuttavia, emergono segnali inaspettati di un risveglio nella società civile. I risultati delle elezioni amministrative del 2011 in grandi città come Milano e Napoli e l’esito positivo dei referendum su temi importanti come l’acqua pubblica, il nucleare e il legittimo impedimento mostrano che una parte della popolazione cerca attivamente un cambiamento, anche al di fuori dei tradizionali canali della politica.

La Fine del Governo

La maggioranza di governo si indebolisce progressivamente, minata da conflitti interni e dai numerosi scandali che vengono a galla. La pressione della crisi economica sempre più grave e le richieste che arrivano dalla comunità internazionale diventano insostenibili. Questa situazione porta alla caduta del governo nel novembre del 2011. Questo evento segna la fine di una fase politica caratterizzata da un forte peggioramento della moralità pubblica e delle istituzioni, un degrado che affonda le sue radici in problemi che il paese si porta dietro da molto tempo.[/membership]

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Il capitolo afferma che il degrado morale e istituzionale affonda le sue radici in problemi di lunga data: ma quali sono queste radici, e quanto gli eventi descritti sono una loro inevitabile conseguenza o piuttosto una specifica deviazione?
Il capitolo, pur descrivendo efficacemente gli eventi del periodo 2008-2011 come la fine di un ciclo caratterizzato da degrado, accenna solo genericamente alle “radici profonde” di tale situazione. Per comprendere appieno la portata e la natura di questo degrado, è fondamentale approfondire la storia della Repubblica Italiana, analizzando l’evoluzione del sistema politico, i rapporti tra potere economico e politico, e la persistenza di fenomeni come il clientelismo e la corruzione nel lungo periodo. Lo studio di autori che hanno indagato la storia delle istituzioni italiane e i vizi strutturali del sistema politico, come Donatella della Porta o Paul Ginsborg, può fornire il contesto necessario a rispondere a questa domanda e a valutare se il periodo descritto rappresenti un culmine o una tappa di un processo più ampio.


4. La crisi dei partiti e l’onda del malcontento

Nel novembre 2011, in un periodo di difficoltà economica, si insedia un governo tecnico guidato da Mario Monti. Questo esecutivo, sostenuto dai principali partiti politici, introduce misure severe per risanare l’economia. Vengono varate riforme importanti, come quella delle pensioni, e introdotte nuove tasse per aumentare le entrate statali. Nonostante l’obiettivo di stabilizzare il paese, il governo Monti riceve critiche significative. Molti contestano la mancata riduzione dei costi della politica e l’attenzione insufficiente alla crescita economica e all’equità sociale.

Scandali e sfiducia crescente

Il 2012 è un anno segnato da numerosi episodi di corruzione che colpiscono diversi partiti politici e amministrazioni regionali. Questi scandali minano ulteriormente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni tradizionali. La percezione di una classe politica poco disposta a rinunciare ai propri privilegi si diffonde ampiamente. Questo clima di sfiducia generalizzata contribuisce a un crescente distacco tra i cittadini e il mondo politico.

L’ascesa del Movimento 5 Stelle e le difficoltà del centrosinistra

Le elezioni amministrative del maggio 2012 riflettono il malcontento popolare. Si registra un netto calo nei consensi per il centrodestra. In questo contesto, il Movimento 5 Stelle, guidato da Beppe Grillo, ottiene i suoi primi risultati importanti, arrivando a vincere in città come Parma. Il centrosinistra, pur non subendo perdite significative, non riesce a sfruttare il calo degli avversari per attrarre nuovi elettori. Non vengono proposte riforme incisive per un vero rinnovamento politico, nonostante l’aumento dell’astensione e una diffusa disaffezione. Questa tendenza si conferma nelle elezioni regionali in Sicilia alla fine del 2012, dove l’astensione supera il 50% e il Movimento 5 Stelle si afferma come primo partito.

La campagna elettorale e il voto del 2013

La campagna per le elezioni politiche del 2013 vede il ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi. Il centrosinistra, invece, fatica a trovare una linea chiara e a rinnovare i propri volti. Nuovi scandali finanziari, come quello che coinvolge il Monte dei Paschi di Siena, continuano ad alimentare il clima di malcontento e sfiducia nell’opinione pubblica. Le elezioni politiche che si tengono nel febbraio 2013 portano a un quadro politico molto frammentato. Il Movimento 5 Stelle ottiene un risultato notevole, raccogliendo un quarto dei voti. Il centrodestra registra un calo ma mantiene una forza considerevole. L’alleanza di centrosinistra vince alla Camera dei Deputati, ma non raggiunge la maggioranza necessaria al Senato, creando una situazione di ingovernabilità per il paese.

Lo stallo post-elettorale e il governo di larghe intese

Dopo le elezioni, il centrosinistra non riesce a formare un governo. Questa difficoltà è dovuta in parte a divisioni interne e al rifiuto di avviare un dialogo con il Movimento 5 Stelle. La situazione di stallo porta alla rielezione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Successivamente, si forma un governo di larghe intese, che include esponenti del Partito Democratico e del Popolo della Libertà.

La condanna di Berlusconi e la crisi politica

Nell’agosto 2013, la condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale rappresenta un momento cruciale. La sua reazione, che appare come una sfida diretta alle istituzioni e alla magistratura, evidenzia la profondità della crisi politica in atto. Questo evento mette in luce i tentativi di mettere in discussione le regole democratiche. La successiva spaccatura del Popolo della Libertà nell’ottobre 2013 aggiunge un ulteriore elemento di instabilità al quadro politico nazionale. La sfiducia dei cittadini verso la politica e l’incapacità dei partiti di rinnovarsi rimangono questioni centrali e irrisolte.

Ma la crisi dei partiti e la sfiducia che hanno portato all’ascesa di nuove forze sono davvero solo una questione di scandali e privilegi, o il capitolo trascura cause più profonde e strutturali?
Il capitolo descrive efficacemente la sequenza di eventi che hanno caratterizzato il periodo, collegando scandali e percezione di privilegio alla crescente sfiducia e all’ascesa di nuove forze. Tuttavia, l’analisi della “crisi dei partiti” potrebbe beneficiare di un maggiore approfondimento sulle sue cause strutturali, che vanno oltre i pur rilevanti episodi di corruzione e la mancata riduzione dei costi della politica. Per comprendere appieno perché i partiti tradizionali non siano riusciti a rinnovarsi e a rispondere al malcontento, è utile esplorare l’evoluzione del sistema partitico italiano nel lungo periodo, le trasformazioni sociali ed economiche che hanno modificato il rapporto tra cittadini e rappresentanza, e le dinamiche interne che hanno impedito un vero cambiamento. Per approfondire questi aspetti, è consigliabile rivolgersi agli studi di Scienza Politica, in particolare quelli focalizzati sui sistemi partitici e la crisi della rappresentanza, leggendo autori come Gianfranco Pasquino o Piero Ignazi.

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