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Contenuti del libro
Informazioni
ti porta dentro una storia incredibile, quella di come negli Stati Uniti il concetto di diritto privacy USA si è evoluto, partendo dalla protezione contro le intrusioni fino a includere la libertà sessuale e il diritto di fare scelte intime. È un percorso che ha dovuto affrontare vecchie leggi sodomia e l’idea che la morale pubblica potesse limitare la sfera privata. Ma il vero fulcro è la lotta per il matrimonio same-sex, una battaglia legale che ha visto la Corte Suprema USA e la giurisprudenza statunitense ridefinire l’uguaglianza costituzionale. Viggiani ci fa capire che non è stato facile: ci sono voluti decenni, sfide in tribunale, e il confronto con altre lotte per i diritti, come quella per l’uguaglianza razziale (pensiamo a casi come Loving v. Virginia o Brown v. Board of Education). Il libro esplora come i diritti LGBTQ+ siano stati gradualmente riconosciuti, superando la discriminazione orientamento sessuale, ma mostra anche che la vittoria del matrimonio con Obergefell v. Hodges è solo un passo, non la fine della strada verso la piena uguaglianza. È un viaggio affascinante attraverso le aule di tribunale americane che dimostra quanto sia potente la Costituzione nel difendere la dignità delle persone.Riassunto Breve
Il concetto di privacy negli Stati Uniti si amplia per includere l’autonomia personale nelle decisioni intime. Questo diritto, inizialmente legato alla sfera matrimoniale e alla contraccezione, si estende nel tempo a individui non sposati e alle scelte sulla procreazione. Parallelamente, leggi che criminalizzano l’attività sessuale privata e consensuale, spesso applicate alle coppie dello stesso sesso, persistono in molti stati. Le corti inizialmente giustificano questi divieti con argomenti di moralità pubblica e tradizione. Un cambiamento avviene quando le corti iniziano a considerare l’uguaglianza. Nel 2003, la Corte Suprema, con la sentenza *Lawrence*, dichiara incostituzionali le leggi statali che criminalizzano l’attività sessuale privata e consensuale tra adulti dello stesso sesso, riconoscendo che la libertà personale include il diritto di scegliere come condurre le proprie relazioni intime. Questa decisione segna la fine della criminalizzazione federale della condotta omosessuale privata. Tuttavia, questa libertà è intesa come non interferenza statale e non garantisce i mezzi per esercitarla, come si vede nelle decisioni sul finanziamento pubblico dell’aborto o nella politica militare “Don’t Ask, Don’t Tell”, che limita la manifestazione dell’orientamento sessuale anche se non la condotta privata. La lotta per il matrimonio per le coppie dello stesso sesso affronta definizioni legali tradizionali e rifiuti basati su consuetudini. Le prime sfide legali non hanno successo. Negli anni ’90, alcune corti statali iniziano a riconoscere il diritto a pari trattamento, a volte attraverso unioni civili, a volte concedendo il matrimonio. La vicenda hawaiana porta al Defense of Marriage Act (DOMA) federale nel 1996, che definisce il matrimonio come unione tra uomo e donna e permette agli stati di non riconoscere i matrimoni same-sex. Nel 2013, la Corte Suprema in *United States v. Windsor* invalida la sezione federale del DOMA, affermando che la definizione di matrimonio spetta agli stati e che negare i benefici federali ai matrimoni statali validi viola l’uguaglianza. Le corti rifiutano argomenti basati sulla tradizione o sulla procreazione per negare il matrimonio, considerando le unioni civili come una forma di “separato ma uguale” priva della dignità del matrimonio. Il diritto di sposarsi è un diritto fondamentale che si applica a tutti. Nel 2015, la Corte Suprema in *Obergefell v. Hodges* stabilisce che le coppie dello stesso sesso hanno il diritto fondamentale di sposarsi e di essere riconosciute come sposate in tutti gli stati, basandosi sull’uguaglianza e la dignità. Questa decisione è un traguardo importante, paragonabile a *Loving* (matrimonio interrazziale), ma non segna la fine del percorso verso la piena uguaglianza. A differenza della razza dopo *Loving*, l’orientamento sessuale non è ampiamente protetto dalle leggi federali contro la discriminazione in settori come lavoro, casa o servizi. La piena uguaglianza formale richiede ancora progressi legali oltre il matrimonio.Riassunto Lungo
1. Privacy e la Libertà Sessuale
Negli Stati Uniti, l’idea di privacy si è trasformata nel tempo, andando oltre la semplice protezione dei dati personali. Ha iniziato a includere il diritto fondamentale di ogni persona di prendere decisioni intime e personali sulla propria vita, un concetto spesso definito “autonomia privacy”. Questa evoluzione ha radici lontane, risalendo al 1890, quando emerse come una forma di protezione legale contro intrusioni non desiderate nella sfera privata dei cittadini. Col tempo, questo diritto si è consolidato e ha ottenuto un riconoscimento a livello costituzionale. Un momento decisivo è stato quando la protezione della privacy è stata applicata alla sfera matrimoniale, portando all’invalidazione di leggi che vietavano l’uso di contraccettivi. Successivamente, questo diritto si è esteso ulteriormente, abbracciando anche gli individui non sposati e includendo la libertà di scegliere in merito alla procreazione.La Sfida delle Leggi sulla Sodomia
Nonostante l’evoluzione del concetto di privacy, per lungo tempo hanno continuato a esistere in molti stati leggi che criminalizzavano la “sodomia”. Questo termine era storicamente inteso in senso molto ampio e veniva frequentemente applicato per perseguire rapporti omosessuali. Inizialmente, la Corte Suprema mantenne una posizione restrittiva, non riconoscendo l’attività sessuale privata e consensuale tra persone dello stesso sesso come protetta dal diritto alla privacy. Questa decisione si basava principalmente su argomenti legati alla moralità pubblica e alla tradizione storica. Tuttavia, questa posizione non rimase incontrastata. La giurisprudenza a livello statale cominciò a mostrare aperture, riconoscendo maggiori protezioni per la sfera sessuale privata. Un fattore importante in questo cambiamento fu l’emergere del principio di uguaglianza, che la Corte Suprema iniziò a utilizzare per mettere in discussione leggi considerate discriminatorie a causa dell’orientamento sessuale.La Decisione Chiave del 2003
Un punto di svolta definitivo si ebbe nel 2003. In quell’anno, la Corte Suprema degli Stati Uniti decise di rivedere radicalmente la sua precedente posizione. Con una sentenza storica, dichiarò incostituzionali le leggi statali che ancora criminalizzavano l’attività sessuale privata e consensuale tra adulti dello stesso sesso. La Corte affermò chiaramente che la libertà personale, garantita dalla Costituzione, include il diritto fondamentale degli individui di scegliere liberamente come condurre le proprie relazioni intime all’interno della sfera privata. Questa decisione superò definitivamente l’argomento secondo cui la moralità pubblica potesse giustificare un’intrusione così profonda nella vita privata dei cittadini. Questo importante pronunciamento segnò di fatto la fine della criminalizzazione a livello federale della condotta omosessuale privata negli Stati Uniti.La fine delle leggi sulla sodomia fu un trionfo della privacy o dell’uguaglianza?
Il capitolo descrive un’evoluzione che culmina nella decisione del 2003, presentata come affermazione della libertà personale e del diritto alla privacy. Tuttavia, il ruolo esatto del principio di uguaglianza, menzionato come fattore di cambiamento, potrebbe meritare maggiore enfasi. Per capire meglio le complesse motivazioni legali e sociali dietro questo sviluppo, è utile studiare il diritto costituzionale americano, concentrandosi sulle interpretazioni delle clausole di Due Process e Equal Protection. Letture di autori come Laurence Tribe o Erwin Chemerinsky possono fornire il contesto necessario.2. La Libertà che Non Basta
Le università negli Stati Uniti che scelgono di non ospitare i reclutatori delle Forze armate, a causa delle politiche discriminatorie di queste ultime verso l’orientamento sessuale, si trovano di fronte a una reazione governativa. Il governo federale, attraverso il Solomon Amendment, minaccia di tagliare i finanziamenti a quegli atenei che non permettono ai reclutatori militari di partecipare alle fiere del lavoro nei campus. Le università vedono in questo obbligo una violazione della loro libertà di associazione e di espressione, sentendosi costrette ad avallare, o almeno non contrastare, un messaggio che considerano discriminatorio. La Corte Suprema, esaminando il caso Rumsfeld, ha però distinto questa situazione da quella che riguardava la libertà di associazione interna di gruppi come i Boy Scouts, sostenendo che permettere l’accesso ai reclutatori non significa che le università debbano per forza condividere o promuovere il loro messaggio.Privacy e Scelta Personale
La sentenza Lawrence ha segnato un punto importante, dichiarando incostituzionale la legge che puniva la sodomia tra adulti consenzienti e riconoscendo così una sfera di privacy per la condotta sessuale individuale. Questa protezione, tuttavia, si concentra principalmente sull’ambito privato. In modo simile, decisioni precedenti sul finanziamento pubblico dell’aborto, come nei casi Beal, Maher e Poelker, hanno stabilito che, pur esistendo il diritto di scegliere se interrompere una gravidanza, lo Stato non è obbligato a finanziare tale procedura, specialmente se non è in gioco la vita della donna. Questo crea una situazione in cui le donne che non hanno sufficienti risorse economiche, pur avendo il diritto legale di scegliere, non possiedono i mezzi concreti per esercitare effettivamente questa scelta.Le Regole Militari e l’Identità
La politica “Don’t Ask, Don’t Tell” (DADT), in vigore per anni nelle forze armate, rappresentava un compromesso difficile: permetteva la presenza di persone omosessuali ma proibiva rigorosamente la “manifestazione” del loro orientamento. Questa distinzione tra l’essere e il mostrare la propria identità si è rivelata molto problematica nella pratica. La definizione di “propensione omosessuale” era spesso interpretata in modo molto ampio, arrivando a includere semplici dichiarazioni o persino le associazioni frequentate dai militari, portando a migliaia di congedi forzati. Il sistema DADT creava un clima costante di sospetto e rendeva pericoloso anche un semplice “outing” da parte di terzi, che poteva portare al congedo del militare anche se questi non aveva mai fatto coming out personalmente. La decisione Lawrence, che proteggeva la condotta omosessuale nella sfera privata, non ha cambiato in modo significativo questa realtà per il personale militare, la cui vita e carriera erano regolate da norme interne molto più restrittive.Il Significato della Libertà Negativa
La libertà intesa come il diritto a non subire interferenze da parte dello Stato è spesso definita una libertà “negativa”. Sebbene fondamentale, questa forma di libertà da sola non garantisce che ogni individuo abbia poi le risorse o le condizioni necessarie per mettere in pratica le proprie scelte. La mancanza di un intervento statale attivo, come nel caso del mancato finanziamento dell’aborto o delle restrizioni imposte dalla politica DADT, può significare che le richieste di supporto, riconoscimento o semplicemente di equità vengano di fatto ignorate. La libertà di essere lasciati soli è una condizione necessaria, ma non è sempre sufficiente a garantire una piena realizzazione individuale o sociale, e può comportare rischi se non viene affiancata da altri principi che affrontino attivamente le disuguaglianze materiali e le questioni sociali.La critica alla “libertà negativa” presentata nel capitolo non rischia forse di sminuire il suo ruolo fondamentale, concentrandosi eccessivamente sulle sue lacune in contesti specifici?
Il capitolo evidenzia giustamente come la semplice assenza di interferenze statali non garantisca di per sé l’effettiva possibilità di esercitare i propri diritti o di superare disuguaglianze materiali e sociali. Tuttavia, nel sottolineare i limiti di questa “libertà da”, si potrebbe perdere di vista che essa costituisce comunque una base indispensabile per ogni altra forma di libertà. Per approfondire questo dibattito cruciale, è utile confrontarsi con le diverse tradizioni del pensiero politico, esplorando le opere di autori che hanno definito e difeso la libertà negativa, come Isaiah Berlin, e mettendole a confronto con le teorie che pongono l’accento sulle condizioni materiali e sociali necessarie per una libertà effettiva, come quelle proposte da Amartya Sen o nell’ambito delle filosofie della giustizia sociale. Un confronto con il diritto costituzionale di diverse nazioni può inoltre mostrare come questi concetti vengano bilanciati nella pratica legislativa e giurisprudenziale.3. La lotta per il matrimonio: definizioni, diritti e uguaglianza
Il matrimonio è una relazione definita dalla legge statale, con diritti e doveri stabiliti dal legislatore. Tuttavia, la Corte Suprema federale riconosce il matrimonio come un diritto fondamentale che gli Stati non possono limitare in modo arbitrario. Questo principio è stato stabilito in casi importanti che hanno invalidato divieti basati sulla razza, affermando che il diritto di sposarsi è essenziale per tutti i cittadini e non può essere negato senza una valida ragione costituzionale.Le Prime Battaglie Legali
Le prime sfide legali per permettere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso negli anni ’70 e ’80 non ebbero successo. Le corti, sia a livello federale che statale, respinsero queste richieste. Si basavano sulla definizione tradizionale di matrimonio come unione tra uomo e donna, spesso citando dizionari e consuetudini consolidate nel tempo. Anche il confronto con i matrimoni tra persone di razze diverse, che erano stati legalizzati, venne rifiutato. In mancanza del riconoscimento ufficiale del matrimonio, le coppie omosessuali cercarono soluzioni legali alternative, come l’adozione di un maggiorenne o la stipula di contratti di convivenza. Riuscirono a ottenere riconoscimenti limitati solo in contesti specifici, ad esempio nel diritto di subentrare in un contratto d’affitto.Una Svolta alle Hawaii e la Legge Federale (DOMA)
Una svolta significativa si verificò negli anni ’90, in particolare nello Stato delle Hawaii. Qui, una corte statale decise di applicare un’analisi legale più attenta, paragonando la discriminazione basata sull’orientamento sessuale a quella basata sulla razza. La corte hawaiana riconobbe che negare il matrimonio alle coppie dello stesso sesso si basava sul sesso dei partner e che questo richiedeva una forte giustificazione da parte dello Stato, giustificazione che non fu trovata. Nonostante questa importante decisione, un successivo cambiamento nella costituzione dello Stato, approvato tramite emendamento, ripristinò la possibilità per il parlamento locale di limitare il matrimonio alle sole coppie formate da un uomo e una donna. La vicenda delle Hawaii ebbe un impatto a livello nazionale e portò il Congresso federale ad approvare il Defense of Marriage Act (DOMA) nel 1996. Questa legge definì il matrimonio a livello federale esclusivamente come l’unione tra un uomo e una donna. Inoltre, permise agli altri Stati di non riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso che fossero stati celebrati legalmente in altri Stati. Molti Stati seguirono l’esempio federale e adottarono leggi simili a livello locale, spesso chiamate “mini-DOMA”.La Sfida al DOMA e la Decisione della Corte Suprema
Il Defense of Marriage Act (DOMA) fu presto contestato in tribunale. Nel 2013, la Corte Suprema federale si pronunciò nel caso United States v. Windsor. In questa storica decisione, la Corte dichiarò incostituzionale la sezione del DOMA che negava i benefici federali alle coppie dello stesso sesso legalmente sposate a livello statale. La Corte affermò che la competenza principale per definire il matrimonio spetta ai singoli Stati. Negare il riconoscimento federale ai matrimoni validi a livello statale, secondo la Corte, violava i principi fondamentali di uguaglianza e dignità. La decisione sottolineò che la legge federale era motivata da un atteggiamento negativo nei confronti delle coppie omosessuali, non da una legittima finalità di governo.Sviluppi negli Stati e il Ruolo delle Corti
Parallelamente alle vicende federali, diverse corti in vari Stati (come Vermont, New Jersey, Massachusetts, Connecticut, Iowa) iniziarono a riconoscere il diritto delle coppie dello stesso sesso a ricevere lo stesso trattamento delle coppie eterosessuali. Questo riconoscimento avvenne in modi diversi: a volte attraverso l’istituzione di unioni civili, che garantivano diritti equivalenti al matrimonio, altre volte concedendo direttamente l’accesso al matrimonio. Queste corti spesso non accettarono le giustificazioni presentate dagli Stati per mantenere il divieto, giustificazioni basate sulla tradizione o sulla funzione procreativa del matrimonio. Molte corti iniziarono a considerare l’orientamento sessuale come una caratteristica che richiede un’analisi legale più attenta per evitare discriminazioni ingiuste. Tuttavia, l’istituto delle unioni civili fu criticato in alcuni Stati. Molti sostennero che rappresentasse una forma di “separati ma uguali”, priva del valore simbolico e del pieno riconoscimento sociale che solo il matrimonio poteva conferire.Il Percorso della California
Lo Stato della California ebbe un percorso particolarmente complesso nella lotta per il riconoscimento del matrimonio egualitario. La vicenda iniziò con un sindaco che decise di rilasciare licenze di matrimonio a coppie dello stesso sesso. Successivamente, una corte statale riconobbe il diritto di queste coppie a sposarsi. Tuttavia, la situazione cambiò nuovamente con l’approvazione di un emendamento costituzionale statale, noto come Proposition 8, che vietò nuovamente il matrimonio per le coppie dello stesso sesso, approvato tramite referendum popolare. La Proposition 8 fu poi oggetto di una sfida legale a livello federale. Le corti federali coinvolte in questo caso portarono infine all’invalidazione della Proposition 8. Nelle loro decisioni, le corti ribadirono con forza che il diritto al matrimonio è un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti i cittadini, senza distinzioni. Sottolinearono inoltre che le unioni civili, pur offrendo alcuni diritti legali, non potevano sostituire il pieno status e il significato sociale e personale che solo il matrimonio conferisce.Ma è davvero sufficiente liquidare secoli di tradizione e la sua complessa funzione sociale, riducendo il matrimonio a un mero diritto individuale di dignità, senza analizzare a fondo le implicazioni di tale radicale ridefinizione per l’istituzione stessa?
Il capitolo, nel focalizzarsi sulla discriminazione e sul diritto individuale, sorvola sulla complessa evoluzione storica e sociologica del matrimonio come istituzione con funzioni che andavano oltre la mera unione affettiva o la procreazione. Presentare la tradizione unicamente come fonte di pregiudizio rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno sociale stratificato. Per comprendere meglio le dinamiche in gioco, sarebbe utile approfondire la storia delle istituzioni sociali, la sociologia della famiglia e l’antropologia del matrimonio, magari leggendo autori che hanno studiato le strutture sociali e il loro mutamento, come Émile Durkheim o Michel Foucault.5. Un Traguardo, Non la Fine del Percorso
Nel 1967, la Corte Suprema prese una decisione storica con la sentenza Loving v. Virginia, eliminando il divieto di matrimonio tra persone di razze diverse. Quasi cinquant’anni più tardi, nel 2015, un’altra sentenza, Obergefell v. Hodges, estese il diritto al matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Sebbene entrambe le decisioni riguardino il diritto di sposarsi, il loro significato nel cammino verso la piena uguaglianza è molto diverso. Mentre la sentenza Loving rappresentò la conclusione di un lungo processo per smantellare le leggi discriminatorie basate sulla razza, la sentenza Obergefell si trova all’inizio di un percorso simile per le persone omosessuali. L’uguaglianza davanti alla legge non si raggiunge solo con il diritto di sposarsi, ma richiede protezioni più ampie.Nonostante la vittoria ottenuta con Obergefell, l’orientamento sessuale non gode ancora delle stesse protezioni legali di altre categorie, come la razza, nella maggior parte delle leggi federali che vietano la discriminazione. Questo significa che, al di fuori della sfera del matrimonio, le persone omosessuali possono ancora affrontare discriminazioni in vari aspetti della vita quotidiana. Il riconoscimento del diritto al matrimonio è un passo fondamentale, ma non completa il quadro dell’uguaglianza formale. La strada per garantire che l’orientamento sessuale sia trattato alla pari della razza in tutte le aree della legge è ancora lunga e complessa.Un confronto storico: Obergefell e Brown
Considerando questo contesto, la sentenza Obergefell assomiglia di più a un’altra decisione storica: Brown v. Board of Education. Nel 1954, Brown dichiarò incostituzionale la segregazione nelle scuole pubbliche, segnando un punto di svolta nella lotta per i diritti civili degli afroamericani. Tuttavia, Brown da sola estese i diritti solo nel campo dell’istruzione e fu solo un primo passo. Ci vollero quasi quindici anni di ulteriori battaglie legali, nuove leggi e sentenze significative, come appunto Loving, per costruire una più ampia uguaglianza formale per le persone di colore. Loving arrivò alla fine di questo periodo, consolidando l’uguaglianza razziale a livello istituzionale.Questo parallelo storico evidenzia come un singolo successo legale, pur importante, non risolva da solo tutte le disuguaglianze. La sentenza Brown fu l’inizio di un processo che portò a cambiamenti sociali e legali molto più vasti, culminati in leggi come il Civil Rights Act e decisioni come Loving. Allo stesso modo, Obergefell rappresenta un passo iniziale nel percorso verso la piena uguaglianza per le persone omosessuali, ma richiede ulteriori azioni legali e legislative per estendere le protezioni oltre il matrimonio e affrontare la discriminazione in modo completo.I limiti attuali dell’uguaglianza
Oggi, la protezione legale contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale rimane significativamente inferiore rispetto a quella basata sulla razza. La legge federale non contiene un divieto esplicito di discriminazione per orientamento sessuale in ambiti cruciali come l’accesso al lavoro, la possibilità di affittare o acquistare una casa, o l’utilizzo di servizi pubblici e privati. Questo crea una disparità sostanziale nelle tutele legali. Anche a livello di interpretazione costituzionale, la razza è considerata una categoria che richiede il massimo livello di controllo da parte dei tribunali quando si tratta di leggi che la riguardano, mentre l’orientamento sessuale non ha ancora raggiunto uno status legale così definito e protetto.L’uguaglianza nel matrimonio, sebbene sia un risultato straordinario e meritevole, non deve far credere che il viaggio verso la piena uguaglianza formale sia concluso. La sentenza Obergefell ha aperto una porta fondamentale, ma molte altre porte devono ancora essere aperte per garantire che le persone omosessuali godano delle stesse protezioni e opportunità di tutti gli altri cittadini in ogni aspetto della vita. La strada per raggiungere un’uguaglianza completa e senza riserve è ancora lunga e richiede impegno continuo.Come può il capitolo affermare che la sentenza Loving ha rappresentato la “conclusione” del percorso verso l’uguaglianza razziale, quando la discriminazione basata sulla razza persiste in molteplici forme ancora oggi?
Il capitolo presenta la sentenza Loving come la fine di un processo per l’uguaglianza razziale, contrapponendola a Obergefell come un inizio. Questa narrazione rischia di semplificare eccessivamente la realtà, ignorando le profonde e persistenti disuguaglianze razziali che vanno ben oltre i divieti formali di matrimonio o segregazione. Per comprendere appieno la complessità della lotta per l’uguaglianza, sia razziale che basata sull’orientamento sessuale, è fondamentale approfondire discipline come la sociologia delle disuguaglianze e gli studi sui diritti civili. Autori che analizzano le strutture sistemiche della discriminazione possono offrire una prospettiva più completa rispetto a un approccio che si concentra esclusivamente sulle vittorie legali formali.Abbiamo riassunto il possibile
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