Filosofia

Credo in un solo oblio

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1. L’immagine rubata e i due mondi

Esistono due realtà distinte, unite da una semplice fotografia d’identità. Queste due dimensioni presentano caratteristiche opposte e interagiscono tra loro in modi inaspettati. Una è il mondo che appare normale, l’altra è un universo racchiuso nell’immagine stessa. Il protagonista si trova al centro di questo enigma, con la sua immagine che assume un ruolo cruciale. L’esperienza di passare da una realtà all’altra è la chiave per comprendere la loro connessione.

Il mondo dell’immagine diffusa

Nella prima realtà, quella che sembra la vita di tutti i giorni, il volto del protagonista appare ovunque. Si trova stampato su manifesti pubblicitari e persino sui documenti di altre persone sconosciute. L’immagine arriva a comparire anche sulle lapidi cimiteriali, inizialmente sui defunti di questo mondo. Successivamente, i volti dei familiari morti del protagonista iniziano a sostituire la sua immagine sulle tombe. Nonostante questa onnipresenza visiva, la presenza fisica del protagonista in questo mondo non viene riconosciuta da nessuno. Si tenta di riportare ordine, cercando di far corrispondere i nomi sulle lapidi con i volti e le sepolture corrette.

Il mondo dentro la fotografia

La seconda realtà esiste interamente all’interno della fotografia d’identità. È un luogo caratterizzato da immobilità e silenzio assoluto. Qui non si trova traccia di persone viventi. Il paesaggio è popolato solo da oggetti statici, ombre che non sono generate da corpi visibili e cadaveri privi di lineamenti. In questa dimensione, il tempo sembra essersi completamente fermato.

L’interazione tra le due dimensioni

Il passaggio tra queste due realtà avviene semplicemente entrando o uscendo dalla fotografia. Si scopre una connessione diretta tra i due mondi. Manipolando i corpi senza volto che si trovano nella realtà della foto, si osservano cambiamenti nell’altra dimensione. Questi corpi, una volta spostati all’interno della foto, appaiono con i loro lineamenti, sebbene da morti, nelle immagini diffuse nella realtà esterna. Questo meccanismo rivela come le azioni compiute nel mondo statico della foto abbiano conseguenze visibili nel mondo apparentemente normale.

Le ombre e il deserto

Nella realtà racchiusa nella foto, le ombre sono inizialmente immobili, proprio come gli altri elementi. Tuttavia, alcune di queste ombre sviluppano una sorta di autonomia e iniziano a muoversi da sole. Questi movimenti autonomi creano rumore e introducono un elemento di disordine nel mondo altrimenti silenzioso e statico. Per riuscire a controllarle, si rende necessario eliminare ogni elemento che possa offrire loro un nascondiglio. Edifici e alberi vengono distrutti, trasformando il paesaggio della foto in un vasto deserto. Le ombre che mostrano questa ribellione respirano e compiono gesti che ricordano quelli umani. Nonostante ciò, i loro volti non sono visibili frontalmente. Si possono scorgere i loro lineamenti solo quando si mettono di profilo.

Ma quali sono, di grazia, le regole che governano questo balletto tra dimensioni, e come si spiega che un’immagine stampata diventi il portale per un universo parallelo con leggi proprie?
Il capitolo introduce un affascinante, quanto enigmatico, collegamento tra due realtà distinte mediato da una semplice fotografia. Tuttavia, la descrizione di questo passaggio e delle interazioni tra i due mondi solleva più interrogativi di quanti ne risolva. Non viene chiarito il come fisico o metafisico di questo transito, né la logica interna che lega la manipolazione di corpi senza volto in una dimensione all’apparizione di lineamenti in immagini nell’altra. Per approfondire la comprensione di concetti legati a realtà alternative, simbolismo e percezione, si potrebbero esplorare autori che trattano temi di surrealismo o filosofia della realtà, o discipline come la metafisica e la teoria dei segni.


2. Esistenze divise e l’ordine cercato

Esistono due realtà distinte: una si trova fuori da una fotografia e l’altra al suo interno. Nella realtà fuori dalla foto, i corpi hanno nomi e proiettano ombre. Nella realtà dentro la foto, si trovano ombre e corpi, spesso separati tra loro.

La vita delle ombre e dei corpi nella fotografia

Nella vita dentro la fotografia, l’ombra di un corpo può staccarsi e unirsi ad altre ombre. Queste ombre iniziano a vivere in modo indipendente, creando relazioni e provando sensazioni proprie, diverse da quelle del corpo originale.

Il corpo entra nella fotografia

Il corpo che è rimasto senza ombra nella realtà esterna entra nel mondo dentro la fotografia. Qui incontra corpi senza vita e senza volto, oltre alle ombre. Il suo obiettivo è cercare di riportare ordine, provando a riunire le ombre ai loro corpi.

Incontri inattesi e nuove forme di esistenza

Dentro la fotografia, il corpo incontra anche facce disincarnate che vivono sottoterra. Una di queste facce si unisce a un corpo senza vita trovato nella foto, dando origine a una figura che diventa una moglie. Questa moglie, che è una faccia unita a un corpo morto, rimane incinta e partorisce un figlio che nasce senza vita.

Il legame tra le due realtà

Nel frattempo, nella realtà fuori dalla fotografia, il corpo incontra una figlia, Maria, che a sua volta è senza ombra. Si scopre allora che la moglie creata dentro la foto (che è un’ombra) è in realtà l’ombra di Maria. Questa scoperta rivela una relazione familiare complessa e dolorosa che unisce le due diverse realtà.Il tentativo di mettere ordine in queste esistenze porta a capire quanto l’esistenza sia frammentata e quanto corpi, ombre e facce siano legati tra loro attraverso queste diverse dimensioni.

Su quale piano di realtà si collocano queste “esistenze divise” e la loro peculiare “logica”?
Il capitolo descrive una realtà alternativa con regole proprie, come ombre che si staccano e vivono autonomamente o corpi che entrano nelle fotografie. Tuttavia, non viene esplicitato su quale piano si collochi questa “realtà dentro la fotografia”: si tratta di un piano fisico, metaforico, psicologico, onirico? Questa mancanza di definizione rende difficile valutare la coerenza interna della “logica” descritta. Per esplorare le possibili nature di tali “esistenze divise”, si potrebbero approfondire discipline come l’ontologia e la metafisica in filosofia, la psicologia del profondo per il simbolismo, o la teoria letteraria per concetti come allegoria e surrealismo. Autori come Pirandello o Jung possono offrire spunti su temi legati all’identità, alla realtà e al simbolismo.


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