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Contenuti del libro
Informazioni
“Coronavirus” di Maria Capobianchi ti porta dentro la storia di una delle sfide sanitarie più grandi dei nostri tempi. Si parte dall’origine misteriosa del Sars-CoV-2, confrontandolo con i suoi “cugini” Sars e Mers, e si capisce come questo nuovo virus si è diffuso dal mercato di Wuhan in Cina in tutto il mondo, spiegando i modi in cui si trasmette e come possiamo difenderci con semplici gesti. Vediamo i sintomi, che possono essere lievi o più seri, e chi rischia di più. Ma il cuore del libro batte nei laboratori, specialmente all’Istituto Spallanzani di Roma, dove un team, con tante donne biologhe, ha fatto la storia isolando per primo in Italia il virus Sars-CoV-2 INMI 1. Capisci perché l’isolamento virale è fondamentale, come il sequenziamento genetico aiuta a tracciare l’epidemia e a capire l’evoluzione del virus, e quanto sia complessa la ricerca scientifica per trovare terapie efficaci e sviluppare vaccini. Il libro ti fa vedere la fatica, la passione e la collaborazione internazionale che c’è dietro le quinte, ma anche le difficoltà, come la precarietà nella ricerca e il problema dell’infodemia. È un viaggio chiaro e diretto nel mondo della virologia e della risposta a un’emergenza globale, raccontato da chi l’ha vissuta in prima linea.Riassunto Breve
Il Sars-CoV-2 è un nuovo virus della famiglia dei coronavirus, alcuni dei quali causano raffreddori comuni. Questo virus, identificato a fine 2019, è responsabile dell’attuale epidemia e provoca una malattia che può variare da sintomi lievi simili all’influenza a forme più gravi, specialmente in persone anziane o con altre malattie. L’origine del virus si ritiene sia nei pipistrelli, con un possibile passaggio intermedio attraverso un altro animale, forse il pangolino, favorito dal contatto stretto tra uomo e animali vivi in alcuni mercati. La trasmissione tra persone avviene principalmente tramite le goccioline respiratorie emesse quando si tossisce o starnutisce, o toccando superfici contaminate e poi bocca, naso o occhi. Il virus non sopravvive a lungo su superfici ed è sensibile a sapone e disinfettanti. Per proteggersi, si raccomanda di lavarsi spesso le mani, coprire bocca e naso quando si tossisce e pulire le superfici. Chi è stato a contatto con persone infette deve osservare una quarantena di quattordici giorni. Le mascherine aiutano a limitare la diffusione da parte di chi è malato. Al momento non esiste una cura specifica, ma si stanno valutando farmaci già usati per altre malattie. Lo sviluppo di un farmaco mirato o di un vaccino richiede tempo. L’epidemia si controlla identificando e isolando i casi per bloccare la catena di trasmissione. La Cina ha dato l’allarme rapidamente e le misure adottate sembrano rallentare la diffusione nel paese, ma il virus si è diffuso globalmente tramite i viaggiatori. La gestione dell’epidemia è complicata anche dalla diffusione di molte informazioni non sempre corrette. La ricerca scientifica è fondamentale per affrontare il virus. In Italia, l’Istituto Spallanzani di Roma è stato il primo a isolare il virus, un passaggio cruciale per sviluppare test diagnostici affidabili e studiare come il virus agisce e come gli anticorpi possono neutralizzarlo. L’isolamento virale permette di usare il virus in laboratorio e capire le sue caratteristiche. Ogni paese che isola il virus lo condivide con altri centri di ricerca a livello internazionale, anche attraverso piattaforme dedicate. Studiare la sequenza genetica del virus è essenziale per capire come si evolve e si adatta all’uomo, tracciare la sua diffusione e verificare l’efficacia delle contromisure, come i vaccini, contro diversi ceppi. Il lavoro di laboratorio richiede la collaborazione di diversi specialisti. Lo Spallanzani è un centro specializzato in malattie infettive con una lunga esperienza, che si dedica alla ricerca per trovare soluzioni pratiche per la diagnosi e la cura. I passi successivi nella ricerca includono il confronto delle sequenze genetiche del virus isolato con quelle di altri virus nel mondo e lo sviluppo di test per rilevare gli anticorpi. La collaborazione tra scienziati di diversi paesi è costante per scambiare materiali e conoscenze. La ricerca in emergenza richiede investimenti continui e finanziamenti specifici. Nonostante la competizione, la cooperazione internazionale è fondamentale. Laboratori avanzati in Cina, Europa e Stati Uniti sono in prima linea. L’emergenza comporta un’attività lavorativa molto intensa per gestire rapidamente diagnosi e studi.Riassunto Lungo
1. Il Nuovo Virus: Origine, Diffusione e Difesa
I coronavirus sono una famiglia di virus che possono causare diversi tipi di malattie nell’uomo. Alcuni provocano sintomi lievi, come il comune raffreddore o problemi intestinali. Tuttavia, negli ultimi anni sono comparsi tre virus di questa famiglia che causano infezioni più serie: la Sars, la Mers e il Sars-CoV-2. Quest’ultimo, identificato alla fine del 2019, è il virus responsabile dell’attuale epidemia. Il suo nome scientifico è stato aggiornato a Sars-CoV-2 e presenta molte somiglianze con il virus che causò l’epidemia di Sars.Origine del virus
La scoperta di questo nuovo virus è avvenuta in seguito a un aumento anomalo di casi di polmonite nella città di Wuhan, in Cina. Gli scienziati sono riusciti a isolare il virus e a determinarne rapidamente la sequenza genetica. È noto che molti animali possono ospitare i coronavirus senza ammalarsi; i pipistrelli, in particolare, sono considerati serbatoi naturali per molti virus di questa famiglia. Il passaggio di un virus da una specie animale all’uomo, noto come “salto di specie”, è un evento raro ma possibile. Per il Sars-CoV-2, si ritiene che l’origine più probabile sia dai pipistrelli, forse attraverso un animale intermedio come il pangolino. Questa trasmissione potrebbe essere stata favorita dalla stretta vicinanza tra esseri umani e animali vivi, come avviene in alcuni mercati, incluso quello di Wuhan.Come si diffonde e come proteggersi
La diffusione del virus tra le persone avviene principalmente attraverso le piccole goccioline che si emettono quando si tossisce o si starnutisce. Queste goccioline possono essere inalate direttamente o depositarsi su superfici. Il virus può rimanere attivo su queste superfici per alcune ore. Un altro modo comune di trasmissione è toccare superfici contaminate e poi portarsi le mani alla bocca, al naso o agli occhi. Fortunatamente, il virus è vulnerabile al comune sapone e ai disinfettanti. Le misure di prevenzione più efficaci sono semplici e consistono nel lavarsi le mani molto spesso e accuratamente, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto (o il gomito) quando si tossisce o si starnutisce, e pulire regolarmente le superfici che vengono toccate frequentemente.Sintomi e gravità dell’infezione
I sintomi causati dal Sars-CoV-2 variano notevolmente da persona a persona. Spesso assomigliano a quelli di una normale influenza e possono manifestarsi in forma molto lieve o, al contrario, in modo grave. In generale, l’infezione da Sars-CoV-2 è meno severa rispetto a quelle causate dalla Sars o dalla Mers. Tuttavia, la possibilità di sviluppare sintomi gravi o complicazioni è maggiore in alcune categorie di persone. Sono particolarmente a rischio gli anziani, le persone che soffrono già di altre malattie croniche o quelle con un sistema immunitario indebolito. I giovani e le persone in buona salute tendono invece ad avere un rischio significativamente più basso di sviluppare forme gravi della malattia.Quarantena e mascherine
Per le persone che sono venute a contatto con casi confermati di infezione, è prevista una quarantena. La durata della quarantena è stabilita in 14 giorni, poiché questo è considerato il periodo massimo di incubazione del virus, ovvero il tempo che intercorre tra l’esposizione al virus e la comparsa dei primi sintomi. L’uso delle comuni mascherine chirurgiche è utile soprattutto per chi è infetto, in quanto aiutano a bloccare la diffusione delle goccioline respiratorie, limitando così il contagio. Per chi deve proteggersi dall’inalazione del virus, specialmente in ambienti ad alto rischio come ospedali o laboratori, sono necessari dispositivi di protezione individuale più specifici, come le mascherine filtranti FFP2 o FFP3.Terapie e sviluppo di farmaci
Al momento non esiste una terapia specifica creata appositamente per combattere il Sars-CoV-2. I medici stanno utilizzando farmaci che sono stati sviluppati per trattare altre malattie, un approccio chiamato “repurposing”. Tra questi ci sono alcuni farmaci usati per l’HIV o il Remdesivir, un antivirale che agisce bloccando alcuni enzimi necessari al virus per replicarsi. L’efficacia di questi trattamenti è ancora oggetto di studi e valutazioni continue. Lo sviluppo di un farmaco completamente nuovo o di un vaccino richiede solitamente diversi anni di ricerca, sperimentazione e approvazione. Nonostante ciò, l’esperienza accumulata con altri virus e l’esistenza di piattaforme tecnologiche avanzate potrebbero contribuire ad accelerare questo processo.Controllo dell’epidemia e diffusione globale
Il modo principale per fermare la diffusione di un’epidemia è identificare rapidamente i casi di infezione e isolarli per interrompere la catena di trasmissione. La Cina ha segnalato l’allarme alla comunità internazionale già alla fine del 2019. Le misure di contenimento molto rigorose adottate nel paese sembrano aver contribuito a rallentare la diffusione interna. Tuttavia, il virus si è diffuso a livello globale attraverso i viaggiatori infetti che si sono spostati in altre nazioni. Prevedere l’evoluzione futura di un’epidemia è un compito molto complesso. È interessante notare che un virus estremamente aggressivo, che causa malattie molto gravi in tutti gli infetti, tende paradossalmente a estinguersi più facilmente, perché i casi vengono subito identificati e isolati, limitando così la possibilità di contagio.La sfida dell’infodemia
Durante un’epidemia, oltre alla sfida sanitaria, si presenta anche il problema della “infodemia”. Questo termine si riferisce alla circolazione di una quantità enorme di informazioni, tra cui molte notizie non verificate o addirittura false. Questa sovrabbondanza di informazioni, spesso contraddittorie, rende difficile per le persone distinguere le fonti affidabili e comprendere correttamente la situazione, creando confusione e a volte panico.Ma siamo davvero così certi dell’origine del virus, o il capitolo omette un dibattito cruciale?
Il capitolo presenta l’origine zoonotica del virus come l’ipotesi “più probabile” con una sicurezza che ignora il cruciale dibattito scientifico e le indagini ancora in corso. La questione dell’origine del Sars-CoV-2 è stata ed è tuttora complessa e controversa, con diverse ipotesi sul tavolo, inclusa quella di una fuga da laboratorio, che meritano di essere considerate per avere un quadro completo. Affermare una singola “probabilità” senza esporre le incertezze e le diverse prospettive lascia una lacuna argomentativa significativa. Per colmarla, è fondamentale consultare le ricerche pubblicate da gruppi di virologi ed epidemiologi che hanno indagato attivamente sull’origine del virus e leggere le analisi critiche e i report investigativi che hanno esplorato le diverse ipotesi.2. La Prima Impronta Italiana del Virus
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma è stato il primo in Italia a isolare il virus Sars-CoV-2, identificandolo come Sars-CoV-2 INMI 1. Utilizzare questa tecnica, che fa parte della virologia classica, è essenziale per conoscere nuovi agenti patogeni appena scoperti. Permette di studiarli in laboratorio usando modelli sperimentali e di sviluppare test diagnostici affidabili. L’isolamento virale aiuta a verificare quanto i test siano sensibili, cioè capaci di rilevare anche piccole quantità di virus, e quanto siano specifici, cioè capaci di identificare solo quel virus senza confonderlo con altri. È anche uno strumento indispensabile per creare esami che possano misurare la capacità degli anticorpi di una persona di neutralizzare, ovvero bloccare, il virus. L’isolamento del virus allo Spallanzani è avvenuto molto rapidamente, mostrando segni che il virus cresceva nelle colture di laboratorio già entro le prime 24 ore.Studiare il Virus e Condividerlo
Ogni Paese in cui si manifestano casi della malattia provvede a isolare il virus e a renderlo disponibile ad altri centri di ricerca in tutto il mondo. Questo scambio avviene anche attraverso piattaforme dedicate, come lo European Virus Archive Global (EVAg). Studiare la sequenza genetica del virus isolato è di importanza cruciale per capire come si evolve e come si adatta alla popolazione umana nel corso del tempo. Questo processo di adattamento può portare alla comparsa di varianti o ceppi del virus con caratteristiche leggermente diverse. Confrontare le sequenze genetiche di virus prelevati da pazienti diversi e in Paesi differenti aiuta a tracciare il percorso di diffusione del virus e a identificare eventuali ceppi che presentano proprietà particolari. Questa analisi dettagliata è fondamentale per mettere a punto contromisure efficaci, come ad esempio i vaccini, e per verificare se l’immunità sviluppata contro un ceppo è ancora valida anche contro le sue varianti. Per tutti questi motivi, la condivisione dei ceppi virali tra i laboratori di ricerca è un aspetto molto importante del lavoro scientifico globale.Il Ruolo dell’Istituto Spallanzani
Lo Spallanzani è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) che si dedica in modo specifico e quasi esclusivo alle malattie infettive. La sua qualificazione e la sua forza derivano dalla cosiddetta ‘ricerca di trasferimento’. Questo concetto si riferisce alla capacità di trasformare rapidamente le scoperte e i risultati ottenuti dalla ricerca di base in applicazioni pratiche che migliorano la diagnosi, la terapia e il trattamento dei pazienti. L’istituto ha avuto un ruolo storico di grande rilevanza nella lotta contro l’HIV, contribuendo in modo significativo alla comprensione e alla gestione di questa infezione. Oggi, oltre all’HIV, lo Spallanzani si occupa anche di altre infezioni gravi, affronta il crescente problema della resistenza dei batteri agli antibiotici e si dedica allo studio e al controllo delle infezioni emergenti, quelle che compaiono all’improvviso su larga scala, come è successo con il Coronavirus.Ricerca e Collaborazione: Il Lavoro Quotidiano
Il lavoro di laboratorio necessario per affrontare l’arrivo di un nuovo virus richiede un’azione molto coordinata tra diversi tipi di specialisti. Ci sono esperti che si occupano della diagnostica, cioè di identificare rapidamente l’infezione nei pazienti, altri che lavorano all’isolamento del virus, altri ancora che si dedicano a leggere il suo codice genetico e ad analizzare la grande quantità di dati che ne deriva. I passi successivi nella ricerca sul Coronavirus includono l’analisi comparativa della sequenza genomica del virus isolato in Italia con quelle di altri virus che circolano in diverse parti del mondo. Si lavora anche intensamente per sviluppare test affidabili che possano rilevare la presenza degli anticorpi nelle persone che sono venute a contatto con il virus e per valutare quanto questi anticorpi siano effettivamente capaci di neutralizzarlo. La collaborazione con la comunità scientifica internazionale è costante e prevede lo scambio di materiali biologici e di ceppi virali per poter standardizzare i risultati ottenuti nei diversi laboratori e per diffondere il più rapidamente possibile le nuove conoscenze scientifiche acquisite. La ricerca che si svolge in situazioni di emergenza richiede investimenti continui per mantenere un alto livello di preparazione e necessita di finanziamenti specifici per i progetti urgenti, che spesso vengono ottenuti tramite programmi di ricerca europei o attraverso fondazioni dedicate. Sebbene esista una generale atmosfera di cooperazione tra gli scienziati a livello globale, c’è anche una sana competizione che stimola il progresso e accelera le scoperte. Laboratori all’avanguardia in questo campo si trovano in diverse parti del mondo, tra cui la Cina, diversi Paesi europei come l’Olanda (Rotterdam) e la Germania (Berlino), e gli Stati Uniti. L’emergenza sanitaria implica un ritmo di lavoro estremamente intenso per il personale di laboratorio, con la necessità di organizzare turni rinforzati per poter gestire la grande mole di richieste di diagnosi, screening e studi di ricerca in tempi molto rapidi.Il capitolo descrive l’isolamento del virus, ma non sarebbe fondamentale capire come è arrivato in Italia?
Il capitolo si concentra giustamente sul lavoro scientifico di isolamento e studio del virus una volta che è presente. Tuttavia, per avere un quadro completo dell’emergenza, è indispensabile approfondire le dinamiche della sua diffusione iniziale e le possibili origini. Comprendere questi aspetti è cruciale non solo per la storia di questa pandemia, ma anche per prevenire le prossime. Per colmare questa lacuna, è utile esplorare la disciplina dell’epidemiologia e leggere autori che si sono dedicati allo studio delle malattie emergenti e del loro salto di specie, come David Quammen.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
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