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Contenuti del libro
Informazioni
… ti porta dentro il mondo strano e spesso inquietante di come l’internet, che all’inizio sembrava una figata per la libertà e i movimenti tipo la Primavera Araba, sia diventato il terreno fertile per l’estremismo online, soprattutto l’alt-right. Angela Nagle esplora come piattaforme anonime tipo 4chan abbiano usato la trasgressione digitale, il trolling e un sacco di misoginia per far crescere movimenti come la maschiosfera e l’alt-right, spingendo le guerre culturali online a livelli assurdi. Il libro analizza eventi chiave come Gamergate, mostrando come l’online harassment e le politiche identitarie siano esplose, uscendo dal web per manifestarsi nella vita reale, anche nei campus universitari, con un sacco di rabbia e a volte violenza. È una lettura che ti fa capire come la natura “senza capi” del web non sia neutrale, ma amplifichi le idee, anche le peggiori, e come questa nuova destra digitale usi strategie culturali per sfidare il mainstream e le vecchie divisioni politiche.Riassunto Breve
L’idea iniziale che le reti online senza leader portassero a rivoluzioni positive e collaborative non si è realizzata. Questi spazi, caratterizzati da anonimato e poca regolamentazione, hanno invece favorito la crescita di movimenti di destra radicale come l’alt-right. Questo gruppo, composto da nazionalisti bianchi, anti-femministi e reazionari, si unisce contro il politicamente corretto e l’establishment. Piattaforme come 4chan sono centrali, con la loro cultura di anonimato, umorismo estremo e trolling, che diffonde idee radicali tramite meme e azioni coordinate, dando energia giovanile a questi movimenti. Le molestie online diventano una tattica comune, specialmente contro le donne, con minacce, doxxing e campagne diffamatorie. Il Gamergate è un esempio chiave, dove gamer anti-femministi e alt-right si uniscono per attaccare donne e giornalisti, portando le “guerre culturali” online nel dibattito pubblico e politicizzando molti giovani uomini contro le politiche identitarie. Si osserva che la struttura decentralizzata delle reti non determina l’orientamento politico; permette a qualsiasi ideologia, anche estrema, di organizzarsi e diffondersi velocemente. La nuova destra online usa la trasgressione e l’anticonformismo come strategia culturale, ispirandosi a figure storiche e movimenti come il punk. Il trolling è una forma di “retorica aggressiva” o “performance satirica” che mira a offendere e disgregare, usando umorismo macabro e insensibile. Questa sensibilità attinge a pensatori che rifiutano la morale tradizionale. Parallelamente, alt-right e alt-light adottano una strategia “gramsciana di destra”, puntando a influenzare la cultura e il dibattito pubblico prima del cambiamento politico formale. Figure come Steve Bannon e Milo Yiannopoulos costruiscono un ecosistema mediatico alternativo online per diffondere le loro idee, sfruttando il declino dei media tradizionali e la polarizzazione. La politica contemporanea si concentra sulle guerre culturali, superando le questioni economiche. Mentre la sinistra online si focalizza su identità fluide e “spazi sicuri”, spesso con una “cultura della denuncia” aggressiva, la nuova destra online adotta lo stile irriverente e trasgressivo della controcultura degli anni Sessanta per opporsi al femminismo e al multiculturalismo. Questa destra digitale non è un ritorno al conservatorismo classico, ma applica un’estetica anticonformista a temi di destra. Le battaglie culturali si manifestano anche nei campus universitari, riflettendo le dinamiche online. Le politiche maschiliste e antifemministe crescono online nella “maschiosfera”, usando la metafora della “pillola rossa” per un presunto risveglio. Gruppi come MGTOW evitano relazioni con le donne, mentre altri promuovono misoginia esplicita e tecniche manipolatorie. La distinzione tra “maschi alfa” e “beta” e la frustrazione sessuale degli “incel” alimentano discorsi d’odio, a volte sfociando in violenza reale. Questa cultura online condivide con l’alt-right un disprezzo per la cultura di massa (“normie”) e il conformismo, visto come “femminilizzato”. L’avversione per il mainstream ha radici storiche nella misantropia. La trasgressione, un tempo associata a movimenti ribelli, è usata da questa destra per affermare una superiorità morale. Le guerre culturali online diventano estreme e si trasferiscono nella vita reale. La sinistra online, definita “identitaria” e “autoreferenziale”, mostra isteria anti-intellettualistica e tendenza a campagne d’odio. La destra online diventa sempre più radicale, diffondendo teorie del complotto e usando linguaggio disumanizzante e minacce di violenza. Personalità pubbliche critiche subiscono attacchi coordinati. Questa tossicità si sposta nei campus, dove la sinistra studentesca ricorre alla violenza contro idee percepite come di destra. Eventi come il tour di Milo Yiannopoulos mostrano l’incapacità di affrontare le sfide ideologiche con il dibattito, portando a scontri violenti. Le guerre culturali, nate online con speranze utopiche, diventano un conflitto reale e disumanizzante che si avvicina al mainstream.Riassunto Lungo
1. L’onda Nera del Web Senza Capi
Nei primi anni del 2010, molti credevano che i movimenti nati online, senza leader definiti, come la Primavera Araba o Occupy, fossero l’inizio di una rivoluzione digitale. Si pensava che questi movimenti, basati su libertà e collaborazione, dimostrassero il potere della tecnologia di superare le divisioni sociali. Questa speranza, però, è svanita presto. Gli stessi ambienti online, proprio perché anonimi e difficili da controllare, sono diventati terreno fertile per gruppi radicali di destra. Tra questi è emersa l’alt-right, un insieme di gruppi diversi come nazionalisti bianchi, anti-femministi e reazionari. Li univa l’opposizione a ciò che consideravano “politicamente corretto” e ai poteri tradizionali.Piattaforme e Tattiche di Attacco
Piattaforme come 4chan sono diventate fondamentali in questo scenario. La loro atmosfera, caratterizzata da anonimato quasi totale, umorismo molto spinto, misoginia e la pratica del “trolling” (provocare e disturbare online), ha facilitato la diffusione di idee estreme. Questa cultura ha usato meme e azioni coordinate per spingere avanti l’agenda radicale, attraendo e mobilitando molti giovani. In questi spazi, le molestie online sono diventate uno strumento diffuso, specialmente contro le donne presenti e attive sul web. Si sono verificati attacchi violenti con minacce di violenza sessuale e di morte. Altre tattiche includono il “doxxing”, cioè la pubblicazione di informazioni private per intimidire, e campagne organizzate per diffamare persone, come è successo alla blogger Kathy Sierra e a molte scrittrici e critiche femministe.Un Momento Chiave: Il Gamergate
Un episodio che ha segnato un punto di svolta è stato il “Gamergate”. Nata all’interno della comunità dei videogiochi, questa forte polemica ha visto l’alleanza tra giocatori ostili alle idee femministe e i gruppi dell’alt-right. Insieme, hanno lanciato attacchi molto aggressivi contro donne nel settore dei videogiochi e giornalisti che le difendevano. Hanno usato queste azioni per portare le “guerre culturali” iniziate online direttamente nel dibattito pubblico. Questo evento ha avuto l’effetto di spingere molti giovani uomini verso posizioni politiche che rifiutavano le idee legate all’identità di genere e alle minoranze.Il Potere Neutro delle Reti Online
L’esperienza di questi anni dimostra che il modo in cui le reti online sono costruite, cioè in modo decentralizzato e senza un capo centrale, non decide di per sé quali idee vi circoleranno. Questa struttura aperta e distribuita non favorisce automaticamente movimenti positivi o progressisti. Al contrario, permette a qualsiasi tipo di ideologia, comprese quelle più radicali ed estreme, di trovare spazio. Queste idee possono così organizzarsi, trovare seguaci e diffondersi con grande velocità, proprio grazie alla mancanza di filtri o controlli centrali. Questo significa che ciò che conta di più non è la struttura tecnica del network, ma il tipo di idee e contenuti che le persone scelgono di diffondere al suo interno.Ma è davvero così semplice ridurre la complessa radicalizzazione politica e lo spostamento delle “guerre culturali” nel dibattito pubblico a fenomeni come il “Gamergate” o all’anonimato di piattaforme come 4chan?
Il capitolo offre spunti interessanti sui fenomeni online, ma la transizione dall’attività in rete all’influenza politica concreta e alla radicalizzazione su larga scala è un processo sfaccettato, che coinvolge dinamiche sociali, economiche e psicologiche ben più ampie della sola architettura tecnica delle piattaforme o di singoli eventi. Affermare un nesso causale diretto senza esplorare queste interconnessioni rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno complesso. Per approfondire, sarebbe utile considerare studi sulla sociologia dei media digitali, la psicologia della radicalizzazione e l’analisi delle piattaforme come ecosistemi complessi, magari leggendo autori come Zeynep Tufekci o Manuel Castells.2. La strategia culturale della destra online
La cultura online della destra utilizza la trasgressione e l’anticonformismo come strumenti principali. Questo approccio ha radici profonde nella storia occidentale, risalendo al Diciottesimo secolo con figure come il Marchese De Sade e attraversando le avanguardie artistiche e le controculture del Ventesimo secolo. Oggi, questa sensibilità si manifesta in vari spazi online, inclusi forum frequentati da troll come 4chan. Personalità come Milo Yiannopoulos descrivono questo stile come “trasgressivo”, paragonandolo al movimento punk per il suo carattere ribelle, sovversivo e spesso divertente.La trasgressione come arma culturale
L’uso di simboli volutamente provocatori, come l’esposizione di svastiche a scopo di performance, trova precedenti storici in movimenti culturali passati, come appunto il punk. La cultura della trasgressione online si esprime in modo particolare attraverso il trolling. Questo viene definito come una forma di “retorica aggressiva” o una vera e propria “performance di arte satirica”, il cui scopo principale è offendere e mettere in discussione lo status quo.Esempi di trasgressione online
Questo tipo di comportamento si manifesta in diversi modi, spesso con un umorismo macabro e insensibile. Esempi noti includono il fenomeno “an hero”, che scherza in modo crudele sul suicidio, e il “RIP trolling”, che consiste nel pubblicare commenti offensivi su pagine web dedicate alla memoria di vittime di crimini o incidenti. Queste azioni riflettono un’estetica che rifiuta la morale convenzionale.Influenze filosofiche
Questa sensibilità trasgressiva attinge in parte alle idee di pensatori come Friedrich Nietzsche, che promuoveva il superamento dei valori morali tradizionali. Un’altra influenza importante è Georges Bataille, che vedeva nella trasgressione un modo per affermare la sovranità individuale e la “spesa senza riserve”, intesa come un’azione che va oltre le logiche utilitaristiche e razionali. L’estetica del trolling di destra è spesso caratterizzata da questa visione che abbraccia elementi di psicopatia, intesa non in senso clinico, ma come una liberazione dagli obblighi morali imposti dalla società.La strategia culturale “gramsciana”
Accanto all’uso della trasgressione, movimenti come la alt-right e la alt-light adottano una strategia culturale ispirata alle teorie di Antonio Gramsci. Questa strategia, definita “gramsciana di destra”, non cerca il cambiamento politico immediato attraverso i canali tradizionali, ma punta prima a influenzare la cultura e a spostare i termini del dibattito pubblico. L’obiettivo è creare un nuovo senso comune, un nuovo clima culturale favorevole alle proprie idee, per poi facilitare il cambiamento politico.Costruzione di un ecosistema mediatico alternativo
Figure chiave come Steve Bannon, Milo Yiannopoulos, Mike Cernovich e Richard Spencer sono diventate centrali in questo sforzo. Hanno contribuito a costruire un vasto ecosistema mediatico online alternativo. Piattaforme come Breitbart, Rebel Media e vari canali social fanno parte di questa rete. Questo sistema permette di bypassare i media tradizionali, diffondere direttamente le proprie idee e guadagnare visibilità sfruttando il vuoto lasciato dal declino dei media mainstream e la crescente polarizzazione delle discussioni online.Applicare la lente “gramsciana” alla strategia culturale della destra online non rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno complesso, o addirittura di forzare un’analisi nata in contesti radicalmente diversi?
Il capitolo presenta l’uso di una strategia “gramsciana” da parte della destra online. Tuttavia, l’applicazione di un quadro teorico sviluppato da Antonio Gramsci, pensatore marxista radicato in un contesto storico e politico specifico, a movimenti contemporanei che operano nell’ecosistema digitale e con obiettivi politici diversi, meriterebbe un’analisi più approfondita. Ci si potrebbe chiedere se questa applicazione non rischi di essere una forzatura analitica, che ignora le specificità del fenomeno descritto o le differenze fondamentali tra il concetto gramsciano di egemonia culturale e l’influenza esercitata tramite media alternativi online. Per esplorare questa tensione, sarebbe utile approfondire sia il pensiero di Gramsci sull’egemonia e il ruolo degli intellettuali, sia gli studi contemporanei sui movimenti politici online, la formazione dell’opinione pubblica nell’era digitale e le teorie alternative sull’influenza culturale e politica.3. L’Estetica Controculturale nella Destra Digitale
La politica di oggi si concentra molto sui conflitti culturali, spesso più che sulle questioni economiche. Questo spostamento non è nuovo.Il confronto tra vecchio e nuovo conservatorismo
Già negli anni Novanta, figure come Pat Buchanan combattevano contro la controcultura degli anni Sessanta. Buchanan difendeva i valori tradizionali, l’idea di nazione e la famiglia, opponendosi a concetti come il globalismo e l’immigrazione. La sua era una battaglia per “l’anima dell’America”, vista come minacciata da una “cultura nemica” interna.Le guerre culturali si spostano online
Oggi, la scena della guerra culturale si è spostata in gran parte online. Da un lato, la sinistra presente sul web, specialmente su piattaforme come Tumblr, si concentra sulla fluidità delle identità (di genere, sessuale), sull’intersezionalità e sulla creazione di “spazi sicuri”. Questa cultura online mette in risalto la vulnerabilità e il bisogno di riconoscimento identitario, manifestandosi a volte in una “cultura della denuncia” molto aggressiva, che può colpire anche esponenti della sinistra più tradizionale.L’estetica trasgressiva della destra digitale
Parallelamente, emerge una nuova destra online, spesso identificata con movimenti come l’alt-right o piattaforme come 4chan, e figure come Milo Yiannopoulos. Questa destra adotta uno stile che ricorda la controcultura degli anni Sessanta: irriverente, trasgressivo e ironico. Si oppone al femminismo, al multiculturalismo e alle politiche identitarie promosse dalla sinistra, ma lo fa usando un’estetica che è l’opposto del conservatorismo più tradizionale e pudico rappresentato da Buchanan, che era favorevole alla censura.Identità e stile definiscono la politica
La nuova destra digitale non rappresenta quindi un semplice ritorno al conservatorismo del passato. È piuttosto l’applicazione di un’estetica anticonformista e nichilista a temi e posizioni tipici della destra. Queste battaglie culturali si manifestano anche in luoghi fisici come i campus universitari, dove dibattiti sulla libertà di parola, sul canone degli studi e sull’identità di genere riflettono le dinamiche nate e sviluppatesi online. La politica contemporanea si definisce sempre più attraverso queste identità e questi stili culturali, piuttosto che basandosi su divisioni economiche o di classe.Ma la “pillola rossa” e la distinzione “alfa/beta” sono solo idee online o riflettono dinamiche psicologiche e sociali più profonde e complesse?
Il capitolo descrive queste idee come elementi centrali della “maschiosfera”, ma non approfondisce sufficientemente le loro radici psicologiche o sociologiche. Comprendere perché queste narrazioni prendano piede e risuonino con certi individui richiede un’analisi che vada oltre la semplice descrizione del fenomeno online. Per esplorare questi aspetti, sarebbe utile considerare studi di psicologia sociale, sociologia delle comunità online e ricerche sulla radicalizzazione digitale. Autori come S. Tisseron o Z. Bauman potrebbero offrire spunti per capire le dinamiche identitarie e sociali in gioco.5. Dalla Rete alla Strada: L’Escalation delle Guerre Culturali
Le guerre culturali online hanno raggiunto livelli estremi, uscendo dal web per manifestarsi nella vita reale. Questo passaggio segna una trasformazione preoccupante del dibattito pubblico. La tossicità e l’aggressività che caratterizzavano le interazioni digitali si riversano ora nel mondo fisico con conseguenze dirette e tangibili. Si assiste a una crescente difficoltà nel separare lo scontro virtuale dalla realtà quotidiana. Questa escalation dimostra come le dinamiche nate online abbiano un impatto profondo e concreto sulla società.La Sinistra Online: Isteria e Diffamazione
La sinistra online, spesso descritta come “identitaria” e “autoreferenziale”, si distingue per un’isteria anti-intellettualistica. Questa parte del dibattito online tende a lanciare campagne d’odio e diffamazioni. Questo comportamento la rende incapace di un confronto costruttivo basato sulle idee. Di conseguenza, finisce per apparire poco credibile o addirittura ridicola agli occhi delle nuove generazioni. Un esempio di questa dinamica è la reazione alla morte del critico Mark Fisher da parte di alcune figure come Stavvers.La Destra Online: Radicalizzazione e Minacce
Parallelamente, la destra online, che include gruppi come l’alt-right, ha intrapreso un percorso di crescente radicalizzazione. Questa fazione diffonde attivamente teorie del complotto. Utilizza un linguaggio apertamente disumanizzante, pieno di insulti razzisti. Non esita a ricorrere a minacce di violenza, dirette in particolare contro donne, minoranze e chiunque osi criticarli. Personalità pubbliche che esprimono dissenso verso figure come Trump subiscono attacchi coordinati e minacce molto serie, come documentato da David French.La Tossicità Arriva nei Campus
Questa atmosfera di tossicità e scontro frontale, nata nel dibattito online, si è rapidamente trasferita in altri contesti, in particolare nei campus universitari. Questi luoghi, tradizionalmente dedicati al confronto intellettuale e alla libera espressione, sono diventati teatro di tensioni crescenti. Qui, la sinistra studentesca si trova spesso in difficoltà nel contrastare efficacemente le idee percepite come di destra attraverso il dibattito razionale e argomentato. Invece di impegnarsi in una discussione aperta e pacifica, si osserva una preoccupante tendenza a ricorrere alla violenza fisica o all’intimidazione come strumento di confronto e di silenziamento dell’avversario. Questo mina le fondamenta stesse della vita accademica e del libero scambio di idee.Il Caso Berkeley: La Violenza Sostituisce il Dibattito
Un caso emblematico che ha messo in luce questa crisi è stato il tour di Milo Yiannopoulos nelle università. A Berkeley, un luogo storicamente simbolo del movimento per la libertà di parola e di espressione, le proteste organizzate contro la sua presenza hanno raggiunto livelli di violenza inaudita. Gli scontri sono degenerati in attacchi fisici diretti e hanno causato danni materiali significativi. Questo episodio dimostra chiaramente l’incapacità di molte parti di affrontare le sfide ideologiche e i disaccordi attraverso il confronto pacifico e il dibattito intellettuale.Le Conseguenze: Violenza e Disumanizzazione
L’incapacità di gestire il disaccordo con gli strumenti del dibattito razionale e del confronto civile porta inevitabilmente a un’escalation della violenza. Quando le parole non bastano o vengono rifiutate come strumento, lo scontro fisico diventa una tragica alternativa. Le guerre culturali, iniziate sul web con l’illusione di creare spazi utopici di confronto e dialogo, si sono trasformate in un conflitto sempre più reale, disumanizzante e pericolosamente vicino a diventare una norma nel dibattito pubblico. Questa deriva mina la coesione sociale e rende più difficile trovare punti d’incontro o soluzioni comuni ai problemi. La disumanizzazione dell’avversario, tipica delle dinamiche online più estreme, si manifesta ora con conseguenze tangibili, rendendo il dialogo quasi impossibile e alimentando un ciclo di aggressione e reazione.Davvero il capitolo ci offre un quadro completo delle “guerre culturali”, o si limita a descrivere una polarizzazione senza indagarne le radici profonde e le sfumature?
Il capitolo descrive la polarizzazione online e le sue manifestazioni offline, ma la distinzione netta tra “sinistra online” e “destra online” e l’attribuzione di comportamenti specifici a ciascuna fazione rischiano di semplificare eccessivamente un fenomeno complesso e sfaccettato. Per comprendere meglio le dinamiche delle guerre culturali, le loro cause profonde e i meccanismi psicologici e sociali che le alimentano, sarebbe utile approfondire gli studi sulla polarizzazione politica, la psicologia sociale dei gruppi e l’impatto dei media digitali sul dibattito pubblico. Autori come Zygmunt Bauman o Manuel Castells hanno esplorato le trasformazioni sociali nell’era digitale, mentre studi sulla psicologia del pregiudizio e del comportamento di gruppo possono offrire spunti sulle dinamiche di disumanizzazione descritte.Abbiamo riassunto il possibile
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