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Informazioni
“Come un romanzo” di Daniel Pennac non è il solito saggio noioso sulla lettura, ma un viaggio sincero e appassionato nel mondo dei libri, visto dagli occhi di chi li ama ma capisce anche perché a volte li odiamo. Pennac parte dalla fatica di un adolescente davanti a un libro “ostile”, perso tra le mille distrazioni di oggi, dalla TV ai social. Ricorda la magia perduta delle storie raccontate ad alta voce da bambini, quando i libri erano avventura e non compito. Critica la scuola che trasforma la lettura in un dogma, un dovere pieno di regole e analisi forzate, che uccidono il piacere spontaneo. Ma poi ci mostra come riscoprire quel piacere: leggendo per sé stessi, per resistere al caos, per trovare rifugio, con la libertà di scegliere, di saltare pagine, persino di non finire un libro. Parla del potere di un insegnante o di un bibliotecario che sa raccontare una storia, della bellezza di leggere ad alta voce e di condividere quella passione. È un libro che difende il “diritto di leggere” in tutte le sue forme, anche quelle più intime e “sbagliate” secondo i puristi, perché il vero amore per i libri nasce dalla libertà e dal desiderio, non dall’obbligo.Riassunto Breve
I giovani faticano a leggere, vedono i libri come oggetti pesanti e difficili, pieni di parole fitte che creano una barriera. La televisione e i media passivi vengono visti come causa di passività, mentre la lettura è un atto che richiede impegno. C’è una differenza tra le generazioni: i giovani di oggi hanno molte distrazioni e alternative alla lettura. L’esperienza di ascoltare storie da bambini, che era gioiosa, a volte diventa un peso per i genitori che si stancano di narrare. L’inizio della scuola porta l’apprendimento della lettura, che all’inizio è affascinante (scoprire le parole come “mamma”), ma poi diventa faticoso decifrare e capire, trasformandosi in una lotta serale con nervosismo e frustrazione. La fretta degli adulti di vedere progressi rapidi ignora i tempi dei bambini. La disaffezione alla lettura non viene solo dai media o dalla scuola, ma dalla perdita dell’esperienza in cui l’adulto leggeva e il libro prendeva vita con la voce. Quello che era un rito condiviso diventa un compito solitario e difficile. L’ossessione per la comprensione immediata e le domande sul contenuto trasformano il piacere in dovere. L’errore sta nel concentrarsi sulla tecnica invece che sul desiderio di imparare. L’amore per i libri nasce dall’ascolto di storie che incantano. Per riaccendere il desiderio, serve tornare a leggere ad alta voce, senza obblighi, per ritrovare la concentrazione sognante. Questo porta poi il bambino a interagire spontaneamente con il testo scritto. La lettura è spesso presentata come un obbligo, un dogma, specialmente a scuola, ma questo porta solo a finta adesione e stratagemmi per evitarla. La vera lettura nasce da un impulso interiore, un bisogno di resistenza e evasione dalle pressioni esterne e interne. È un rifugio, un conforto silenzioso, un atto di salvezza personale. La lettura è un’esperienza solitaria e silenziosa, un momento intimo per elaborare pensieri. Il piacere è custodito e matura prima di essere condiviso. La condivisione avviene spesso attraverso suggerimenti di persone care; amare include condividere i propri gusti letterari. Insegnanti appassionati possono trasmettere l’amore per la lettura leggendo ad alta voce e incarnando la letteratura. Un esame universitario può rivelare la mancanza di piacere nella lettura degli studenti, spesso per paura di non capire. Un romanzo è prima di tutto un racconto. Ascoltare un romanzo letto ad alta voce può risvegliare il piacere e portare a un rapporto diretto e personale con il libro e l’autore. Superare la paura della durata dei libri è importante; i libri si leggono velocemente, e il tempo per leggere si trova se c’è desiderio, sottraendolo ad altre cose. La lettura è un modo di esistere, non una questione di organizzazione del tempo. Non si deve imporre la lettura; deve essere un dono. La curiosità nasce leggendo. Raccontare storie sui libri è fondamentale per accendere il desiderio, più che solo leggerli. Le bibliotecarie possono guidare i lettori raccontando i libri. I programmi scolastici a volte rendono i libri un obbligo temuto, mentre libri non richiesti vengono letti con entusiasmo. Bisogna mostrare che leggere è naturale e piacevole, non un atto sacro. I libri diventano oggetti personali, segnati dall’uso, quasi posseduti dal lettore. L’editoria a volte tratta i libri come prodotti usa e getta. Esiste il diritto di non leggere; non tutti devono amare i libri, e forzare la lettura è dannoso. La libertà di scrivere implica la libertà di non leggere. L’educazione dovrebbe dare gli strumenti per scegliere. È legittimo saltare pagine, soprattutto per i giovani lettori, per concentrarsi su ciò che attrae. Impedire questo porta a semplificazioni eccessive. È accettabile interrompere un libro se non interessa o non si capisce, senza sentirsi in colpa. I libri aspettano il lettore. Ci sono romanzi “industriali” stereotipati e vera letteratura che stimola la curiosità. Il percorso di lettura include opere di qualità diversa. Il “bovarismo” è una fase iniziale di forte identificazione emotiva, valida ma non l’unico scopo della lettura. Rispettare le diverse fasi è importante. La lettura si può fare ovunque, anche in luoghi inaspettati. La lettura ad alta voce è essenziale per la piena comprensione e l’apprezzamento, fa vivere le parole. È un atto d’amore e condivisione, che apre la letteratura e risveglia il desiderio di conoscenza.Riassunto Lungo
1. Lo Schermo Opaco della Pagina
La difficoltà di concentrazione nella lettura
Un adolescente si trova nella sua stanza e non riesce a concentrarsi sul libro che deve leggere per la scuola. Per lui, leggere è difficile, come se ci fosse uno schermo opaco tra lui e le pagine. Le parole gli appaiono confuse e indistinte. Il libro gli sembra pesante e ostile, pieno di pagine scritte fitte e paragrafi lunghi, con pochi dialoghi che potrebbero renderlo più leggero. La grandezza del libro, paragonabile a quella di un’enciclopedia, lo spaventa e lo scoraggia, trasformando la lettura in un compito pesante e difficile da sopportare.Il confronto tra lettura e televisione
Intanto, in un’altra casa, alcune persone parlano di quanto la televisione possa essere dannosa, perché rende le persone stupide e passive. Al contrario, leggere viene considerato un “atto”, qualcosa che richiede impegno e creatività. La televisione e il cinema, invece, sono visti come passivi e già pronti, che non richiedono alcuno sforzo. Si nota che i bambini passano molto più tempo a guardare la televisione che a studiare o leggere, e questo fa pensare che ci sia un problema nell’educazione e in ciò che consideriamo importante nella nostra società.La distanza tra generazioni e le nuove distrazioni
Il modo in cui le diverse generazioni si rapportano alla lettura è un altro aspetto importante. Le persone più adulte sono cresciute in un mondo in cui c’erano meno distrazioni e tutti avevano più o meno la stessa cultura. Oggi, invece, i ragazzi sono molto influenzati dalla società dei consumi, che offre tantissime alternative alla lettura, come la musica, la televisione e i social media. Luoghi come il Beaubourg, che dovrebbero essere centri di cultura, diventano invece simboli di una nuova realtà giovanile dove sembra esserci poco spazio per la lettura, quasi come se i giovani fossero analfabeti pur vivendo vicino a luoghi di cultura. Quindi, i ragazzi di oggi, ricevendo troppi stimoli diversi, si allontanano sempre di più dalla lettura.È davvero la televisione, o più in generale i nuovi media, la causa principale del declino della lettura, o stiamo ignorando altri fattori sociali e culturali ben più complessi?
Il capitolo sembra attribuire ai media digitali un potere quasi ipnotico di distrazione di massa, semplificando eccessivamente un problema dalle molteplici sfaccettature. Per comprendere meglio le dinamiche in gioco, sarebbe utile esplorare studi sociologici sulla fruizione dei media e approfondire il pensiero di autori come Marshall McLuhan, che ha analizzato in profondità il rapporto tra media e società.2. Dal Racconto alla Riga: Erosione del Piacere e la Scoperta della Parola Scritta
La Narrazione Serale Diventa un Compito Gravoso
Inizialmente, raccontare storie la sera è un piacere, ma con il tempo si trasforma in un impegno faticoso. I bambini, infatti, non si accontentano più della stessa storia ripetuta, ma chiedono sempre qualcosa di nuovo. Questa richiesta di novità mette a dura prova la creatività dei genitori, che si sentono sempre più stanchi ePressati. Trovare nuove storie diventa così un problema quotidiano, una preoccupazione che si aggiunge alle tante altre. La difficoltà nel gestire questa situazione porta alcuni genitori a delegare ad altri il compito di raccontare storie, o addirittura a minacciare di eliminarle come punizione, dimostrando quanto la narrazione serale sia diventata fonte di stress.La Magia della Parola Scritta
L’inizio della scuola rappresenta un momento di svolta importante. Imparare a leggere accende un grande entusiasmo nei bambini. Lettere, sillabe e parole vengono scoperte come elementi affascinanti, quasi magici, capaci di aprire un mondo nuovo. La scoperta della parola scritta “mamma” è un momento speciale, paragonabile a una rivelazione. Non si tratta solo di imparare a riconoscere un segno grafico, ma di capire che quella parola scritta rappresenta la mamma in carne ed ossa, con tutto l’affetto che questo comporta. La parola scritta si carica così di un significato emotivo profondo.Le Difficoltà nell’Apprendimento della Lettura e l’Impazienza Genitoriale
Nonostante l’impegno dei genitori nel seguire i figli nel percorso scolastico, imparare a leggere si rivela più difficile del previsto. Decifrare le parole richiede uno sforzo notevole e spesso il significato delle frasi sfugge, rendendo la comprensione complessa. La lettura ad alta voce diventa così un momento critico della giornata, carico di tensione e frustrazione sia per i bambini che per i genitori. Preoccupati per i progressi dei figli, alcuni genitori iniziano a fare confronti con altri bambini o a chiedere pareri a specialisti. In questi momenti, emerge chiaramente un atteggiamento di impazienza da parte degli adulti, che vorrebbero risultati immediati e facili da misurare, dimenticando che ogni bambino ha i suoi tempi di apprendimento e che lo sviluppo non segue sempre un percorso lineare.Ma è davvero inevitabile che la narrazione serale si trasformi in un “compito gravoso”, o non stiamo forse perdendo di vista il valore intrinseco del racconto orale, focalizzandoci eccessivamente sulle difficoltà genitoriali?
Il capitolo descrive un percorso comune, ma rischia di presentare la narrazione serale e l’apprendimento della lettura come esperienze intrinsecamente problematiche, concentrate sullo stress genitoriale e le difficoltà di apprendimento. Sarebbe utile interrogarsi se questa prospettiva non sia parziale. Per ampliare la visione, si potrebbero approfondire studi di pedagogia e psicologia dell’età evolutiva, ad esempio esplorando il pensiero di autori come Maria Montessori o Lev Vygotskij, che hanno sottolineato l’importanza del gioco e della narrazione nello sviluppo infantile, offrendo una prospettiva più ampia sul valore di queste attività al di là delle immediate difficoltà percepite dagli adulti.3. La Magia Perduta della Lettura Ad Alta Voce
La disaffezione verso la lettura nei giovani
Si nota che i giovani leggono sempre meno. Questo problema non nasce dalla televisione o dalle nuove tecnologie, anche se queste possono avere un ruolo. La vera ragione è che si è persa un’abitudine fondamentale: quella in cui un adulto leggeva storie e i libri prendevano vita grazie alla sua voce.Il rito perduto della lettura condivisa
Un tempo, leggere era un momento speciale condiviso tra un bambino, una storia e un adulto che leggeva. Era un’esperienza magica che si ripeteva ogni sera. Ora, invece, i bambini sono soli con un libro che sembra difficile e incomprensibile. Le parole raccontate un tempo li facevano sognare, mentre ora le lettere scritte sembrano opprimerli. Quello che era un viaggio fantastico è diventato un compito pesante e noioso. I personaggi delle storie, che prima sembravano vivi e capaci di liberare la fantasia, ora appaiono intrappolati in segni che non hanno senso.L’errore di voler capire tutto subito
Spesso, gli adulti vogliono che i bambini capiscano subito e per forza quello che leggono. Questo rovina il piacere della lettura. Fare troppe domande sui libri trasforma chi legge in un giudice che interroga, e la lettura da divertimento diventa un obbligo. Se poi non si legge, si viene puniti, magari non guardando la televisione.L’importanza del desiderio di imparare
Si sbaglia quando si pensa solo a insegnare ai bambini a leggere tecnicamente, dimenticando che i bambini hanno una voglia naturale di imparare. È proprio l’interesse la cosa più importante per imparare. Avere fretta di vedere risultati non serve a niente. I libri dovrebbero piacere, raccontare storie belle e affascinare, non essere pieni di regole di grammatica. L’amore per la lettura nasce quando da piccoli si ascoltano storie raccontate, storie che fanno volare la fantasia e fanno venire voglia di sentirne “ancora, ancora”.Ritrovare la magia della lettura ad alta voce
Per far tornare questa voglia di leggere, bisogna ricominciare a leggere storie ad alta voce insieme ai bambini, senza chiedere spiegazioni o verifiche. Leggere storie che piacciono, senza interrogare o pretendere che capiscano subito tutto, aiuta i bambini a rilassarsi e a concentrarsi come quando ascoltano una favola. Sentire ripetere le storie rassicura e crea un legame speciale. Rileggere le stesse storie fa capire ai bambini che gli vogliamo bene e ricrea quella magia che unisce bambino, storia e voce narrante.I benefici inaspettati della lettura ad alta voce
Sembra strano, ma questo modo di fare aiuta anche i bambini a imparare a leggere meglio. Quando sono curiosi e si divertono, i bambini cominciano da soli a interessarsi alle parole scritte. Chiedono come si scrivono le parole, seguono le righe con gli occhi e, alla fine, imparano a leggere da soli. Così, leggere diventa una cosa naturale, un piacere e una scoperta che li fa sentire liberi.Ma chi decide cosa sia “vera letteratura” e cosa sia “letteratura industriale”?
Il capitolo sembra tracciare una linea netta tra una “vera letteratura” di valore e una “letteratura industriale” di puro consumo, quasi fossero categorie oggettive e universalmente riconosciute. Ma non è forse questa distinzione eccessivamente semplicistica e legata a un gusto personale, o peggio, a un certo snobismo intellettuale? Per comprendere meglio la complessità del giudizio letterario e i diversi approcci alla valutazione delle opere, sarebbe utile approfondire le teorie della critica letteraria, studiando autori come Northrop Frye e Tzvetan Todorov, e considerare anche le prospettive sociologiche sulla produzione e ricezione della letteratura, con autori come Pierre Bourdieu.12. Il diritto multiforme alla lettura
La lettura è un diritto che si può esercitare ovunque e in diversi modi. Un esempio chiaro è la storia di un soldato che, durante il servizio militare, trasforma un’attività umile come pulire i bagni in un’opportunità per leggere. Rifugiandosi in questo luogo isolato, il soldato legge integralmente Gogol’. Questo dimostra come leggere possa superare anche le situazioni più difficili e trovare spazio nei contesti più impensati.Leggere in ogni luogo
La vicenda del soldato che legge Gogol’ in un luogo inaspettato come le latrine evidenzia un aspetto fondamentale: la lettura può diventare un diritto concreto in qualsiasi situazione. Anche in un contesto di costrizione e monotonia come il servizio militare, la lettura offre uno spazio di libertà e arricchimento personale. Questo dimostra che il desiderio di leggere e di entrare in contatto con la letteratura può manifestarsi in modo sorprendente, superando barriere fisiche e sociali. La storia del soldato è un esempio di come la lettura possa essere un atto di resistenza e di affermazione della propria umanità, anche nelle circostanze più limitanti. La passione per i libri e la sete di conoscenza possono spingere le persone a trovare il tempo e il modo per leggere, trasformando anche i momenti più banali in occasioni preziose.Il valore della lettura ad alta voce
Un altro aspetto importante è la lettura ad alta voce, una pratica antica che oggi viene spesso trascurata a favore della lettura silenziosa e veloce. Leggere oralmente è invece molto importante per capire e apprezzare pienamente un testo. Quando si pronunciano le parole, queste prendono vita e diventano più concrete. La lettura ad alta voce è un modo per esprimere amore per la letteratura, un modo per far sentire il vero significato delle parole attraverso la voce. Autori importanti come Dickens, Dostoevskij e Flaubert avevano capito l’importanza del suono nella scrittura e nella lettura. Leggere a voce alta mette in gioco il lettore, mostrando quanto ha capito e quanto è coinvolto nel testo. Se fatta con attenzione e passione, la lettura orale diventa un regalo per chi ascolta, aprendo la letteratura a un pubblico più vasto e stimolando la voglia di sapere e capire.Ma il diritto alla lettura si riduce forse a trovare un angolo nascosto per leggere Gogol’?
Il capitolo sembra limitarsi a celebrare l’atto individuale di leggere in contesti insoliti, trascurando le implicazioni più ampie del diritto alla lettura. Per comprendere appieno questo diritto, sarebbe utile esplorare le dimensioni sociali e politiche della lettura, approfondendo autori come Paulo Freire, che ha studiato il ruolo della lettura e dell’alfabetizzazione nell’emancipazione sociale. Inoltre, considerare le opere di studiosi come Alberto Manguel, che analizzano la storia culturale della lettura, potrebbe arricchire la discussione.Abbiamo riassunto il possibile
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