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Contenuti del libro
Informazioni
“Come non perdere mai più la calma. Mantenendo sempre il controllo della situazione” di David Lieberman è un libro che ti prende e ti fa pensare un sacco. Non parla di posti strani o personaggi inventati, ma di quello che succede dentro di noi tutti i giorni. Lieberman scava a fondo nel perché perdiamo il controllo della rabbia, dicendo che è una specie di battaglia tra la parte migliore di noi (lo spirito), quella che vuole sempre avere ragione (l’ego) e quella pigra (il corpo). Spiega come le nostre scelte responsabili o meno influenzano la nostra autostima e come la paura e una bassa autostima siano spesso la vera causa dell’ira. Il libro non si ferma lì, però: ti fa vedere come affrontare il passato, perdonare, mettere confini personali sani nelle relazioni e usare la neuroplasticità del cervello per cambiare davvero le tue reazioni. È una guida pratica per la gestione dell’ira e per trovare una serenità che viene dall’accettazione di sé e dalla gratitudine, puntando a un benessere emotivo autentico.Riassunto Breve
Dentro ogni persona ci sono tre forze: lo spirito che cerca ciò che è giusto, l’ego che vuole avere ragione e fare bella figura, e il corpo che cerca la comodità. Le scelte che si fanno dipendono da quale di queste forze prevale. Le scelte fatte seguendo lo spirito, quelle responsabili, fanno sentire meglio con sé stessi, aumentano il controllo sulla propria vita e portano a una vera libertà emotiva. Quando invece si scelgono le gratificazioni facili o l’approvazione degli altri, si perde rispetto per sé, si prova rabbia verso sé stessi e un senso di vuoto che si cerca di riempire in modi sbagliati. Non volersi bene rende difficile affrontare le difficoltà e scappare dalle responsabilità crea rabbia e altri problemi emotivi. Un comportamento irresponsabile fa gonfiare l’ego per nascondere insicurezza e senso di colpa, restringendo la visione delle cose e portando a negare la realtà e dare la colpa agli altri. La salute mentale, cioè la capacità di capire la realtà, peggiora quando l’ego cresce. L’ego usa trucchi come negare o evitare per proteggere l’immagine di sé, creando una tensione interna che fa male. Vivere per l’immagine porta a sentirsi vuoti e a perdere chi si è veramente. Chi ha poca autostima fa fatica a dare e ricevere amore vero; cerca di prendere dagli altri ma rimane vuoto, diventando dipendente e a volte manipolando gli altri per sfogare la rabbia che ha dentro. Sentirsi isolati è una conseguenza di essere troppo concentrati su sé stessi, e questo stress fa male anche al corpo. L’autostima è diversa dalla fiducia: l’autostima è riconoscere il proprio valore, la fiducia è credere nelle proprie capacità. Un ego grande spesso nasconde una bassa autostima. Il significato delle cose esterne non esiste di per sé, lo diamo noi. L’ego tende a pensare che tutto riguardi noi, interpretando le azioni degli altri come un giudizio. Chi ha una buona autostima capisce che il comportamento degli altri dice più su di loro che su di noi. La rabbia nasce dal credere di essere trattati male per un nostro difetto, specialmente da persone importanti. Ma come una persona tratta gli altri dipende dalla sua autostima. La rabbia è legata al dolore e alla paura, e l’ego la usa per avere un’illusione di controllo. La paura di non essere amati porta alla vergogna. La rabbia cerca di coprire questa vergogna. La bassa autostima peggiora le decisioni, facendo preferire il piacere subito. La rabbia impedisce di ragionare bene e di vedere la realtà. L’ego difende le scelte sbagliate per non ammettere di aver fallito, facendo sentire vittime per evitare la responsabilità. Evitare la realtà e cercare solo la comodità porta sofferenza e vuoto. La vera soddisfazione viene dall’impegno e dal perseguire obiettivi importanti. La comodità senza sforzo non dà significato. La mancanza di crescita spirituale si manifesta come depressione. Affrontare la realtà è fondamentale per la salute emotiva. Il dolore è inevitabile e serve per crescere, la sofferenza viene dalla resistenza alla realtà. Le scelte responsabili portano gioia e gratitudine, quelle irresponsabili rabbia e risentimento. La qualità della vita dipende dalle scelte e dalla prospettiva. Ognuno ha uno scopo unico. La serenità si trova sviluppando la fiducia, che riduce ansia e paura. L’autocontrollo permette di accettare ciò che non si può cambiare. Accettare la realtà e sé stessi è il punto di partenza per cambiare. L’irritazione verso gli altri spesso riflette cose che non si accettano di sé. La rabbia di fronte al dolore incontrollabile è un’illusione di controllo. Assumersi la responsabilità delle proprie reazioni migliora l’autostima. L’ego cerca sempre un motivo per il dolore, ma a volte non c’è una spiegazione semplice. Le esperienze passate, specialmente infantili, influenzano l’autostima adulta. Perdonare gli altri e sé stessi è essenziale per liberarsi dalla rabbia e migliorare le relazioni. Accettare la morte aiuta a vivere con onestà, ma è l’amore per la vita che motiva il cambiamento. Avere uno scopo dà un senso e protegge dalla paura. L’ego cerca cose esterne per sentirsi speciale, lo spirito cerca di creare e dare. La crescita è necessaria; la stasi porta alla depressione. Realizzare il proprio potenziale è la via dello spirito. L’infelicità spesso viene da obiettivi non nostri. Vivere in contraddizione con i propri valori crea conflitto. La procrastinazione si supera con obiettivi significativi. L’indecisione intrappola nella paura. L’autenticità dissolve l’ego e la paura, permettendo di perseguire i veri desideri. La vergogna nasce dal potenziale non espresso. Le relazioni sono vitali, ma con persone difficili servono confini sani. Confini deboli danneggiano sé stessi e la relazione. Non si possono risolvere i problemi emotivi altrui, ma si possono stabilire limiti con calma e responsabilità. Comunicare i propri sentimenti con rispetto è importante. La vera pace include difendere sé stessi. Le interazioni difficili sono opportunità di crescita. Le relazioni migliorano rimuovendo l’ego e mostrando rispetto, attenzione, vulnerabilità. La calma si impara: sfogare la rabbia la peggiora. Le azioni modellano le emozioni. Il cervello cambia con la pratica. La visualizzazione è potente perché il subconscio non distingue finzione e realtà. Immaginare calma aiuta a essere calmi. Il concetto di sé è influenzato dai ricordi dei propri comportamenti. La forza di volontà viene dallo scopo. La rabbia impedisce di pensare bene. Lo stress riduce la forza di volontà. Essere calmi aiuta a gestire la rabbia. La meditazione calma il sistema nervoso e migliora l’autocontrollo. La respirazione profonda aiuta a gestire pensieri ed emozioni. Dieta ed esercizio influenzano la rabbia. Cambiare prospettiva sui ricordi dolorosi riduce il dolore. Evitare di arrabbiarsi è meglio che gestire la rabbia. Identificare i punti deboli aiuta a evitarli. Un protocollo di reazione predefinito aiuta nei momenti difficili. La gratitudine sposta l’attenzione sul positivo, riducendo rabbia e infelicità. Gestire le aspettative riduce la delusione. Liberarsi dalla rabbia richiede impegno costante. Evitare di esprimere la rabbia impedisce che peggiori.Riassunto Lungo
1. Le Scelte, l’Ego e il Riflesso di Sé
Dentro ognuno di noi ci sono tre spinte: lo spirito, che cerca ciò che è giusto; l’ego, che desidera avere ragione e fare bella figura; e il corpo, che cerca la comodità. Le nostre decisioni nascono dall’influenza di queste forze: scegliamo ciò che ci fa sentire bene fisicamente (corpo), ciò che ci fa apparire al meglio agli occhi degli altri (ego), oppure ciò che sentiamo essere la cosa giusta da fare (spirito). Quando le scelte sono guidate dallo spirito, sono scelte responsabili. Queste scelte rafforzano la stima che abbiamo di noi stessi e ci danno maggiore controllo sulla nostra vita. La vera libertà emotiva significa riuscire a fare ciò che desideriamo davvero, senza lasciarci trascinare dagli impulsi del momento.Le Conseguenze delle Scelte Irresponsabili
Quando sacrifichiamo le scelte responsabili per ottenere una gratificazione immediata o per piacere agli altri, iniziamo a perdere il rispetto per noi stessi. Questo genera un senso di rabbia interiore e un vuoto che spesso cerchiamo di riempire con azioni che ci danneggiano o con continue distrazioni. Non avere stima di sé rende difficile affrontare le sfide della vita e porta a fuggire dalle responsabilità, alimentando la rabbia e altri disagi emotivi. Un comportamento irresponsabile, inoltre, fa gonfiare l’ego nel tentativo di nascondere il senso di colpa e l’insicurezza che proviamo. La nostra visione del mondo si rimpicciolisce, ci concentriamo solo su noi stessi e finiamo per non vedere più la realtà per quella che è. Arriviamo a negare la verità e a dare la colpa di tutto a fattori esterni. La capacità di capire e accettare la realtà, che è fondamentale per il nostro benessere mentale, diminuisce man mano che l’ego cresce. Al contrario, fare scelte responsabili aumenta la stima di sé, riduce l’influenza dell’ego, allarga la nostra prospettiva e favorisce una buona salute emotiva.L’Ego e la Dissonanza Cognitiva
Per difendere l’immagine che ha di sé dalla realtà, l’ego mette in atto meccanismi di difesa. Questi includono la negazione, l’evitamento e la razionalizzazione, che creano una forte tensione interna chiamata dissonanza cognitiva. Questa tensione tra ciò che pensiamo e ciò che è reale può causare danni alla nostra mente. Negare la realtà ci imprigiona dietro una maschera, portandoci a sentirci vuoti e a perdere il contatto con chi siamo veramente. Invece di vivere in modo autentico, spendiamo le nostre energie solo per proteggere un’immagine fittizia di noi stessi.Autostima e Difficoltà nelle Relazioni
Avere poca stima di sé rende complicato sia dare che ricevere amore in modo sincero. L’amore vero si basa sul donare, mentre il desiderio di colmare un vuoto interiore ci spinge a cercare di prendere dagli altri. Chi ha scarsa autostima cerca costantemente di ricevere per sentirsi completo, ma finisce per sentirsi sempre vuoto. Questo crea una dipendenza dagli altri e rende difficile accettare aiuto o esprimere gratitudine. La mancanza di autostima può anche portare a cercare di manipolare e controllare le persone intorno a noi, sfogando sugli altri la rabbia che proviamo verso noi stessi.L’Isolamento e i Suoi Effetti
La difficoltà a connettersi con gli altri, spesso causata dall’egocentrismo che deriva da una bassa autostima, porta all’isolamento. Sentirsi isolati non è solo una sensazione spiacevole, ma ha effetti concreti sul nostro benessere. Provoca stress e può persino indebolire il nostro sistema immunitario. Studi dimostrano che la sensazione di isolamento attiva nel cervello le stesse aree legate al dolore fisico. È chiaro che minore è la stima che abbiamo di noi stessi, più debole diventa il nostro legame, sia con la nostra interiorità che con le persone che ci circondano.Fiducia in Sé Stessi e Autostima: Una Distinzione Importante
È importante distinguere tra la fiducia in sé stessi e l’autostima. La fiducia riguarda la nostra capacità di affrontare situazioni specifiche o di svolgere determinati compiti. L’autostima, invece, è il riconoscimento profondo del nostro valore come persone, indipendentemente dalle nostre performance. Spesso, un ego molto grande e appariscente non è segno di alta autostima, ma piuttosto una maschera che nasconde profonde insicurezze e complessi di inferiorità. Infatti, l’ego e l’autostima tendono a essere inversamente proporzionali: più l’ego è gonfio, minore è la vera stima di sé.Ma su quali basi poggia questa distinzione tra ‘spirito’, ‘ego’ e ‘corpo’, e in che modo l’ego qui descritto si inserisce nei modelli psicologici riconosciuti?
Il capitolo propone un modello di motivazione umana basato su ‘spirito’, ‘ego’ e ‘corpo’, attribuendo all’ego una connotazione prevalentemente negativa legata alla ricerca di validazione esterna e alla difesa di un’immagine fittizia. Tuttavia, non viene esplicitato su quali basi teoriche (psicologiche, filosofiche) si fondi questa specifica tripartizione, né come la definizione di ‘ego’ qui utilizzata si rapporti ai modelli psicologici consolidati. Questa mancanza di contesto rende l’argomentazione meno robusta e potenzialmente fuorviante rispetto al dibattito scientifico sull’argomento. Per colmare questa lacuna e comprendere le diverse accezioni del termine ‘ego’ e i modelli della psiche, si suggerisce di approfondire la psicologia dinamica e analitica, studiando autori fondamentali come Sigmund Freud e Carl Jung.2. Il Significato che Diamo alle Cose
Come Interpretiamo il Mondo Esterno
Le situazioni che viviamo non hanno un significato deciso in partenza. Il modo in cui un’altra persona si comporta non ci riguarda direttamente, a meno che non scegliamo di vederlo così. L’ego, quella parte di noi legata all’immagine che abbiamo di noi stessi, tende a pensare che tutto sia rivolto a noi. Questo ci porta a credere che le azioni degli altri siano una risposta a qualcosa che non va in noi. Avere una buona autostima, invece, ci rende meno sensibili alle critiche o alle offese. Ci aiuta a capire che il comportamento degli altri dice più sui loro problemi interiori che su di noi. La rabbia, spesso, nasce proprio dalla convinzione che il modo in cui siamo trattati dipenda da un nostro difetto. Se non abbiamo rispetto per noi stessi, facciamo fatica a credere che gli altri possano provare sentimenti positivi nei nostri confronti. Per questo, interpretiamo quello che fanno gli altri in modo da confermare l’idea negativa che abbiamo di noi.Il Dolore del Rifiuto e l’Ego
Il dolore emotivo è più forte quando ci sentiamo trattati male da persone a cui teniamo o che consideriamo importanti. Questo accade perché temiamo che loro conoscano i nostri difetti e che quindi abbiano ragione nel giudicarci. Tuttavia, è importante ricordare che il modo in cui una persona tratta gli altri riflette la sua autostima, non il nostro valore. Si può dare agli altri solo ciò che si ha dentro.Le Radici della Rabbia e della Paura
La rabbia è spesso legata a un dolore, sia emotivo che fisico, che non riusciamo a gestire. Anche la paura, specialmente quella dell’ignoto, genera sofferenza e alimenta la rabbia. L’ego cerca di avere tutto sotto controllo. La rabbia diventa allora un’illusione di controllo, un modo per allontanare la sensazione di paura e dolore. Dal punto di vista fisico, la rabbia attiva in noi la reazione di attacco o fuga, e questo rende più difficile pensare in modo lucido e razionale.Amore, Paura e Vergogna
Gli esseri umani sono guidati fondamentalmente da due forze: l’amore o la paura. Dalla paura di non essere degni d’amore nasce la vergogna. Esiste una vergogna sana, che ci indica che non stiamo esprimendo al meglio chi siamo. Ma spesso la vergogna è dolorosa e l’ego cerca di compensarla con la rabbia. Crediamo di non valere se gli altri pensano male di noi. Sentirsi rifiutati fa male perché l’ego lo interpreta come la conferma di una vera vergogna interiore.Come le Emozioni Guidano le Nostre Scelte
Avere poca autostima rende difficile prendere decisioni giuste. Spesso scegliamo quello che ci dà una soddisfazione immediata, invece di pensare al nostro benessere nel lungo periodo. La rabbia è uno dei motivi principali per cui non riusciamo a controllarci. È collegata a comportamenti che ci fanno male, come le dipendenze, i problemi di soldi o le relazioni complicate. La rabbia, inoltre, rovina la nostra capacità di imparare e di capire le cose, impedendoci di vedere la realtà per quello che è.L’Ego e la Resistenza al Cambiamento
L’ego ci spinge a difendere le scelte che abbiamo fatto in passato, anche se si sono rivelate sbagliate. Non vogliamo ammettere di aver fallito. Questa paura di perdere qualcosa e l’errore di continuare a investire in situazioni negative, anche se ci costano, ci portano a restare bloccati. L’ego vuole farci sentire vittime per non doverci prendere la responsabilità. Il bisogno di sentirci nel giusto, a livello emotivo, è più forte del fare la cosa giusta. Questo ci mantiene infelici e ci porta a manipolare la realtà per confermare le storie negative che ci raccontiamo su noi stessi.Ma questo “ego”, così centrale nel capitolo, è un costrutto psicologico universalmente accettato o una semplificazione eccessiva?
Il capitolo attribuisce all’ego un ruolo determinante in molte dinamiche psicologiche negative, dalla rabbia alla resistenza al cambiamento. Tuttavia, il concetto di “ego” ha diverse accezioni in psicologia e non sempre corrisponde a un’entità unica e onnicomprensiva come sembra suggerito. Per comprendere meglio questa distinzione e valutare la solidità di tale costrutto, è utile approfondire lo studio della psicologia, in particolare le teorie della personalità e i modelli cognitivi. Autori come Sigmund Freud hanno introdotto il termine in un contesto psicoanalitico specifico, ma la psicologia moderna offre prospettive differenti e basate sulla ricerca empirica sul sé, l’autostima e i processi decisionali.3. Il Prezzo della Comodità
Evitare di confrontarsi con la realtà porta alla sofferenza. Nella vita di oggi, è facile cadere nella tentazione di ignorare le conseguenze delle proprie azioni. Strumenti e tecnologie offrono continue distrazioni, spingendo a fuggire dalla riflessione profonda. Questa fuga, spesso scambiata per comodità, non conduce alla felicità. È invece un modo per evitare il dolore e le sfide che sono invece necessarie per crescere. Il vero piacere e una duratura soddisfazione nascono dall’impegno attivo nella vita e dalla ricerca di obiettivi che abbiano un senso. La comodità, intesa come assenza di sforzo o difficoltà, non nutre lo spirito e non crea significato autentico. Vivere in modo superficiale e senza uno scopo, anche se apparentemente comodo, lascia un profondo vuoto interiore.Le conseguenze emotive dell’evasione
Il tentativo di fuggire dalla sofferenza danneggia seriamente la salute emotiva. È significativo notare come società più avanzate mostrino spesso tassi più elevati di depressione. La mancanza di impegno nella vita e la stagnazione personale generano un senso di inutilità e un profondo disagio interiore. Lo spirito umano è naturalmente orientato alla crescita e al progresso; quando questo non accade, la mancanza si manifesta come depressione, che può essere vista come una sorta di morte spirituale. Ogni persona possiede un potenziale unico che attende di essere espresso e realizzato. Allontanarsi da questa possibilità di realizzazione personale genera sentimenti di vergogna e frustrazione.La scelta fondamentale: affrontare la realtà
Affrontare la realtà è una scelta cruciale che si pone tra la vita e la morte spirituale. Mantenere una buona salute emotiva richiede di essere fedeli alla vita e al suo continuo fluire. Chiudersi nel proprio piccolo mondo limita la capacità di vedere le cose in modo ampio e rende più vulnerabili a paure e ansie che non hanno un fondamento reale. La nevrosi e la superstizione sono spesso tentativi dell’ego di creare un’illusione di controllo e connessione dove manca una visione chiara e ampia della realtà circostante.Dolore e sofferenza: una distinzione importante
È importante distinguere tra dolore e sofferenza. Il dolore è una parte inevitabile dell’esistenza e rappresenta uno stimolo fondamentale per la crescita personale. La sofferenza, al contrario, è la conseguenza emotiva che deriva da scelte irresponsabili e dalla resistenza ad accettare la realtà per quella che è. Non sono tanto le circostanze difficili a causare l’infelicità, quanto piuttosto il modo in cui si sceglie di reagire e affrontare tali circostanze.L’impatto delle scelte sulla qualità della vita
Le scelte fatte con responsabilità, orientate verso la ricerca di significato e la crescita personale, portano a un aumento dell’autostima. Queste scelte aiutano a ridimensionare l’ego, ad ampliare la propria prospettiva sul mondo e a sperimentare un senso di piacere, gratitudine e gioia autentica. Al contrario, le scelte irresponsabili diminuiscono l’autostima e tendono a gonfiare l’ego, restringendo la visione della realtà. Questo percorso conduce inevitabilmente a sentimenti di frustrazione, rabbia e risentimento. La qualità complessiva della vita e le emozioni che si provano dipendono profondamente dalle scelte che si compiono ogni giorno e dalla prospettiva che si adotta nell’affrontare le sfide, molto più che dalle sfide in sé.Se la rabbia che dura oltre novanta secondi è solo una ‘scelta’ e i ricordi dolorosi possono essere ‘riscritti’, il capitolo non rischia di semplificare eccessivamente la complessità delle emozioni e del trauma?
Il capitolo presenta l’idea che la rabbia prolungata sia una scelta consapevole e che i ricordi dolorosi possano essere modificati attivamente. Queste affermazioni toccano temi complessi come la regolazione emotiva, la natura della memoria e l’impatto del trauma. La capacità di “scegliere” la propria reazione emotiva è profondamente influenzata da fattori biologici, esperienze passate e schemi appresi, e per molti non è un semplice atto di volontà. Allo stesso modo, sebbene le terapie possano alterare la risposta emotiva a un ricordo o la sua interpretazione, l’idea di “riscrivere” letteralmente la traccia mnestica è un concetto dibattuto e richiede una comprensione più approfondita delle neuroscienze e della psicologia della memoria. Per esplorare queste sfumature, è utile approfondire la psicologia clinica, in particolare gli studi sul trauma e sulla regolazione affettiva. Autori come Bessel van der Kolk o Stephen Porges offrono prospettive basate sulla fisiologia e sull’esperienza traumatica. Per il versante cognitivo e terapeutico, i lavori di Aaron Beck o le antiche filosofie stoiche (come quelle di Epitteto) possono fornire ulteriori spunti sulla gestione della prospettiva e delle reazioni.10. Coltivare la gratitudine e gestire le attese per superare la rabbia
Per imparare a controllare la rabbia, è utile rafforzare le connessioni nel cervello che favoriscono la tranquillità e l’autocontrollo. Questo processo richiede impegno e costanza per costruire nuove reazioni abituali. Un modo efficace per iniziare è porsi obiettivi chiari e misurare i progressi, osservando come cambiano la frequenza, la durata, l’intensità, le cause scatenanti e il modo in cui si manifesta la rabbia. Evitare di dare sfogo immediato alla rabbia, anche quando la si prova, è fondamentale perché impedisce che diventi una collera difficile da gestire e rafforza la capacità di scegliere risposte diverse.Il potere della gratitudine
Praticare la gratitudine è uno strumento potente per spostare l’attenzione da ciò che manca a ciò che si possiede, aumentando così la soddisfazione e la gioia nella vita quotidiana. La mente umana tende a concentrarsi su un pensiero alla volta; focalizzarsi sulla gratitudine rende difficile provare contemporaneamente rabbia o infelicità. Il sistema reticolare attivatore del cervello, che filtra gli stimoli esterni in base a ciò che consideriamo importante, viene “allenato” dalla gratitudine a notare e dare risalto agli aspetti positivi presenti nella vita. Questo semplice cambio di prospettiva ha benefici concreti, migliorando l’umore, aumentando l’energia, rafforzando i legami con gli altri, accrescendo la fiducia in se stessi e favorendo un sonno più riposante. Scrivere regolarmente un elenco delle cose per cui si è grati e fermarsi ad apprezzare i piccoli eventi positivi di ogni giorno aiuta a contrastare l’abitudine a dare per scontate le cose belle, un fenomeno chiamato adattamento edonistico. L’apprezzamento consapevole è una fonte diretta di felicità.Il ruolo delle aspettative
Spesso la rabbia nasce dalla delusione, che è lo scarto tra ciò che si desidera e la realtà dei fatti. Questa differenza è mediata dalle aspettative: più basse sono le aspettative rispetto a come si rivela la realtà, minore sarà la delusione provata. La rabbia è intimamente legata alla sensazione di paura e alla perdita di controllo che si sperimenta quando la realtà è diversa da come la si immaginava e non è gradita. Imparare a gestire le proprie aspettative, accettando che la vita e le persone non sono perfette e non sempre si comportano come vorremmo, elimina l’elemento sorpresa negativo e riduce la paura. Questo permette di affrontare gli eventi in modo più obiettivo, senza essere travolti dall’emozione, e di trovare più facilmente opportunità o soluzioni anche nelle situazioni difficili. Scegliere consapevolmente di concentrarsi sugli aspetti positivi della vita, piuttosto che su quelli negativi, porta a sperimentare una maggiore gioia e un senso di gratitudine profondo, superando l’abitudine a focalizzarsi solo su ciò che non va.Ma è davvero sufficiente ‘gestire le aspettative’ e ‘focalizzarsi sul positivo’ per affrontare una realtà oggettivamente ingiusta o dolorosa?
Il capitolo propone un approccio basato sulla gestione interna delle emozioni e delle aspettative. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: questo modello non rischia forse di minimizzare l’impatto di ingiustizie reali o problemi esterni che sono legittime cause di rabbia? Per approfondire questa prospettiva e considerare il ruolo del contesto sociale e politico nelle emozioni, si potrebbero esplorare discipline come la sociologia, la psicologia sociale o la filosofia politica, e leggere autori che analizzano il legame tra individuo, società ed emozioni.Abbiamo riassunto il possibile
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