Crescita personale

Come essere single: La guida per trovare la felicità senza un partner

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Essere single non deve significare solitudine. Questo libro rivoluzionario esplora come abbattere le catene dell’infelicità attraverso la mindfulness e la riscoperta dei valori personali. Sfida l’illusione romantica, offrendo strumenti concreti per gestire le emozioni, superare il rimpianto e coltivare legami autentici. Impara a liberarti dall’autocritica, abbraccia la compassione e naviga le incertezze della vita con gioia e consapevolezza. Scopri che la felicità non è un traguardo da raggiungere, ma uno stato interiore da coltivare, indipendentemente dalle circostanze esterne.

1. Abbattere le Catene della Solitudine

Essere single, in una società che spesso mette al centro le coppie, può far sentire ansiosi e insoddisfatti. Si ha paura di rimanere soli, una condizione chiamata “solitudine anticipata”. Questa paura può togliere lucidità e far dubitare del proprio valore personale. Quando si prova questa paura, si attiva la “mente emozionale”, una parte del nostro cervello che reagisce in modo istintivo e che può farci vedere la realtà in modo sbagliato, portando a pensieri negativi sul nostro essere single.

La mente emozionale e la mindfulness

La “mente emozionale” è quella parte di noi che ci fa reagire di pancia, senza pensare troppo. Quando è attiva, può farci sentire peggio di quello cheRealisticamente dovremmo, soprattutto riguardo alla solitudine. Per fortuna, esiste un modo per gestire meglio queste reazioni: la mindfulness. Questa pratica ci aiuta a essere consapevoli di quello che proviamo nel momento presente, accettando le nostre emozioni senza farci travolgere. Così, possiamo osservare i pensieri negativi che nascono dalla “mente emozionale” senza crederci ciecamente. Impariamo a capire la differenza tra questa “mente emozionale” e la “mente razionale”, quella che invece pensa in modoLogico eRealistico. In questo modo,Realizziamo che le emozioni non sempre ci dicono la verità.

Accettare la solitudine e vivere pienamente

Molte persone single hanno dimostrato che essere felici non dipende dall’avere o meno un partner. La cosa più importante è concentrarsi sul costruire una vita piena e soddisfacente qui e ora. Questo significa coltivare ciò che per noi è importante, seguire i nostri interessi e passioni. La solitudine non deve essere vista come una condanna definitiva, ma come una fase della vita che può anche essere passeggera. Non è detto che essere single ci impedisca diRealizzare una vita appagante. Per vivere bene ogni momento, sia da soli che in compagnia, è fondamentale accettare noi stessi e praticare la mindfulness. Questi strumenti ci permettono di vivere pienamente ogni fase della vita, indipendentemente dalla situazione sentimentale.

Ma è davvero la “mente emozionale” la sola responsabile della paura della solitudine, o non stiamo forse semplificando eccessivamente un problema ben più complesso e radicato in dinamiche sociali e culturali profonde?
Il capitolo sembra attribuire alla “mente emozionale” un ruolo eccessivo nella genesi della paura della solitudine, quasi fosse un difetto individuale da correggere con la mindfulness. Tuttavia, è fondamentale considerare se questa prospettiva non trascuri le cause sociali e culturali della solitudine, che vanno ben oltre la semplice reazione emotiva individuale. Per comprendere appieno la complessità del fenomeno, sarebbe utile approfondire studi di sociologia e antropologia culturale, che analizzano come le strutture sociali e i valori culturali influenzino profondamente l’esperienza della solitudine.


2. Oltre l’Illusione Romantica: La Mindfulness Come Via per la Felicità

Molti pensano che trovare la felicità significhi trovare la persona giusta da amare. Questa idea è sbagliata e può portare a essere infelici. Cercare la felicità nelle relazioni, cosa che viene chiamata “tapis roulant del matrimonio”, spesso non funziona. Studi dimostrano che sposarsi rende un po’ più felici, ma solo per un breve periodo. Poi, le persone tornano ad essere felici o infelici come prima.

La trappola dei pensieri negativi

Un grosso problema che impedisce di essere felici è pensare troppo alle cose negative. Questa abitudine di pensare sempre alle stesse cose brutte può causare problemi come la depressione e l’ansia. I social media possono peggiorare questo problema, perché ci spingono a confrontarci con gli altri e a farci venire pensieri sbagliati. Anche parlare sempre con gli amici per sfogarsi non sempre aiuta, anzi a volte può peggiorare la situazione.

La Mindfulness come soluzione

La mindfulness è un modo per superare questi problemi. Insegna a vivere nel momento presente, accettando i pensieri che arrivano senza farsi sopraffare. La mindfulness aiuta a vedere i pensieri come cose che passano nella mente, senza identificarci con loro o reagire subito. In questo modo, ci si allontana dai pensieri negativi e si riduce l’abitudine di rimuginare, trovando più serenità dentro di sé. La felicità vera non dipende da cose esterne, come essere fidanzati o sposati. La felicità si trova dentro di noi, coltivando la mindfulness e cambiando modo di pensare. Concentrarsi sul presente e accettare le proprie emozioni permette di capire che la felicità non si trova solo in una relazione. Così, si può scoprire una gioia più vera e duratura.

Davvero la felicità è solo una questione individuale, raggiungibile unicamente attraverso la mindfulness, o il capitolo ignora la complessa interazione tra benessere personale e relazioni significative?
Il capitolo presenta la mindfulness come soluzione onnicomprensiva alla ricerca della felicità, quasi a suggerire che le relazioni affettive siano un ostacolo o, nella migliore delle ipotesi, irrilevanti. Questa visione potrebbe risultare limitante e semplicistica. Per una comprensione più articolata, sarebbe utile esplorare le dinamiche delle relazioni umane e il loro impatto sul benessere psicologico. Approfondimenti in psicologia sociale e autori come John Bowlby, con la teoria dell’attaccamento, potrebbero offrire una prospettiva più completa e sfumata sul tema della felicità e della sua interconnessione con le relazioni interpersonali.


3. Il Peso delle Scelte e la Fuga dalle Emozioni

Il Rimpianto e l’Auto-colpevolizzazione

Quando si pensa a una decisione presa in passato, spesso emerge il rimpianto. Questo sentimento nasce dalla convinzione che una scelta diversa avrebbe potuto portare a un risultato migliore. Il rimpianto è particolarmente doloroso quando è legato all’auto-colpevolizzazione, ovvero quando ci si attribuisce la responsabilità di un esito negativo. Sentirsi in colpa per le proprie azioni può essere più difficile da sopportare rispetto alla delusione causata da fattori esterni. Continuare a pensare al passato e colpevolizzarsi per le scelte fatte può consumare molte energie mentali, rendendo più difficile concentrarsi sul presente e affrontare nuove sfide. Nonostante sia un’esperienza comune, è importante sapere che il rimpianto può essere gestito. Un modo efficace per affrontare questo sentimento è cercare di guardare alle situazioni passate da diverse angolazioni. Considerare scenari alternativi e diverse prospettive aiuta a ridimensionare la realtà e a non rimanere bloccati su un unico risultato ideale che non si è verificato.

La Tendenza a Evitare le Emozioni Spiacevoli

Molte persone cercano di evitare le emozioni che considerano negative o dolorose. Questa tendenza, chiamata “evitamento esperienziale”, può dare un senso di sollievo immediato, ma a lungo andare può creare problemi più grandi. L’evitamento esperienziale si manifesta in diversi modi nella vita quotidiana. Ad esempio, può portare a rimandare compiti importanti, oppure a cercare conforto in comportamenti che danno piacere immediato ma che non sono realmente utili, come mangiare troppo o passare troppo tempo sui social media. Anche nelle relazioni con gli altri, la tendenza a evitare le emozioni può essere dannosa. Quando si cerca di sopprimere le proprie emozioni, diventa difficile creare legami autentici e profondi. Questa mancanza di onestà emotiva può portare a incomprensioni, insoddisfazione e conflitti nelle relazioni. Al contrario, esprimere le proprie emozioni in modo aperto e sincero favorisce la creazione di legami più forti e appaganti con le persone che ci circondano.

L’Importanza di Affrontare le Emozioni

Per vivere una vita piena e soddisfacente, è fondamentale imparare ad affrontare le proprie emozioni, anche quelle più dolorose. Riconoscere e accettare i sentimenti che proviamo, invece di cercare di evitarli o sopprimerli, ci permette di agire con maggiore consapevolezza e coraggio, seguendo i nostri valori più importanti. In questo modo, possiamo costruire una vita che sia veramente in linea con ciò che desideriamo. La vera serenità non si raggiunge evitando le emozioni negative, ma imparando a gestirle con consapevolezza, accettazione e compassione verso noi stessi. Affrontare le emozioni difficili è un passo essenziale per vivere in modo autentico e per raggiungere un benessere emotivo duraturo.

Se il capitolo sottolinea l’importanza di affrontare le emozioni, come si traduce concretamente questo consiglio nella vita quotidiana, oltre al generico “riconoscere e accettare”?
Il capitolo descrive bene la necessità di affrontare le emozioni, ma manca di specificare come farlo. Affrontare le emozioni non è un processo automatico e richiede strumenti e tecniche specifiche. Per approfondire questo aspetto pratico, si potrebbe esplorare la letteratura sulla psicologia delle emozioni e la psicoterapia, con autori come Daniel Goleman che ha scritto sull’intelligenza emotiva e sulla gestione delle emozioni, oppure autori che si occupano di tecniche di mindfulness e accettazione.


4. La Bussola dei Valori

L’importanza dei valori personali

Spesso si cerca la felicità inseguendo obiettivi materiali e desideri. Questo modo di fare può portare a delusioni e frustrazioni, specialmente quando non si raggiungono i risultati sperati. Un approccio più soddisfacente è concentrarsi sui propri valori personali, piuttosto che sui successi esteriori. Quando si definiscono i valori che ci guidano e si agisce in linea con essi, si crea un senso di scopo e controllo sulla propria vita, indipendentemente da ciò che si ottiene.

Dare valore al “dare” piuttosto che all'”avere”

I valori non riguardano tanto ciò che si guadagna, ma ciò che si offre agli altri e al mondo. Vivere seguendo i propri valori ci dà una forza interiore costante e migliora il nostro benessere emotivo e fisico. Studi scientifici dimostrano che avere uno scopo nella vita rende più forti di fronte alle difficoltà, protegge la salute mentale e rallenta anche l’invecchiamento della mente. Sentirsi autonomi e liberi di scegliere nella vita di tutti i giorni è fondamentale per stare bene.

Equilibrio tra piacere e realizzazione

Per vivere una vita ricca e piena, è importante fare attività che ci diano sia piacere che soddisfazione personale. Il piacere si trova in ciò che ci diverte e ci rilassa, mentre la soddisfazione nasce da attività che ci fanno sentire realizzati e ci aiutano a crescere. Trovare un equilibrio tra questi due aspetti è essenziale per una vita appagante. Un metodo efficace per combattere la depressione e sentirsi meglio è l’attivazione comportamentale. Questa tecnica consiste nel programmare attività basate sui propri valori, senza aspettare di essere di buon umore. Anche fare attività fisica regolarmente aiuta molto a migliorare l’umore.

Prendere in mano il proprio futuro e accettare ciò che non si può cambiare

È fondamentale diventare protagonisti del proprio futuro. Per le donne, questo significa prendere decisioni consapevoli riguardo alla maternità, come la scelta di congelare gli ovuli, adottare o prendere in affido un bambino, se la maternità è un valore importante. Inoltre, accettare profondamente ciò che non si può cambiare è cruciale per gestire il dolore e la sofferenza. Accettare la realtà, invece di opporsi ad essa, libera energie preziose per affrontare i problemi e vivere pienamente il presente. L’importante è agire ora, vivendo in accordo con i propri valori, e accogliere gioie e difficoltà con accettazione.

Ma se i valori sono soggettivi, come può il capitolo proporre una ‘bussola’ universale senza rischiare di imporre una visione etica particolare?
Il capitolo sembra presupporre che i “valori” siano una guida chiara e univoca, ma la filosofia morale ci insegna che i valori sono complessi, spesso in conflitto tra loro, e variano enormemente tra individui e culture. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire l’etica e la filosofia morale, studiando autori come Aristotele per l’etica delle virtù, Kant per l’etica deontologica, o Mill per l’utilitarismo. Questi autori offrono diverse prospettive sulla natura dei valori e su come dovremmo orientare le nostre azioni.


5. Coltivare la Gioia Interiore: Compassione e Consapevolezza

La felicità dipende soprattutto da quello che facciamo noi, più che dalle circostanze esterne. Per essere più felici, è utile concentrarsi sulla felicità che possiamo dare agli altri. Invece di cercare l’approvazione degli altri, è importante imparare ad apprezzare noi stessi per quello che siamo.

La Compassione verso Sé Stessi

Spesso pensiamo che essere molto critici con noi stessi ci spinga a migliorare, ma in realtà questo atteggiamento ci frena. Essere comprensivi verso noi stessi, invece, ci aiuta a crescere. La compassione verso sé stessi vuol dire essere gentili con noi stessi, riconoscere che tutti sbagliamo e accettare i nostri limiti. Questo tipo di compassione è un modo più efficace per cambiare in meglio. Un esercizio utile è la meditazione sulla gentilezza amorevole. Questa pratica ci aiuta a provare sentimenti positivi verso noi stessi e verso gli altri, migliorando il nostro benessere e la nostra soddisfazione nella vita.

Donare e Essere Grati

Aiutare gli altri è un ottimo modo per sentirsi utili e dare un senso alla vita. Fare qualcosa per gli altri ci rende più felici che pensare solo a noi stessi. Quando aiutiamo gli altri, vediamo la nostra vita da un punto di vista più ampio e diventiamo meno concentrati sui nostri problemi. Anche essere grati è molto importante. Se ci abituiamo aRingraziare ogni giorno per le cose positive, spostiamo la nostra attenzione dalle cose negative a quelle positive. Questo ci aiuta a non perdere la speranza, a sentirci meglio e a migliorare i nostri rapporti con gli altri.

Gestire i Pensieri Negativi

È fondamentale imparare a gestire i pensieri negativi, perché possono rovinarci la vita. La consapevolezza, o mindfulness, ci aiuta a osservare i pensieri come se fossero nuvole che passano nel cielo, senza lasciarci sopraffare. Un altro strumento utile è la ristrutturazione cognitiva. Questa tecnica ci insegna a controllare se i nostri pensieri negativi sono veri e a vedere le situazioni in modo più positivo. Invece di arrivare subito a conclusioni negative e sbagliate, impariamo a capire meglio quello che succede. La meditazione mindfulness e la ristrutturazione cognitiva sono strumenti pratici per affrontare i pensieri negativi e per avere una visione più serena e positiva di noi stessi e della nostra vita. Infine, è importante accettare che la vita è incerta, capire che valiamo come persone anche se non abbiamo una relazione e coltivare la speranza. Questi atteggiamenti ci aiutano molto a vivere una vita più felice e soddisfacente.

Affermare che la felicità dipenda “soprattutto” da noi stessi, non rischia di ignorare il peso delle circostanze esterne e delle disuguaglianze sociali sulla vita delle persone?
Il capitolo presenta un approccio alla felicità che sembra concentrarsi eccessivamente sulla sfera individuale, trascurando l’influenza significativa che fattori esterni come le condizioni economiche, sociali e politiche possono avere sul benessere di una persona. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare discipline come la sociologia e la psicologia sociale, approfondendo autori come Wilkinson e Pickett, che analizzano l’impatto delle disuguaglianze sulla qualità della vita.


6. Navigare le Emozioni e Coltivare Legami

Le emozioni intense possono sopraffare, ma ci sono modi per gestirle bene. Il primo passo è capire e dare un nome alle proprie emozioni. Questo aiuta a ridurre la reazione emotiva forte del cervello e permette alla parte logica della mente di intervenire. È importante sapere che le emozioni cambiano: credere di poterle gestire aiuta a essere più forti emotivamente. Le emozioni ci dicono cosa ci serve, influenzano gli altri e guidano il nostro comportamento. Esprimere le emozioni in modo sincero è utile nelle relazioni, perché la vicinanza con gli altri si basa sul comunicare chiaramente come ci sentiamo.

Come gestire le emozioni

Per gestire le emozioni, si possono fare alcune cose.

Riconoscere i punti deboli

È utile capire quali sono i nostri punti deboli, cioè le cose che rendono le nostre reazioni emotive più forti. Ad esempio, la stanchezza o la solitudine possono intensificare le emozioni. Sapere quali sono questi fattori ci permette di agire in anticipo per stare meglio.

Analizzare le situazioni e i pensieri

Capire cosa ha scatenato una emozione e come interpretiamo quella situazione è molto importante. Spesso, il modo in cui pensiamo influenza profondamente le nostre emozioni.

Verificare i fatti e usare la consapevolezza

Controllare se i nostri pensieri corrispondono alla realtà e fare attenzione ai nostri pensieri (mindfulness) aiuta a non farsi ingannare da interpretazioni sbagliate.

Osservare le reazioni fisiche e agire diversamente

Notare come reagisce il corpo e quali impulsi ci vengono permette di comportarsi in modo diverso rispetto a come ci spingerebbe l’emozione, soprattutto se l’emozione non è giustificata. Questo è un modo efficace per cambiare quello che sentiamo.

Riconoscere e dare valore alle emozioni

Un altro passo importante è riconoscere l’emozione che proviamo, descriverla e capire il messaggio che ci porta.

Osservare le conseguenze senza giudicare

Infine, è utile vedere cosa succede dopo aver provato una emozione senza giudicarla. Praticare la mindfulness in questo caso aiuta a non rimanere bloccati in circoli di emozioni negative.

Coltivare i legami sociali

Oltre a gestire le emozioni, è fondamentale avere buone relazioni sociali per stare bene. La solitudine può nascere da giudizi negativi verso noi stessi e gli altri, dalla sensazione di non avere tempo o dal non capire quanto sono importanti le relazioni.

Superare la solitudine e costruire amicizie

Per smettere di sentirsi soli, bisogna cambiare modo di pensare. Bisogna sostituire i pensieri negativi con pensieri più positivi che aiutino a creare legami con gli altri. Costruire e mantenere amicizie si basa su cose semplici come essere gentili, interessarsi sinceramente agli altri, dare importanza a quello che gli altri vivono ed essere tranquilli.

Tecniche per migliorare le relazioni

Ci sono tecniche come il GIVE (Gentile, Interessato, Validante, Modo di fare rilassato) e il DEAR MAN (Descrivi, Esprimi, Afferma, Rinforza, Mindfulness, Agisci con sicurezza, Negozia) che offrono strumenti pratici per migliorare i rapporti con gli altri e chiedere quello di cui abbiamo bisogno in modo efficace. Questo aiuta ad avere relazioni più profonde e importanti. Impegnarsi nelle relazioni, invece di isolarsi o rifugiarsi nella tecnologia, è un passo fondamentale per combattere la solitudine e vivere una vita più felice.



Ma il capitolo non rischia di ridurre le emozioni a semplici “cose” da gestire, trascurando la loro complessità e il loro ruolo fondamentale nell’esperienza umana?
Il capitolo presenta una serie di tecniche utili per affrontare le emozioni intense, ma sembra mancare una riflessione più approfondita sulla natura stessa delle emozioni. Se da un lato è vero che imparare a gestire le proprie reazioni emotive è importante, dall’altro lato è fondamentale non ridurre le emozioni a meri “problemi” da risolvere. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare la filosofia delle emozioni, approfondendo autori come Martha Nussbaum, che ha studiato il ruolo cruciale delle emozioni nella vita etica e politica, o Paul Ekman, pioniere nello studio delle espressioni facciali delle emozioni e del loro significato evolutivo e sociale.


7. Essere Completi: Felicità Indipendente dalle Circostanze

Comprendere la Felicità Interiore

Spesso si pensa che la felicità dipenda dall’essere in coppia o dalla ricerca dell’amore romantico. La società, con le sue domande sulla vita sentimentale, rende questa idea ancora più complicata, specialmente per le donne single. Invece di seguire queste complicazioni esterne, è utile cercare la felicità dentro di sé. Questo significa capire quanto valiamo come persone, indipendentemente dal fatto di avere o meno un partner. La vera felicità nasce quando smettiamo di preoccuparci troppo di cosa pensano gli altri e di giudicare noi stessi.

Coltivare la Serenità e l’Empowerment

Per trovare la serenità, è fondamentale accettare noi stessi e lasciare andare le preoccupazioni. Quando ci concentriamo sui nostri valori personali e viviamo in modo consapevole, ci sentiamo più forti e in pace con noi stessi. Questo modo di vivere non è solo per le persone single, ma per chiunque voglia sentirsi realizzato e felice. Quindi, vivere in modo consapevole e concentrarsi sui propri valori aiuta a sentirsi completi e sereni.

Strategie per il Benessere Emotivo

Ci sono diverse strategie che possono aiutarci a stare meglio con noi stessi. Queste strategie ci insegnano a dare importanza ai nostri bisogni affettivi, senza pensare che il nostro valore dipenda dall’essere amati romanticamente. Impariamo a liberarci da pensieri negativi e ad accettare le nostre esperienze, diventando più flessibili mentalmente e emotivamente. L’obiettivo è essere gentili e comprensivi verso noi stessi, superando l’abitudine di criticarci e di nascondere le nostre emozioni. Queste strategie sono utili per chiunque voglia migliorare il proprio benessere emotivo e sentirsi più sicuro di sé.

L’Unione Interiore come Chiave

Il concetto di “unione interiore” è fondamentale per vivere una vita felice. Questo concetto, rappresentato dal valore uguale delle parole ebraiche “amore” e “uno”, ci fa capire che l’armonia dentro di noi è la cosa più importante. Che siamo soli o in compagnia, l’equilibrio interiore ci protegge dalle cose negative e ci ricorda che ognuno di noi è completo e merita amore, sempre. Quindi, l’unione interiore è la chiave per una vita appagante e serena, indipendentemente dalle circostanze esterne.

Ma è davvero sufficiente l’ “unione interiore” per affrontare le sfide concrete della vita e le pressioni sociali esterne?
Il capitolo promuove l’ “unione interiore” come chiave per la felicità, quasi fosse una formula magica autosufficiente. Tuttavia, si potrebbe obiettare che questa visione ignora le complessità delle interazioni umane e le difficoltà che derivano da contesti sociali e relazionali problematici. Concentrarsi unicamente sull’armonia interiore rischia di minimizzare l’importanza di affrontare attivamente le sfide esterne e di costruire relazioni interpersonali significative e di supporto. Per una prospettiva più bilanciata, sarebbe utile approfondire autori come Fromm, che esplorano il bisogno umano di connessione e appartenenza, e autori che si occupano di resilienza sociale, per capire come le risorse esterne e le reti sociali contribuiscono al benessere individuale.


8. Un Tessuto di Ringraziamenti

Questo libro è nato grazie all’impegno di molte persone e al loro prezioso sostegno. Un grande ringraziamento va a diversi esperti, il cui lavoro scientifico ha costituito la base teorica indispensabile. I pazienti, con il racconto delle loro esperienze, hanno rappresentato la fonte di ispirazione principale e la motivazione più profonda. Un sostegno importante è arrivato anche da mentori e colleghi, che hanno offerto una guida professionale costante e un supporto prezioso. Un ringraziamento speciale va all’agente letterario e al team editoriale, figure chiave che hanno reso possibile la pubblicazione di questo libro. Infine, un pensiero di gratitudine va alla famiglia e agli amici, che hanno fornito un supporto personale fondamentale durante tutto il percorso di scrittura. La realizzazione di questo libro è quindi il risultato di un progetto condiviso, reso possibile dalla generosità e dall’aiuto di tutti coloro che hanno contribuito al suo completamento.

Ma questo libro di cosa parla esattamente?
Il capitolo presenta una lista di ringraziamenti ampia e generica, valida per molteplici pubblicazioni. Tuttavia, l’assenza di riferimenti specifici all’argomento trattato dal libro rende difficile comprendere appieno il valore e la natura del contributo delle persone citate. Per contestualizzare meglio questi ringraziamenti, sarebbe utile fornire maggiori dettagli sul tema centrale del libro. Approfondire le opere di autori come Umberto Eco, focalizzati sulla chiarezza espositiva e l’importanza del contesto, potrebbe arricchire la comprensione di come rendere i ringraziamenti più significativi e pertinenti.


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