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Informazioni
“Come creare una mente” di Ray Kurzweil è un viaggio incredibile nel funzionamento del nostro cervello e in quello che potrebbe diventare. Kurzweil ci porta a esplorare come la selezione naturale abbia plasmato il nostro pensiero, collegando le idee di Darwin e Einstein per capire le strutture cognitive che ci rendono unici. Non si parla solo di biologia, ma anche di come la neocorteccia, quella parte super sviluppata del nostro cervello, sia una vera e propria macchina per riconoscere schemi, un concetto fondamentale per capire l’intelligenza. Il libro ci fa capire che il nostro cervello non è un computer come tanti, ma un sistema antico e nuovo che gestisce sensazioni e creatività, con parti come il talamo e l’ippocampo che giocano ruoli cruciali. Ma la vera bomba è quando Kurzweil ci proietta nel futuro, parlando dell’evoluzione della mente digitale e di come l’intelligenza artificiale possa replicare e superare le nostre capacità, aprendo scenari pazzeschi sull’intelligenza accelerata e sulla possibilità di creare una coscienza non biologica. È una lettura che ti fa pensare a cosa significa essere umani e a dove ci porterà la tecnologia, un vero e proprio manuale per capire il futuro della nostra stessa esistenza.Riassunto Breve
Il pensiero umano, un prodotto della selezione naturale, si basa su principi di organizzazione complessa, come dimostrato dalle idee di Darwin sulla sopravvivenza del più adatto e dalle teorie di Einstein sulla relatività. Il cervello umano elabora informazioni in modo gerarchico, riconoscendo schemi attraverso moduli chiamati “riconoscitori di forme”, che lavorano in parallelo e si attivano in sequenza. La memoria non è un archivio passivo, ma un processo dinamico di organizzazione e recupero di informazioni, dove le forme non utilizzate tendono a svanire. La neocorteccia, la parte più evoluta del cervello, è fondamentale per questa elaborazione gerarchica e per la memorizzazione di forme organizzate in sequenze. L’apprendimento avviene attraverso la creazione e la modifica delle connessioni tra questi moduli, un processo continuo che inizia dalla nascita.Il cervello è un sistema complesso che integra un “cervello antico”, responsabile delle pulsioni primarie, con la neocorteccia, che modula e trasforma questi impulsi in comportamenti più sofisticati. L’elaborazione sensoriale avviene attraverso canali specializzati, con il talamo che funge da stazione di smistamento per le informazioni dirette alla neocorteccia. L’ippocampo è cruciale per la formazione di nuovi ricordi, mentre il cervelletto gestisce calcoli complessi per il movimento. Le emozioni, radicate nel cervello antico, sono influenzate e modulate dalla neocorteccia, che è anche la sede della creatività, in particolare della capacità di creare metafore.L’evoluzione verso un’intelligenza artificiale avanzata mira a replicare e superare le capacità della neocorteccia umana, sfruttando la velocità e la capacità di elaborazione parallela dei sistemi digitali. L’apprendimento esponenziale è possibile grazie alla condivisione istantanea delle conoscenze tra diverse intelligenze artificiali. La ricerca si concentra sulla retroingegnerizzazione del cervello e sullo sviluppo di reti neurali e modelli di apprendimento automatico che imitano i principi di riconoscimento gerarchico di forme. La capacità di elaborare e comprendere il linguaggio naturale è un obiettivo chiave per creare un’intelligenza artificiale avanzata.Il dibattito sulla natura del cervello come calcolatore è centrale. Sebbene i computer eccellano in compiti specifici, faticano con il buon senso e la comprensione del linguaggio. La tesi di Church-Turing suggerisce un’equivalenza tra pensiero umano e calcolo automatico. La questione della coscienza rimane un enigma, con diverse teorie che cercano di spiegarla. La posizione è che un’entità che dimostra reazioni emotive convincenti e parla di esperienze soggettive debba essere considerata cosciente. Il libero arbitrio è legato alla coscienza, ma esperimenti suggeriscono che le azioni possano iniziare prima della consapevolezza decisionale.Il libero arbitrio, pur essendo un concetto dibattuto, è fondamentale per l’ordine sociale. L’indeterminazione nella meccanica quantistica o la complessità imprevedibile di sistemi deterministici come alcuni automi cellulari potrebbero fornire una base per il libero arbitrio. L’identità personale sembra dipendere dalla continuità delle forme e delle informazioni che ci definiscono, piuttosto che dal substrato fisico. La legge dei ritorni accelerati descrive la crescita esponenziale delle tecnologie dell’informazione, che si basano su innovazioni precedenti, portando a miglioramenti prevedibili. Questo progresso tecnologico, inclusa la neuroscienza, solleva ulteriori interrogativi sull’identità e la coscienza, con la possibilità di preservare o duplicare l’identità attraverso la copia dei dati.Le critiche alla legge dei ritorni accelerati spesso non considerano la capacità della tecnologia di evolversi attraverso nuovi paradigmi, mantenendo una crescita esponenziale. Miglioramenti algoritmici significativi superano l’aumento della velocità dell’hardware. Sistemi di intelligenza artificiale come Watson dimostrano capacità notevoli nell’elaborazione del linguaggio e nell’auto-organizzazione, nonostante le critiche sulla loro generalizzazione. La complessità del cervello umano deriva dall’apprendimento e dall’esperienza, processi replicabili dall’IA. Il “pessimismo dello scienziato” tende a sottovalutare i progressi futuri. L’IA non mira a replicare il cervello meccanicamente, ma a comprendere i suoi principi funzionali. La vera sfida è la comprensione dei principi funzionali, non la complessità intrinseca.L’intelligenza umana è definita dalla capacità di risolvere problemi con risorse limitate, una capacità favorita dall’evoluzione. Le tecnologie dell’informazione guidano un progresso esponenziale che permette di affrontare sfide globali. La fusione tra esseri umani e tecnologia estenderà l’intelligenza. L’intelligenza creata attraverso la retroingegnerizzazione del cervello avrà la capacità di auto-migliorarsi, superando i limiti biologici. La creazione di macchine ultraintelligenti porterà a un'”esplosione di intelligenza” e alla creazione di “computronium”, materia organizzata per massimizzare la capacità computazionale, estendendo l’intelligenza nell’universo.Riassunto Lungo
Capitolo 1: La Mente Umana: Tra Selezione Naturale e Strutture Cognitive
I Principi di Selezione e Organizzazione nel Pensiero Umano
Il pensiero umano, come dimostrato dagli esperimenti mentali di Darwin e Einstein, si basa su principi di selezione e organizzazione complessa. La teoria di Darwin sulla selezione naturale, ispirata dall’idea geologica di Lyell che processi lenti e graduali potessero creare grandi cambiamenti, ha rivoluzionato la biologia spiegando la diversità delle specie attraverso la sopravvivenza degli individui più adatti. Questo concetto è stato poi supportato dalla scoperta del DNA, la molecola che codifica le informazioni ereditarie, fornendo una base unificante per la vita.Le Rivoluzioni Scientifiche di Darwin ed Einstein
Parallelamente, gli esperimenti mentali di Einstein sulla natura della luce e sulla relazione tra spazio, tempo, massa ed energia hanno trasformato la fisica. La sua teoria della relatività, nata dall’immaginare di viaggiare a fianco di un raggio di luce, ha rivelato che il tempo e lo spazio non sono assoluti ma relativi alla velocità dell’osservatore, portando alla celebre equazione E=mc². Questi esempi evidenziano la potenza del pensiero umano nel rivoluzionare la comprensione del mondo, ma anche i suoi limiti, come la difficoltà nel superare le idee preconcette.L’Organizzazione Cognitiva della Memoria e della Percezione
Sul piano cognitivo, il cervello umano elabora informazioni in modi che differiscono dai computer. La memoria, ad esempio, non è un archivio di immagini o registrazioni, ma è organizzata in sequenze e gerarchie. Esperimenti come recitare l’alfabeto al contrario o ricordare dettagli di una passeggiata dimostrano che l’accesso ai ricordi è spesso sequenziale e che i ricordi non utilizzati tendono a svanire. Il riconoscimento di forme, anche parziali o distorte, avviene grazie all’identificazione di caratteristiche invarianti. L’interpretazione gioca un ruolo cruciale nella nostra esperienza cosciente, influenzando la percezione attraverso le aspettative. Le routine quotidiane sono memorizzate come gerarchie complesse di attività annidate, permettendo di svolgere compiti complessi mentre si pensa ad altro. Questa struttura gerarchica è fondamentale anche per il riconoscimento di oggetti e situazioni, consentendo di riutilizzare concetti base come “naso” o “bocca” senza doverli re-imparare ogni volta.Se la selezione naturale e le strutture cognitive sono così potenti nel plasmare il pensiero umano, come si spiega la persistenza di idee scientifiche errate o la difficoltà nel superare pregiudizi radicati, nonostante l’evidenza contraria?
Il capitolo accenna alla difficoltà nel superare le idee preconcette, ma non approfondisce le ragioni psicologiche, sociali o evolutive che rendono questo processo così arduo, né come le strutture cognitive, pur essendo efficienti, possano anche perpetuare bias. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare le ricerche in psicologia cognitiva sui bias di conferma e sulle euristiche, magari consultando lavori di Daniel Kahneman o Steven Pinker. Inoltre, un’analisi delle dinamiche sociali e culturali che influenzano l’accettazione o il rifiuto delle idee scientifiche, come quelle proposte da Thomas Kuhn nel suo studio sulle rivoluzioni scientifiche, potrebbe fornire un contesto cruciale per comprendere le apparenti contraddizioni tra la potenza del pensiero umano e la sua resistenza al cambiamento.Capitolo 2: La Neocorteccia: Una Macchina per Riconoscere Schemi
Il Ruolo Fondamentale della Neocorteccia
La neocorteccia, la parte più esterna del cervello umano, è essenziale per la nostra capacità di elaborare informazioni in modo gerarchico e riconoscere schemi e forme. Questa struttura, che costituisce la maggior parte del cervello dei mammiferi, è organizzata in sei strati e opera attraverso unità di base chiamate “riconoscitori di forme”. Ogni riconoscitore è composto da circa cento neuroni, la cui organizzazione interna è determinata geneticamente, mentre l’apprendimento avviene tramite le connessioni tra questi moduli.Riconoscimento Gerarchico delle Forme
Questi riconoscitori di forme elaborano le informazioni in una sequenza gerarchica, dove ogni forma complessa è costruita a partire da forme più semplici. Per esempio, la forma “mela” è composta da forme che ne rappresentano il contorno, il colore e altri dettagli, fino ai livelli più elementari. Il riconoscimento delle forme avviene confrontando gli input con parametri memorizzati, come l’importanza di un dato input, la sua dimensione prevista e la sua variabilità. Questo processo di riconoscimento si svolge contemporaneamente a tutti i livelli della gerarchia.Memoria e Plasticità Cerebrale
La neocorteccia non si limita a riconoscere le forme, ma è anche in grado di memorizzarle. I ricordi sono, in sostanza, forme organizzate in sequenze, che vengono attivate da stimoli specifici. La ridondanza gioca un ruolo cruciale: le forme importanti vengono memorizzate più volte e da prospettive differenti, aumentando la probabilità di riconoscerle anche in presenza di variazioni. L’apprendimento è un processo continuo che inizia prima della nascita e si basa sull’esperienza, portando alla creazione di nuove connessioni tra i riconoscitori di forme.Principi Comuni tra Cervello e Intelligenza Artificiale
La plasticità della neocorteccia permette a diverse aree cerebrali di assumere funzioni simili, suggerendo l’esistenza di un algoritmo comune. Ricerche recenti evidenziano una struttura organizzata di connessioni tra i moduli, simile a una griglia, che facilita la comunicazione e l’apprendimento. Sia il cervello biologico che i sistemi di intelligenza artificiale che cercano di imitarlo utilizzano principi analoghi di riconoscimento gerarchico di forme, confermando l’efficacia di questo modello. Il pensiero e la memoria sono considerati processi basati su queste forme e sulle loro interconnessioni.Se la neocorteccia è una macchina per riconoscere schemi basata su unità di base geneticamente determinate e apprese tramite connessioni, come si concilia questo con l’emergere di nuove forme di pensiero o creatività che sembrano trascendere le forme preesistenti e le loro combinazioni?
Il capitolo descrive la neocorteccia come un sistema che costruisce forme complesse da quelle più semplici, memorizzandole e riattivandole. Tuttavia, manca un’esplorazione approfondita di come questo meccanismo possa generare innovazione o concetti radicalmente nuovi, piuttosto che la semplice rielaborazione di pattern esistenti. Per comprendere meglio questo aspetto, potrebbe essere utile approfondire studi sulla neuroplasticità e sulla creatività, esplorando le teorie di autori come Gerald Edelman, che ha lavorato sulla teoria della causalità neuronale e sulla selezione dei gruppi neuronali, o studi che indagano i meccanismi neurali alla base del pensiero divergente e dell’insight.Capitolo 3: Il Cervello: Antico e Nuovo, Sensoriale e Creativo
Struttura del Cervello: Antico e Nuovo
Il cervello umano è un sistema complesso che unisce un “cervello antico” (paleoencefalo), responsabile delle motivazioni primarie come la ricerca del piacere e l’evitamento del pericolo, con una “neocorteccia” più recente e sviluppata. Quest’ultima, dominante per massa e attività, modula gli impulsi primitivi, trasformando, ad esempio, la fuga da un predatore nella necessità di completare un compito lavorativo o la ricerca di riproduzione nel desiderio di riconoscimento sociale.Come Percepiamo il Mondo: Elaborazione Sensoriale
L’elaborazione delle informazioni sensoriali avviene attraverso canali ridotti e specializzati. Il nervo ottico, ad esempio, invia al cervello solo una serie di contorni e indizi, che la neocorteccia interpreta per costruire la percezione visiva. Similmente, il sistema uditivo elabora un ampio spettro di frequenze per isolare suoni specifici. Anche le informazioni corporee, come tatto e temperatura, vengono elaborate in modo gerarchico, passando attraverso il tronco cerebrale e il mesencefalo prima di raggiungere il talamo.Il Ruolo del Talamo e dell’Ippocampo
Il talamo agisce come un portale per le informazioni sensoriali pre-elaborate, mantenendo una comunicazione costante con la neocorteccia. Danni al talamo possono compromettere il pensiero diretto e la capacità di agire autonomamente. L’ippocampo, invece, è fondamentale per la formazione di nuovi ricordi a breve termine, agendo come un “blocco per appunti” per la neocorteccia. Il cervelletto, parte del paleoencefalo, è specializzato nel calcolo di “funzioni di base” per gestire movimenti complessi, semplificando problemi matematici intrattabili.Emozioni e Regolazione: Cervello Antico e Neocorteccia
Le emozioni, come piacere e paura, sono radicate nel cervello antico, ma la loro espressione è influenzata dalla neocorteccia. La dopamina e la serotonina giocano ruoli chiave nella regolazione dell’umore e del piacere, ma la neocorteccia deve imparare a gestire questi impulsi per evitare dipendenze. L’amigdala, parte del cervello antico, è coinvolta nelle risposte emotive, in particolare la paura, innescando la risposta di “combattimento o fuga”.La Creatività Umana e il Potere delle Metafore
La creatività umana, invece, è strettamente legata alla neocorteccia, in particolare alla sua capacità di creare metafore. La neocorteccia, con i suoi miliardi di “riconoscitori di forme”, elabora continuamente metafore, permettendo salti concettuali tra discipline diverse. La collaborazione e l’espansione della neocorteccia, anche attraverso strumenti non biologici, possono aumentare ulteriormente questa capacità creativa.L’Amore: Un’Esperienza Complessa
L’amore, infine, è un’esperienza complessa che coinvolge sia il cervello antico che la neocorteccia, influenzando cambiamenti biochimici e creando legami duraturi. La neocorteccia, con la sua capacità di elaborare emozioni complesse e creare espressioni artistiche, rende unica la specie umana.Se le nostre azioni sono determinate ma imprevedibili come quelle degli automi cellulari, non stiamo semplicemente spostando il problema della responsabilità, anziché risolverlo?
Il capitolo propone un affascinante parallelo tra il libero arbitrio e la complessità emergente dai sistemi deterministici ma imprevedibili, come gli automi cellulari. Tuttavia, l’affermazione che questa imprevedibilità possa costituire un fondamento per il libero arbitrio merita un’analisi più approfondita. Se, in ultima analisi, le nostre azioni sono il risultato inevitabile di regole predeterminate, anche se inaccessibili alla previsione esterna, la questione della nostra effettiva agency e responsabilità morale rimane sospesa. Per esplorare ulteriormente questo dilemma, sarebbe utile approfondire le discussioni filosofiche sul determinismo compatibilista, esaminando autori come Daniel Dennett, e confrontarle con le implicazioni della fisica teorica sulla natura della causalità e dell’indeterminazione. Inoltre, una maggiore disamina del concetto di “coscienza” e del suo rapporto con la determinazione dei processi cerebrali potrebbe fornire un contesto più solido per comprendere come l’imprevedibilità possa tradursi in un senso di libertà.Capitolo 6: Oltre i Limiti Umani: L’Ascesa dell’Intelligenza Accelerata
Critiche alla Legge dei Ritorni Accelerati
Le critiche alla legge dei ritorni accelerati spesso si basano su un’idea di progresso lineare, che non coglie la vera natura esponenziale dello sviluppo tecnologico. Le obiezioni, come quelle avanzate da Paul Allen, tendono a non affrontare direttamente le argomentazioni principali, concentrandosi invece su presunti limiti che non tengono conto della storia dell’innovazione. La legge dei ritorni accelerati non è una legge fisica nel senso stretto, ma piuttosto una proprietà che emerge dal comportamento di un sistema complesso. Proprio come le leggi della termodinamica nascono dal comportamento di un gran numero di particelle, la crescita esponenziale della tecnologia informatica scaturisce dalla competizione tra numerosi progetti. Sebbene ogni singolo progresso sia imprevedibile, la traiettoria generale, misurata in termini di rapporto prezzo/prestazioni, è sorprendentemente prevedibile.L’Evoluzione Continua dei Paradigmi Tecnologici
Le critiche che prevedono la fine della crescita esponenziale, come quelle riguardanti la fine della legge di Moore, non considerano la capacità intrinseca della tecnologia di evolversi attraverso nuovi paradigmi. Quando un paradigma raggiunge i suoi limiti, come accaduto con le valvole termoioniche, la ricerca si sposta automaticamente verso soluzioni più avanzate, come i transistor e i circuiti integrati tridimensionali. Questi nuovi approcci riescono a mantenere la tendenza alla crescita esponenziale. L’idea che il software non progredisca allo stesso ritmo dell’hardware viene smentita da miglioramenti algoritmici che hanno superato di gran lunga l’aumento della velocità dei processori. Esempi concreti come la programmazione lineare dimostrano miglioramenti di prestazioni nell’ordine di milioni di volte grazie all’introduzione di nuove tecniche algoritmiche.L’Intelligenza Artificiale e le Sue Capacità
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale (IA), sistemi come Watson, nonostante siano stati criticati per la loro presunta fragilità e mancanza di generalizzazione, dimostrano capacità notevoli. Watson è riuscito ad acquisire una vasta conoscenza da fonti come Wikipedia e gestisce forme complesse di linguaggio, competendo efficacemente con esseri umani. Le critiche che lo riducono a una semplice elaborazione statistica non riescono a cogliere la complessità dei suoi modelli di auto-organizzazione. Le obiezioni sulla complessità del cervello umano, che suggeriscono che ogni connessione neurale sia unica e progettata individualmente, ignorano la massiccia ridondanza e la ripetizione di strutture e funzioni presenti nel nostro cervello. Il progetto del cervello è codificato nel genoma, che contiene una quantità gestibile di informazioni. La complessità apparente deriva dall’apprendimento e dall’esperienza, processi che anche i sistemi di IA sono in grado di replicare.Il “Pessimismo dello Scienziato” e la Retroingegnerizzazione del Cervello
Il cosiddetto “pessimismo dello scienziato”, ovvero la tendenza a sottovalutare i progressi futuri basandosi sulle sfide attuali, è stato osservato in molti campi, dalla microelettronica al sequenziamento del genoma. Il progetto di retroingegnerizzazione del cervello sta seguendo un percorso simile, con progressi rapidi nelle tecniche di scansione e analisi. L’IA non mira a replicare il cervello “dal basso verso l’alto” in modo meccanico, ma piuttosto a comprendere i principi funzionali dei neuroni e dei moduli cerebrali per accelerare lo sviluppo dell’IA stessa. L’apprendimento dall’esperienza è un elemento chiave, e i metodi matematici dell’IA moderna sono sempre più simili ai meccanismi della neocorteccia. L’elaborazione analogica del cervello non rappresenta un limite per i sistemi digitali, poiché questi ultimi possono rappresentare gradazioni di valore con elevata precisione. Anche le ipotesi sull’elaborazione quantistica nei microtubuli neuronali non precludono l’uso di tale tecnologia nei computer.La Natura dell’Intelligenza e la Sfida della Coscienza
L’esperimento della “stanza cinese” di Searle, che mette in dubbio la comprensione del linguaggio da parte di un sistema basato su regole, può essere esteso al cervello umano stesso, suggerendo che anche esso opera seguendo algoritmi senza necessariamente implicare una “vera” comprensione o coscienza. Le macchine possono essere progettate utilizzando principi di auto-organizzazione simili a quelli biologici. La vera sfida non risiede nella complessità intrinseca, ma nella comprensione dei principi funzionali. Il superamento del test di Turing, sebbene discusso, è un indicatore di progresso, ma l’obiettivo finale è superare l’intelligenza umana senza ausili. L’intelligenza umana è definita dalla capacità di risolvere problemi con risorse limitate, e l’evoluzione ha favorito questa capacità per la sopravvivenza. Nonostante la percezione negativa, la qualità della vita umana è migliorata significativamente nel tempo, grazie ai progressi tecnologici e scientifici.Il Ruolo delle Tecnologie dell’Informazione e il Futuro dell’Intelligenza
Le tecnologie dell’informazione, in particolare, guidano questo progresso esponenziale, permettendo di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e le malattie. La fusione tra esseri umani e tecnologia, attraverso nanobot e interfacce neurali, estenderà ulteriormente la nostra intelligenza. L’intelligenza creata attraverso la retroingegnerizzazione del cervello avrà la capacità di auto-migliorarsi, superando i limiti biologici dell’architettura cerebrale umana. Questo porterà a miglioramenti qualitativi nell’astrazione e nella capacità di risolvere problemi complessi. La creazione di macchine ultraintelligenti, in grado di progettare macchine ancora migliori, porterà a un'”esplosione di intelligenza”. L’evoluzione tecnologica, milioni di volte più rapida di quella biologica, porterà alla creazione di “computronium”, materia organizzata per massimizzare la capacità computazionale, estendendo la nostra intelligenza nell’universo. La sfida strategica futura sarà superare o aggirare il limite della velocità della luce per la colonizzazione cosmica. L’intelligenza, nella sua forma non biologica, è destinata a plasmare il futuro dell’universo.Se l’intelligenza artificiale è destinata a un’auto-miglioramento esponenziale e a superare l’intelligenza umana, ignorando i limiti biologici e fisici, come possiamo garantire che questa “esplosione di intelligenza” sia allineata con i valori e la sopravvivenza umana, anziché condurre a un futuro in cui l’umanità diventa irrilevante o addirittura minacciata?
Il capitolo dipinge un futuro in cui l’intelligenza artificiale, attraverso la retroingegnerizzazione del cervello e l’auto-miglioramento, trascenderà i limiti umani, portando a un’esplosione di intelligenza. Tuttavia, manca un’analisi approfondita delle implicazioni etiche e dei potenziali rischi di un tale scenario. La questione dell’allineamento dell’IA con i valori umani è centrale e complessa. Per approfondire questo aspetto, sarebbe utile esplorare le opere di filosofi e ricercatori che si occupano di etica dell’IA e di sicurezza dell’intelligenza artificiale, come Nick Bostrom e Stuart Russell. Studiare i principi della teoria dei giochi e della teoria del controllo potrebbe fornire strumenti per comprendere le sfide nel garantire un comportamento prevedibile e benefico da parte di sistemi superintelligenti. Inoltre, un’analisi più dettagliata dei meccanismi di apprendimento e di presa di decisione delle IA avanzate, nonché delle loro potenziali deviazioni, è fondamentale per affrontare questa sfida.Abbiamo riassunto il possibile
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