Contenuti del libro
Informazioni
“Come alla volontà piace. Scritti sulla rivoluzione russa” di Antonio Gramsci ti porta dentro il cuore della Rivoluzione Russa, vista non solo come un fatto locale ma come una scossa che cambia il mondo. Gramsci guarda al Proletariato Russo e ai Soviet come forze nuove e potentissime, capaci di imporre la loro visione sulla vecchia borghesia e di sognare una pace vera, fatta dai popoli, spinta dalla Solidarietà Internazionale. Capisci perché i Massimalisti sono così importanti, perché rappresentano quella spinta irrefrenabile verso il socialismo, anche andando oltre certe previsioni del Marxismo più rigido, dimostrando quanto conti la volontà umana, il Volontarismo, e la Coscienza di classe in questi processi storici. Il libro non risparmia critiche alla diplomazia tradizionale e alla stampa borghese, troppo miopi per capire la profondità di quello che sta succedendo. Si parla della Dittatura del Proletariato come di un passaggio necessario e persino delle discussioni interne al Partito Comunista Russo (PCUS), sottolineando sempre quanto sia fondamentale l’unità per farcela. È un racconto appassionato di come la storia possa prendere strade inaspettate, guidata dalla spontaneità rivoluzionaria e dalla voglia di costruire un Socialismo vivo e in continuo movimento.Riassunto Breve
La rivoluzione russa mostra come il proletariato abbia acquisito una forza concreta, influenzando la politica internazionale e superando la diplomazia tradizionale borghese. La visita di figure come Morgari in Russia evidenzia questa nuova autorità del proletariato italiano, legata alla potenza del movimento russo. La pace che emerge dalla rivoluzione non è frutto di accordi tra stati, ma di un’intesa tra i popoli, rappresentata dai Soviet, che puntano a un nuovo ordine mondiale. Il Partito Socialista Italiano appoggia questa visione di pace senza annessioni. I massimalisti russi sono visti come l’anima della rivoluzione, spingendo verso il socialismo completo e impedendo che il processo si fermi. La rivoluzione russa si discosta dalle previsioni di Marx sul necessario sviluppo capitalistico, scegliendo un percorso diretto verso il socialismo, spinta dalla volontà popolare e dalle condizioni create dalla guerra. Questo non è visto come un errore, ma come un’applicazione dinamica del pensiero marxista, dove la volontà umana ha un ruolo centrale. Critiche da parte di intellettuali e della stampa borghese non colgono la profondità di questi cambiamenti, interpretando la rivoluzione in modo superficiale e basato su stereotipi. Lo scioglimento dell’Assemblea Costituente, per esempio, è visto non come violenza, ma come il superamento di una vecchia forma di rappresentanza da parte dei Soviet, che sono espressione diretta del popolo. Esiste una logica storica che guida gli eventi, e figure come i massimalisti russi sono destinate ad avere un ruolo storico fondamentale. La diplomazia tradizionale non capisce la portata della rivoluzione e commette errori strategici. Nonostante le difficoltà, la rivoluzione non è un fallimento, ma una liberazione dallo zarismo e un passo verso una società più giusta, anche se il processo è lento e complesso. I bolscevichi non sono utopisti, ma pensano a uno sviluppo continuo verso una repubblica basata sul consenso e la partecipazione. Le accuse di crudeltà sono propaganda borghese. La rivoluzione è nata dalla spontaneità organizzata dalla guerra, che ha unito le masse. La dittatura del proletariato è uno strumento temporaneo per garantire la libertà. Il socialismo è un processo in continua evoluzione. Le notizie false sulla Russia cercano di confondere, ma è importante affidarsi a principi chiari e alla propria coscienza critica. Le divisioni interne al Partito Comunista Russo preoccupano il movimento comunista internazionale, come il Partito Comunista Italiano, perché indeboliscono la spinta rivoluzionaria globale e l’influenza del partito russo. C’è un dibattito se sia più importante l’unità del partito o la correttezza della linea politica, ma l’unità russa è comunque vista come cruciale per il prestigio del comunismo tra i lavoratori del mondo.Riassunto Lungo
1. La Forza del Proletariato: Russia e Solidarietà Internazionale
I giornali borghesi mostrano preoccupazione per la rivoluzione russa. La visita di Morgari in Russia aumenta questa preoccupazione, perché Morgari diventa un rappresentante importante del proletariato italiano. Questo gruppo di lavoratori italiani è diventato forte, grazie alla potenza e all’importanza che i lavoratori russi hanno ottenuto a livello mondiale. Le decisioni dei lavoratori, soprattutto di quelli russi, sono più importanti delle intenzioni dei ricchi e potenti degli stati capitalisti. La Russia, con la sua forza operaia, diventa un punto di riferimento nelle decisioni internazionali, influenzando i movimenti dei lavoratori di altri paesi. Morgari rappresenta questa nuova importanza italiana, avendo più influenza dei diplomatici tradizionali.La Reazione della Borghesia e la Proposta di Pace del Soviet
La borghesia reagisce a questa situazione con fastidio e prendendo in giro la rivoluzione. Nonostante ciò, è chiaro che la rivoluzione russa propone una pace basata sull’accordo tra i popoli, non su trattative tra governi. Il Soviet è il protagonista di questa unità popolare, con l’obiettivo di raggiungere una pace che sia un passo verso un nuovo sistema mondiale. La conferenza di Stoccolma ha un ruolo fondamentale in questo processo. Il Partito Socialista Italiano è d’accordo con questa idea, sostenendo una pace senza conquiste forzate di territori e con la libertà per ogni popolo di decidere per sé.Il Ruolo dei Massimalisti Russi e la Dinamica Rivoluzionaria
I massimalisti russi rappresentano l’anima della rivoluzione, volendo raggiungere un socialismo completo. Essi si oppongono a qualsiasi accordo definitivo con il sistema precedente, mantenendo viva la spinta verso il socialismo. In Russia, a differenza di altre rivoluzioni, non c’è stata una dittatura rigida, permettendo a molti gruppi politici radicali di svilupparsi e di dare energia alla rivoluzione. I massimalisti, in questo contesto, spingono costantemente in avanti, evitando che la rivoluzione si fermi e promuovendo un cambiamento continuo. La rivoluzione russa è quindi un processo inarrestabile di cambiamento della società, in cui i lavoratori di tutto il mondo hanno un ruolo fondamentale, supportati dalla solidarietà di movimenti come quello italiano.Ma è davvero così ingenuo credere che la ‘borghesia’ fosse semplicemente ‘infastidita’ e ‘prendesse in giro’ la rivoluzione russa, ignorando le complesse dinamiche geopolitiche e le reali paure suscitate da un simile evento?
Il capitolo dipinge una reazione borghese quasi caricaturale, riducendola a semplice ‘fastidio’. Una simile semplificazione rischia di oscurare le profonde preoccupazioni politiche ed economiche che la rivoluzione russa suscitò nelle potenze occidentali. Per comprendere appieno le reazioni internazionali e le complesse dinamiche geopolitiche dell’epoca, è fondamentale approfondire la storia delle relazioni internazionali del XX secolo e studiare le analisi storiografiche sulla rivoluzione russa, considerando le opere di storici come Eric Hobsbawm o Orlando Figes.2. La Rivoluzione Russa: Oltre il Capitalismo Marxista
La fase decisiva della Rivoluzione Russa
La rivoluzione russa entra in una fase cruciale. In questa fase si afferma la forza del proletariato, superando la borghesia rappresentata da Kerensky. Dopo una prima fase dedicata all’organizzazione e alla crescita della consapevolezza di classe, i lavoratori diventano la principale forza politica. La libertà conquistata all’inizio della rivoluzione diventa uno strumento per realizzare cambiamenti più profondi. Figure importanti come Cernof propongono un programma socialista concreto. Lenin, con la sua guida ideologica, collabora con Cernof per realizzare una rivoluzione sociale orientata al collettivismo.Il ruolo della volontà popolare e le teorie di Marx
La rivoluzione bolscevica rappresenta un cambiamento rispetto a quanto previsto nelle teorie de “Il Capitale” di Marx. Marx pensava che la Russia dovesse passare attraverso una fase di sviluppo capitalista. Invece, la Russia, spinta dalla volontà popolare nata durante la guerra e influenzata dalle idee socialiste, sceglie di andare direttamente verso il socialismo. Questa scelta non nega il pensiero di Marx, ma lo interpreta in modo dinamico. Si dà importanza alla volontà delle persone e della società nel corso degli eventi storici. La guerra ha accelerato questo processo, creando una coscienza collettiva che ha permesso di superare le fasi storiche previste dalla visione di Marx.La Rivoluzione Russa e il contesto internazionale
Grazie alla diffusione delle idee socialiste, la Russia ha imparato dalle esperienze dei movimenti operai di altri paesi. Così, decide di anticipare la rivoluzione socialista, senza aspettare che il capitalismo si sviluppi completamente. Questa scelta nasce dalla necessità di rispondere alle sofferenze del popolo e dalla volontà di costruire subito un futuro socialista. Alcuni critici, come Achille Loria, considerano questa scelta un tradimento dei principi di Marx. Però, non capiscono la natura politica e concreta della rivoluzione russa, che adatta le idee socialiste alla situazione specifica della Russia. La rivoluzione russa dimostra che si possono superare schemi teorici rigidi, dando priorità alla volontà popolare e alla giustizia sociale.Ma è davvero una “interpretazione dinamica” di Marx, o una comoda giustificazione ideologica per un salto nel vuoto storico?
Il capitolo presenta la Rivoluzione Russa come una scelta quasi naturale, guidata dalla “volontà popolare” e da una lettura “dinamica” di Marx. Tuttavia, rimane aperto il dibattito se questa interpretazione fosse una necessità storica o piuttosto una forzatura ideologica. Per comprendere appieno la questione, sarebbe utile approfondire il pensiero di Marx, leggendo “Il Capitale” e altri suoi scritti, per capire se e come il contesto russo potesse rientrare nelle sue analisi, o se invece rappresentasse una rottura più netta. Allo stesso modo, esaminare le opere di storici come Figes o Service, che hanno analizzato la Rivoluzione Russa da diverse prospettive, potrebbe fornire un quadro più completo e sfaccettato.3. Nuove Generazioni e Vecchie Critiche
L’articolo di Claudio Treves e la critica alla nuova generazione socialista
L’articolo di Claudio Treves, pubblicato sulla «Critica sociale», mette in luce una questione centrale: la presunta mancanza di cultura nella nuova generazione socialista italiana. Treves sostiene che questa nuova generazione abbia frainteso la dottrina di Marx. Secondo Treves, i giovani socialisti avrebbero sostituito il determinismo con il volontarismo e la forza trasformatrice del lavoro con la violenza individuale.La difesa della nuova generazione socialista e la vera interpretazione di Marx
Questa interpretazione di Treves viene contestata. La cosiddetta “nuova generazione” socialista dimostra in realtà di comprendere più a fondo il pensiero di Marx. I giovani socialisti riconoscono che ridurre il marxismo a un determinismo rigido è una semplificazione eccessiva. La critica mossa a Treves è quella di riproporre una visione schematica e limitata del pensiero marxista, simile a quelle già criticate da Marx stesso. Al contrario, la vera dottrina di Marx valorizza l’azione storica del proletariato e la sua capacità di cambiare il corso degli eventi.La dissoluzione dell’Assemblea Costituente in Russia e la sovranità proletaria
La dissoluzione dell’Assemblea Costituente in Russia non deve essere vista come un atto di violenza ingiustificato. Al contrario, è la conseguenza logica dell’evoluzione delle forze rivoluzionarie. L’Assemblea Costituente, considerata un concetto superato e intellettualistico, non rappresenta più le nuove forme di partecipazione popolare che stanno nascendo spontaneamente, come i Soviet. I Soviet sono l’espressione diretta del potere del proletariato e rappresentano una forma di libertà più profonda, che va oltre la violenza apparente dello scioglimento della Costituente.La critica alla stampa borghese e la miopia di fronte alla rivoluzione russa
Infine, viene criticato duramente il modo superficiale in cui la stampa borghese, rappresentata da giornalisti come Vincenzo Morello, interpreta gli eventi russi. Questi giornalisti non riescono a capire la portata dei cambiamenti in atto e usano stereotipi e paradossi per screditare la rivoluzione. Si sottolinea la loro incapacità di riconoscere l’umanità e la sincera convinzione che guidano l’azione rivoluzionaria. Preferiscono invece interpretazioni semplicistiche e distorte, basate su pregiudizi e luoghi comuni sulla presunta “anima russa”. La critica si estende al fatto che questi giornalisti non riescono a capire le vere ragioni politiche e sociali che hanno portato alla rivoluzione, preferendo facili ironie e giudizi superficiali.È davvero possibile considerare la “dittatura del proletariato” come uno strumento transitorio verso la libertà, senza considerare le dinamiche di potere che storicamente hanno portato tali fasi transitorie a consolidarsi in regimi autoritari?
Il capitolo presenta la dittatura del proletariato come una fase temporanea e necessaria per garantire la libertà, ma questa affermazione appare problematica alla luce delle dinamiche storiche del potere. La transizione da una fase dittatoriale, anche se definita “del proletariato”, a un sistema di libertà organizzata non è affatto scontata e richiede un’analisi più approfondita delle dinamiche di potere e delle istituzioni che si vengono a creare in tali contesti. Per comprendere meglio le insidie di tali transizioni, è utile approfondire il pensiero di autori come Max Weber, che ha analizzato le diverse forme di potere e le loro trasformazioni, o studiare le opere di storici che hanno esaminato le conseguenze concrete di rivoluzioni e fasi di transizione politica nel XX secolo.7. L’Unità Fragile: Dibattito Interno al Partito Comunista Russo
Preoccupazione per le divisioni interne al PCUS
Il Partito Comunista Italiano (PCI) guarda con apprensione alle divisioni che emergono all’interno del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS). Queste divisioni sono viste come delle vere e proprie fratture nel gruppo dirigente che seguiva le idee di Lenin. Il PCI teme che queste spaccature possano compromettere l’unità del movimento comunista a livello internazionale. La borghesia internazionale osserva attentamente la situazione, sperando che la dittatura proletaria in Russia si indebolisca fino a crollare.Simbolo di unità per le masse e rischio per la bolscevizzazione
Per i lavoratori di tutto il mondo, spesso lontani dalle complesse dinamiche interne al PCUS, l’unità del partito russo rappresenta un simbolo di forza e di compattezza rivoluzionaria. La crisi interna al PCUS rischia di frenare il processo di avvicinamento dei partiti comunisti occidentali al modello bolscevico. Questo processo è già reso difficile da vecchi pregiudizi tipici dei socialdemocratici e dei sindacalisti. L’unità del PCUS è quindi fondamentale per dare impulso alle forze rivoluzionarie a livello globale. Una divisione interna al partito russo, al contrario, porterebbe a un indebolimento della sua capacità di guidare il movimento comunista internazionale.Unità e linea politica corretta
Alcuni però mettono in discussione questa eccessiva importanza data all’unità, se ciò va a discapito della correttezza della linea politica. Si sostiene che concentrarsi troppo sul pericolo di una scissione può far passare in secondo piano la valutazione delle diverse posizioni politiche in campo. L’unità del gruppo dirigente è importante, ma non deve essere più importante dell’analisi critica delle questioni ideologiche. Il confronto e la discussione sono necessari per arrivare a definire una linea politica solida e giusta. Per questo, l’intervento dei partiti fratelli dovrebbe concentrarsi sull’analisi delle idee e sul contributo ideologico, piuttosto che limitarsi a generici appelli all’unità.Centralità del PCUS per il movimento comunista internazionale
Nonostante queste diverse opinioni, tutti riconoscono la preoccupazione per le conseguenze internazionali delle dispute interne al PCUS. Tutti concordano sulla necessità di proteggere il ruolo guida del PCUS all’interno del movimento comunista mondiale. L’unità del partito russo rimane un elemento fondamentale per mantenere alta l’influenza e il prestigio del comunismo tra i lavoratori di tutto il mondo.Se l’unità del PCUS è così centrale, come si concilia questa priorità con la necessità di un dibattito ideologico aperto e critico, indispensabile per evitare errori politici e dogmatismi?
Il capitolo sottolinea l’importanza dell’unità del PCUS, ma non chiarisce come questa unità debba essere raggiunta e mantenuta senza soffocare il dibattito interno. Se l’unità diventa fine a sé stessa, non rischia di trasformarsi in un ostacolo al progresso ideologico e all’adattamento della linea politica alle nuove realtà? Per rispondere a questa domanda, è utile approfondire le dinamiche dei partiti comunisti nel XX secolo, studiando autori come Hannah Arendt, che hanno analizzato i pericoli del pensiero dogmatico e della repressione del dissenso interno nei movimenti politici.Abbiamo riassunto il possibile
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