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Contenuti del libro
Informazioni
“Come addomesticare una volpe . Scienziati visionari e una fiaba siberiana sull’evoluzione accelerata” di Ljudmila Trut è un libro che ti catapulta in un esperimento scientifico incredibile, ambientato nella fredda Siberia. Ti sei mai chiesto come sia iniziata la domesticazione degli animali o perché cani, gatti e altri animali domestici condividano tratti strani come macchie sul pelo o code arricciate? Questo libro affronta proprio questi misteri, partendo dall’ipotesi che la chiave sia stata la selezione per la docilità. Segui la storia degli scienziati Dmitrij Beljaev e Ljudmila Trut che, in un allevamento di volpi argentate, hanno iniziato a selezionare solo gli individui più tranquilli e amichevoli verso gli esseri umani. Quello che è successo dopo poche generazioni è stato sorprendente: le volpi hanno iniziato a comportarsi come cani, scodinzolando, cercando attenzioni e persino sviluppando tratti fisici simili a quelli degli animali domestici. Questo esperimento sulla domesticazione volpi non solo ha dimostrato che l’evoluzione accelerata è possibile, ma ha anche fornito indizi fondamentali sulla genetica comportamento e su come la selezione docilità possa portare a cambiamenti profondi e rapidi, offrendo una prospettiva affascinante persino sull’auto-domesticazione umana. È una lettura appassionante che unisce scienza rigorosa e una storia quasi fiabesca di trasformazione animale.Riassunto Breve
Ci si chiede perché solo poche specie animali sono state addomesticate e perché quelle addomesticate mostrano tratti simili non direttamente selezionati, come macchie sul pelo, orecchie flosce, code arricciate e cicli riproduttivi alterati. Una teoria è che la domesticazione inizi selezionando gli individui meno aggressivi e spaventati, cioè la docilità. Questa selezione per la docilità innescherebbe una serie di altri cambiamenti genetici e fisiologici. Per testare questa idea, è stato fatto un esperimento con volpi argentate, geneticamente simili ai lupi, selezionando solo quelle più tranquille verso gli umani e facendole riprodurre. Questo lavoro è iniziato in piccolo e poi è cresciuto, anche se all’inizio la ricerca genetica doveva essere mascherata per motivi politici. Dopo poche generazioni, le volpi hanno iniziato a cambiare rapidamente. Sono diventate più calme, cercavano il contatto umano e alcune hanno iniziato a scodinzolare spontaneamente, un comportamento mai visto prima nella specie. Sono apparse anche modifiche fisiche come orecchie flosce, macchie bianche (spesso sulla fronte) e code arricciate, e cambiamenti fisiologici come cicli riproduttivi diversi e livelli ormonali alterati, con meno ormoni dello stress e più serotonina. Questi cambiamenti nel comportamento e nell’aspetto sono ereditari, come confermato da studi sugli alberi genealogici e dal *cross-fostering*, che ha mostrato come la predisposizione alla docilità sia genetica. Sembra che selezionare per la docilità scombini la normale regolazione genetica, influenzando lo sviluppo embrionale e la produzione di ormoni. Le volpi addomesticate mantengono anche tratti da cucciolo più a lungo, come la giocosità e l’apertura precoce degli occhi e la reazione ai suoni. Oltre al comportamento, le volpi addomesticate sono diventate brave a capire i segnali sociali umani, come indicare un oggetto o fissarlo con lo sguardo, con capacità simili a quelle dei cani, a differenza delle volpi non selezionate. Hanno anche sviluppato vocalizzazioni uniche per interagire con le persone. Studi genetici hanno identificato aree specifiche nel loro DNA, simili a quelle trovate nei cani, legate a questi tratti e differenze nell’attività dei geni nel cervello, inclusi quelli legati alla serotonina e alla dopamina. Questi risultati supportano l’idea che selezionare un solo tratto, come la docilità, può causare una cascata di altri cambiamenti attraverso alterazioni genetiche e nell’espressione dei geni. Questo processo potrebbe spiegare la domesticazione in diverse specie e forse anche l’evoluzione umana, favorendo individui meno aggressivi e più sociali, e le differenze tra bonobo e scimpanzé. Nonostante problemi economici che hanno messo a rischio l’esperimento, è continuato grazie a aiuti esterni, permettendo ulteriori studi genetici. Le volpi addomesticate dimostrano che si può creare una nuova stirpe adatta a vivere a stretto contatto con gli esseri umani, sviluppando legami emotivi e comportamenti sociali complessi.Riassunto Lungo
1. La Chiave della Docilità nelle Volpi
Ci si chiede perché solo poche specie animali siano state addomesticate dagli esseri umani nel corso della storia. Un altro mistero è perché gli animali addomesticati, anche se molto diversi tra loro, hanno spesso caratteristiche simili. Queste caratteristiche includono macchie sul pelo, orecchie flosce, code arricciate e cambiamenti nei cicli riproduttivi. Ad esempio, gli animali domestici tendono a riprodursi più volte all’anno, a differenza dei loro antenati selvatici. È interessante notare che gli esseri umani non sembrano aver scelto di proposito queste caratteristiche durante il processo di domesticazione. La domesticazione degli animali solleva quindi domande importanti su come sia iniziata e quali cambiamenti avvengano nelle diverse specie coinvolte, al di là della selezione diretta per scopi utili all’uomo.La Teoria della Docilità
Una teoria importante suggerisce che il processo di domesticazione sia iniziato selezionando gli individui meno aggressivi e spaventati all’interno delle popolazioni selvatiche. Questa calma naturale, o docilità, avrebbe permesso agli esseri umani di interagire più facilmente con gli animali e di allevarli. L’idea è che la selezione per la docilità non abbia portato solo a un cambiamento nel comportamento, ma abbia innescato una serie di altri cambiamenti genetici e fisiologici nell’animale. Vivere a stretto contatto con gli umani offriva vantaggi chiari, come avere cibo sicuro e protezione dai predatori. Questi vantaggi avrebbero favorito gli individui che erano naturalmente più tranquilli e disposti a tollerare la presenza umana. Quindi, la docilità sarebbe stata la prima caratteristica scelta, portando poi a tutte le altre differenze che vediamo negli animali domestici.L’Esperimento sulle Volpi Argentate
Per verificare se questa teoria fosse corretta, è stato avviato un esperimento scientifico utilizzando volpi argentate. Queste volpi sono state scelte perché geneticamente sono considerate simili ai lupi, che sono gli antenati dei cani domestici. L’esperimento consisteva nel selezionare le volpi per la riproduzione basandosi unicamente su quanto erano tranquille e amichevoli nei confronti degli esseri umani. Le volpi che mostravano la minore paura e aggressività venivano fatte accoppiare tra loro per le generazioni successive. Questo lavoro è iniziato su piccola scala con la ricercatrice Nina Sorokina e poi è stato ampliato significativamente da Lyudmila Trut in un grande allevamento di volpi. A causa del clima politico dell’epoca nell’Unione Sovietica, dove la genetica era ostacolata dalle idee di Trofim Lysenko, la ricerca doveva essere presentata come uno studio per migliorare la produzione di pellicce, nascondendo il suo vero scopo scientifico sulla domesticazione.I Primi Risultati
Dopo solo poche generazioni di selezione focalizzata sulla docilità, si sono potuti osservare i primi cambiamenti significativi nelle volpi. Alcuni cuccioli mostravano un comportamento molto più calmo e permettevano il contatto umano, arrivando a cercare le carezze, un comportamento insolito per le volpi selvatiche. Non si sono notati solo cambiamenti nel comportamento, ma anche modifiche nel corpo e nelle funzioni biologiche delle volpi. Ad esempio, le volpi più docili hanno iniziato a riprodursi in un periodo dell’anno diverso rispetto alle altre e hanno mostrato una maggiore fertilità, facendo nascere più cuccioli per ogni cucciolata. Questi primi risultati fanno pensare che selezionare un animale per la sua tranquillità possa davvero far partire il processo di domesticazione e portare rapidamente a tutti i cambiamenti fisici e comportamentali tipici degli animali domestici. Questo processo sembra avvenire anche molto più in fretta di quanto si pensasse prima, secondo le idee classiche sull’evoluzione delle specie.Ma siamo sicuri che la docilità sia davvero l’unica e sola ‘chiave’ in grado di sbloccare l’intera, complessa ‘sindrome da domesticazione’?
Il capitolo descrive come la selezione per la docilità porti a una serie di cambiamenti, ma il legame causale e i meccanismi genetici e fisiologici precisi che connettono un tratto comportamentale come la calma a modifiche morfologiche (macchie, orecchie flosce) o riproduttive non sono esplicitati in dettaglio. Questa “sindrome da domesticazione” è un fenomeno affascinante ma la sua origine unitaria legata solo alla docilità è un’ipotesi, sebbene supportata dall’esperimento sulle volpi, che richiede ulteriori indagini sui percorsi genetici e di sviluppo. Per comprendere meglio, è fondamentale studiare la genetica evoluzionistica e la biologia dello sviluppo. Le ricerche di Belyaev e i lavori più recenti sulla base genetica dei tratti domestici offrono spunti cruciali.2. La Scienza della Coda Scodinzolante
L’esperimento sulla domesticazione delle volpi d’argento inizia selezionando gli individui che si mostrano più docili verso gli esseri umani. Già dopo la quarta generazione, queste volpi mostrano comportamenti tipici dei cani, mai visti prima nella loro specie. Un cucciolo, di nome Ember, è il primo a scodinzolare quando vede gli addetti, un comportamento che appare spontaneamente e non è frutto di addestramento.Comportamenti e Cambiamenti Fisici
Con il passare delle generazioni, sempre più volpi cercano attivamente il contatto umano. Leccano le mani, si rotolano sulla schiena e usano versi per attirare l’attenzione. Queste volpi, le più amichevoli, vengono classificate come “élite”. Oltre ai comportamenti, si osservano anche modificazioni fisiche tipiche degli animali domestici, come le orecchie flosce e le macchie bianche sulla fronte.Ereditarietà e Sviluppo
La scodinzolata e gli altri nuovi comportamenti si dimostrano ereditabili. L’analisi degli alberi genealogici conferma che questi cambiamenti, sia comportamentali che fisici, hanno un’origine genetica. Si manifestano anche precocemente nello sviluppo: i cuccioli docili aprono gli occhi e reagiscono ai suoni prima del normale e mantengono più a lungo comportamenti tipici dei giovani, come la giocosità.La Spiegazione Ormonale
La teoria proposta per spiegare questi cambiamenti è che la selezione per la docilità influenzi la regolazione genetica della produzione ormonale, in particolare quella degli ormoni legati allo stress. Questo porta a livelli più bassi di ormoni dello stress nelle volpi addomesticate rispetto a quelle selvatiche o del gruppo di controllo.Studi Approfonditi
Per studiare meglio questo fenomeno, viene creato un nuovo allevamento sperimentale. Questo permette osservazioni continue e l’introduzione di un gruppo di controllo e di un ceppo aggressivo. Si iniziano anche a misurare regolarmente i livelli ormonali delle volpi per verificare la teoria.Il Legame con l’Uomo
L’esperimento ottiene riconoscimento internazionale, con Dmitrij Beljaev che presenta i risultati a congressi scientifici, contribuendo alla genetica del comportamento. Le volpi addomesticate sviluppano legami stretti con gli esseri umani. Cercano il contatto visivo e mostrano affetto. Questa capacità di creare legami emotivi è vista come un elemento importante nel processo di domesticazione. Per studiare la profondità di questi legami e l’eventuale sviluppo di lealtà, simile a quella dei cani, viene avviato un esperimento di convivenza con una volpe di nome Pušinka. Pušinka dimostra comportamenti come rispondere al richiamo e cercare protezione umana.Ma siamo sicuri che la domesticazione si riduca a una semplice questione di ormoni dello stress?
Il capitolo presenta l’esperimento sulla domesticazione delle volpi come una prova quasi definitiva del legame tra selezione per la docilità e cambiamenti fisici e comportamentali, proponendo una spiegazione basata sulla regolazione ormonale. Tuttavia, la complessità del processo di domesticazione e la varietà di tratti che emergono suggeriscono che il quadro potrebbe essere più articolato. Per approfondire, sarebbe utile esplorare la teoria della “sindrome da domesticazione”, che propone meccanismi genetici e di sviluppo più ampi, come l’influenza sulla cresta neurale. Discipline come la genetica evolutiva, la biologia dello sviluppo e l’endocrinologia offrono prospettive cruciali. Per farsi un’idea più completa, è consigliato leggere i lavori di ricercatori come Dmitrij Beljaev, Ljudmila Trut, Adam Wilkins o Richard Wrangham.3. L’Impronta della Docilità: Comportamento e Biologia delle Volpi Addomesticate
La selezione per la docilità porta a profonde trasformazioni nelle volpi, sia nel modo in cui si comportano che nella loro biologia. Le volpi scelte per il loro carattere amichevole sviluppano un legame forte con le persone, mostrando atteggiamenti che ricordano quelli dei cani. Cercano attenzioni, giocano, seguono gli esseri umani e possono persino difenderli abbaiando. Questo legame speciale si vede fin da piccoli nei cuccioli, che rivelano personalità diverse e cercano attivamente l’interazione con le persone.Comportamento e Base Genetica
Mentre alcuni di questi comportamenti vengono appresi vivendo a contatto con gli esseri umani, la tendenza a essere docili o aggressivi ha una base legata ai geni. Questo aspetto è stato studiato con una tecnica chiamata cross-fostering. Si è osservato che i cuccioli nati da madri aggressive ma cresciuti da madri docili tendono a mostrare comportamenti docili, e succede il contrario per i cuccioli nati da madri docili ma cresciuti da madri aggressive. Questo conferma che la predisposizione è scritta nel loro codice genetico.Cambiamenti Fisiologici e Riproduttivi
Insieme ai cambiamenti nel comportamento, si verificano anche modifiche nel corpo delle volpi. Quelle addomesticate hanno livelli più bassi degli ormoni legati allo stress e, al contrario, livelli più alti di serotonina, una sostanza chimica nel cervello associata al benessere e alla calma. Si notano anche cambiamenti nel modo in cui si riproducono. Alcune volpi addomesticate sono in grado di avere cuccioli anche fuori dalla loro solita stagione riproduttiva. Tuttavia, questa capacità non è sempre accompagnata dall’istinto materno che serve per prendersi cura dei piccoli.Aspetto Fisico e Teoria della Selezione
Si osservano anche cambiamenti nell’aspetto fisico delle volpi, come la comparsa di macchie bianche sul pelo. Questi segni sono collegati a come vengono espressi i geni e a come questo influenza lo sviluppo dell’animale quando è ancora un embrione. Questi risultati rafforzano l’idea che la selezione, quando è molto forte e mirata (come nel caso della docilità), non si limita ad accumulare nuove mutazioni genetiche. Piuttosto, agisce modificando l’attività dei geni che l’animale ha già. L’interazione tra i geni e l’ambiente in cui l’animale cresce determina in modo significativo il suo comportamento e la sua biologia.Davvero la sola selezione per la docilità basta a spiegare l’evoluzione di bipedismo, linguaggio e cervello umano?
Il capitolo presenta un’ipotesi affascinante, ma l’associazione diretta tra la selezione per la docilità e l’emergere di tratti complessi e multifattoriali come il bipedismo, l’aumento del volume cerebrale e lo sviluppo del linguaggio potrebbe apparire come una semplificazione eccessiva o una prospettiva specifica all’interno di un dibattito più ampio. Per comprendere meglio la complessità dell’evoluzione umana e valutare il peso della cosiddetta “auto-domesticazione” rispetto ad altri fattori (ambientali, sociali, tecnologici), è utile approfondire gli studi in paleoantropologia, genetica evoluzionistica e scienze cognitive. Un autore da considerare, che ha lavorato sull’ipotesi dell’auto-domesticazione umana, è Brian Hare.5. L’impronta della docilità nel genoma e nella mente
Selezionare le volpi per la docilità porta a cambiamenti significativi non solo nel loro comportamento, ma anche nella cognizione, nella comunicazione e nella morfologia. La ricerca che confronta volpi addomesticate e non selezionate lo dimostra chiaramente. Le volpi addomesticate sono molto abili nell’interpretare segnali sociali umani, come indicare o fissare un oggetto. Le loro capacità sono simili o superiori a quelle dei cani, mentre le volpi non selezionate non mostrano questa abilità. Questo suggerisce che l’intelligenza sociale non è stata selezionata direttamente, ma è un effetto secondario della selezione per la docilità. Le volpi addomesticate sviluppano anche vocalizzazioni uniche, inclusi suoni che ricordano la risata umana, che usano per interagire con le persone. L’analisi di questi suoni conferma la loro somiglianza con la risata umana e la loro assenza nelle volpi aggressive o di controllo.Cambiamenti Fisici e Genetici
Anche le caratteristiche fisiche si modificano con la domesticazione. Le volpi addomesticate tendono ad avere un muso più corto e arrotondato e arti meno slanciati. Questi tratti sembrano derivare dal mantenimento di caratteristiche giovanili nell’età adulta, probabilmente perché mancano le forti pressioni selettive tipiche dell’ambiente selvatico. A livello genetico, la mappatura del genoma delle volpi ha identificato un’area specifica sul cromosoma 12 legata ai tratti della domesticazione. Molti geni in questa regione sono simili a quelli coinvolti nella domesticazione dei cani. L’analisi dell’espressione genica nel cervello mostra differenze tra volpi addomesticate e aggressive, con variazioni nei livelli di produzione proteica di centinaia di geni, inclusi quelli legati alla produzione di serotonina e dopamina.La Teoria della Selezione Destabilizzante
Questi risultati supportano la teoria della selezione destabilizzante. Questa teoria propone che la selezione per un singolo tratto, come la docilità, possa causare una cascata di cambiamenti in altri tratti attraverso alterazioni genetiche e nell’espressione dei geni. Questa idea potrebbe spiegare i processi di domesticazione in diverse specie, inclusa quella umana. Le volpi addomesticate dimostrano la possibilità di creare una nuova stirpe adatta alla convivenza con gli esseri umani, come confermano le esperienze di chi le adotta.È plausibile che un esperimento sulle volpi spieghi la complessa e dibattuta “domesticazione” umana?
Il capitolo presenta l’esperimento sulle volpi come prova di una teoria generale applicabile anche all’uomo. Tuttavia, la “domesticazione” umana è un processo enormemente più complesso e dibattuto, che coinvolge fattori culturali, sociali e ambientali su scale temporali vastissime, non riducibili a un singolo esperimento di selezione artificiale. Per comprendere meglio questa complessità, è utile approfondire gli studi sull’evoluzione umana e sulla teoria dell’auto-domesticazione, leggendo autori come Wrangham o Hare.Abbiamo riassunto il possibile
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