1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Ciarlatani. Fake news e medicina dall’antichità a oggi” di Francesco Percivaldi è un viaggio affascinante che scava nelle radici profonde di come abbiamo affrontato la malattia, mostrando che la lotta tra scienza e credenza non è una novità. Il libro parte da lontano, esplorando la `storia della medicina` fin dall’antichità, quando teorie come quella degli umori dominavano e i `rimedi antichi` spaziavano dal razionale (per l’epoca) al bizzarro, spesso legati a magia e religione. Vediamo come figure come Ippocrate e Galeno hanno cercato di dare un ordine, ma anche come la `ciarlataneria` e la `medicina popolare` con le loro pratiche strane (dal `salasso` all’uso di `mumia` o parti del corpo) siano sempre state presenti, a volte per disperazione, a volte per inganno. Il testo attraversa i secoli, toccando la `dottrina delle segnature` nel Rinascimento e l’influenza del sacro, fino ad arrivare ai giorni nostri, dimostrando che le `fake news mediche` e la `disinformazione COVID-19` non sono fenomeni nuovi, ma l’ultima incarnazione di un problema antico: distinguere la cura efficace dalla promessa vuota. È un libro che ti fa capire quanto le `teorie mediche storiche`, anche quelle più assurde, abbiano plasmato il nostro rapporto con la salute e la malattia attraverso i millenni.Riassunto Breve
La medicina, fin dalle sue origini, si confronta con l’incapacità di curare tutte le malattie, spingendo le persone a cercare rimedi al di fuori degli approcci scientifici. Questa tendenza a rivolgersi a pratiche non basate su prove concrete ha radici profonde nella storia. Inizialmente, la cura era legata a magia e religione, con divinità guaritrici e credenze nel soprannaturale. Anche quando figure come Ippocrate e Galeno sviluppano teorie come quella degli umori, che domina per secoli, permangono pratiche empiriche e l’uso di rimedi popolari. Nel mondo antico e medievale, accanto ai medici qualificati, operano guaritori e ciarlatani che propongono cure fantasiose, spesso basate su credenze come la dottrina delle segnature, che associa la forma di una pianta al suo uso terapeutico, o sull’uso di parti di animali e persino di corpi umani, come la polvere di mummia o il sangue, ritenuti potenti rimedi. Pratiche invasive come il salasso sono diffuse nonostante l’inefficacia e i rischi. La mancanza di conoscenza anatomica e igienica limita ulteriormente la medicina. Con il cristianesimo, la malattia è vista anche come punizione divina, e si cerca guarigione attraverso santi, reliquie o il tocco di sovrani ritenuti taumaturghi. Nonostante i lenti progressi scientifici, come lo studio dell’anatomia o l’identificazione dei microrganismi responsabili delle malattie solo in tempi recenti, la linea tra medicina basata sulle prove e pratiche non scientifiche rimane spesso sfumata. I ciarlatani, venditori di elisir e intrugli, prosperano per secoli, offrendo speranze false ma accessibili. Ancora oggi, in momenti di crisi sanitaria, come dimostrato dalla pandemia di COVID-19, riemergono teorie e rimedi senza fondamento scientifico, che si diffondono sfruttando la paura e la disinformazione. Queste credenze moderne spesso richiamano antiche idee sul corpo e sulla malattia, mostrando come il legame storico tra medicina e credenze non razionali continui a influenzare la percezione della salute e della cura.Riassunto Lungo
1. Le radici antiche della medicina e della ciarlataneria
Per secoli, la medicina si è basata sulla teoria dei quattro umori (sangue, bile gialla, bile nera, flemma). Questa idea, derivata da Ippocrate e Galeno, era collegata alla dottrina dei quattro elementi e sosteneva che la salute dipendesse dall’equilibrio degli umori, mentre la malattia era causata dal loro squilibrio. Le cure miravano a ristabilire l’armonia attraverso dieta, stile di vita o farmaci, ricorrendo alla chirurgia solo in casi estremi per via del dolore e dei rischi.Dalle divinità ai primi medici
In origine, la pratica medica era strettamente legata alla magia e alla religione, con figure divine come Asclepio considerate fonti di guarigione. Col tempo, pensatori come Ippocrate e Galeno iniziarono a organizzare il sapere medico, cercando di dare una base più razionale alla comprensione del corpo e delle malattie. Questo segnò un passo importante verso una medicina meno legata al sacro e più all’osservazione, pur mantenendo teorie che oggi consideriamo superate.Medici e ciarlatani nel mondo antico
Nel mondo antico, in particolare a Roma, convivevano diverse figure mediche: medici stranieri, spesso greci, portavano le loro conoscenze, ma proliferavano anche i ciarlatani. Questi ultimi vendevano rimedi fantasiosi e privi di fondamento scientifico. Plinio il Vecchio, nei suoi scritti, documenta molte di queste cure popolari, spesso a base di piante o parti di animali. Molte di queste ricette si basavano sull’idea che l’aspetto di una pianta o di un animale suggerisse il suo uso terapeutico, un principio che ricorda quello dell’omeopatia.Un problema che dura nel tempo
L’incapacità della medicina del XVII secolo di diagnosticare o curare la poliomielite che colpì Walter Scott da bambino è un esempio di come, anche in epoche più recenti, la medicina ufficiale mostrasse i suoi limiti. Medici esperti furono consultati, ma i loro rimedi non ebbero effetto. Questo fallimento spinge i genitori a cercare cure da persone non qualificate che propongono rimedi inefficaci e strani. Questa situazione evidenzia una persistenza storica: nonostante i progressi scientifici, l’attrazione verso approcci non scientifici alla salute è un problema che esiste ancora oggi, trovando radici nelle pratiche antiche e nella sfiducia o insoddisfazione verso la medicina riconosciuta.Davvero le antiche ricette basate sull’aspetto delle piante sono l’antenato diretto dell’omeopatia, o si tratta di una semplificazione eccessiva?
Il capitolo, nel descrivere le pratiche mediche antiche, accenna a un legame tra le cure popolari basate sull’aspetto di piante o animali e il principio dell’omeopatia. Questa associazione, tuttavia, potrebbe non cogliere appieno le distinzioni fondamentali tra la “dottrina delle segnature” (l’idea che l’aspetto suggerisca l’uso) e i principi cardine dell’omeopatia moderna, come la diluizione estrema e la “memoria dell’acqua”. Per comprendere meglio l’evoluzione del pensiero medico e le differenze tra pratiche basate sull’osservazione empirica (anche se errata) e sistemi teorici specifici come l’omeopatia, è utile approfondire la storia della farmacologia e delle teorie mediche alternative. Studiare autori che hanno analizzato criticamente lo sviluppo della medicina e delle pseudoscienze può fornire gli strumenti per valutare la validità di tali collegamenti storici.2. Guarire tra Antichi Libri e Rimedi Popolari
Con la fine dell’impero romano in Occidente, la medicina classica subisce profondi cambiamenti. Le conoscenze antiche si mescolano a credenze magico-religiose e all’uso di rimedi naturali, spesso portati dalle nuove popolazioni che si stabiliscono. In questo periodo, i medici con una formazione solida sono rari e i loro servizi sono accessibili solo a pochi. Intanto, l’eredità della medicina greca viene preservata e sviluppata nell’Impero Romano d’Oriente e nel mondo arabo. Figure come Dioscoride e Avicenna diventano punti di riferimento fondamentali, le cui opere vengono studiate, tradotte e diffuse, mantenendo viva una parte importante del sapere medico.Visioni della Malattia e Luoghi di Cura
Il pensiero cristiano influenza profondamente la percezione della malattia, che viene spesso interpretata come una punizione divina o una prova. Questa visione sposta l’attenzione dalla cura esclusiva del corpo a quella dell’anima. I conventi diventano centri cruciali per la conservazione e la trasmissione del sapere medico. Qui si copiano antichi testi e si coltivano e utilizzano erbe medicinali. Parallelamente, le donne giocano un ruolo essenziale nella medicina pratica e domestica, tramandando conoscenze sull’uso delle erbe e talvolta ricorrendo a pratiche magiche, soprattutto per la salute della famiglia e le questioni legate alla riproduzione.La Conoscenza del Corpo Umano
La comprensione dell’anatomia umana è limitata per lungo tempo. La pratica della dissezione è rara, spesso scoraggiata da divieti culturali e religiosi. Gran parte delle conoscenze anatomiche si basa quindi su studi condotti su animali, che presentano differenze significative rispetto al corpo umano. Nonostante queste difficoltà, a partire dal XIII secolo, le università iniziano gradualmente a introdurre lo studio dell’anatomia attraverso le prime dissezioni. Questo rappresenta un passo importante, seppur lento, verso una comprensione più scientifica della struttura del corpo.Terapie e Pratiche Mediche
Le terapie disponibili sono molto variegate e riflettono la mescolanza di conoscenze e credenze. Si va dalla medicina dotta, basata sulla teoria degli umori ereditata dall’antichità, ai rimedi popolari che utilizzano erbe, pratiche magiche e preghiere. Le condizioni igieniche sono scarse e la sterilizzazione degli strumenti medici è sconosciuta. Molti trattamenti risultano invasivi, inefficaci o addirittura dannosi, come si può notare confrontandoli con le pratiche mediche più avanzate del mondo arabo dell’epoca. In questo panorama, la scuola medica salernitana si distingue per il suo approccio più pratico e per l’attenzione alla prevenzione delle malattie.Guaritori Pratici e Sapere Empirico
Accanto ai medici formati, operano diverse figure di guaritori pratici. Tra questi ci sono i barbieri, che spesso eseguono piccoli interventi chirurgici e salassi, e i cavadenti. Anche se molte delle loro pratiche non hanno basi scientifiche e possono essere rischiose, alcune ricette popolari a base di erbe dimostrano un’efficacia empirica. Questo suggerisce l’esistenza di una conoscenza pratica delle proprietà curative di certe piante, tramandata di generazione in generazione al di fuori dei circuiti accademici.Il capitolo accenna a pratiche mediche più avanzate nel mondo arabo, ma non spiega perché l’Europa occidentale sembrava arrancare. Non è forse questa una lacuna cruciale per capire il quadro completo?
Il capitolo evidenzia giustamente il divario tra la medicina occidentale post-romana e quella sviluppata nell’Impero Romano d’Oriente e nel mondo arabo, citando figure come Avicenna. Tuttavia, non approfondisce le ragioni profonde di questa disparità. Per comprendere appieno il contesto, sarebbe fondamentale esplorare i fattori che permisero al mondo islamico di preservare, tradurre e sviluppare il sapere antico (come il movimento di traduzione e il mecenatismo), e confrontarli con le condizioni socio-politiche e intellettuali dell’Europa occidentale nello stesso periodo, che potrebbero aver ostacolato un progresso simile. Approfondire la storia della scienza nel mondo islamico e la storia delle istituzioni culturali e mediche nell’Europa medievale può fornire il contesto mancante.3. La Natura come Libro e Farmacia Antica
La natura è stata vista come un grande libro da leggere, un dipinto da ammirare e persino uno specchio capace di riflettere il destino degli esseri viventi. Questa visione si basa sull’antico principio delle “corrispondenze”, secondo cui ogni elemento naturale porta in sé un “segno” che ne rivela la vera essenza e le sue proprietà. Questa credenza affonda le radici nel pensiero di filosofi e medici dell’antichità come Platone, Aristotele, Ippocrate e Galeno, che consideravano il cosmo un organismo vivente le cui parti erano legate da un legame di “simpatia”. Nel Medioevo, questa prospettiva acquisì un significato religioso, interpretando i segni presenti in natura come l'”impronta” lasciata dalla creazione divina.Il Contributo di Paracelso
Nel Rinascimento, la figura di Paracelso portò una svolta significativa nel campo della medicina con l’introduzione della iatrochimica. Questa nuova disciplina interpretava i processi biologici attraverso principi chimici, identificando sale, zolfo e mercurio come elementi fondamentali. Paracelso si dedicò in particolare all’alchimia medica, o spagiria, un metodo per estrarre sostanze curative dalle piante e da altri elementi naturali. Per scoprire quali rimedi utilizzare, si affidava sia all’astrologia sia all’osservazione diretta delle piante: la forma o il colore di una pianta (il suo “signum”) suggeriva per analogia il suo uso terapeutico, come nel caso della noce per il cervello o del fagiolo per il rene. Per le sue preparazioni medicinali innovative, Paracelso è considerato un pioniere della chimica farmaceutica.La Dottrina delle Segnature e le Sue Ramificazioni
Le idee di Paracelso ebbero una vasta influenza su botanici e studiosi successivi, portando alla formalizzazione e alla codifica della “dottrina delle segnature”. Questa dottrina rimase un punto di riferimento importante per la ricerca di rimedi naturali per lungo tempo, persistendo fino all’avvento della farmacologia moderna. Ancora oggi, tracce di questa antica visione si ritrovano in alcune discipline naturali come la fitoterapia e, in modo più controverso, nell’omeopatia. È importante notare che l’omeopatia, basata sul principio “il simile cura il simile”, non ha un riconoscimento di validità scientifica e i suoi effetti vengono generalmente attribuiti all’effetto placebo.Rimedi e Credenze della Medicina Popolare
Accanto alla medicina dotta, si sviluppò la medicina popolare, un sapere che mescolava le conoscenze ereditate dalla tradizione colta con credenze locali e superstizioni. Un esempio molto noto è l’uso della radice di mandragola, impiegata per favorire la fertilità, come afrodisiaco e antidolorifico. La sua forma che ricorda vagamente quella umana ha dato origine a numerose leggende, inclusa la credenza che emettesse un urlo mortale al momento dell’estrazione. Altri rimedi diffusi nella medicina popolare includevano pozioni d’amore, l’elleboro, usato per trattare la pazzia nonostante la sua elevata tossicità, e il giusquiamo, impiegato per il mal di denti, spesso legato alla credenza popolare che questi fossero causati da vermi.Efficacia e Rischi dei Rimedi Antichi
Molti dei rimedi utilizzati in passato non avevano alcuna efficacia comprovata e, in diversi casi, potevano essere tossici o addirittura letali. La medicina popolare, pur diffusa in molte culture, combinava talvolta l’uso di principi attivi reali con teorie non scientifiche e pratiche basate sulla superstizione. Purtroppo, alcune di queste pratiche, come l’estrazione della bile d’orso o l’utilizzo di parti di animali in via d’estinzione come rinoceronti e tigri per presunti scopi curativi, continuano ancora oggi in alcune parti del mondo, causando gravi sofferenze agli animali e danni all’ambiente, nonostante la totale mancanza di basi scientifiche sulla loro efficacia terapeutica.Se la medicina ufficiale del tempo si basava su teorie superate e pratiche rischiose, mentre alcuni “ciarlatani” esploravano vie poi riconosciute dalla scienza, su quali basi si distingueva davvero la “scienza” dalla “ciarlataneria”?
Il capitolo descrive efficacemente la presenza dei ciarlatani e i tentativi di controllo, ma lascia aperta la questione cruciale dei criteri di validazione delle cure in un’epoca in cui la stessa medicina accademica era lontana dagli standard scientifici moderni. La distinzione tra pratiche “utili” e “ingannevoli” non poteva basarsi sull’evidenza empirica rigorosa come la intendiamo oggi. Per comprendere meglio questo contesto, sarebbe utile approfondire la storia della medicina e dell’epistemologia scientifica, esplorando come le conoscenze venissero validate (o meno) prima dell’avvento del metodo scientifico moderno. Autori come Roy Porter o Michel Foucault offrono prospettive sulla storia della medicina e sul potere che definisce i confini del sapere accettato.8. Quando la Scienza Incontra le Antiche Credenze
La grande pandemia di COVID-19 ha segnato un periodo di immense perdite e problemi di salute duraturi in tutto il mondo. Questo evento ha portato a profondi cambiamenti nell’economia, nella società e nella cultura, rappresentando l’impatto più significativo di questo tipo sul mondo occidentale dai tempi dell’influenza spagnola.Il rapido progresso della medicina molecolare ha permesso di identificare presto il virus responsabile e di sviluppare strategie efficaci per fermare la sua diffusione, prevenire l’infezione e curare la malattia. Nonostante i milioni di morti registrati, è chiaro che senza queste scoperte e azioni mediche il numero di vittime sarebbe stato drammaticamente più alto.La Diffusione di Teorie Senza Base Scientifica
Nonostante i successi della scienza, la pandemia ha visto il proliferare di numerose discussioni e teorie completamente prive di fondamento scientifico. Sono circolati rimedi assurdi e pericolosi, come fare gargarismi con la candeggina, o l’idea che bere bevande calde o alcolici potesse uccidere il virus. Altre credenze popolari suggerivano l’assunzione massiccia di vitamina C o proteine per rafforzare l’immunità, o l’applicazione di vaselina nelle narici come barriera. Nessuno di questi metodi ha mai avuto alcuna prova scientifica a supporto.Le Radici delle False Credenze
Molte di queste credenze infondate affondano le loro radici in vecchie idee mediche sbagliate che, pur superate dalla scienza moderna, sono rimaste radicate nella cultura popolare e continuano a diffondersi. Un esempio di come antiche visioni del corpo persistano si trova nell’idea che il fegato sia la sede del coraggio. Questa credenza deriva da un’antica visione del fegato come centro vitale e emotivo, molto diversa dalla nostra comprensione attuale che pone il sistema nervoso al centro delle emozioni e delle funzioni corporee.Paura, Disinformazione e Falsi Esperti
In altri casi, l’adesione a pensieri quasi magici o irrazionali nasce dalla disperazione e dalla paura. Quando le informazioni scientifiche chiare scarseggiano o sono difficili da comprendere, si crea un vuoto che genera confusione e apre la porta a idee fantasiose. Questo terreno fertile viene spesso sfruttato da falsi esperti che promettono speranze infondate, sostituendosi alla medicina basata su prove concrete e causando potenzialmente danni. Comprendere questi fenomeni richiede uno sguardo alla storia, ricordando che medicina e magia hanno avuto origini comuni e che la tendenza a cercare risposte non razionali riemerge in momenti di grande incertezza e paura.Se la scienza è stata così efficace nel contrastare la pandemia, come si spiega la vasta e persistente diffusione di teorie e rimedi privi di fondamento?
Il capitolo giustamente contrappone il successo scientifico alla proliferazione di credenze infondate, ma non esplora a fondo i meccanismi psicologici e sociali che portano all’adesione a tali idee, anche di fronte a prove contrarie. Per comprendere meglio questo fenomeno, sarebbe utile approfondire discipline come la psicologia sociale, la sociologia della conoscenza e lo studio dei bias cognitivi. Autori come Carl Sagan o Steven Pinker hanno esplorato temi legati al pensiero critico e alla razionalità umana, offrendo spunti per capire perché, nonostante i progressi scientifici, la resistenza al pensiero basato sulle prove persista.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]