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Contenuti del libro
Informazioni
ti porta dentro la guerra navale della Prima Guerra Mondiale, una storia pazzesca di ambizioni, tecnologia e scontri epici tra la Royal Navy britannica e la Kaiserliche Marine tedesca. Il libro inizia con la corsa agli armamenti voluta dal Kaiser Guglielmo II e dal suo ammiraglio Tirpitz, che spinge la Gran Bretagna a prepararsi per lo scontro. Ti immergi nelle strategie e nelle battaglie che hanno segnato il conflitto, dal drammatico scontro di Coronel e la vendetta alle Falkland nel Sud Atlantico, alle incursioni sulla costa inglese e le complesse manovre nel Mare del Nord che culminano nella gigantesca battaglia dello Jutland, il più grande scontro di corazzate della storia. Ma non è solo di grandi navi che si parla: il libro esplora anche la disastrosa campagna dei Dardanelli e l’ascesa della guerra sottomarina con gli U-Boot tedeschi, che quasi mettono in ginocchio la Gran Bretagna e portano all’entrata in guerra degli Stati Uniti. Attraverso le vite di figure chiave come Winston Churchill, gli ammiragli Jellicoe e Beatty, e i loro avversari tedeschi, Massie ricostruisce un’epoca di cambiamenti radicali nella guerra in mare, tra errori clamorosi, innovazioni tecnologiche e il destino di imperi. È una lettura avvincente se ti appassiona la storia militare e le storie di uomini al comando di queste incredibili macchine da guerra.Riassunto Breve
La Prima Guerra Mondiale vede la Germania, spinta dall’ambizione dell’imperatore Guglielmo II e dell’ammiraglio Tirpitz di creare una grande flotta, sfidare la supremazia navale britannica. Questa corsa agli armamenti porta la Gran Bretagna a rafforzare le sue alleanze e aumenta le tensioni in Europa. L’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando scatena la guerra. La flotta britannica si mobilita rapidamente, mentre l’ammiraglio tedesco von Spee, con la sua squadra nell’Asia orientale, cerca di danneggiare il commercio britannico nel Pacifico e Sud America. L’ammiraglio britannico Cradock affronta Spee a Coronel con forze inferiori e viene sconfitto. La Royal Navy reagisce inviando rinforzi sotto l’ammiraglio Sturdee, che intercetta e distrugge la squadra di Spee nella battaglia delle Falkland, ristabilendo il controllo britannico nell’Atlantico meridionale. Intanto, l’ammiraglio Fisher torna all’Ammiragliato, promuovendo la modernizzazione della flotta. Le incursioni tedesche sulla costa inglese, come quelle di Yarmouth e Scarborough, mostrano la vulnerabilità delle città costiere, ma la strategia britannica si concentra sulla distruzione della flotta nemica in mare aperto, aiutata dalle intercettazioni di Room 40. Le prime fasi della guerra navale sono segnate da errori e nuove tecnologie come i sottomarini e gli aerei imbarcati. Nel Mediterraneo, la nave tedesca Goeben sfugge alla flotta britannica e raggiunge i Dardanelli, influenzando l’entrata in guerra della Turchia. Nel 1915, la frustrazione per la guerra di trincea porta a cercare alternative. L’attacco navale ai Dardanelli, promosso da Churchill, si rivela un fallimento a causa delle forti difese turche e dei campi minati, trasformandosi in una costosa operazione di terra a Gallipoli che si conclude con una ritirata alleata. La guerra sottomarina tedesca, inizialmente limitata, diventa illimitata per spezzare il blocco britannico. L’affondamento di navi come il Lusitania causa tensioni con gli Stati Uniti. La battaglia dello Jutland, il più grande scontro tra corazzate, vede entrambe le flotte subire perdite. La flotta tedesca, guidata da Scheer, cerca di attirare quella britannica, comandata da Jellicoe e Beatty. Nonostante errori e perdite maggiori per i britannici, la Royal Navy mantiene il controllo strategico del Mare del Nord. Dopo Jutland, la Germania intensifica la guerra sottomarina illimitata, portando gli Stati Uniti a dichiarare guerra nel 1917. La Gran Bretagna adotta il sistema dei convogli e nuove tecnologie antisommergibile, riducendo le perdite. L’arrivo delle truppe americane sul fronte occidentale e l’incapacità della Germania di spezzare il blocco portano al crollo del morale tedesco. La marina tedesca, di fronte alla sconfitta, si ammutina e la flotta viene internata a Scapa Flow, dove viene autoaffondata nel 1919, segnando la fine della marina tedesca e dell’impero. La guerra navale è stata un mix di strategie tradizionali e nuove tecnologie, con battaglie decisive e una guerra sottomarina che ha avuto un impatto cruciale sull’esito del conflitto.Riassunto Lungo
1. L’Incrocio dei Destini Navali
Nel luglio 1914, l’imperatore tedesco Guglielmo II, figura complessa e contraddittoria, salpa per una crociera estiva in Norvegia. La sua personalità , forgiata da un’infanzia segnata da una disabilità fisica e dalle ambizioni di potere, si riflette nella sua politica estera e nell’ossessione per la creazione di una potente marina.La corsa agli armamenti navali
L’imperatore nomina Alfred von Tirpitz, un ammiraglio che condivide la sua ammirazione per la Royal Navy britannica, a capo della marina tedesca. Tirpitz, ispirato dalle teorie di Alfred Mahan sul potere marittimo, avvia un ambizioso programma di costruzione navale che mira a rivaleggiare con la flotta britannica. La decisione di costruire una grande flotta tedesca spinge la Gran Bretagna a stringere alleanze con Francia e Russia, creando un clima di tensione in Europa.La crisi di luglio
L’Austria-Ungheria, un impero in declino, cerca il sostegno della Germania per affrontare la Serbia, ritenuta una minaccia per la sua stabilità . L’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo fornisce il pretesto per un’azione militare contro la Serbia. Mentre la crisi si aggrava, la flotta britannica si mobilita per una revisione reale, un evento che si rivela cruciale quando la situazione precipita. Winston Churchill, primo lord dell’Ammiragliato, decide di non disperdere la flotta e di inviarla a Scapa Flow, una base sicura nel nord della Scozia. La Gran Bretagna, inizialmente neutrale, si trova coinvolta nel conflitto a causa dell’invasione tedesca del Belgio, che ne viola la neutralità .La squadra navale dell’Asia orientale
Nel frattempo, l’ammiraglio tedesco Maximilian von Spee, al comando della squadra navale dell’Asia orientale, si trova nel Pacifico. Di fronte alla dichiarazione di guerra, Spee decide di dirigersi verso le coste del Sud America, dove spera di trovare rifornimenti e di poter danneggiare il commercio britannico. La sua flotta, composta da incrociatori corazzati e leggeri, si muove attraverso il Pacifico.La missione di Cradock
La Royal Navy si impegna a proteggere le rotte commerciali e a contrastare le navi nemiche. L’ammiraglio britannico Christopher Cradock, al comando della stazione del Sud America, riceve l’ordine di proteggere le rotte commerciali e di affrontare la squadra di Spee. Le sue forze, tuttavia, sono inferiori e composte da navi obsolete e con equipaggi poco addestrati. Nonostante ciò, Cradock, spinto da un forte senso del dovere, si prepara ad affrontare il nemico, consapevole dei rischi che corre. La sua decisione di ingaggiare battaglia senza il supporto della nave da battaglia Canopus, e con la promessa non mantenuta dell’incrociatore corazzato Defence, lo porta a un confronto impari con la squadra di Spee.Se l’Ammiraglio Cradock era consapevole dell’inferiorità delle sue forze e dell’imprudenza della sua missione, perché ha scelto di andare incontro a una quasi certa sconfitta, contravvenendo di fatto agli ordini ricevuti e sprecando inutilmente vite umane e risorse?
Il capitolo presenta la decisione di Cradock come frutto di un “forte senso del dovere”, ma questa spiegazione appare semplicistica e non tiene conto di diversi fattori. Cradock era un comandante esperto, non un giovane ufficiale alle prime armi, quindi è improbabile che abbia agito d’impulso. La sua scelta di affrontare la squadra di Spee, pur in condizioni di netta inferiorità , potrebbe essere stata dettata da errate valutazioni strategiche, da pressioni politiche o da una combinazione di questi fattori. Per comprendere appieno le motivazioni di Cradock, è necessario approfondire la psicologia del comando in situazioni di stress e incertezza, nonché analizzare il contesto politico e strategico dell’epoca, con particolare attenzione alle dinamiche interne alla Royal Navy e alle aspettative dell’Ammiragliato britannico. Un utile approfondimento in tal senso potrebbe essere lo studio della biografia di John Jellicoe, comandante della Grand Fleet, e l’analisi delle teorie strategiche di Julian Corbett.2. La Vendetta Navale e la Fine della Squadra Tedesca
La flotta tedesca, guidata dall’ammiraglio von Spee, infligge una pesante sconfitta alla Royal Navy nella battaglia di Coronel. La flotta britannica, comandata dall’ammiraglio Cradock, subisce gravi perdite, con l’affondamento delle navi ammiraglie Good Hope e Monmouth. L’Ammiragliato britannico reagisce inviando rinforzi, tra cui le navi da battaglia Invincible e Inflexible, sotto il comando dell’ammiraglio Sturdee.La reazione britannica
Dopo la vittoria a Coronel, la flotta tedesca si dirige verso le isole Falkland, con l’intenzione di attaccare la stazione radio e le riserve di carbone. La flotta britannica, rinforzata e guidata da Sturdee, intercetta i tedeschi. La battaglia delle Falkland si conclude con la distruzione delle navi corazzate tedesche Scharnhorst e Gneisenau. Successivamente, gli incrociatori leggeri Leipzig e Nürnberg vengono cacciati e affondati.Conseguenze della battaglia
La battaglia delle Falkland rappresenta una completa inversione di rotta rispetto alla sconfitta di Coronel. Grazie alla superiorità numerica e alla potenza di fuoco delle navi da battaglia, la flotta britannica annienta la flotta tedesca. La battaglia segna la fine della squadra navale tedesca dell’Asia orientale e vendica le perdite subite a Coronel. La nave tedesca Dresden, unica superstite, viene inseguita e affondata successivamente, ponendo fine alla minaccia navale tedesca nell’Atlantico meridionale. La vittoria britannica alle Falkland ristabilisce il prestigio della Royal Navy e dimostra la sua capacità di reagire rapidamente a una sconfitta.Se la superiorità numerica e la potenza di fuoco delle navi britanniche erano così schiaccianti, come mai la flotta tedesca ha osato attaccare le Falkland, andando incontro a una sconfitta certa?
Il capitolo descrive la battaglia delle Falkland come una vittoria schiacciante per la flotta britannica, grazie alla sua superiorità . Tuttavia, non viene analizzato il motivo per cui l’ammiraglio von Spee abbia deciso di attaccare le Falkland, pur essendo consapevole di tale inferiorità . Per comprendere meglio questo aspetto, sarebbe utile approfondire le discipline della strategia navale e della psicologia del comando, con un focus sulle decisioni prese in condizioni di forte svantaggio. A tal proposito, si potrebbero consultare gli scritti di Alfred Thayer Mahan, uno dei più influenti teorici della strategia navale, o quelli di Carl von Clausewitz, il cui “Della guerra” offre un’analisi approfondita del processo decisionale in ambito militare.3. Il Ritorno di Fisher e le Incursioni Costiere
L’ammiraglio Fisher e Winston Churchill svilupparono un forte legame, che portò Fisher a tornare all’Ammiragliato. Nonostante l’età avanzata, Fisher giocò un ruolo chiave nella modernizzazione della flotta, promuovendo l’uso del petrolio e la costruzione di nuove navi. Tuttavia, la sua visione strategica entrò in conflitto con quella di Churchill, in particolare riguardo all’operazione nel Baltico.La flotta inglese e le sfide tecniche
La Royal Navy, guidata da Jellicoe, si trovò a fronteggiare una flotta tedesca tecnicamente avanzata. Jellicoe, preoccupato per la sicurezza delle sue navi, entrò in contrasto con l’Ammiragliato sulla distribuzione delle forze. L’Ammiragliato tentò di ingannare i tedeschi con navi finte, ma senza successo. Le incursioni tedesche sulla costa inglese, come quella di Yarmouth, rivelarono la vulnerabilità delle città costiere. Nonostante i rischi, l’Ammiragliato decise di non disperdere le forze, concentrandosi sulla distruzione della flotta nemica.Le incursioni tedesche e la risposta inglese
L’intercettazione delle comunicazioni tedesche, grazie a “Room 40”, permise agli inglesi di prevedere le mosse nemiche, anche se non sempre con precisione. La successiva incursione su Scarborough, Whitby e Hartlepool causò molte vittime civili e suscitò indignazione nel paese. Nonostante le perdite, l’Ammiragliato mantenne la sua strategia, preferendo la distruzione della flotta nemica alla difesa delle coste. La flotta tedesca, guidata da Hipper, riuscì a bombardare le città costiere, ma la sua ritirata fu ostacolata da problemi di comunicazione e dal maltempo. L’Ammiragliato, grazie alle informazioni di Room 40, aveva previsto l’attacco, ma non la presenza dell’intera flotta tedesca. La decisione di non difendere le città costiere, ma di intercettare le navi tedesche al ritorno, fu una scelta strategica che rimase segreta al pubblico.Se la strategia di blocco navale a distanza della Gran Bretagna era così innovativa ed efficace da cogliere di sorpresa la Germania, perché la battaglia della Baia di Helgoland, pur concludendosi con una vittoria britannica, ha evidenziato gravi carenze tattiche e di coordinamento proprio nella flotta britannica?
Il capitolo presenta una contraddizione: da un lato, si esalta l’efficacia della strategia navale britannica, dall’altro, si ammette che la prima grande battaglia navale ha messo in luce problemi significativi proprio nella flotta che avrebbe dovuto beneficiare di tale strategia. Per comprendere meglio questa apparente incongruenza, sarebbe utile approfondire gli studi di strategia militare, con particolare attenzione alle teorie di Alfred Thayer Mahan sull’importanza del dominio dei mari. Inoltre, per un’analisi più dettagliata delle tattiche navali dell’epoca, si potrebbero consultare gli scritti di Julian Corbett, che ha offerto una prospettiva diversa rispetto a Mahan, enfatizzando l’importanza del controllo delle rotte marittime piuttosto che la ricerca della battaglia decisiva. Infine, per comprendere meglio le dinamiche interne alla Royal Navy e le personalità dei suoi comandanti, un’analisi approfondita delle biografie di Jellicoe e Beatty potrebbe rivelarsi illuminante.12. Sottomarini, Mine e la Caduta di un Principe
La marina britannica, inizialmente concentrata su grandi navi da battaglia dotate di cannoni potenti, si trovò a fronteggiare nuove minacce: i sottomarini e le mine. I sottomarini, capaci di rendersi invisibili, potevano lanciare siluri, mentre le mine esplodevano al contatto con lo scafo. Nonostante l’iniziale scetticismo, figure come Fisher riconobbero il potenziale dei sottomarini, definendoli “le corazzate del futuro”. La Gran Bretagna, pur avendo più sottomarini di altre nazioni, possedeva principalmente modelli obsoleti, inadatti a operazioni in mare aperto. La Germania, inizialmente riluttante, sviluppò anche i propri sottomarini, gli U-Boot, che inizialmente erano destinati a ruoli difensivi. I primi successi dei sottomarini tedeschi, come l’affondamento dell’incrociatore Hela, dimostrarono la loro efficacia.L’Impatto dei Sottomarini e delle Mine
L’affondamento di tre incrociatori britannici da parte di un singolo U-Boot, comandato da Otto Weddigen, causò grande shock in Gran Bretagna. Questo evento, insieme alla perdita della corazzata Audacious a causa di una mina, rivelò la vulnerabilità della flotta britannica. Le basi navali, come Scapa Flow, si dimostrarono inadeguate e prive di difese contro sottomarini e mine. La mancanza di basi sicure costrinse la flotta a continui spostamenti, logorando navi ed equipaggi. La difesa di Scapa Flow fu improvvisata, con cannoni e reti antisommergibile. Jellicoe, comandante della flotta, espresse preoccupazione per la vulnerabilità delle basi, che lo portò a spostare la flotta più a ovest.Le Conseguenze Politiche e Sociali
La crescente preoccupazione per le perdite in mare e la mancanza di basi sicure portarono a critiche nei confronti dell’Ammiragliato e del suo leader, Churchill. Le critiche si concentrarono anche su Prince Louis of Battenberg, il Primo Lord del Mare, a causa delle sue origini tedesche.La Caduta di Battenberg
La pressione dell’opinione pubblica e le accuse di slealtà portarono alle dimissioni di Battenberg. La sua partenza non fermò le accuse di slealtà verso figure di spicco, come Haldane, e portò anche la famiglia reale a cambiare il proprio nome in Windsor. La vicenda di Battenberg dimostra come la paura e il pregiudizio possano influenzare le decisioni in tempo di guerra, portando alla rimozione di figure competenti.Se la Gran Bretagna era consapevole della minaccia dei sottomarini e delle mine, perché la flotta si trovò così impreparata e vulnerabile, con basi inadeguate e navi obsolete? Non è forse questa una grave negligenza da parte dell’Ammiragliato, piuttosto che una semplice “mancanza di basi sicure”?
Il capitolo evidenzia come la marina britannica, pur riconoscendo il potenziale dei sottomarini, fosse ancora legata a una visione strategica incentrata sulle grandi navi da battaglia. Tuttavia, la descrizione delle gravi conseguenze dell’impreparazione britannica, come la perdita di navi e la vulnerabilità delle basi, solleva interrogativi sulla reale efficacia della leadership dell’Ammiragliato. Per comprendere appieno le dinamiche decisionali e le eventuali responsabilità , sarebbe utile approfondire la storia navale e la strategia militare dell’epoca, con particolare attenzione alle teorie di Alfred Thayer Mahan e Julian Corbett sull’importanza del dominio marittimo. Inoltre, un’analisi delle dinamiche politiche interne all’Ammiragliato e delle personalità chiave come Churchill e Fisher potrebbe fornire un quadro più completo delle ragioni dietro le scelte strategiche, e delle loro conseguenze.Abbiamo riassunto il possibile
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