1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Biopolitica e liberalismo. Detti e scritti su potere ed etica 1975-1984” di Michel Foucault non è la solita raccolta di saggi, ma un viaggio pazzesco nel modo in cui il `potere` funziona davvero, lontano dall’idea che sia solo roba di stato o leggi. Foucault ti fa vedere come il `potere` agisce nel `discorso`, nella `storia` vista come una serie di eventi, e persino in cose super personali come il `sesso` e la ricerca della sua `verità`. Esplora come siamo passati dal `potere pastorale`, che si prendeva cura delle anime, alla `ragion di stato` e alla `governamentalità` moderna, che gestisce intere popolazioni attraverso la `normalizzazione` e la `sicurezza`. Il libro analizza come il `liberalismo`, pur parlando di `libertà`, crei nuove forme di controllo e sorveglianza, influenzando la nostra stessa `soggettività`. Non ci sono personaggi nel senso classico, ma piuttosto concetti potenti e pratiche che plasmano individui e società in vari “luoghi” come prigioni, scuole, ospedali e persino l’organizzazione dello spazio urbano. Alla fine, ti spinge a pensare all’`etica` non come un codice, ma come una pratica per costruire la propria esistenza e resistere alle forme di assoggettamento.Riassunto Breve
Il potere non è qualcosa che sta fuori o sopra le cose, ma funziona dentro il discorso e le relazioni, come parte di un sistema strategico. Il discorso è fatto di eventi politici che portano e dirigono il potere. L’analisi guarda come il discorso lavora in questo sistema, non chi parla o cosa pensa. La storia stessa è vista come una serie di eventi, non solo strutture fisse, e questi eventi possono essere anche cose come il controllo delle nascite o i modi di mangiare. C’è una ricerca, chiamata archeologia del sapere, che cerca questi eventi discorsivi passati per capire come siamo arrivati a essere quello che siamo oggi. I rapporti di potere sono tanti e complicati, non sono organizzati come una piramide. La tecnologia del potere e lo sviluppo di come si produce sono collegati. Il corpo umano è una forza che produce, ma esiste dentro un sistema politico che lo costringe a lavorare; il lavoro è un obbligo del potere. Le lotte esistono, ma non sono contraddizioni logiche o processi dialettici. Il potere politico non è solo nello Stato, ma agisce in tanti posti come la famiglia o i rapporti tra persone singole. Cambiare la società vuol dire cambiare questi rapporti piccoli di potere. Un esempio di come funziona il potere oggi è il Panopticon, che mostra un sistema basato sulla sorveglianza continua, usato in prigioni, ospedali, scuole, e che si trova un po’ ovunque nella società moderna. Chi studia queste cose crea strumenti per capire il potere, ma come questi strumenti vengono usati politicamente non si può sapere o controllare prima. La società occidentale ha un grande interesse per la verità sul sesso, non solo per proibirlo, ma per spingere a parlarne e studiarlo. Questo viene dalla confessione cristiana, dalla letteratura erotica e dalla medicina che classifica le pratiche sessuali. L’Occidente ha creato una “scienza del sesso” che analizza il desiderio e cerca di cambiare le persone interrogandole. Questo legame tra sesso e verità è un modo per esercitare potere, che in Occidente usa sempre più la norma e la normalizzazione, distinguendo ciò che è normale da ciò che non lo è. Questo potere che normalizza si applica a tante cose, come la follia o l’infanzia, e si vede nella medicina e nella giustizia. Rendere le persone normali e curarle è un modo efficace di usare il potere. Questo processo è legato al capitalismo, che ha bisogno di controllare i corpi e i comportamenti per produrre di più. Le relazioni di potere sono dappertutto e permettono a certi gruppi di dominare, senza che ci sia una sola fonte centrale di potere. Cercare la verità sul sesso diventa così un modo per gestire e controllare le persone. La storia del potere in Occidente mostra un modo di pensare specifico, diverso da quello economico o scientifico. Si passa dalla punizione come vendetta del re alla sorveglianza e alla disciplina continua, come nel sistema delle prigioni. La disciplina diventa una tecnica politica per controllare le persone. C’è anche il potere pastorale, che viene da lontano e che il Cristianesimo ha reso più forte. Questo potere guida un gruppo di persone, non un territorio, e si occupa di salvare e conoscere ogni singola persona nei dettagli, chiedendo obbedienza e confessione. Questo è diverso dal pensiero politico greco, che pensava alla città e al cittadino come parte di un tutto. Gli Stati moderni mettono insieme l’idea di rafforzare lo Stato con la logica pastorale di guidare e conoscere le persone. La “polizia” in passato era una tecnica di governo che si occupava della vita delle persone (salute, lavoro, moralità) per farle stare bene e così rendere lo Stato più forte. L’oggetto del governo diventa la popolazione come insieme di individui vivi. Questa unione di potere statale e potere pastorale crea un dominio che è sia totale che si occupa del singolo. Capire il potere vuol dire analizzare i modi specifici di pensare che lo sostengono. L’analisi guarda il modo di pensare che guida le istituzioni e le azioni umane, che può anche usare la violenza. Il problema è la natura di questo modo di pensare violento. Essere una persona, avere un’identità, sono visti come problemi politici, non cose naturali, e l’idea di sé come la psicologia la descrive è vista come una prigione. Lo Stato moderno si interessa alla vita e alla salute delle persone ma fa anche massacri di massa. Questo controllo sulla vita e la violenza sono tipici delle società moderne. La libertà non è un dato di fatto, ma un rapporto tra chi governa e chi è governato, che viene sempre creato e gestito. Il governo liberale, nato nel Settecento, non solo dà libertà, ma ha bisogno di libertà (di mercato, di proprietà) per funzionare. Il liberalismo dice di gestire le condizioni per essere liberi, promettendo di “produrre” la libertà. Ma produrre libertà vuol dire anche mettere limiti e controlli. La libertà non è un’area da rispettare, ma qualcosa che si fabbrica continuamente, con costi e obblighi. La regola è proteggere le persone dai pericoli. Le strategie di sicurezza diventano la base del liberalismo. Il liberalismo mette le persone in una situazione di pericolo percepito, creando una “cultura del pericolo” (malattie, crimine) che è parte del sistema. Le tecniche di controllo aumentano insieme alle libertà e le bilanciano. Il panottismo è visto come un modo generale di governare in modo liberale basato sulla sorveglianza. I meccanismi che cercano di creare più libertà con più controllo (come il Welfare) possono sembrare una minaccia alla libertà stessa. Questo porta a crisi del governo, per il costo della libertà, per troppi meccanismi di aiuto o perché i sistemi che dovevano creare libertà finiscono per distruggerla. Queste crisi del liberalismo sono legate alle crisi del capitalismo, ma sono crisi specifiche del modo di governare. Nel Settecento si pensa all’architettura e all’urbanistica come strumenti per governare. I libri politici parlano di come organizzare le città, l’igiene, le case, viste come cose che servono a mantenere l’ordine e la moralità. La città diventa un modello per governare tutto il territorio, e l’idea di “polizia” si allarga a regolare il comportamento di tutti. Nell’Ottocento, nuovi problemi legati allo spazio (malattie in città, rivolte) e nuove tecnologie (treni, elettricità) cambiano il rapporto tra spazio e potere. Lo spazio non è più solo architettura, ma diventa compito di ingegneri e tecnici che si occupano dello sviluppo del territorio. L’architettura di per sé non rende liberi o oppressi. La libertà è una pratica, e gli effetti di un progetto dipendono da come le persone usano lo spazio. Un progetto fatto per dare libertà può finire per opprimere se le pratiche sociali lo permettono, come nel caso del Familistère di Godin che aveva aspetti di sorveglianza. L’architetto non ha un potere diretto come un medico, ma i suoi progetti partecipano alle tecniche di potere che usano l’organizzazione dello spazio. Il sapere dell’architettura è una *téchne*, un modo pratico di pensare per raggiungere uno scopo, che può usare la scienza ma è diverso dalle scienze esatte. La sua storia fa parte della storia di come si governano le persone e le società. Si pensa all’etica come a una pratica, a un modo di vivere, che pone domande alla politica su problemi concreti e generali che riguardano tutti, come la follia o la sessualità. Si critica l’idea che il potere si basi solo sul consenso, mostrando che le relazioni di potere includono sempre il dominio e che nuove forme di sottomissione possono nascere anche in nome della libertà. L’analisi cerca di trovare e mettere in discussione dove non c’è consenso nelle relazioni di potere. La storia serve a criticare il presente e a non avere nostalgia del passato. La ricerca si concentra sul rapporto tra la persona, la verità e come si forma l’esperienza. Cambiando un po’ il progetto di studio, si guarda alla sessualità non solo come confine tra sapere e potere, ma come qualcosa che diventa desiderio per la persona stessa, studiando testi antichi greci e latini. Questo lavoro si lega ai temi precedenti, che esplorano come aspetti della vita umana entrano in “giochi di verità” e come la persona viene coinvolta. Si fa una differenza tra le morali antiche, che pensavano all’etica e a come praticare la libertà, creando la propria esistenza come un’opera d’arte, e le morali nate col Cristianesimo, basate sull’obbedienza a regole. L’interesse per l’antichità nasce perché l’idea di morale come obbedienza sta scomparendo, e serve cercare un modo di vivere che sia un’estetica dell’esistenza. Il sapere sul corpo, la sessualità e le discipline non dice cosa fare, ma mostra come funzionano i meccanismi sociali, la repressione e la costrizione, dando alle persone la possibilità di scegliere come vivere in modo consapevole. Non esiste una persona unica e universale che decide tutto. La persona si forma attraverso l’essere sottomessa o, in modo più libero, attraverso pratiche di liberazione e libertà, influenzate dalla cultura. In politica, non si accetta la realtà così com’è. Bisogna agire contro le situazioni in cui si è sottomessi. Ci sono verità diverse e modi diversi di dirle. I cittadini hanno il diritto e il dovere di chiedere la verità (parresìa) ai governi su quello che fanno, ma senza pensare di dover decidere al posto loro, perché non hanno tutte le informazioni. Riguardo ai libri, spesso non vengono letti o capiti male. Sarebbe meglio che i libri fossero letti per quello che sono, senza guardare chi li ha scritti, magari usando nomi falsi o non mettendoli, così il testo viene giudicato per quello che vale.Riassunto Lungo
1. Il Potere Trama nel Discorso e negli Eventi
Il potere non è qualcosa che esiste al di fuori del discorso, né è la sua origine. Funziona invece proprio attraverso il discorso, che è una parte di un sistema strategico di relazioni di potere. Il discorso stesso è una serie di eventi politici che portano avanti e guidano il potere. Per capire come funziona questo sistema, l’analisi si concentra sul modo in cui il discorso opera al suo interno, senza cercare chi parla o quali siano le sue intenzioni.Il Discorso e la Storia come Eventi
Il discorso viene visto come una serie di eventi specifici. Vengono stabiliti legami tra questi eventi legati al linguaggio e altri eventi che accadono nell’economia, nella politica o nelle istituzioni. La storia stessa è considerata una successione di eventi, non solo di strutture che rimangono fisse nel tempo. Eventi storici possono essere fenomeni concreti come il controllo delle nascite in una certa epoca o i cambiamenti nelle abitudini alimentari di una popolazione.L’Archeologia del Sapere
Per ritrovare questi eventi legati al discorso, si usa un metodo chiamato “archeologia del sapere”. È una ricerca che va a cercare questi eventi come se fossero registrati in un grande archivio del passato. Lo scopo è ricostruire un quadro storico completo, considerando le sue dimensioni politiche, economiche e legate alla sessualità. Questo aiuta a capire come siamo arrivati ad essere quello che siamo oggi, mostrando come siamo legati a eventi discorsivi accaduti in passato.La Natura Complessa delle Relazioni di Potere
Le relazioni di potere sono molteplici e molto complesse, non seguono un modello semplice e gerarchico come una piramide. La tecnologia usata per esercitare il potere e lo sviluppo delle capacità produttive sono strettamente connessi. Il corpo umano, inteso come una forza che può produrre, esiste all’interno di un sistema politico che lo costringe a lavorare. Il lavoro, quindi, non è una caratteristica innata dell’uomo, ma un obbligo imposto da meccanismi di potere che agiscono sul corpo. Processi di conflitto e lotta esistono concretamente nella realtà. Tuttavia, non sono visti come contraddizioni logiche o processi che seguono le regole della dialettica. Usare il termine “dialettica” non descrive in modo preciso e concreto i processi di potere che si osservano.Il Potere nella Vita Quotidiana
Il potere politico non si limita alle grandi strutture dello Stato. Agisce in una grande varietà di luoghi e situazioni della vita di tutti i giorni, come all’interno della famiglia, nelle relazioni legate alla sessualità, nel modo in cui vengono trattate le persone con disturbi mentali, e nei rapporti tra le singole persone. Per cambiare la società nel suo complesso, è necessario trasformare questi rapporti di potere che agiscono a livello più piccolo e quotidiano.Il Panopticon: Un Esempio di Tecnologia del Potere
Il Panopticon, un progetto architettonico ideato da Bentham, è un esempio di un nuovo tipo di sistema di potere. Si basa sull’idea di includere le persone in uno spazio e sorvegliarle costantemente. Questa tecnica di potere può essere applicata in diverse istituzioni, come prigioni, ospedali o scuole. Rappresenta bene una tecnologia di potere che si è diffusa nella società moderna, basata sulla visibilità e sul controllo.Il Ruolo dell’Intellettuale
L’intellettuale ha il compito di creare strumenti e metodi per analizzare e comprendere come si manifesta il potere. L’uso politico che viene fatto di questi strumenti non è qualcosa che l’intellettuale può prevedere o controllare completamente. Le idee e gli strumenti di analisi possono essere usati per scopi diversi da quelli per cui sono stati creati.Se il potere “trama nel discorso e negli eventi” e agisce attraverso gli individui, come è possibile concepire una reale resistenza o un conflitto che non sia già parte di questa “trama”?
Il capitolo descrive un sistema di potere estremamente diffuso e pervasivo, che opera attraverso il linguaggio, gli eventi e persino i corpi, mettendo in secondo piano l’intenzione o la volontà del singolo. Questo approccio, pur efficace nel mostrare la capillarità del potere, lascia aperta la questione di come sia possibile un’azione autenticamente trasformativa o una lotta che non sia semplicemente un riassetto interno delle relazioni di potere esistenti. Per esplorare le possibilità di agency e resistenza all’interno di strutture di potere complesse, potrebbe essere utile confrontarsi con prospettive che analizzano la dialettica tra struttura e azione individuale o collettiva. Approfondire autori come Gramsci, che discute il concetto di egemonia e la possibilità di contro-egemonia, o pensatori che si occupano di movimenti sociali e pratiche di resistenza quotidiana, potrebbe fornire strumenti per colmare questa lacuna analitica.2. Sesso, Verità e Potere in Occidente
La società occidentale mostra un interesse costante e profondo per scoprire la verità sul sesso. Questo interesse non si limita a vietare o reprimere, ma spinge attivamente a parlare del sesso e a indagarlo in ogni suo aspetto. Questa tendenza si è sviluppata lungo diverse direttrici storiche che si sono intrecciate nel tempo. Tra queste, spicca l’obbligo imposto dalla religione cristiana di confessare i peccati legati alla carne, che ha richiesto descrizioni dettagliate di pensieri e azioni sessuali. Anche la letteratura erotica ha contribuito, cercando di esplorare e rivelare la verità più intima del piacere umano. Infine, l’approccio medico-psichiatrico ha introdotto un metodo scientifico per classificare, analizzare e interrogare le pratiche sessuali.La scienza del sesso occidentale
Questo intenso interesse ha portato l’Occidente a costruire una vera e propria “scienza del sesso”. Questa disciplina si distingue nettamente dalle arti erotiche presenti in altre culture, il cui scopo principale è spesso quello di aumentare e raffinare il piacere. La scienza del sesso occidentale, invece, si concentra sull’analisi approfondita del desiderio e mira a modificare la persona stessa attraverso un processo continuo di interrogazione e interpretazione. Cerca di definire, misurare e spiegare ogni aspetto della sessualità umana.Sesso, verità e l’esercizio del potere
Il rapporto tra sesso e verità è strettamente legato a come viene esercitato il potere nella società occidentale. Il potere qui non agisce solo attraverso leggi e divieti espliciti che impongono cosa non fare. Sempre più spesso, opera tramite la norma e il processo di normalizzazione, stabilendo cosa è considerato “normale” e cosa si discosta da questa norma. Questo potere basato sulla norma si estende a molti altri ambiti dell’esistenza, influenzando come vengono trattate condizioni come la follia o fasi della vita come l’infanzia. Si manifesta in modo evidente e potente all’interno di istituzioni fondamentali come la medicina e il sistema giudiziario.Normalizzazione e controllo nella società capitalista
La medicalizzazione e la normalizzazione degli individui sono diventati strumenti estremamente efficaci per l’esercizio di questo tipo di potere. Questo processo storico è profondamente connesso allo sviluppo del capitalismo. Il sistema capitalistico richiede, infatti, una sorveglianza precisa e una gestione attenta dei corpi e dei comportamenti delle persone per massimizzare la produttività e l’efficienza. Le relazioni di potere non provengono da un’unica fonte centrale, ma sono diffuse in tutta la società, permettendo a certi gruppi di mantenere la loro posizione dominante. La ricerca della verità sul sesso diventa così un elemento cruciale nel complesso sistema di gestione e controllo degli individui.Perché il capitolo contrappone in modo così netto la “scienza del sesso” occidentale alle “arti erotiche” di altre culture, rischiando una visione semplificata e potenzialmente eurocentrica?
Il capitolo presenta una dicotomia forse troppo rigida tra l’approccio occidentale, orientato alla verità e all’analisi, e quello di altre culture, descritto come focalizzato unicamente sul piacere. Questa distinzione rischia di non rendere giustizia alla complessità e alla varietà dei saperi e delle pratiche sessuali esistenti nel mondo, molti dei quali includono forme di conoscenza, regolamentazione e significato che vanno oltre la mera dimensione edonistica. Per arricchire la prospettiva e superare questa potenziale semplificazione, sarebbe utile esplorare gli studi di antropologia della sessualità e confrontarsi con autori che hanno analizzato le diverse costruzioni culturali del corpo e del desiderio in contesti non occidentali, come M. Mead.3. Il Pastore e lo Stato: Due Volti del Potere
Il potere in Occidente ha sviluppato un modo di funzionare tutto suo, diverso da come funziona l’economia o la scienza. Questo modo si vede nelle tecniche usate per controllare le persone, tecniche che cambiano nel tempo. Un cambiamento importante è stato il passaggio dalla punizione vista come vendetta del re a un controllo costante e a una disciplina continua. Questo si nota bene nel sistema penale a partire dal Settecento. La disciplina è diventata uno strumento di governo per tenere sotto controllo i singoli individui.Il Potere del Pastore: Guidare le Persone
C’è un altro tipo di potere, chiamato pastorale, che è nato in Oriente ed è diventato molto forte con il Cristianesimo. Questo potere si occupa di guidare un gruppo di persone, come un pastore guida il suo gregge, non di controllare un territorio. Il suo scopo è guidare le persone verso la salvezza e conoscere a fondo ogni singola persona. Chi è guidato deve obbedire completamente. Tra chi guida e chi è guidato c’è un legame morale forte, che a volte si basa sulla confessione e sull’analisi di sé. Questo modo di pensare è diverso dal modo di pensare la politica nell’antica Grecia, dove l’attenzione era sull’importanza della città e sul cittadino come parte della comunità, non sul singolo individuo da guidare e conoscere intimamente.Gli Stati Moderni: Unione di Due Logiche
Gli Stati di oggi mettono insieme due idee di potere: quella della “ragion di Stato”, che vuole rendere lo Stato più forte rispetto agli altri, e quella pastorale, che si concentra sulla guida e la conoscenza delle persone. Tra il Seicento e il Settecento, la “polizia” non era solo un’istituzione, ma un modo di governare che si prendeva cura della vita delle persone (la loro salute, il cibo, il lavoro, il commercio, la moralità). Questo veniva fatto per garantire la felicità dei cittadini e, così facendo, rafforzare lo Stato stesso. Le persone, considerate come un insieme di vite, diventano l’oggetto principale di questo tipo di controllo.La Natura del Potere Moderno
Mettere insieme il potere dello Stato, che è centralizzato e riguarda tutti, con il potere pastorale, che si occupa di ogni singolo individuo, crea un modo di controllare che riguarda tutti (totalitario) ma anche ogni singola persona (individualizzante). Per capire il potere, quindi, non basta denunciare la violenza o le istituzioni. Bisogna guardare ai modi particolari di pensare che lo rendono possibile e che guidano le sue azioni.Se l’architettura non è buona o cattiva in sé e la libertà è un’azione, non è forse riduttivo attribuire all’organizzazione degli spazi un ruolo così diretto nel “governare” i comportamenti e persino nell’esercitare forme di “dominio” non consensuale?
Il capitolo, pur evidenziando il cambiamento storico nella percezione dello spazio come strumento di governo e potere, rischia di non approfondire a sufficienza i meccanismi complessi attraverso cui il design spaziale interagisce con le pratiche sociali e le relazioni di potere. La semplice disposizione di muri o strade non determina in modo univoco il comportamento umano o l’esercizio del dominio; piuttosto, lo spazio è esso stesso prodotto e riprodotto dalle interazioni sociali e dalle dinamiche di potere. Per comprendere meglio questa complessità, sarebbe utile esplorare gli studi che analizzano lo spazio non solo come contenitore, ma come dimensione attiva delle relazioni sociali e del potere. Approfondire autori come Foucault, che ha analizzato il rapporto tra spazio, potere e istituzioni, o Lefebvre, che ha teorizzato la produzione sociale dello spazio, può offrire strumenti critici per superare una visione deterministica dell’architettura e dell’urbanistica. Discipline come la sociologia urbana, la geografia critica e gli studi urbani possono fornire il contesto necessario per cogliere le sfumature di questo rapporto.6. L’Arte di Esistere nei Giochi di Verità
La ricerca si concentra sul rapporto tra l’individuo, la verità e come si forma l’esperienza di sé. All’inizio, il progetto di studio guardava alla sessualità vista come un confine tra sapere e potere. Poi, l’attenzione si è spostata su come la sessualità diventi un desiderio per la persona stessa. Questo cambiamento ha richiesto di analizzare testi antichi, sia greci che latini. Questa indagine si lega a temi già trattati, come la storia della follia o delle diverse discipline. Questi argomenti mostrano come certi aspetti della vita umana entrino a far parte di “giochi di verità” e come la persona sia coinvolta in questo processo.Morali a Confronto: Libertà vs. Obbedienza
Esiste una differenza tra le morali del mondo antico e quelle nate con il Cristianesimo. Le morali antiche mettevano al centro l’etica e la pratica della libertà. L’esistenza era vista come un’opera d’arte personale da elaborare e costruire. Quelle cristiane, invece, si basano sull’obbedienza a un codice di regole stabilite. Oggi, l’idea di morale come semplice obbedienza sta scomparendo. Questo rende necessario cercare nuovi modi di pensare l’esistenza, quasi come un’estetica personale.Come il Sapere Plasma l’Individuo
Il sapere accumulato su corpo, sessualità e diverse discipline non serve a dire come ci si deve comportare. Piuttosto, mostra come funzionano i meccanismi sociali, la repressione e le costrizioni. Offre alle persone la possibilità di capire questi meccanismi per potersi determinare e scegliere la propria esistenza in modo consapevole e informato. Non esiste un soggetto unico e universale, già dato in partenza. La persona si forma attraverso pratiche che possono portarla all’assoggettamento o, in modo più autonomo, a pratiche di liberazione e libertà. Queste pratiche sono sempre influenzate dal contesto culturale in cui si vive.Verità e Impegno nella Sfera Pubblica
In ambito politico, non si può accettare passivamente la realtà così com’è. È necessario agire contro le situazioni in cui le persone vengono asservite o private della loro libertà. Esistono verità differenti e modi diversi di esprimerle nella società. I cittadini hanno il diritto e il dovere di chiedere la verità, un concetto chiamato ‘parresìa’, ai governi riguardo alle loro azioni e decisioni. Questo non significa però che i cittadini debbano assumere il ruolo di chi deve prendere le decisioni, perché spesso mancano le informazioni necessarie per farlo.Sulla Lettura dei Testi
Quando si leggono i libri, spesso si nota che non vengono letti attentamente o che il loro significato viene distorto. Questo impedisce di cogliere appieno il messaggio che l’autore intendeva comunicare. Sarebbe meglio che i libri fossero letti per quello che sono, per il loro contenuto intrinseco, indipendentemente da chi li ha scritti. Concentrarsi solo sul testo permette una valutazione più oggettiva e profonda. Questo suggerisce che l’uso dell’anonimato o di uno pseudonimo potrebbe aiutare il testo a essere valutato solo per le sue qualità. In questo modo, il lettore si concentrerebbe unicamente sul messaggio veicolato dalle parole.Ma se il sapere e le pratiche che ci formano sono già parte di ‘giochi di verità’ che possono assoggettare, come possiamo davvero usarli per una scelta ‘consapevole e informata’ della nostra esistenza?
Questa domanda tocca un punto critico del capitolo. Si afferma che il sapere sui meccanismi sociali permette di determinarsi autonomamente, ma si riconosce anche che la persona si forma attraverso pratiche influenzate dal contesto culturale che possono portare all’assoggettamento. Come si conciliano queste due affermazioni? Se gli strumenti stessi della nostra formazione e comprensione sono intrisi dei ‘giochi di verità’ che limitano la libertà, la possibilità di una scelta ‘consapevole e informata’ non rischia di apparire più un ideale che una reale possibilità? Per esplorare questa tensione tra condizionamento e autonomia, è indispensabile confrontarsi con le analisi di autori come Foucault, che hanno sviscerato il legame tra sapere e potere, e con le correnti filosofiche e sociologiche che dibattono sul rapporto tra struttura sociale e agenzia individuale.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]


