Letteratura

Big Sur

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1. La Discesa Notturna

Il suono delle campane segna un brusco risveglio. I postumi della sbornia e il fallimento di un piano di ritiro si scontrano con la realtà. L’idea era semplice: fuggire in segreto a Big Sur, lontano da tutto. Invece, gli eccessi alcolici a San Francisco trasformano il piano in un ritorno alla vita mondana e alle feste tra i beatnik. L’accordo con Lorenzo Monsanto, che prevedeva un arrivo discreto a Big Sur, va in fumo.Dopo due giorni di caos, la partenza è compromessa. Monsanto trova il protagonista in uno stato pietoso, rinunciando al viaggio e rimandando il ritiro. Solo e abbandonato, il protagonista sente l’urgenza di scappare dalla città, dalla fama soffocante e dall’attenzione mediatica che lo hanno portato all’esaurimento.Un autobus per Monterey è il primo passo verso la libertà. Da lì, un taxi lo porta al ponte di Raton Canyon, punto di partenza per il rifugio. Ma la discesa a piedi si trasforma in un incubo notturno. L’oscurità è totale, il mare ruggisce minaccioso, la natura selvaggia del canyon incute terrore. La luce della lanterna è debole, ogni passo è incerto.Il rumore del torrente cresce, aumentando la paura. Si temono pericoli nascosti, insidie naturali. Poi, il ponte: in realtà, un piccolo corso d’acqua. Superato l’ostacolo, un prato accogliente segna una tregua. Ma è solo un’illusione. Il giorno dopo, la realtà di Big Sur si rivela in tutta la sua potenza: un paesaggio grandioso e terrificante. Un ponte altissimo, una scogliera a picco sul mare, il relitto di un’auto precipitata anni prima. La bellezza e la morte, a Big Sur, sono inseparabili.

2. La Fragile Pace di Big Sur

Il Raton Canyon incute timore, con la sua montagna stratificata che evoca luoghi lontani e oscuri. Nonostante questo, le prime tre settimane nella baita di Monsanto portano isolamento e tranquillità, un tempo per scrivere e immergersi nella natura. La vita è fatta di gesti semplici, come riparare un sacco a pelo, e di scoperte, come il torrente che sembra parlare, i pipistrelli e il mulo Alf. L’ambiente, con i suoi dirupi e la costa selvaggia, ispira e porta pace. Lontano dalla frenesia, si riscopre il valore delle cose semplici e utili, al contrario degli oggetti costosi e inutili del passato. La bellezza è nelle piccole cose: riparare, cucinare, osservare. Le escursioni nelle valli silenziose e tra le sequoie allontanano ancora di più dalla vita mondana. Ma la montagna e il suono notturno dell’oceano portano un’inquietudine di fondo. Anche nella gioia, si avverte la minaccia di perdere il controllo, di un’oscurità interiore. La pace sembra fragile, pronta a rompersi. La routine quotidiana, fatta di gesti come accendere il fuoco e scrivere, diventa una forma di meditazione. Si apprezza la bellezza della nebbia e del volo di una falena. Ma la malinconia e il pensiero che tutto finisce restano, come un presagio di una follia in arrivo, nonostante la serenità del momento.

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9. La Notte della Luna Piena e della Paranoia

Il viaggio verso Big Sur inizia in allegria, tra canti e bottiglie. L’arrivo alla baita e l’incontro con Cody e Evelyn creano una breve tensione, subito superata dalla ripartenza verso la meta notturna. Ma la mattina dopo, l’umore cambia radicalmente. La sbornia cede il posto a una tristezza profonda che isola il protagonista da Billie. Sulla spiaggia, pensieri cupi sulla vita e sulla morte si fanno strada, mentre la presenza di turisti aumenta un senso di estraneità. Dopo un momento di intimità con Billie, la paranoia prende il sopravvento. Il piacere si trasforma in angoscia e ogni cosa, dalle parole all’acqua del torrente, diventa fonte di sospetto. Dave cerca di distrarre il protagonista proponendo una battuta di pesca, ma la mente è ormai prigioniera di ossessioni sulla morte e su un possibile complotto. La cena si svolge in un’atmosfera inquietante, sotto la luce della luna piena che sembra annunciare sventura. Il protagonista teme che il cibo offerto da Romana sia avvelenato, vede ombre minacciose e si convince di essere vittima di una cospirazione di Dave, Billie e Romana. La paranoia cresce, alimentata da voci e visioni terrificanti. La notte è un delirio febbrile, tra tentativi di dormire e la certezza di una follia incombente. Il torrente, la luna, ogni elemento naturale diventano parte di un incubo in cui il protagonista si sente perseguitato, avvelenato, destinato alla perdizione. La realtà si deforma in un crescendo di terrore, fino alla visione della Croce, ultimo simbolo in una notte di totale smarrimento.

10. La Notte di Big Sur

Una visione notturna rivela la quiete della croce, un’esperienza di annullamento del corpo e un avvicinamento alla morte. Questo stato di trascendenza svanisce all’improvviso con il ritorno alla realtà, segnato da tormenti interiori e voci insistenti. La lotta per trovare sonno si fa intensa, mentre visioni di pipistrelli e dischi volanti creano un senso di minaccia. Il piccolo Elliott, con la sua presenza silenziosa, aggiunge inquietudine, apparendo come una figura disturbante e manipolatrice. Un sogno vivido si apre su un paesaggio montano desolato, dove figure grottesche di avvoltoi antropomorfi si muovono in uno scenario di squallore e decadenza. L’immagine onirica culmina in una cucina ripugnante, simbolo di corruzione e di un pericolo nascosto nel cibo. Il risveglio è un ritorno all’angoscia della realtà, dove Elliott continua a mostrare comportamenti enigmatici, accrescendo la paranoia. L’alba, invece di portare sollievo, intensifica il tormento interiore. La ricerca di un rifugio nel canyon si rivela inutile, di fronte a una natura che appare ostile e minacciosa. Il ritorno al gruppo svela un’atmosfera cupa, che culmina con la scoperta di una fossa scavata da Billie, percepita come un annuncio di morte. L’ostilità di Elliott, quando ci si avvicina alla fossa, amplifica il senso di follia e confusione. Inaspettatamente, arriva un breve sonno ristoratore, portando un’ondata di pace e normalità. Il silenzio improvviso degli altri e la contemplazione della natura di Dave Wain contribuiscono a un senso di serenità ritrovata. La possibilità di un ritorno alla vita di tutti i giorni e di una riconciliazione con il mondo esterno emerge come una speranza concreta, cancellando per un momento l’orrore. La notte di tormenti lascia il posto a una fragile promessa di guarigione e di oblio, rappresentata dall’immagine dorata ed eterna della costa di Big Sur.

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