Storia

Beatles vs. Stones

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1. Immagini costruite e realtà nascoste

L’immagine pubblica dei Beatles e dei Rolling Stones era molto diversa da come erano all’inizio. Sean O’Mahony, che curava le loro riviste ufficiali, notò che i Beatles, partiti come “teppisti”, furono presentati al pubblico come “bravi ragazzi”. Al contrario, gli Stones, che erano più “gentlemen” all’inizio, furono trasformati in “teppisti” dal loro manager Andrew Oldham. Questa differenza di immagine fu una strategia ben precisa per distinguerli.

Le origini e i contesti

I Beatles provenivano principalmente dai sobborghi di Liverpool, una città portuale nota per il suo ambiente rude. John Lennon, in particolare, ebbe un’infanzia e un’adolescenza difficili, segnate da piccoli reati, bullismo e comportamenti problematici. La loro esperienza formativa ad Amburgo, suonando in locali poco raccomandabili, li espose a un mondo fatto di eccessi, alcol e violenza. Questo periodo contribuì a forgiare la loro attitudine iniziale, che era piuttosto “rozzi e selvaggi”. Il loro stile e comportamento sul palco riflettevano queste esperienze vissute prima del grande successo.Gli Stones, invece, crescevano nei sobborghi di Londra e venivano da contesti sociali generalmente più agiati, anche se non ricchi. Sebbene Brian Jones mostrasse fin da subito tendenze problematiche nonostante la sua origine borghese, le infanzie di Mick Jagger e Keith Richards furono meno travagliate rispetto a quella di Lennon. All’inizio della loro carriera, gli Stones si consideravano puristi del rhythm ‘n’ blues. Le loro prime esibizioni erano più composte e meno sfrontate di quanto sarebbero diventate in seguito, mostrando un approccio diverso rispetto all’energia grezza dei Beatles pre-fama.

La costruzione delle immagini

Brian Epstein, il manager dei Beatles, si dedicò a ripulire la loro immagine per renderla accettabile a un pubblico più vasto. Impose loro di indossare abiti eleganti e di avere tagli di capelli ordinati. Lavorò anche sul loro comportamento sul palco, rendendolo più controllato e meno aggressivo. Questo meticoloso lavoro di trasformazione fu fondamentale per creare l’icona dei “bravi ragazzi” che conquistò rapidamente il successo a livello mondiale. La loro immagine pulita divenne un marchio distintivo che li separò da altre band dell’epoca.Andrew Oldham, il manager degli Stones, provò inizialmente a vestire la band in modo simile ai Beatles. Tuttavia, comprese presto il potenziale di un’immagine opposta, ribelle e aggressiva, come perfetto contrasto ai “bravi ragazzi” di Liverpool. Incoraggiò gli Stones a presentarsi con un atteggiamento scontroso e un aspetto trasandato. Questa strategia creò strategicamente il loro marchio di “cattivi ragazzi” del rock. Sebbene questa immagine si adattasse a certe inclinazioni già presenti in alcuni membri, in particolare Jones e Richards, fu in gran parte una costruzione voluta per distinguersi nel panorama musicale e sfruttare lo spazio di mercato aperto proprio dai Beatles.

Ma davvero si può ridurre la complessità di icone come i Beatles e gli Stones a una semplice operazione di marketing dei loro manager?
Il capitolo, pur illustrando efficacemente la strategia di costruzione dell’immagine pubblica, sembra attribuire un ruolo quasi esclusivo ai manager Brian Epstein e Andrew Oldham. Questo approccio rischia di semplificare eccessivamente la dinamica, trascurando l’influenza delle personalità intrinseche dei membri delle band, la loro evoluzione artistica e personale nel tempo, e l’interazione complessa con il pubblico e il contesto socio-culturale dell’epoca. Per ottenere una visione più completa, sarebbe utile approfondire la sociologia della musica, gli studi culturali e le biografie che analizzano non solo le strategie manageriali ma anche le dinamiche interne alle band e la ricezione da parte del pubblico.


2. Fama e canzoni

I Beatles raggiungono un grande successo nel 1963. Lasciano i piccoli locali per esibirsi in teatri, segno della loro crescente popolarità. In questo periodo, John Lennon esprime fastidio verso i gruppi che cercano di imitare il loro stile e il loro aspetto. Nonostante la stampa tenti di creare una rivalità, i rapporti tra i Beatles e i Rolling Stones rimangono amichevoli.

L’ascesa dei Rolling Stones

I Rolling Stones si affermano al Crawdaddy Club di Londra. I Beatles visitano il club e assistono a una loro esibizione, notando il loro potenziale. Brian Jones, in particolare, è colpito dalla fama dei Beatles e dalla forte reazione del pubblico nei loro confronti.

L’importanza delle canzoni originali

Il successo dei Beatles non deriva solo dalle performance, ma anche dalla loro capacità di scrivere canzoni proprie. Questo spinge il manager degli Stones, Andrew Oldham, a incoraggiare Mick Jagger e Keith Richards a comporre brani originali. Lennon e McCartney dimostrano il processo di composizione offrendo agli Stones il brano “I Wanna Be Your Man” e completandolo durante una loro prova.

Nuovi equilibri interni e il declino di Brian Jones

Jagger e Richards iniziano a scrivere, anche se i primi tentativi sono canzoni pop che si adattano poco allo stile blues degli Stones. Brian Jones non riesce a comporre brani propri. Questa difficoltà, unita a problemi personali e al desiderio di celebrità stimolato dall’esempio dei Beatles, porta alla sua progressiva emarginazione all’interno del gruppo. Il potere si sposta sempre più verso la coppia Jagger-Richards, supportata dal manager Oldham.

Il contratto discografico con Decca

La casa discografica Decca, che in precedenza aveva rifiutato i Beatles, è ansiosa di non ripetere lo stesso errore. Per questo motivo, firma gli Stones, anche su suggerimento di George Harrison dei Beatles. Offrono agli Stones un contratto più vantaggioso rispetto a quello dei Beatles, permettendo loro di mantenere il copyright dei brani che avrebbero scritto. Il successo dei Beatles influenza in modo significativo la direzione musicale degli Stones, spingendoli a creare materiale originale, e modifica gli equilibri interni del gruppo, contribuendo al declino di Brian Jones.

Il declino di Brian Jones fu davvero solo una questione di canzoni, o il capitolo ignora le ombre più scure che lo avvolgevano?
Questo capitolo lega l’emarginazione di Brian Jones all’interno dei Rolling Stones quasi esclusivamente alla sua incapacità di comporre brani originali, in contrasto con Jagger e Richards, e all’influenza del successo dei Beatles. Tuttavia, questa visione rischia di semplificare eccessivamente una realtà molto più complessa. Per comprendere appieno le dinamiche che portarono al suo allontanamento, è fondamentale esplorare le sue gravi difficoltà personali, i problemi di salute e l’abuso di sostanze, fattori che ebbero un impatto devastante sulla sua partecipazione alla vita del gruppo e sulla sua creatività. Approfondire le biografie di Brian Jones, come quelle scritte da Paul Trynka, o le storie più dettagliate dei Rolling Stones (si pensi ai lavori di Stanley Booth) può offrire una prospettiva più completa e meno riduttiva sulla sua tragica parabola.


3. Immagini a Contrasto nel Pop Britannico

L’immagine ribelle dei Rolling Stones

La promozione dei Rolling Stones li presenta come ribelli, usando lo slogan “Lascereste uscire vostra figlia con uno dei Rolling Stones?”. Questo li posiziona come simbolo di uno scontro tra generazioni. Il gruppo si lega alla Swinging London, si concentra sul blues e attira un pubblico considerato più autentico rispetto ai fan dei Beatles. La loro immagine è volutamente trasandata e provocatoria, creando disapprovazione negli adulti. Questo rafforza il loro status di icona giovanile anticonformista. Incidenti come quello al distributore di benzina aiutano a costruire questa percezione.

I Beatles e il successo di massa

I Beatles, al contrario, puntano a un grande successo popolare. Hanno un’immagine pulita e offrono musica versatile che mescola diversi stili. Il loro fascino conquista persone di tutte le età, inclusi genitori e figure importanti. Si concentrano sull’unità del gruppo e sul guadagno economico. Questa scelta li rende molto famosi. Tuttavia, alcuni critici e fan li vedono come meno autentici e “venduti” rispetto agli Stones, specialmente chi preferisce il rock più grezzo al pop più curato.

Complessità e sfumature

Nonostante le immagini create per il pubblico, entrambe le band mostrano aspetti più complessi. I Beatles dimostrano di avere ambizioni artistiche, innovando nella musica, nei film e negli scritti. Mantengono comunque un’immagine facile da accettare. Gli Stones, pur coltivando l’idea di essere degli outsider, cercano anche di frequentare gli ambienti dell’alta società. La differenza tra i due gruppi riflette in parte le attese del pubblico e le strategie di marketing usate. Le loro identità artistiche e personali sono più ricche di queste sole distinzioni.

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Allen Klein fu davvero la causa della “frattura insanabile” dei Beatles, o solo il sintomo di un disfacimento già in atto?
Il capitolo, pur elencando diverse cause per lo scioglimento dei Beatles, sembra attribuire ad Allen Klein un ruolo quasi decisivo nel precipitare la situazione verso una “frattura insanabile”. Tuttavia, la narrazione stessa menziona divergenze artistiche marcate, frustrazioni individuali e tensioni personali preesistenti come fattori determinanti. Per valutare correttamente l’impatto di Klein, è cruciale analizzare in profondità le dinamiche interne ai Beatles negli anni precedenti il suo arrivo e il peso reale dei conflitti creativi e relazionali. Approfondire la storia della band attraverso le testimonianze dirette e le analisi di storici della musica, come Lewisohn o Norman, può aiutare a distinguere tra cause profonde e catalizzatori esterni.


6. Il Tempo e la Musica

I Beatles si sono sciolti senza mostrare un calo nella loro qualità artistica. Ci si può immaginare come sarebbe stato un loro ultimo disco se avessero incluso le canzoni che i membri hanno pubblicato da solisti subito dopo la fine del gruppo. Nonostante i fan sperassero in una riunione, John Lennon era molto contrario a questa idea. Lui pensava che fosse triste e fuori luogo per musicisti adulti continuare a suonare in una rock band, vedendolo come un attaccamento a una nostalgia che non aveva senso. La loro scelta di fermarsi al culmine ha contribuito a preservare un’immagine artistica intatta.

I Rolling Stones: una strada diversa

I Rolling Stones, invece, hanno deciso di continuare la loro carriera per molti anni. Hanno vissuto un periodo di grande successo e apprezzamento dalla critica tra il 1968 e il 1972. In quegli anni hanno pubblicato album che sono considerati tra i più importanti nella storia della musica rock. Se si fossero sciolti dopo questo periodo d’oro, probabilmente avrebbero ricevuto lo stesso rispetto che oggi viene dato ai Beatles. Tuttavia, hanno scelto di andare avanti e, secondo molti, la qualità dei loro dischi successivi al 1973 è diminuita, con poche eccezioni degne di nota, come l’album Some Girls uscito nel 1978.

Il cambiamento e la commercializzazione

Le loro esibizioni dal vivo hanno cominciato a trasformarsi in eventi sempre più grandi e pensati per il mercato. Tour come lo Steel Wheels Tour del 1989 sono diventati famosi per le scenografie elaborate e le importanti sponsorizzazioni. La band ha iniziato a riproporre sul palco i vecchi successi in modo molto fedele alle registrazioni originali. Questa scelta sembrava più orientata a soddisfare il pubblico e la sua nostalgia che a cercare una vera evoluzione artistica. L’età avanzata dei membri è diventata, con il tempo, anche motivo di critiche e battute. La produzione di nuove canzoni è diminuita, e il gruppo si è concentrato su celebrazioni e tour basati sul loro vasto repertorio storico, spesso con prezzi dei biglietti molto alti.

L’eredità a confronto

La decisione dei Beatles di non riunirsi ha protetto la loro eredità artistica. Hanno evitato di diluire il loro catalogo con lavori che avrebbero potuto essere meno ispirati e non sono diventati un gruppo che sfrutta solo la nostalgia del pubblico. I Rolling Stones, continuando, si sono trasformati in una sorta di grande azienda che vende principalmente i successi del passato. La morte di John Lennon nel 1980 ha reso impossibile qualsiasi futura riunione dei Beatles. Questo evento ha contribuito a fissare la loro immagine come una band che non è mai invecchiata collettivamente, mantenendo intatto il mito della loro giovinezza artistica.

Perché la longevità e il successo commerciale dovrebbero automaticamente implicare un calo della qualità artistica, come sembra suggerire il capitolo?
Il capitolo pone un forte accento sul presunto declino artistico dei Rolling Stones dopo il loro periodo d’oro, collegandolo alla decisione di continuare e alla trasformazione in una “grande azienda” focalizzata sui tour di successo. Tuttavia, l’idea che la longevità di una carriera o l’adattamento alle dinamiche del mercato implichino necessariamente una perdita di valore artistico è un’affermazione controversa. La valutazione della qualità artistica è un processo complesso che va oltre la mera contrapposizione tra “purezza” e “commercializzazione”. Per approfondire questa critica, sarebbe utile esplorare la sociologia dell’arte e la storia della musica popolare, considerando come generi e artisti si evolvono nel tempo e interagiscono con l’industria culturale. Autori come Simon Frith, che ha studiato la sociologia del rock e della popular music, o Howard S. Becker, con le sue analisi sui mondi dell’arte, potrebbero offrire prospettive alternative per analizzare il percorso di una band di lunga data.


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