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Informazioni
“Bambini eccezionali. Superdotati, talentosi, creativi o geni” di Cesare Cornoldi è un libro che ti apre gli occhi su cosa significa davvero essere “eccezionali”. Non è solo questione di avere un QI altissimo, il libro spiega che l’eccezionalità ha tante facce diverse: c’è la superdotazione intellettiva, certo, misurata anche con test di QI, ma c’è anche il talento specifico, la scintilla della creatività che porta a pensare fuori dagli schemi, e poi c’è il genio, che unisce tutto questo e produce qualcosa di unico. Il libro ti porta a capire come queste diverse forme si manifestano nei bambini, a volte in modo evidente, a volte nascosto, magari con una doppia eccezionalità dove un bambino plusdotato ha anche difficoltà come DSA o ADHD. Non si parla solo di definizioni, ma anche di come questi ragazzi vivono, delle loro possibili difficoltà emotive o sociali, e soprattutto di come la famiglia e la scuola possono aiutarli a coltivare il loro potenziale, creando l’ambiente giusto per farli crescere senza forzarli, un po’ come un giardiniere fa con le sue piante. È un percorso per capire meglio queste menti brillanti e complesse, che non sono solo numeri su un test, ma persone con bisogni specifici.Riassunto Breve
L’eccezionalità umana si presenta in molti modi diversi, non è solo avere un’intelligenza altissima. Ci sono persone con talenti specifici, magari bravissime a fare cose manuali o visive, anche se fanno fatica in altre materie, come si vede con Roberto. Altre hanno un potenziale mentale molto alto, che si misura con test apposta, ma poi magari hanno problemi a gestire le emozioni o a stare con gli altri, e questo non le fa esprimere al meglio, un po’ come Magda, che viene chiamata “superdotata sotterranea”. Il genio, quello che pensiamo per figure come John Stuart Mill, di solito inizia molto presto a capire le cose e riesce a creare opere importanti che tutti riconoscono. Anche la creatività è una forma di essere speciali, significa pensare in modo originale e diverso, e non è detto che chi è creativo vada benissimo a scuola, come nel caso di Maria Luisa. Per capire bene l’eccezionalità , bisogna pensare a cosa intendiamo per intelligenza e come la misuriamo. Ci sono test, tipo le scale Wechsler o le matrici di Raven, che guardano diverse capacità mentali e danno un numero, il Quoziente Intellettivo (QI). Un QI alto, di solito sopra 130, indica la superdotazione intellettiva. Ma questo numero ha dei limiti: è un valore deciso per convenzione, cambia a seconda del test e di chi lo fa, e un solo numero non dice tutto di una persona. La ricerca dice che non basta avere un QI alto per fare cose eccezionali o essere un genio. Contano tanto anche la creatività , la voglia di fare, la costanza e l’ambiente in cui si vive. Il genio si distingue dalla superdotazione perché crea opere importanti. Ci sono vari tipi di superdotati: quelli che vanno forte a scuola, quelli che fanno da soli, quelli che hanno difficoltà (come nella “doppia eccezionalità ”, dove un QI alto si accompagna a problemi specifici di apprendimento) o quelli che non mostrano tutto il loro potenziale. Gli studi sui superdotati confermano che sono migliori nei ragionamenti, ma possono essere diversi nelle altre capacità . L’intelligenza non è una cosa sola misurata da un numero, ma è fatta di diverse capacità messe in ordine, con quelle più generali in alto e quelle più specifiche in basso, come un cono. La superdotazione si vede in una grande capacità nelle abilità generali, che servono per tante cose e corrispondono a un QI alto. Il talento, invece, è una grande capacità in abilità più specifiche, che non dipendono tanto dalle capacità generali e non si usano per tutto. Uno può essere bravissimo a disegnare ma non avere un’intelligenza generale altissima. La creatività è la capacità di fare cose nuove, originali e utili. È diversa dall’intelligenza, ma sono collegate. Una teoria dice che serve un certo livello di intelligenza per essere creativi in modo significativo (intorno a 120 di QI), ma avere un QI ancora più alto non rende per forza più creativi. Anche la personalità conta per la creatività , specialmente l’apertura a nuove esperienze, che significa essere curiosi e volere cose nuove. La creatività può essere un potenziale (di base) o qualcosa che si vede nelle cose che si fanno (in uso). L’expertise, cioè essere super bravi in un campo, si impara con tanta pratica e spesso parte da un talento specifico. Non significa per forza avere un’intelligenza generale altissima o essere un genio. Per passare da esperto a figura famosa serve la creatività e altre cose come la motivazione e la capacità di farsi conoscere nel proprio ambiente. Il genio è un mix di talento forte, creatività e certi lati del carattere, tipo la costanza, la passione e la voglia di imparare cose nuove. Non basta un QI alto; l’ambiente e la società aiutano a far crescere e a far vedere il genio, che si riconosce da quello che produce. Ci sono diverse intelligenze, e non tutte implicano superdotazione intellettiva. C’è l’idea che i geni siano un po’ matti, ma gli studi dicono che i superdotati di solito stanno meglio a livello emotivo e sociale. Però, la creatività a volte è legata a problemi di umore, e il genio, soprattutto quello che cambia le cose in modo radicale, a volte mostra legami con difficoltà di carattere o problemi psicologici, anche se non è sempre così. I bambini eccezionali possono avere problemi con le emozioni e le relazioni. Sono sensibili, si sentono a disagio con gli altri perché pensano troppo a come interagiscono, e a volte hanno poca fiducia in sé nelle relazioni, anche se sanno di essere intelligenti. Questa differenza può farli evitare gli altri. Una teoria parla di ipereccitabilità nei bambini plusdotati, cioè reazioni molto intense in diverse aree (fisica, sensoriale, mentale, immaginativa, emotiva), che a volte possono sembrare sintomi di altri disturbi. Spesso si vede la “doppia eccezionalità ”, quando un bambino superdotato ha anche disturbi come l’ADHD o i DSA. A volte queste cose non si notano perché le capacità compensano le difficoltà o viceversa. Una ricerca su bambini con DSA ha trovato che ci sono più superdotati (misurati con un indice che non considera memoria e velocità ) tra loro rispetto alla popolazione normale. Questo fa pensare che avere un’intelligenza generale alta possa aumentare la probabilità di avere un disturbo specifico dell’apprendimento. Famiglia e scuola devono riconoscere e aiutare i bambini eccezionali. Il bambino non sempre sa di essere speciale, gli sembra normale. Andare bene a scuola può essere un segno, ma non tutti i bambini eccezionali prendono bei voti. I genitori se ne accorgono più facilmente, a volte perché c’è già in famiglia o usando questionari. I test fatti da psicologi danno una valutazione più precisa. Riconoscere l’eccezionalità è utile per far crescere i talenti, ma dirlo sempre al bambino può essere rischioso. Può fargli credere di essere speciale senza sforzo, facendolo impegnare meno e rendendolo meno flessibile. I genitori possono essere come “giardinieri” o “falegnami”. Il giardiniere crea l’ambiente giusto per far crescere, il falegname interviene per modellare il talento. L’approccio del falegname, con troppa stimolazione e aspettative da adulto, può fare danni. I bambini eccezionali, anche se intelligenti, sono comunque bambini e possono essere immaturi nelle relazioni o nelle emozioni. È importante non trattarli come adulti. Le strategie educative cambiano per superdotati, talentosi e creativi. Per i superdotati, l’approccio del giardiniere va bene, lasciando che le capacità vengano fuori. Per i talentosi, bravi in cose specifiche, la famiglia può guidare e dare opportunità , aiutando anche nelle aree in cui sono meno bravi senza insistere troppo. Per i creativi, che pensano in modo originale, è fondamentale capirli e non bloccarli, valorizzando anche quando si perdono nei pensieri. La scuola identifica gli studenti dotati anche osservandoli e usando liste di controllo. L’Italia ha leggi buone per chi ha difficoltà , ma meno per l’eccezionalità , che a volte è vista come un vantaggio. Ci sono iniziative private e pubbliche, ma l’interesse generale è minore rispetto ad altri paesi. Le proposte per la scuola includono l’accelerazione (andare avanti più velocemente) in vari modi, le “estensioni” (materiali in più) e lezioni diverse per ognuno in classe. Le classi solo per dotati non hanno funzionato. Stare in classi normali è la regola, ma serve attenzione per non farli sentire soli. Stare con altri ragazzi dotati è utile. Il potenziamento serve a migliorare le capacità , adattandosi ai diversi tipi di ragazzi. Lo sviluppo mentale ed emotivo può non andare di pari passo nei bambini superdotati. Possono essere molto sensibili ma avere difficoltà a gestire le emozioni e a relazionarsi. Il supporto psicologico è importante per farli stare bene, trattandoli come bambini, anche se hanno capacità intellettive avanzate. Per saperne di più, si possono cercare articoli scientifici su banche dati online come Google Scholar. Cercando per argomento o nome di chi ha studiato la cosa, si trovano informazioni e a volte i testi completi. Per libri italiani o cose non proprio scientifiche, si usa un motore di ricerca normale, ma c’è più rischio di trovare informazioni sbagliate. Ci sono libri italiani sull’argomento, come quelli di Zanetti, Fabio e Mainardi, Mormando, che danno un’idea generale o parlano di casi clinici, ma a volte non spiegano bene le differenze tra i vari tipi di eccezionalità o cosa sia l’intelligenza. Altri libri, come quello di Antonietti, danno idee pratiche sulla creatività , o quello di Polezzi, che racconta storie e attività .Riassunto Lungo
1. Le molte facce dell’eccezionalitÃ
L’eccezionalità umana non si manifesta in un’unica forma legata solo a un’intelligenza molto alta, ma assume volti diversi. Alcune persone mostrano talenti specifici molto sviluppati, come abilità pratiche o manuali, anche se incontrano difficoltà in altri campi, un po’ come accade nel caso di Roberto. Altre hanno un potenziale cognitivo elevatissimo, rilevato dai test, ma possono fare fatica a livello emotivo o nelle relazioni con gli altri, limitando l’espressione di questo potenziale, come nel profilo descritto per Magda, a volte definita “superdotata sotterranea”. La genialità , spesso associata a figure storiche come John Stuart Mill, implica solitamente uno sviluppo cognitivo precoce e la capacità di creare opere di grande valore riconosciuto dalla società . La creatività rappresenta un’altra via dell’eccezionalità , caratterizzata da idee originali e un modo di pensare fuori dagli schemi, che non sempre si riflette in ottimi risultati a scuola, come dimostrato dall’esperienza di Maria Luisa.L’intelligenza e la sua misura
Per comprendere meglio l’eccezionalità , è utile riflettere su cosa sia l’intelligenza e come cerchiamo di misurarla. Gli strumenti più comuni sono i test psicometrici, come le scale Wechsler o le matrici di Raven, che valutano diverse capacità mentali e forniscono un Quoziente Intellettivo (QI). Un QI considerato elevato, generalmente sopra i 130, viene usato per identificare la superdotazione intellettiva. Tuttavia, affidarsi solo a questo numero ha dei limiti importanti: il valore di soglia è stabilito per convenzione, il punteggio può cambiare a seconda del test usato e del gruppo di persone con cui ci si confronta, e soprattutto, un singolo numero non può descrivere l’insieme complesso di tutte le abilità di una persona. Questo significa che avere un QI alto è solo un aspetto, non l’unico, dell’eccezionalità .Oltre il QI: Genio e profili diversi
Le ricerche confermano che un QI elevato da solo non garantisce risultati eccezionali nella vita o il riconoscimento come genio. Altri elementi sono cruciali, come la capacità di essere creativi, una forte motivazione interiore, la costanza nell’impegno e il contesto in cui la persona vive e agisce. La genialità si distingue dalla semplice superdotazione intellettiva proprio per la capacità di produrre opere o idee che lasciano un segno significativo. Esistono diversi modi in cui la superdotazione si manifesta: alcuni eccellono facilmente a scuola, altri sono più autonomi nel loro percorso, mentre altri ancora incontrano difficoltà specifiche, come nel caso della “doppia eccezionalità ” in cui un alto potenziale si accompagna a problemi di apprendimento o altre sfide. Ci sono anche individui con un potenziale elevato che, per vari motivi, non riescono a esprimerlo pienamente. Gli studi, pur con alcune variazioni, mostrano che queste persone tendono ad avere capacità superiori nel ragionamento, ma possono essere molto diverse tra loro in altre aree.Ma se il QI non basta, con quale certezza scientifica definiamo e misuriamo tutte queste ‘altre facce’ dell’eccezionalità , dalla ‘superdotata sotterranea’ al potenziale inespresso?
Il capitolo critica giustamente l’eccessiva dipendenza dal Quoziente Intellettivo per definire l’eccezionalità , evidenziandone i limiti come soglia arbitraria e misura riduttiva. Tuttavia, nel descrivere le “molte facce” dell’eccezionalità , introduce profili e categorie (talenti specifici, difficoltà emotive/relazionali, superdotazione sotterranea, doppia eccezionalità , potenziale inespresso) con una sicurezza che sembra mancare di un altrettanto solido fondamento scientifico o di strumenti di misurazione alternativi chiaramente definiti e universalmente accettati. Come si identificano con rigore queste diverse manifestazioni e si distinguono da semplici differenze individuali o difficoltà non legate all’alto potenziale? Per approfondire questa complessa questione e comprendere i dibattiti sulla valutazione dell’eccezionalità oltre il QI, è utile esplorare gli studi nell’ambito della psicologia differenziale e della psicologia cognitiva, concentrandosi sulle teorie dell’intelligenza multifattoriale e sui modelli di identificazione del potenziale. Autori come Gardner o Sternberg offrono prospettive alternative sulla natura dell’intelligenza, mentre le ricerche sulla creatività (ad esempio, gli studi di Csikszentmihalyi) e sulla motivazione forniscono ulteriori elementi cruciali per una comprensione più completa.2. Il Cono dell’Intelligenza e la Scintilla Creativa
L’intelligenza non è solo un numero, come il QI. È un insieme di capacità diverse che si organizzano in modo ordinato. Pensiamo a un cono: in cima ci sono le abilità più generali, quelle che usiamo in tanti compiti diversi. Più scendiamo nel cono, più troviamo abilità specifiche, legate a situazioni particolari. È questo modello a cono che ci aiuta a capire come funziona l’intelligenza.Intelligenza Generale e Talenti Specifici
Chi ha un’alta intelligenza generale, quella in cima al cono, viene definito superdotato. Questo si vede in un QI elevato e nella capacità di affrontare bene molti tipi di compiti. Il talento, invece, è diverso. Riguarda un’abilità molto alta in un’area specifica, che sta più in basso nel cono. Un bravo disegnatore, per esempio, ha un talento specifico che non dipende necessariamente da un’alta intelligenza generale.Cos’è la Creatività ?
La creatività è la capacità di inventare qualcosa di nuovo. Non deve essere per forza un’invenzione grandiosa; può essere un’idea originale, utile o che ha un significato speciale. È diversa dall’intelligenza, ma le due cose sono collegate. Serve una certa intelligenza per essere davvero creativi in modo significativo. Una teoria dice che superato un certo livello di QI, diciamo intorno a 120, avere un QI ancora più alto non rende per forza più creativi.Fattori che Influenzano la CreativitÃ
La creatività non dipende solo dall’intelligenza. Anche la nostra personalità gioca un ruolo importante. Essere aperti a nuove esperienze, curiosi e desiderosi di scoprire cose nuove aiuta molto a essere creativi. Possiamo distinguere due tipi di creatività : quella potenziale, che è la capacità che abbiamo dentro, e quella che usiamo davvero, che si vede nelle cose che creiamo.Dagli Esperti alle Menti Eccellenti
Diventare un esperto significa avere una super competenza in un certo campo. Questo si ottiene con molta esperienza e spesso si basa su un talento specifico che si è sviluppato. Essere un esperto non significa per forza avere un’altissima intelligenza generale o essere un genio. Per passare dall’essere un esperto a una figura davvero importante e riconosciuta nel proprio campo, serve qualcosa in più. Oltre all’esperienza, ci vogliono creatività , grande motivazione e la capacità di interagire e farsi valere nel proprio ambiente.Ma è davvero così semplice la relazione tra intelligenza e creatività , o il capitolo trascura le complessità del pensiero umano?
Il capitolo presenta un modello di intelligenza e una teoria sul legame con la creatività che, pur offrendo una base di comprensione, rischiano di semplificare eccessivamente un argomento estremamente dibattuto e sfaccettato. La distinzione netta tra intelligenza generale e talenti specifici, così come l’idea di un “soffitto” di QI oltre il quale l’intelligenza non influirebbe più sulla creatività , sono punti di vista che non godono di consenso unanime nella comunità scientifica. Esistono modelli alternativi e più integrati che considerano l’intelligenza come un insieme di capacità interconnesse che interagiscono in modi complessi con la personalità , l’ambiente e le esperienze individuali per generare sia la competenza che l’innovazione. Per esplorare queste prospettive più ricche e comprendere le diverse teorie sull’intelligenza e la creatività , è fondamentale approfondire il lavoro di autori come Howard Gardner, Robert Sternberg o Mihaly Csikszentmihalyi, che offrono visioni meno riduttive e più dinamiche del potenziale umano.3. Talento, difficoltà e la doppia natura dell’eccezionalitÃ
Il genio è una mescolanza di grande talento, creatività e particolari qualità personali come la costanza, la passione e una mente aperta. Non serve solo un quoziente intellettivo alto; l’ambiente in cui una persona cresce e vive e il suo contesto sociale sono importanti per far emergere il genio, che si vede dai risultati che ottiene. Secondo Gardner, esistono sette tipi principali di intelligenza, e per ognuna ci sono esempi di persone geniali, anche se non tutte hanno per forza un’intelligenza superiore alla media.Difficoltà e sfide
Molti pensano che il genio sia legato a problemi psicologici, ma le ricerche mostrano che chi ha grandi capacità spesso si adatta bene alla vita sociale ed emotiva. Però, la creatività a volte può essere collegata a disturbi dell’umore, e il genio, soprattutto quello che porta idee nuove e rivoluzionarie, può mostrare legami con difficoltà personali o problemi psicologici, anche se questo non vale per tutti. I bambini con capacità eccezionali possono avere difficoltà nel gestire le emozioni e le relazioni sociali. Sono spesso molto sensibili, provano ansia sociale perché analizzano troppo come interagiscono con gli altri, e la loro fiducia in sé nelle situazioni sociali può essere bassa, anche se sanno di essere intelligenti. Questa differenza tra come si sentono in società e come si vedono intellettualmente può portarli a evitare gli altri. Secondo la teoria di Dabrowski, i bambini molto dotati possono avere reazioni molto intense in diverse aree: nel movimento, nei sensi, nel modo di pensare, nell’immaginazione e nelle emozioni. Queste reazioni forti, chiamate ipereccitabilità , a volte possono sembrare simili ai sintomi di altri disturbi.La doppia eccezionalitÃ
Capita spesso di vedere la “doppia eccezionalità ”, cioè quando un bambino con grandi capacità ha anche disturbi come l’ADHD o i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Spesso non ci si accorge di queste condizioni perché le capacità del bambino nascondono le difficoltà , o le difficoltà nascondono le capacità . Uno studio sui bambini con DSA ha scoperto che tra loro ci sono più bambini superdotati rispetto alla popolazione generale (misurando l’intelligenza con un test che non considera la memoria a breve termine e la velocità di elaborazione). Questo fa pensare che chi ha un’intelligenza generale alta possa avere più probabilità di avere anche un disturbo specifico dell’apprendimento.Se il capitolo distingue tra superdotati, talentuosi e creativi, perché l’approccio del “carpenter” viene liquidato come dannoso in generale, senza considerare che per certi talenti specifici una guida più strutturata potrebbe essere necessaria?
Il capitolo presenta una dicotomia netta tra l’approccio del “gardener”, visto positivamente, e quello del “carpenter”, considerato dannoso. Tuttavia, per lo sviluppo di talenti specifici e di alto livello, come quelli menzionati per i “talentuosi”, una certa dose di guida strutturata, pratica mirata e input esperti (elementi che potrebbero rientrare nell’approccio del “carpenter”) è spesso indispensabile. Il capitolo potrebbe beneficiare di un’analisi più sfumata che consideri come bilanciare l’autonomia del bambino con la necessità di direzione e supporto esperto in base al profilo specifico e al dominio del talento. Per approfondire queste tematiche, è utile esplorare la psicologia dell’educazione e i modelli di sviluppo del talento, leggendo autori come Gagne o Renzulli, che offrono prospettive più articolate sulla natura e lo sviluppo delle alte capacità .5. Percorsi per approfondire l’eccezionalitÃ
Per approfondire gli argomenti, si possono consultare diverse fonti utili.Fonti online per la ricerca
Le informazioni scientifiche principali sono reperibili tramite banche dati online. Un esempio utile è la sezione Google Scholar di Google. Cercando per argomento o nome di studioso, si trovano citazioni complete e informazioni dettagliate. A volte, è disponibile anche il testo integrale delle pubblicazioni. Per cercare testi in italiano o documenti che non sono strettamente scientifici, si può usare un motore di ricerca generale. Tuttavia, questo metodo presenta un rischio maggiore di trovare informazioni imprecise o non scientifiche, quindi è bene fare attenzione.Libri italiani sull’argomento
Esistono diversi libri in italiano che trattano questi temi. Bambini e ragazzi ad alto potenziale (Zanetti, 2017) offre una panoramica aggiornata sulla superdotazione e l’eccezionalità . Il libro dedica spazio ai modelli anglofoni e descrive l’attività del laboratorio di Pavia. Geni e iperdotati mentali (Fabio e Mainardi, 2008) presenta approcci teorici e tratta la doppia eccezionalità . Bambini ad altissimo potenziale intellettivo (Mormando, 2011) ha un approccio clinico, include casi studio e considera l’aiuto psicologico. È importante notare che questi libri non distinguono sempre chiaramente tra superdotati, talentosi, creativi e geni. Inoltre, non approfondiscono molto il concetto di intelligenza e alta intelligenza. Questi aspetti specifici si trovano invece nel libro L’intelligenza (2007). Altri libri che possono essere utili sono La creatività si impara (Antonietti, 2011), che fornisce spunti teorici e pratici sulla creatività . Infine, E se mio figlio fosse un genio? Talenti nascosti, menti eccezionali (Polezzi, 2018-19) offre esempi di attività di potenziamento e brevi storie di bambini eccezionali, rendendo l’argomento più accessibile.Ma come si può davvero ‘approfondire l’eccezionalità ’ se le fonti suggerite non definiscono chiaramente i termini chiave e i loro confini?
Il capitolo stesso ammette che i libri suggeriti non distinguono sempre chiaramente tra concetti cruciali come superdotato, talentoso, creativo e genio, né approfondiscono l’intelligenza. Questa mancanza è problematica, poiché questi termini non sono sinonimi e le loro definizioni sono oggetto di dibattito scientifico. Per colmare questa lacuna e capire veramente cosa si intende per ‘eccezionalità ’, è fondamentale esplorare le basi teoriche e i diversi modelli proposti dalla psicologia differenziale e dall’educazione. Approfondire le varie teorie sull’intelligenza (oltre il semplice QI) e i modelli specifici di giftedness e talento (che li distinguono dalla creatività ) è essenziale per avere una visione completa e rigorosa del campo.Abbiamo riassunto il possibile
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