Biografie

Back to Amy. La storia di Amy Winehouse

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1. Talento, ribellione e prime crepe

Amy Winehouse nasce a Londra nel 1983, in una famiglia dove la musica, specialmente jazz e soul, è molto presente. Fin da bambina si distingue per una personalità forte e indomita, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Hurricane Amy”. Mostra subito un talento naturale per il canto, incoraggiata in questo dalla nonna, che era stata una cantante. Frequenta scuole dedicate alle arti performative, dove le sue doti vocali brillano con evidenza, anche se mal sopporta le regole imposte e le materie diverse dalla musica. Questa insofferenza per le convenzioni si manifesta fin da subito, parallelamente alla sua passione per l’espressione artistica.

Le prime difficoltà personali

La separazione dei genitori, dovuta a una relazione extraconiugale del padre, segna profondamente l’adolescenza. Questo evento contribuisce all’insorgere di ansia e depressione, che diventano compagni difficili. È in questa fase che iniziano i problemi con il sonno e l’uso di sostanze come erba e vodka. Parallelamente, si manifestano gravi disturbi alimentari, anoressia e bulimia, che lei stessa descrive in modo tagliente come una “dieta ideale”. Nonostante queste crescenti difficoltà personali e i problemi disciplinari a scuola, l’amore per la musica non viene mai meno.

L’esordio musicale e l’album Frank

Inizia a esibirsi con la National Youth Jazz Orchestra e in vari locali, un percorso che le permette di affinare il suo stile unico e la sua capacità di scrittura. Le sue influenze spaziano dal jazz al soul, dall’R&B all’hip-hop. Grazie a un amico, Tyler James, alcune sue registrazioni demo arrivano a un talent scout, aprendo la strada a importanti contratti discografici con 19 Entertainment e Island Records. Nel 2003, viene pubblicato l’album di debutto, intitolato Frank, registrato a Miami. Il titolo è un omaggio a Frank Sinatra, figura ammirata dal padre, e i testi sono profondamente personali, esplorando le sue esperienze affettive, come la relazione con Chris Taylor. Nonostante il successo di vendite e le critiche generalmente positive, Amy esprime insoddisfazione per il missaggio finale del disco, giudicato troppo commerciale e distante dalla sua visione artistica originale. L’attenzione dei media che segue la promozione dell’album aumenta le pressioni sulla sua immagine pubblica, contribuendo ad aggravare ulteriormente i suoi disturbi alimentari già esistenti.

Ma è davvero così semplice ridurre l’insorgere di disturbi complessi come ansia, depressione e dipendenze a un singolo evento familiare, come sembra suggerire il capitolo?
Il capitolo, pur offrendo un quadro toccante, lega in modo fin troppo diretto la separazione dei genitori all’insorgere di ansia, depressione, disturbi alimentari e uso di sostanze. Si rischia così di semplificare eccessivamente la genesi di condizioni psicologiche così complesse, che la psicologia clinica e la psichiatria concordano essere quasi sempre multifattoriali. Tali disturbi derivano da un’interazione complessa di predisposizioni genetiche, fattori ambientali, esperienze di vita e meccanismi neurobiologici. Per cogliere appieno questa complessità, è indispensabile approfondire gli studi sulla psicopatologia, la psicologia dello sviluppo e la neurobiologia delle dipendenze.


2. L’Arte Nata dal Dolore e la Spirale Distruttiva

Dopo il successo iniziale, si manifesta un profondo malessere che si traduce in comportamenti ossessivi, come una pulizia compulsiva. La mancanza di sostegno da parte delle persone vicine non aiuta a mantenere una disciplina. La malattia e la successiva morte della nonna Cynthia rappresentano un colpo molto duro da affrontare. In questo periodo, aumenta in modo significativo il consumo di alcol, portando a frequentare pub come The Good Mixer, noto per essere frequentato da persone legate all’uso di droghe pesanti. Questo cambiamento nelle abitudini sociali segna l’inizio di un percorso sempre più difficile.

L’incontro con Blake e il dolore della rottura

L’arrivo di Blake Fielder-Civil nella sua vita segna un punto di svolta. Blake ha un passato complicato ed è già coinvolto nell’uso di droghe, diventando rapidamente una figura centrale. La loro relazione è estremamente intensa e spesso turbolenta, caratterizzata da una forte dipendenza reciproca e da episodi di infedeltà. La fine della relazione con Blake scatena in lei una disperazione profonda. Questa sofferenza la spinge a un uso massiccio di chetamina e a un peggioramento della depressione. Un tentativo di convincerla a entrare in una clinica di riabilitazione in questo momento fallisce.

La nascita di “Back to Black”

Nonostante le immense difficoltà personali, il dolore causato dalla perdita di Blake diventa una potente spinta creativa per la scrittura di nuove canzoni. A Miami e New York, lavorando a stretto contatto con produttori come Salaam Remi e Mark Ronson, prende gradualmente forma l’album “Back to Black”. Questo lavoro è profondamente influenzato dai suoni della musica soul e R&B degli anni ’60. L’album ottiene un successo enorme a livello mondiale, trainato anche dalla popolarità del singolo “Rehab”, che ironicamente parla del suo rifiuto di andare in riabilitazione.

Successo pubblico e spirale privata

Parallelamente all’enorme successo musicale, l’immagine pubblica si trasforma. Diventa un’icona di stile, riconoscibile per l’acconciatura Beehive e i numerosi tatuaggi. Tuttavia, i suoi gravi problemi di salute diventano sempre più evidenti anche al pubblico, inclusi disturbi alimentari e una depressione persistente. Il ritorno di Blake nella sua vita intensifica ulteriormente la spirale distruttiva. La casa che condividono si trasforma in un luogo dove vengono consumate droghe pesanti come crack ed eroina, alimentando un ciclo pericoloso.

Il peggioramento e il matrimonio

La relazione con Blake è segnata da litigi violenti e pubblici. Un incidente in un hotel le causa ferite visibili che attirano l’attenzione dei media e del pubblico. Nonostante tutto, continua a difendere Blake pubblicamente. I due si sposano a Miami con una cerimonia intima, ma la dipendenza dalla droga peggiora rapidamente. Questo porta a frequenti ricoveri d’urgenza in ospedale e alla cancellazione di concerti e interi tour. Un breve soggiorno in una clinica di riabilitazione dura solo quarantotto ore, a dimostrazione della difficoltà nel mantenere un percorso di recupero. La madre di Blake conferma pubblicamente i gravi problemi di dipendenza che affliggono entrambi.

Il capitolo suggerisce che l’arte nasca dal dolore, ma non rischia di romanticizzare la sofferenza e semplificare eccessivamente le cause complesse della dipendenza e del disagio psicologico?
Il capitolo lega strettamente il dolore alla creazione artistica e all’aggravarsi della dipendenza. Tuttavia, questa prospettiva potrebbe non esplorare a fondo le interconnessioni tra fattori psicologici, sociali e biologici che contribuiscono sia alla vulnerabilità alla dipendenza che alla spinta creativa. Per comprendere meglio queste dinamiche, sarebbe utile approfondire studi sulla psicologia dell’arte, le neuroscienze della dipendenza e la sociologia delle devianze. Autori come Gabor Maté hanno esplorato il legame tra trauma, dipendenza e creatività, offrendo prospettive più sfaccettate rispetto a una semplice equazione “dolore = arte/dipendenza”.


3. Tra successo e autodistruzione

Una vacanza ai Caraibi, pensata per ritrovare la tranquillità, si trasforma in un periodo di intenso consumo di droga e alcol. Durante questo soggiorno, si verificano episodi preoccupanti, come vomito misto a sangue e un notevole disordine nelle camere d’albergo. Nonostante questi evidenti problemi di salute, si decide di non ricorrere all’intervento medico per evitare l’inevitabile clamore mediatico. Questi eventi, tuttavia, non passano inosservati e vengono ampiamente riportati dalla stampa, alimentando l’attenzione pubblica sulle difficoltà personali.

Le difficoltà personali e la relazione con Blake

La relazione con Blake Fielder-Civil diventa un punto focale di grande preoccupazione per le famiglie coinvolte. Il patrigno di Blake descrive la coppia con un paragone inquietante, accostandola a Sid e Nancy, e sottolinea come la facilità di accesso a droga e denaro rappresenti un serio problema per due persone che lottano contro le dipendenze. Mitch, il padre dell’artista, esprime pubblicamente la sua forte preoccupazione, sostenendo con forza l’idea di una riabilitazione separata da Blake, che considera una pessima influenza e la causa principale dei problemi. L’artista, al contrario, vede Blake come una figura indispensabile per riuscire a superare le sue dipendenze. Le posizioni contrastanti delle famiglie vengono spesso espresse attraverso i media, con versioni differenti sugli eventi e sul ruolo effettivo di Blake nella situazione.

Carriera, pressione mediatica e problemi legali

Parallelamente alle turbolenze personali, il successo musicale continua a crescere in modo esponenziale. L’album “Back to Black” registra vendite elevatissime e l’artista riceve numerosi premi prestigiosi. I collaboratori discografici dichiarano pubblicamente di offrire pieno supporto all’artista, respingendo le accuse di sfruttare la sua vita privata per fini pubblicitari. Tuttavia, la dipendenza e la relazione problematica hanno un impatto devastante sulla vita professionale. Nonostante le condizioni di salute precarie, viene organizzato un tour europeo. Durante questo tour, si verificano episodi che attirano l’attenzione negativa, come un arresto per possesso di droga in Norvegia e comportamenti sempre più erratici sul palco e fuori. Un incidente avvenuto a Parigi rivela che Blake si presta a trasportare droga, complicando ulteriormente la situazione. L’arresto e la detenzione di Blake per aggressione e intralcio alla giustizia aggravano ulteriormente lo stato dell’artista, che aumenta il consumo di sostanze e manifesta comportamenti autodistruttivi, tra cui autolesionismo e scatti d’ira violenti. Le visite in carcere diventano estremamente difficili, sia a causa delle sue condizioni fisiche e psicologiche, sia per la costante presenza dei paparazzi che assediano il luogo. La pressione costante dello show business impone la continuazione delle esibizioni, che risultano spesso compromesse dall’uso di sostanze. Incidenti pubblici imbarazzanti e video amatoriali che la ritraggono mentre fa uso di droga vengono diffusi, alimentando ulteriormente l’attenzione negativa dei media e le critiche, anche da parte di colleghi e figure pubbliche.

I tentativi di recupero e i successi

Vengono intrapresi diversi tentativi per avviare un percorso di recupero. Tra questi, un periodo di vacanza forzata sull’isola di Mustique e il ricovero in una clinica specialistica. Durante un periodo che sembra segnare un miglioramento, l’artista raggiunge uno dei vertici della sua carriera, vincendo ben cinque Grammy Awards e esibendosi in collegamento via satellite. Tuttavia, i problemi con l’alcol persistono e si verificano nuovi episodi che portano a guai giudiziari, come aggressioni. Dopo il rilascio di Blake dal carcere, e nonostante il divorzio, la relazione tra i due riprende, con versioni ancora una volta contrastanti degli eventi raccontate da Mitch e dalla madre di Blake. L’artista mostra anche un lato più stabile e propositivo fondando una casa discografica con l’obiettivo di lanciare la carriera della sua figlioccia, Dionne Bromfield. Nonostante questo impegno, i problemi personali continuano a emergere, inclusi interventi estetici e nuove aggressioni. Nel tentativo di favorire un recupero definitivo, viene organizzato un trasferimento in una villa situata fuori Londra. Tuttavia, l’artista manifesta insofferenza verso la nuova routine e la tranquillità imposta da questo cambiamento.[/membership]

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Come può il capitolo presentare una relazione come “indispensabile per superare le dipendenze” quando essa stessa è descritta come fonte di “grande preoccupazione” e paragonata a un modello autodistruttivo?
Il capitolo evidenzia una notevole contraddizione nel modo in cui viene percepita la relazione centrale: vista come dannosa dalle famiglie, ma ritenuta essenziale per la guarigione dall’artista. Questa discordanza non viene pienamente esplorata nelle sue implicazioni psicologiche. Per comprendere meglio come una persona possa percepire un legame disfunzionale come vitale per il proprio recupero, è fondamentale approfondire le dinamiche della codipendenza e le complesse interazioni tra dipendenza e relazioni affettive. Discipline come la psicologia clinica e la sociologia delle dipendenze offrono strumenti utili. Autori come Pia Mellody o Melody Beattie possono fornire spunti significativi su questi temi.


4. Sotto Pressione: L’Ultimo Atto

La vita dopo il grande successo si svolge in un ambiente controllato, percepito però come una gabbia dorata. Nonostante la sicurezza e i beni materiali, manca un senso profondo di appartenenza e autonomia personale. La presenza costante dei paparazzi a Londra rende difficile condurre una vita normale, generando frustrazione e reazioni emotive intense. In questo periodo, c’è una forte pressione per creare nuova musica. Tuttavia, la fama e le dipendenze hanno alterato profondamente la sua condizione, rendendo il processo creativo molto difficile.

Le lotte per la salute

Si manifestano seri problemi di bulimia, aggravati dall’interruzione dell’uso di droghe e dal conseguente aumento di peso. L’abuso di alcol diventa sempre più grave, segnando un declino preoccupante. Un episodio di overdose da sonniferi richiede un ricovero d’urgenza in ospedale. Seguono altri soggiorni in clinica, vissuti spesso più come brevi pause che come veri percorsi di disintossicazione. Questi problemi di salute si intrecciano con le dipendenze, rendendo la sua condizione sempre più fragile.

Relazioni difficili

Si tenta di costruire una relazione con un uomo considerato “perbene”, Reg Traviss. Molti vedono questa relazione come una speranza concreta di stabilità per lei. Tuttavia, il rapporto manca di intimità profonda e autentica. Non corrisponde al suo ideale di compagno di vita. Allo stesso tempo, il legame con l’ex marito Blake persiste in modo problematico, aggiungendo ulteriore sofferenza alla sua vita.

Carriera e dipendenze

Nonostante le difficoltà, ci sono momenti di impegno in altri ambiti, come la creazione di una linea di abbigliamento e l’attività con la sua etichetta discografica. Purtroppo, le dipendenze riprendono rapidamente il sopravvento su questi sforzi. Un tour europeo viene intrapreso nonostante le sue condizioni precarie di salute. Questo porta a esibizioni disastrose e a un sabotaggio volontario da parte sua per ottenere la cancellazione delle date. Una collaborazione con la leggenda del jazz Tony Bennett genera molta ansia. Questa ansia viene superata solo con l’aiuto dell’alcol, permettendo una performance di successo ma segnando una ricaduta.

La fine

Dopo un breve periodo di sobrietà al ritorno a Londra, si verifica una ricaduta finale e fatale. La morte avviene prematuramente all’età di 27 anni nella sua casa di Camden. L’autopsia successiva stabilisce la causa nel collasso cardiocircolatorio, dovuto all’eccessivo consumo di alcol. Il fratello suggerisce che la bulimia abbia indebolito il cuore nel tempo, contribuendo in modo significativo al decesso. La sua morte la inserisce nel tragico e noto elenco del “Club 27”. Nonostante le immense difficoltà personali e le dipendenze, il suo altruismo e il profondo desiderio di aiutare gli altri rimangono aspetti significativi e ricordati della sua personalità.

Quanto è provato il ruolo della bulimia nella tragica fine descritta dal capitolo?
Il capitolo menziona la suggestione che la bulimia abbia contribuito al decesso indebolendo il cuore, presentandola quasi come un dato di fatto. Tuttavia, il testo non approfondisce il meccanismo medico o la solidità scientifica di tale affermazione. Per comprendere meglio questo aspetto e valutare quanto sia effettivamente provato il legame tra bulimia cronica e collasso cardiocircolatorio fatale, sarebbe utile consultare studi medici e approfondire le ricerche nel campo della cardiologia e della psichiatria, esaminando le complicanze fisiche a lungo termine dei disturbi alimentari.


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