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Contenuti del libro
Informazioni
RISPOSTA: “Arricchimento” di Luc Esquerre ci porta in un viaggio affascinante attraverso le trasformazioni dell’economia occidentale, specialmente in Europa, dove la produzione di massa lascia il posto a un nuovo modello: l’economia dell’arricchimento. Questo libro esplora come il valore delle cose non sia più legato alla loro utilità o ai costi di produzione, ma piuttosto alla storia, all’autenticità e alla narrazione che li circonda. Dalle regioni francesi che si reinventano da centri industriali a poli culturali e turistici, come Arles, fino al fascino dei marchi di lusso e degli oggetti da collezione, Esquerre svela come il passato diventi una risorsa economica preziosa. Scopriremo come la “forma collezione” e la “forma tendenza” plasmino il mercato, creando un divario crescente tra beni comuni e prodotti esclusivi. Un’analisi profonda di come il capitalismo si adatti, sfruttando la memoria e la reputazione per generare profitto, e di come questo influenzi la società, creando nuove forme di lavoro e disuguaglianze. Questo libro è una chiave di lettura essenziale per capire il mondo in cui viviamo, dove il valore è sempre più un’arte della valorizzazione.Riassunto Breve
Le economie occidentali, in particolare in Europa, si allontanano dalla produzione di massa per orientarsi verso un’economia basata sull’arricchimento. Questa economia si rivolge ai ricchi e sfrutta il loro potere d’acquisto. La produzione di beni standardizzati si sposta verso paesi con costi di manodopera inferiori, mentre le nazioni occidentali si concentrano su finanza, alta tecnologia e settori come lusso, patrimonio, turismo e cultura. Diversamente dai prodotti industriali che perdono valore, gli oggetti in questa nuova economia aumentano di prezzo nel tempo. Il loro valore non deriva dai costi di produzione o dall’utilità, ma dalla storia, dalla narrazione e dall’autenticità. La logica della collezione, dove l’oggetto raro o con una storia specifica ha valore, diventa centrale. Questa economia accentua la differenza tra beni di massa e prodotti di lusso o “autentici”, contribuendo all’aumento delle disuguaglianze. Si basa sulla capacità di creare e valorizzare differenze e identità, spesso legate a un passato o a una tradizione. Le cose devono essere classificate per avere un prezzo, considerando sia le qualità fisiche sia la forma di valorizzazione. Esistono diverse forme per dare valore alle cose nel commercio: la forma Standard (valore in calo, basata su proprietà misurabili), la forma Tendenza (valore in calo ciclico, basata su storie e mode), la forma Attivo (valore in aumento, basata su previsioni di prezzo futuro) e la forma Collezione (valore in aumento, basata su storia, unicità e appartenenza a un sistema). La forma collezione e la forma tendenza sono centrali nell’economia dell’arricchimento. La forma collezione valorizza cose speciali o rare, spesso legate al passato, non per l’uso pratico ma per la loro unicità e storia, creando scarsità attraverso la narrazione. La forma tendenza valorizza le cose in base alle gerarchie sociali e a ciò che è popolare nel presente, generando cicli rapidi. L’industria del lusso combina queste due forme, usando la tradizione (collezione) per dare stabilità a prodotti altrimenti effimeri (tendenza). Il valore di un marchio di lusso deriva dalla sua storia e reputazione. Una forma di valorizzazione considera le cose come attivi, il cui valore dipende dal prezzo attuale rispetto a un prezzo futuro previsto (metaprezzo); il profitto si realizza con la rivendita. Il capitalismo cerca profitto spostandosi su terreni diversi, passando dalla produzione di massa (grandi volumi, bassi margini) all’economia dell’arricchimento (alti margini per unità, rivolta ai ricchi). Il profitto deriva dallo sfruttamento delle differenze di prezzo o dallo spostamento delle cose tra diverse forme di valorizzazione. Esempi come la trasformazione di un villaggio in destinazione turistica basata sulla patrimonializzazione mostrano come l’identità locale e la storia diventino risorse economiche. Questa economia trasforma la società: la ricchezza deriva dal possedere beni storici o dall’avere conoscenze su di essi. Si forma una classe che guadagna dall’aumento del valore delle proprietà. I lavoratori culturali, spesso con lavori precari, devono promuovere se stessi, e il tempo di lavoro si confonde con il tempo di vita. Le vecchie critiche al capitalismo faticano a capire questa nuova economia dove il valore nasce dal passato e lo sfruttamento assume forme diverse. Il passato, che è un bene di tutti, diventa fonte di profitto privato. La lotta contro la mercificazione di nuovi settori è centrale. L’analisi di questi fenomeni richiede un approccio che unisca la visione sistemica con l’esame delle azioni individuali e delle strutture cognitive che guidano gli scambi.Riassunto Lungo
1. Il valore del passato
Le economie dei paesi occidentali, soprattutto in Europa, stanno cambiando direzione. Si allontanano sempre più dalla produzione di massa, quella che crea tanti oggetti tutti uguali, per muoversi verso un tipo di economia diversa, che potremmo chiamare “economia dell’arricchimento”. Questa nuova economia si rivolge soprattutto alle persone ricche e sfrutta il loro potere di spesa per crescere. Mentre la produzione di beni semplici e standardizzati si sposta in paesi dove costa meno produrre, le nazioni occidentali si concentrano su settori come la finanza, l’alta tecnologia e aree che hanno a che fare con il lusso, la storia, il turismo e la cultura.Il valore cambia: dalla produzione alla storia
In questa nuova economia, il modo in cui viene stabilito il valore delle cose è molto diverso. A differenza dei prodotti fatti in serie, che di solito perdono valore nel tempo, gli oggetti in questo nuovo sistema tendono ad aumentare di prezzo man mano che passano gli anni. Il loro valore non dipende tanto da quanto è costato produrli o da quanto sono utili nella pratica di tutti i giorni. Dipende invece molto dalla loro storia, dalle storie che raccontano e dal fatto che siano considerati autentici o unici. Diventa fondamentale la logica della collezione, dove un oggetto raro o che ha vissuto una storia particolare assume un valore speciale proprio per queste sue caratteristiche uniche e irripetibili.L’esempio della Francia e la “patrimonializzazione”
La Francia offre un chiaro esempio di questa trasformazione economica. Si vedono regioni che prima erano importanti per l’industria ora in declino, mentre cresce la ricchezza in zone basate su economie legate alle residenze di persone facoltose e al turismo. Questo fenomeno è strettamente legato alla “patrimonializzazione”, un processo che trasforma edifici storici, luoghi di interesse e persino interi paesaggi in vere e proprie risorse economiche. Questo porta a un aumento del valore degli immobili in quelle aree e spinge la crescita del turismo. Città che un tempo erano centri industriali, come Arles, si reinventano e diventano importanti poli culturali e turistici, attirando visitatori interessati alla storia e all’arte.Il ruolo delle politiche pubbliche e la cultura
Le decisioni prese dai governi, specialmente in Francia a partire dagli anni ’80, hanno avuto un ruolo importante in questo cambiamento. Le politiche pubbliche hanno iniziato a promuovere la cultura non solo per il suo valore intrinseco, ma anche come uno strumento economico per aiutare lo sviluppo di certe aree geografiche e per creare posti di lavoro, in particolare per i giovani con un’istruzione universitaria. Questo ha portato a una crescita significativa del settore culturale. Tuttavia, spesso i lavori in questo ambito sono caratterizzati da una certa precarietà, offrendo meno stabilità rispetto ai lavori tradizionali.Le conseguenze sociali: aumento delle disuguaglianze
Questa evoluzione dell’economia, basata sul valore del passato e sull’unicità, ha un impatto significativo sulla società. Tende ad accentuare la differenza tra i beni prodotti in grande quantità, accessibili a molti, e i prodotti considerati di lusso o “autentici”, che sono invece riservati a pochi. Questo meccanismo contribuisce in modo importante all’aumento delle disuguaglianze economiche tra le persone. L’economia si basa sulla capacità di creare e mettere in risalto differenze e identità specifiche, che sono spesso strettamente collegate a un passato, a una tradizione o a una storia particolare, rendendo questi elementi fondamentali per la creazione di valore.Ma è davvero il “valore del passato” la causa principale dell’aumento delle disuguaglianze, o non è piuttosto un sintomo di dinamiche economiche più profonde?
Il capitolo lega in modo stringente la nuova economia basata sul “valore del passato” all’aumento delle disuguaglianze. Tuttavia, questa connessione potrebbe beneficiare di un’analisi più sfaccettata. L’incremento delle disuguaglianze nelle economie occidentali è un fenomeno complesso influenzato da molteplici fattori, tra cui la globalizzazione, la finanziarizzazione dell’economia, le riforme del mercato del lavoro e le politiche fiscali. Concentrarsi primariamente sul valore attribuito alla storia e all’unicità rischia di non cogliere l’interazione con queste altre potenti forze. Per approfondire il tema delle disuguaglianze economiche e le loro cause, è utile consultare studi di economia, sociologia e storia economica, leggendo autori come Thomas Piketty o Branko Milanović.2. La valutazione delle cose in un’economia che cambia
L’economia di oggi, soprattutto nei paesi occidentali, sta cambiando molto. Si sta muovendo verso quella che possiamo chiamare “economia dell’arricchimento”. Questo significa che si produce meno roba nuova, ma si dà più valore alle cose che esistono già o a quelle il cui valore viene dal passato, come i marchi famosi o le cose antiche. Questo cambiamento è legato al fatto che le fabbriche si sono ridotte, i soldi guadagnati con la finanza sono aumentati e trasportare le cose costa meno. Queste trasformazioni hanno permesso di produrre oggetti di uso comune in paesi dove costa poco e, allo stesso tempo, hanno fatto diventare più ricca una piccola parte della popolazione. L’economia dell’arricchimento usa risorse che non si possono spostare, come i paesaggi o i monumenti. Questo crea una differenza nel modo in cui compriamo: da una parte ci sono cose economiche fatte lontano, dall’altra cose di lusso legate al posto e alla sua storia, vendute a prezzi molto alti.Il Prezzo, il Valore e il Metaprezzo
Le cose materiali che si possono spostare sono molto importanti nel commercio. Una cosa diventa una merce quando le si dà un prezzo durante una vendita. Il prezzo si misura in soldi, ma non è una qualità fissa della cosa; cambia a seconda di dove e come avviene lo scambio. Il valore, invece, non si misura direttamente, ma serve a dire se un prezzo è giusto o sbagliato. Esiste anche il metaprezzo, che è come una stima o un punto di riferimento per il valore, come le quotazioni di mercato o i prezzi minimi che uno accetta. Il metaprezzo non viene da una vendita vera e propria, ma influenza l’idea che ci facciamo del prezzo vero.Classificare le Cose per il Commercio
Per poter avere un prezzo ed essere vendute, le cose devono essere classificate, cioè “determinate”. Questa classificazione tiene conto sia di come sono fatte e a cosa servono, sia di come vengono valorizzate per stabilire il loro prezzo. Poiché ogni cosa può essere unica e le vendite, specialmente a distanza, non sono sempre certe, la classificazione è necessaria. Servono anche delle regole e delle organizzazioni che rendano i rapporti commerciali più stabili e garantiscano che chi compra diventi davvero il proprietario.La Stabilità dei Prezzi in un’Economia Dinamica
Il modo in cui i prezzi delle diverse cose si confrontano tra loro, cioè la struttura dei prezzi relativi, è un aspetto fondamentale della società. Il capitalismo, con la sua logica di spostare i soldi dove si guadagna di più, cambia continuamente questa struttura. Questo continuo cambiamento rende difficile capire la realtà dei prezzi e fa perdere fiducia nella loro stabilità. La differenza tra prezzo e valore, insieme all’uso dei metaprezzi, aiuta le persone a giudicare i prezzi che sembrano messi a caso. Questo permette di mantenere un’idea di realtà più stabile nonostante i prezzi continuino a cambiare per via del capitalismo.Se l’economia si ‘arricchisce’ dando valore a ciò che già esiste, come paesaggi o storia, come si giustifica che questo ‘arricchimento’ finisca per concentrare la ricchezza in poche mani, e il gioco tra prezzo, valore e metaprezzo basta davvero a spiegare questa dinamica?
Il capitolo introduce l’idea di un’economia dove il valore si sposta verso asset esistenti e non riproducibili. Tuttavia, non è del tutto chiaro come il processo di “valorizzazione” di elementi come paesaggi o storia si traduca concretamente in una tale concentrazione di ricchezza. Il capitolo accenna alla distinzione tra prezzo, valore e metaprezzo come strumenti per navigare la dinamica capitalista, ma potrebbe non esplorare a sufficienza i meccanismi sociali, politici e speculativi che determinano chi beneficia di questa valorizzazione e come i metaprezzi vengono stabiliti e manipolati in un contesto di disuguaglianza crescente. Per approfondire, sarebbe utile esplorare la sociologia economica, gli studi sulla rendita (rent theory), e le teorie sulla finanziarizzazione dell’economia. Autori come David Harvey o Saskia Sassen potrebbero offrire prospettive rilevanti su come lo spazio, la storia e gli asset non riproducibili diventino fonti di accumulazione capitalista e disuguaglianza.3. Le Forme della Valorizzazione Commerciale
Le cose che compriamo e vendiamo entrano in un sistema di circolazione dove il loro valore viene definito. Questo avviene grazie a quelle che possiamo chiamare “forme di valorizzazione”. Sono come degli strumenti comuni che aiutano a orientare gli scambi commerciali. Ci permettono di distinguere un oggetto da un altro, confrontarli e capire quanto dovrebbero costare. La struttura di queste forme si basa su due modi principali di guardare le cose: il primo riguarda come vengono presentate le loro caratteristiche, se in modo dettagliato e misurabile (analitico) o attraverso storie ed eventi (narrativo); il secondo riguarda come ci si aspetta che il loro valore cambi nel tempo, se diminuirà o aumenterà.Le quattro forme principali
Incrociando questi due modi di guardare le cose, si ottengono quattro forme principali di valorizzazione. C’è la forma Standard, dove le caratteristiche sono presentate in modo analitico e il valore tende a diminuire, tipica dei prodotti di massa. Poi c’è la forma Tendenza, che usa una presentazione narrativa e il valore ha alti e bassi ciclici. La forma Attivo si basa su una presentazione analitica ma il valore è previsto in aumento, come per certi investimenti. Infine, la forma Collezione usa una presentazione narrativa e il valore è anch’esso previsto in aumento, come per oggetti rari o storici. Ogni forma ha una sua logica per giustificare il prezzo e rende difficile sostituire un oggetto valorizzato in un modo con uno valorizzato in un altro.Differenziazione e il senso di “mancanza”
I venditori cercano di rendere gli oggetti diversi tra loro, sia descrivendone le caratteristiche in modo nuovo sia raccontando storie su di essi. Questo desiderio di differenziazione nasce dalla concorrenza e dalla voglia di guadagno. Questo processo crea negli acquirenti una specie di “mancanza”. Non è un semplice desiderio personale, ma una sensazione che nasce dal sistema stesso degli oggetti, come se l’oggetto che si desidera fosse necessario per completare un insieme o raggiungere una “totalità”. Diverse organizzazioni e regole aiutano a sostenere queste forme di valorizzazione; ad esempio, garantendo che i prodotti rispettino certi standard (per la forma Standard) o aiutando a conservare la storia degli oggetti (per la forma Collezione).La forma Standard: produzione di massa e valore che cala
La forma Standard è strettamente legata alla produzione di oggetti su larga scala nelle fabbriche. In questa forma, si distingue tra un prototipo, cioè l’idea originale o il primo esemplare, e le copie che vengono prodotte in serie. Le copie, o “esemplari”, hanno valore perché sono identiche al prototipo e sono fatte per essere usate. Il loro prezzo, con il passare del tempo e l’uso, tende a diminuire. Questa forma di produzione è stata criticata perché portava a oggetti tutti uguali e poteva far sentire le persone meno uniche. Tuttavia, il mercato è diventato sempre più pieno di prodotti simili, e per distinguersi è diventato necessario rendere gli oggetti più particolari, spingendo così lo sviluppo e l’importanza di altre forme di valorizzazione.Ma come si trasforma esattamente il passato, presentato come un “bene comune”, in una rendita privata, e con quale criterio si decide quali memorie meritano di generare ricchezza e quali, invece, vengono relegate a un’irrilevanza economica?
Il capitolo descrive efficacemente l’emergere di un’economia basata sul valore del passato e della memoria, ma lascia in ombra i meccanismi concreti attraverso cui questo “bene comune” viene appropriato e privatizzato. Non è del tutto chiaro quali siano i processi sociali e politici che determinano quali storie, quali patrimoni e quali memorie collettive acquisiscono valore economico, mentre altri vengono sistematicamente esclusi o svalutati, condannando intere fasce sociali alla marginalità. Per comprendere meglio le dinamiche di questa nuova forma di accumulazione e le strutture di potere che ne definiscono i contorni, sarebbe utile approfondire gli studi sulla rendita urbana e l’accumulazione per espropriazione, come proposto da autori quali David Harvey, e le analisi sociologiche sui meccanismi di distinzione e la formazione del capitale culturale, come quelle sviluppate da Pierre Bourdieu.8. Le Strutture della Mercificazione e la Critica Pragmatica
L’economia dell’arricchimento si distingue dal tradizionale capitalismo industriale. Non si basa tanto sulla produzione di nuovi beni, quanto sullo sfruttamento di ciò che già esiste. Questa valorizzazione avviene spesso attraverso narrazioni che si legano all’immaginario comune, a volte perfino a quello nazionale. In questo scenario, lo Stato mantiene un ruolo importante. Supporta processi come la delocalizzazione e promuove beni che hanno radici locali, sempre attraverso la creazione di storie e racconti che ne aumentano il valore percepito. Le modalità dello sfruttamento cambiano profondamente rispetto al passato. Il tempo dedicato al lavoro non è più rigidamente definito da orari fissi, ma tende a mescolarsi con il tempo della vita personale. Questa fusione spinge le persone a presentarsi e promuoversi quasi come se fossero delle merci, diventando “commercianti di sé stessi”.Le sfide dell’analisi economica e sociale
Questa nuova realtà rende molto difficile misurare con precisione lo sfruttamento effettivo e capire come viene distribuita la ricchezza prodotta. Si osserva una forte tendenza alla concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, ai vertici della struttura economica. Per criticare efficacemente il capitalismo oggi, è necessario tenere conto di questi cambiamenti. Bisogna analizzare come la logica del mercato si estenda a nuovi ambiti della vita e come il profitto venga cercato non solo nel margine tra costo di produzione e prezzo di vendita, ma anche nella differenza tra il prezzo di un bene e il suo “metaprezzo”, ovvero il valore aggiunto dalla narrazione o dal contesto. La lotta contro questa estensione della mercificazione è un punto centrale. Si scontra con pratiche quotidiane, come il “bricolage”, che rappresentano un modo per sottrarre oggetti e attività alla pura logica commerciale, riutilizzandoli o trasformandoli al di fuori del circuito di mercato.Integrare visioni: sistemica e pragmatica
Per analizzare a fondo questi fenomeni complessi, serve un approccio che sappia unire diverse prospettive. Da un lato, è necessaria una visione sistemica, capace di osservare i processi su larga scala, i meccanismi globali e i rapporti di potere che li sottendono. Dall’altro, serve una visione pragmatica, che si concentri sull’azione concreta degli individui e sulle strutture mentali e cognitive che guidano le loro interazioni e i loro scambi. Lo strutturalismo pragmatico cerca di conciliare queste due visioni, considerando le strutture sociali ed economiche non come gabbie rigide che determinano ogni azione, ma piuttosto come strumenti che le persone usano per dare senso alle situazioni problematiche che affrontano e per agire al loro interno. Le grandi narrazioni fornite dalle istituzioni o dalla cultura dominante offrono dei quadri interpretativi generali. Tuttavia, per essere realmente utili agli attori sociali nella loro vita quotidiana, queste narrazioni devono essere continuamente verificate e sottoposte a critica.Formalizzare la valorizzazione: la teoria delle categorie
Le diverse modalità con cui una merce può acquisire valore (definite come forme standard, tendenza, collezione, attivo) possono essere descritte in modo preciso usando la teoria delle categorie, uno strumento matematico. Le merci e le relazioni che stabiliscono il loro valore possono essere viste come elementi all’interno di queste categorie. Le varie forme di valorizzazione si distinguono in base all’esistenza di particolari elementi chiamati “limiti” e “colimiti”. La forma standard, ad esempio, presenta alcuni limiti, che possono essere pensati come “prototipi” o modelli di riferimento. La forma tendenza presenta alcuni colimiti, simili a “stili” o direzioni di sviluppo. La forma collezione presenta tutti i limiti possibili, rappresentando un insieme completo di elementi. Infine, la forma attivo presenta tutti i colimiti, fungendo da “indicatori di liquidità” o di potenziale di scambio. Questi limiti e colimiti funzionano come punti di riferimento che influenzano il prezzo e il metaprezzo delle merci. I passaggi da una forma di valorizzazione “pura” all’altra avvengono attraverso trasformazioni, descritte matematicamente come “funtori”, che rispettano le strutture definite da limiti e colimiti. Questo permette di modellare spostamenti complessi, come quando uno stile (colimite) si trasforma in un prototipo (limite) o una collezione (tutti i limiti) diventa un indicatore di liquidità (tutti i colimiti).L’applicazione della teoria delle categorie, pur affascinante, non rischia di trasformare la critica sociale ed economica in un esercizio puramente formale, perdendo di vista la concretezza dello sfruttamento e delle disuguaglianze?
Il capitolo introduce uno strumento matematico avanzato per formalizzare le modalità di valorizzazione. Tuttavia, l’uso di modelli astratti per analizzare fenomeni sociali complessi come lo sfruttamento e la concentrazione della ricchezza è un tema dibattuto nelle scienze sociali. Per comprendere meglio i limiti e le potenzialità di un tale approccio, è utile esplorare il dibattito sulla metodologia nelle scienze sociali, in particolare il confronto tra approcci quantitativi/formali e qualitativi/critici. Approfondire la filosofia della scienza sociale e le critiche alle modellizzazioni economiche standard può fornire il contesto necessario. Autori come Pierre Bourdieu o studiosi della metodologia critica potrebbero offrire spunti rilevanti.Abbiamo riassunto il possibile
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