Contenuti del libro
Informazioni
“Antropologia e Arte in Gilles Deleuze” di Adolfo Sagastume ti porta dentro il pensiero di Gilles Deleuze, esplorando come filosofia, scienza e arte affrontano il caos. Non sono solo teorie astratte, ma modi di creare: la filosofia crea concetti, la scienza inventa funzioni, e l’arte compone “blocchi di sensazioni”. L’arte, in particolare, è vista come qualcosa di potentissimo, capace di unire segno e significato e resistere alla morte attraverso questi “percetti” e “affetti” che vanno oltre l’esperienza personale. Ma il libro non si ferma qui, collega tutto questo all’antropologia. Immagina l’etnologo che vive uno shock culturale: è un po’ come il “divenire” dell’artista, un trasformarsi che ti permette di capire l’altro non con l’empatia, ma creando nuove funzioni e relazioni. È un viaggio nel “divenire”, nel superare i vecchi dualismi, e vedere come arte e antropologia, come un “rizoma”, espandono continuamente il nostro mondo, aggiungendo varietà e diversità. Se ti interessa il pensiero di Gilles Deleuze, l’arte, l’antropologia o come queste discipline si connettono per mappare il caos, questo libro di Adolfo Sagastume ti offre una prospettiva super stimolante sui “blocchi di sensazioni” e il “divenire”.Riassunto Breve
Il pensiero di Gilles Deleuze vede filosofia, scienza e arte come modi diversi per affrontare il caos. Queste discipline sono creative, ma si distinguono per quello che creano: la filosofia fa concetti, la scienza inventa funzioni e l’arte compone blocchi di sensazioni. L’arte è vista come particolarmente importante perché riesce a unire davvero segno e significato e resiste al tempo. L’opera d’arte non è solo l’espressione di chi l’ha fatta, ma è un insieme di sensazioni (percetti e affetti) che esistono da sole, al di là dell’esperienza personale. L’artista, creando, vive un “divenire”, una trasformazione che lo lega alla materia o ad altre cose, mentre la materia stessa si carica di vita. La memoria personale scompare nell’arte, lasciando spazio a un presente fatto di sensazioni pure. L’antropologia, che è una scienza, può imparare dall’arte. Si può pensare a un’antropologia che crea funzioni per capire le culture umane, magari mettendo insieme sensazioni, emozioni e percezioni. L’esperienza dell’etnologo che si trova in una cultura diversa e sente uno shock, è simile al “divenire” dell’artista. Questa trasformazione aiuta l’etnologo a capire l’altro in modo profondo, superando l’idea di empatia, che mantiene separati chi osserva e chi è osservato. Il “divenire” invece crea qualcosa di nuovo, una terza realtà che supera questa separazione. La filosofia contemporanea, per Deleuze, mette in discussione l’idea tradizionale di soggetto come punto di partenza del pensiero e critica i vecchi dualismi come quello tra materia e spirito. Si concentra sulla differenza, non sull’identità, e cerca di capire ciò che esiste prima che si formi un soggetto. Sia l’arte che l’antropologia contribuiscono a rendere il mondo più vario e diverso, creando nuove connessioni e possibilità, come un rizoma che cresce in direzioni diverse.Riassunto Lungo
1. L’Unità di Sensazione: Arte e Antropologia nel Pensiero di Deleuze
Il pensiero di Gilles Deleuze esplora i legami tra filosofia, scienza e arte. Queste discipline sono viste come modi diversi per affrontare il caos. Tutte e tre sono creative, ma hanno scopi diversi: la filosofia crea concetti, la scienza sviluppa funzioni e l’arte genera blocchi di sensazioni. Per Deleuze, l’arte si distingue perché riesce a unire segno e significato attraverso le sensazioni. In questo modo, l’arte va oltre l’esperienza personale e la semplice rappresentazione della realtà.L’Opera d’Arte come Entità Autonoma
L’opera d’arte non è solo un modo per esprimere se stessi. È qualcosa di indipendente, fatto di precetti e affetti che vanno al di là della persona dell’artista. L’artista, attraverso un processo di “divenire”, si immerge nella materia, che sia un albero o un fiume. L’opera d’arte che nasce da questo processo è un blocco di sensazioni pure, che non dipende dal ricordo o dalla memoria.Il Concetto di “Divenire” e l’Antropologia
Si può trovare un legame tra antropologia e arte attraverso l’idea di “divenire”. Questo concetto è diverso dall’empatia. Un modo di intendere l’antropologia dell’arte potrebbe nascere creando delle funzioni che mettano in relazione blocchi di sensazioni, affetti e percezioni. L’antropologo, quando vive lo shock culturale, cambia il modo in cui si vede. Questa trasformazione gli permette di sentire il “divenire” come una sensazione, un insieme di affetti e percezioni.Arte, Antropologia e la Creazione di un Universo in Espansione
In conclusione, l’arte porta varietà nel mondo attraverso le sensazioni. L’antropologia, invece, costruisce diversità creando funzioni e legami nuovi. Entrambe le discipline contribuiscono a creare un universo che si espande continuamente, come un rizoma.Ma è davvero sufficiente definire l’arte come “blocchi di sensazioni” per distinguerla nettamente dalla filosofia e dalla scienza, specialmente considerando la complessa interazione tra percezione, concettualizzazione e funzione che caratterizza l’esperienza umana?
Il capitolo presenta una distinzione forse troppo semplicistica tra arte, filosofia e scienza basata sui loro “scopi” creativi. Affermare che l’arte si limiti a generare “blocchi di sensazioni” rischia di trascurare la sua capacità di stimolare la riflessione concettuale e di svolgere funzioni cognitive e sociali complesse, aspetti che la avvicinano in modo significativo, sia alla filosofia che alla scienza. Per una comprensione più sfumata, sarebbe utile esplorare le teorie della percezione e della cognizione, e considerare le opere di autori come Merleau-Ponty, che hanno indagato il ruolo del corpo e della sensazione nella costruzione della conoscenza.2. La Potenza Creativa del Pensiero: Filosofia, Scienza e Arte
Filosofia, scienza e arte come mappe del caos
Per Gilles Deleuze e Félix Guattari, filosofia, scienza e arte sono tre modi di pensare che cercano di disegnare una mappa del caos. Queste discipline vogliono conquistare il caos e costruire un piano all’interno di questo territorio. La creatività è alla base di tutte e tre, ma ognuna la usa per creare qualcosa di diverso.La filosofia e la creazione di concetti
La filosofia si occupa di creare concetti. Questi concetti sono speciali perché sono entità uniche che si creano da sole, definendo sé stesse e ciò di cui parlano nello stesso momento. I concetti filosofici sono fatti di elementi diversi, ma diventano coerenti attraverso un “divenire”. Questo “divenire” è come un flusso che sta in mezzo tra chi pensa e cosa si pensa, creando una realtà nuova che supera la divisione tra soggetto e oggetto.La scienza e l’invenzione di funzioni
La scienza, invece, inventa funzioni. Queste funzioni sono organizzate in discorsi con una struttura precisa. La scienza affronta il caos mettendolo in ordine, creando un piano di riferimento che rende reale ciò che era solo potenziale. Questo modo di fare è diverso dalla filosofia, che invece lavora su un piano di immediatezza e spontaneità.L’arte, “blocco di sensazioni” e “divenire”
L’arte è considerata da Deleuze ancora più importante delle altre forme di pensiero. L’arte offre una vera unione tra ciò che si dice e ciò che si intende, e resiste al passare del tempo. Un’opera d’arte è un “blocco di sensazioni”, cioè un insieme di percezioni e emozioni che vanno oltre l’esperienza personale. Quando crea arte, l’artista vive un “divenire”, trasformandosi in albero, animale, fiume. Allo stesso tempo, la materia stessa sembra diventare umana. Nell’arte, il ricordo svanisce in un presente fatto solo di sensazioni.L’antropologia arricchita dall’arte e il superamento dell’empatia
Anche l’antropologia, che è una scienza, può imparare molto dall’arte. L’obiettivo dell’antropologia può diventare quello di costruire funzioni legate alla cultura umana, includendo anche sentimenti e aspetti estetici. L’antropologo, quando si confronta con una cultura diversa, vive uno shock culturale che cambia la sua identità. Questo cambiamento è simile al “divenire” dell’artista, e permette di creare un collegamento tra culture differenti. In questo modo, il concetto di “divenire” sostituisce l’empatia, superando la tendenza della ricerca antropologica a separare troppo chi studia da ciò che viene studiato.Verso un mondo rizomatico
In conclusione, l’arte rende il mondo più vario creando nuove sensazioni. L’antropologia, invece, costruisce diversità attraverso nuove funzioni e relazioni. Entrambe contribuiscono a creare un mondo che assomiglia sempre di più a un rizoma, cioè una rete che si espande e si connette continuamente.Ma in che modo pratico questi “divenire” e “blocchi di sensazioni” ci aiutano a comprendere meglio il mondo, se rimangono concetti così astratti e difficili da definire operativamente?
Il capitolo introduce concetti affascinanti come “divenire” e “blocco di sensazioni”, ma la loro natura astratta solleva interrogativi sulla loro applicabilità concreta. Per comprendere appieno come Deleuze e Guattari intendano questi concetti, e come possano essere utilizzati per analizzare filosofia, scienza e arte, è fondamentale approfondire direttamente i loro testi, come “Mille Plateaux”. Inoltre, potrebbe essere utile confrontare questo approccio filosofico con prospettive più empiriche e metodologiche nelle discipline che vengono toccate, come la filosofia della scienza, l’estetica analitica o l’antropologia culturale, per valutare la portata e i limiti di tali concetti.3. Il Divenire Rizomatico: Arte, Antropologia e la Creazione del Mondo
Per Gilles Deleuze, la filosofia di oggi si impegna a capire meglio come nascono le idee di sé stessi e di soggetto. Queste idee sono alla base della filosofia moderna. Deleuze analizza in modo critico queste idee, mettendo in discussione che il soggetto sia l’inizio e il fondamento del pensiero. Invece, Deleuze propone un modo nuovo di pensare. Questo nuovo modo di pensare vuole scoprire cosa si nasconde dietro all’idea di identità. In pratica, Deleuze critica la divisione tra materia e spirito, che è molto radicata nella filosofia occidentale.La filosofia di Deleuze: Molteplicità e differenza
Deleuze è stato influenzato da filosofi come Nietzsche e Bergson. Da loro, riprende l’idea che la realtà sia fatta di molti livelli diversi, rifiutando le divisioni nette e l’importanza data al soggetto. Per Deleuze, la filosofia non deve solo criticare le idee esistenti, ma deve anche essere creativa. Deve proporre nuovi valori e pensare a ciò che è stato dimenticato. L’idea più importante per Deleuze diventa la differenza, non l’identità. Il pensiero si concentra sullo studio di ciò che viene prima del soggetto, come il concetto di durata di Bergson.Filosofia, scienza e arte come forme di creazione
Filosofia, scienza e arte sono tre modi diversi di pensare che cercano di affrontare il caos attraverso la creazione. La filosofia crea concetti, cioè idee astratte e generali. La scienza inventa funzioni, cioè modi pratici per far funzionare le cose. L’arte crea sensazioni, cioè emozioni e percezioni intense. L’arte si distingue per la sua capacità di unire completamente il significato e il modo in cui viene espresso, superando i limiti della vita di tutti i giorni e la paura della morte.L’opera d’arte come blocco di sensazioni
Un’opera d’arte è come un blocco fatto di sensazioni. È un insieme di percezioni e di emozioni che vanno oltre l’esperienza personale e psicologica di chi le vive. Quando crea, l’artista vive una trasformazione, un cambiamento profondo. Allo stesso tempo, anche la materia di cui è fatta l’opera si carica di emozioni. C’è quindi un processo di trasformazione reciproca tra l’artista e la materia.Antropologia, arte e “divenire”
L’antropologia, vista in questo modo, può essere considerata come la creazione di modi per capire le diverse culture umane. Un’antropologia dell’arte, invece, crea dei collegamenti tra i blocchi di sensazioni che provengono da culture diverse. Quando un antropologo vive un’esperienza etnografica, si sente spaesato e mette in discussione la propria identità. Questa esperienza può essere simile al processo di creazione artistica. Per capire le culture, l’antropologia usa il concetto di “divenire” al posto dell’empatia. Il “divenire” è un modo per superare le divisioni tradizionali nella ricerca antropologica. In conclusione, sia l’arte che l’antropologia contribuiscono a creare varietà e diversità nel mondo, arricchendo la realtà in modo simile a come cresce una pianta rizomatica, cioè con radici che si estendono in molte direzioni.Se la conoscenza deve crescere in modo rizomatico, come possiamo distinguere la crescita utile da quella caotica e senza direzione?
Il capitolo introduce la metafora del rizoma per descrivere la crescita della conoscenza, ma non chiarisce come tale crescita rizomatica possa essere valutata o guidata. Per comprendere appieno questa prospettiva, sarebbe utile approfondire direttamente le opere di Deleuze, in particolare “Mille Plateaux”, dove il concetto di rizoma è centrale. Inoltre, l’analisi delle critiche mosse alla filosofia di Deleuze potrebbe rivelare potenziali debolezze o interpretazioni alternative di questo concetto. Un utile approfondimento potrebbe venire anche da una riflessione più generale sull’epistemologia e sulla natura della conoscenza.5. Cartografie del Caos: Arte, Filosofia e Scienza secondo Deleuze
Il pensiero di Deleuze su arte, filosofia e scienza
Questo capitolo spiega il pensiero di Gilles Deleuze riguardo all’arte, alla filosofia e alla scienza. Secondo Deleuze, queste discipline sono modi diversi per affrontare il caos. Tutte e tre usano la creatività, ma la applicano in modo differente. La filosofia crea concetti, la scienza inventa funzioni e l’arte compone blocchi di sensazioni.La filosofia e la creazione di concetti
La filosofia si concentra sulla creazione di concetti unici e originali, rifiutando le idee generiche e superficiali. I concetti filosofici sono indipendenti e prendono forma nel momento in cui vengono creati. Questi concetti si evolvono attraverso il “divenire”, un processo di cambiamento continuo tra diversi elementi che porta alla creazione di una realtà sempre nuova e difficile da definire.La scienza e l’invenzione di funzioni
La scienza, invece, si occupa di inventare funzioni, cioè sistemi di regole che mettono in relazione diversi elementi in modo ordinato. A differenza della filosofia, che lavora rapidamente e in modo illimitato, la scienza affronta il caos rallentandolo. Per farlo, la scienza crea dei “piani di riferimento”, ovvero delle strutture che permettono di controllare e gestire ciò che è virtuale e non ancora definito.L’arte e i blocchi di sensazioni
Deleuze considerava l’arte come una forma di pensiero superiore. Secondo lui, l’arte crea “blocchi di sensazioni”, che sono composti da “percetti” e “affetti”. Questi blocchi vanno oltre le esperienze personali e diventano qualcosa di oggettivo e universale. L’opera d’arte si separa dall’artista che l’ha creata e continua a esistere come entità autonoma. È come un monumento che resiste al tempo e alla morte grazie alla forza delle sensazioni che trasmette. L’arte agisce attraverso il “divenire non-umano”, un processo in cui l’artista si unisce a elementi naturali o animali. In questo modo, l’arte crea sensazioni che non si riferiscono a oggetti esterni, ma all’esperienza pura del sentire.L’antropologia come ponte tra arte e scienza
L’antropologia è una scienza che studia le culture umane e cerca di costruire delle “funzioni” per descriverle e comprenderle. Si può immaginare un collegamento tra arte e antropologia, in cui l’antropologia dell’arte crea funzioni che mettono in relazione i “blocchi di sensazioni” prodotti dall’arte. L’esperienza di studiare culture diverse, chiamata “esperienza etnografica”, può generare un “shock culturale” e una “desterritorializzazione” nell’antropologo. Questi processi permettono all’antropologo di estrarre “blocchi di sensazioni” che sono stati liberati dalla soggettività personale. In questo modo, l’antropologo può arrivare a comprendere profondamente una cultura diversa dalla propria, andando oltre la semplice “empatia”. L’empatia, infatti, mantiene una distinzione tra chi osserva e chi è osservato, mentre il “divenire” implica una trasformazione reciproca e la creazione di una nuova realtà comune.Arte e antropologia contribuiscono entrambe ad arricchire il mondo. L’arte crea varietà attraverso la composizione di sensazioni, mentre l’antropologia costruisce diversità culturale attraverso nuove funzioni e connessioni. Queste discipline operano come “rizomi”, cioè come strutture in continua crescita ed espansione, che si ramificano in direzioni sempre nuove.
Ma se l’arte crea “blocchi di sensazioni” oggettivi e universali, come afferma il capitolo, non si rischia di cadere in una visione eccessivamente idealizzata e poco ancorata alla realtà concreta e soggettiva dell’esperienza artistica?
Il capitolo presenta una visione affascinante dell’arte come produttrice di sensazioni oggettive, ma questa idea potrebbe apparire problematica. Se le sensazioni artistiche diventano entità autonome e universali, si potrebbe trascurare il ruolo fondamentale dell’interpretazione individuale e del contesto culturale nella fruizione dell’arte. Per approfondire questa questione, sarebbe utile esplorare le teorie della ricezione estetica e le critiche all’oggettivismo in campo artistico, studiando autori come Hans Robert Jauss o Wolfgang Iser, che hanno messo in luce l’importanza del lettore e del contesto nella creazione del significato dell’opera d’arte.Abbiamo riassunto il possibile
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