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“Antichi viaggi per mare. I peripli di Annone, Scilace di Carianda, Arriano e Rufo Festo Avieno” di Federica Cordano ti apre le porte su un modo unico di vedere il mondo antico: attraverso i peripli. Questi testi non sono le mappe a cui siamo abituati, ma affascinanti descrizioni di rotte costiere, veri e propri itinerari di navigazione antica che ci mostrano la geografia antica come la vedevano i marinai. Il libro ti porta a esplorare le coste del Mediterraneo, del Mar Nero e persino a spingerti nell’Atlantico, seguendo le tracce di spedizioni leggendarie come quella di Annone lungo l’Africa o le meticolose descrizioni di Scilace, Arriano e Avieno. Scoprirai come si misuravano le distanze in giorni di navigazione o stadi, incontrerai popoli diversi, città antiche e luoghi legati a miti e storia. È un’immersione diretta nelle conoscenze marittime dell’antichità, un viaggio che mescola esplorazione geografica e racconto umano, mostrandoci come gli antichi navigavano e descrivevano il loro mondo.Riassunto Breve
Peripli sono testi antichi che descrivono itinerari marittimi lungo le coste, diversi dalle descrizioni geografiche più ampie, concentrati sul percorso via mare. Questo genere letterario ha una lunga continuità e presenta notazioni e schemi ricorrenti. Esempi includono il periplo dell’Africa di Annone, quello del Mare Interno attribuito a Scilace, quello del Mar Nero di Arriano e la compilazione di Avieno. Le distanze si misurano in giorni di navigazione o stadi, metodi approssimativi rispetto alla cartografia basata su coordinate astronomiche come quella di Tolomeo. Opere affini come la *Chorographia* o la *Periegesis* usano un percorso marittimo come struttura. Descrizioni di viaggi per mare si trovano anche in autori come Omero e Strabone. Geografi successivi integrano la geografia con il periplo, sebbene alcuni, come Strabone, li critichino per inaffidabilità. Anche i poemi epici, come l’*Odissea* e il viaggio degli Argonauti, contengono descrizioni costiere simili ai peripli, inclusa la misurazione delle distanze in giorni di navigazione. Tentativi storici di circumnavigare l’Africa dimostrano l’interesse antico per l’esplorazione marittima. Una spedizione cartaginese salpa oltre le Colonne d’Eracle per fondare colonie lungo la costa atlantica dell’Africa, navigando nel Mare Esterno. Si fonda Timiaterio, si raggiunge il promontorio Soloeis con un tempio a Posidone, si naviga verso oriente arrivando a un lago con elefanti, e si fondano altre città: Muro Carico, Gutta, Acra, Melita e Arambi. Si giunge al fiume Lisso, dove vivono i nomadi Lissiti, e si incontrano Etiopi inospitali e Trogloditi. Prendendo interpreti, si costeggia il deserto verso sud e oriente, trovando l’isola di Cerne, che viene colonizzata e si stima alla stessa distanza dalle Colonne d’Eracle quanto Cartagine. Navigando lungo il fiume Chrete si raggiunge un lago con isole e monti abitati da uomini selvaggi. Si entra in un altro fiume con coccodrilli e ippopotami, tornando a Cerne. Da Cerne si naviga per dodici giorni verso sud lungo la costa abitata da Etiopi che fuggono. Si approda presso monti boscosi con alberi profumati. Circumnavigando i monti si raggiunge il mare aperto e si osservano fuochi sulla terraferma di notte. Dopo essersi riforniti d’acqua, si prosegue per cinque giorni lungo costa, arrivando a un grande golfo chiamato “Corno di Ponente”. Qui si trova un’isola con un lago e un’altra isola interna. Di notte si vedono fuochi e si sentono suoni, causando paura e spingendo a lasciare l’isola. Si supera un paese in fiamme con torrenti di fuoco. Dopo quattro giorni si avvista di notte un grande fuoco sulla terra, identificato di giorno come il monte “Carro degli dei”. Con tre giorni di navigazione si raggiunge il golfo chiamato “Corno di Noto”. Qui si trova un’isola con un lago e un’altra isola abitata da uomini selvaggi e donne pelose chiamate Gorilla. Si tenta di catturare gli uomini, ma fuggono. Tre donne resistono e vengono uccise e scuoiate, portando le pelli a Cartagine. La navigazione non può proseguire oltre per mancanza di viveri. La navigazione costiera d’Europa inizia dalle Colonne di Eracle, separate da un giorno di viaggio. Vicino si trovano le isole Gadeira. Fuori dalle Colonne europee ci sono empori cartaginesi, fango, maree e mare aperto. I primi abitanti dell’Europa sono gli iberi, con il fiume Ibero e la città di Emporio. La circumnavigazione dell’Iberia dura sette giorni e sette notti. Seguono popolazioni miste fino al Rodano. Dal Rodano ad Anzio abitano i liguri, con Massalia. Questa costa è ricca di porti. Da Anzio a Roma si trova il popolo dei tirreni. Di fronte alla Tirrenia c’è la Corsica, con l’isola abitata di Aithalia a metà strada. Dalla Corsica alla Sardegna c’è un terzo di giornata. Dalla Sardegna alla Libia un giorno e una notte, dalla Sicilia alla Sardegna due giorni e una notte. Tornando al continente, dopo i tirreni ci sono i latini, poi i volsci, i campani con città greche come Cuma e Napoli e l’isola greca di Pitecusa. Seguono i sanniti e i lucani fino a Thuria, con città greche come Posidonia, Elea, Reggio. Di fronte a Reggio si trova la Sicilia, separata dall’Europa da dodici stadi, abitata da popoli barbari e greci, con tre capi e città greche lungo la costa. Dopo Reggio, sulla costa ionica, si trovano città greche come Locri, Crotone, Sibari e Thuria. Seguono gli iapigi fino al monte Orione sull’Adriatico, con città greche come Taranto e Idrunto. Dopo gli iapigi ci sono i sanniti, gli umbri con Ancona, i tirreni con Spina, i celti, i veneti con l’Eridano, gli istri con l’Istro, e i liburni. Dopo i liburni si trovano gli illiri fino alla Chaonia, di fronte a Corcira. La costa illirica include città greche come Epidamno e Apollonia. La bocca del mar Ionio è tra i monti Cerauni e il capo Iapigio. Seguono i chaoni, tesprozi, cassopi e molossi. Dall’Ambracia inizia l’Ellade, ininterrotta fino al fiume Peneo, con acarnani, etoli, locresi, focidesi, beoti, megaresi e corinzi. A Corinto si trova l’istmo. Da qui inizia il periplo del Peloponneso: Sicione, Achei, Elide, Arcadia, Messenia, Lacedemone. Di fronte alla Laconia si trova Creta. Di fronte alla Laconia e all’Attica si trovano le isole Cicladi e altre isole come Eubea. Dopo il Peloponneso, la costa prosegue con Argo, Epidauro, Ermione, Trezene, Egina, poi la Corinzia, Megara e l’Attica con Atene e il Pireo. La circumnavigazione dell’Attica è di millecentoquaranta stadi. Dopo gli ateniesi, la costa greca prosegue con Beoti, Locresi, Focidesi, Meliesi, Maliesi, Achei Ftioti, Tessaglia e Magnesi, fino al fiume Peneo. Dal Peneo inizia la Macedonia, con il Golfo Termeo e città come Pidna e Metone, Pella all’interno, e le penisole Calcidiche con città greche. Dopo la Macedonia si trova la Tracia, dal fiume Strimone all’Istro, con città greche costiere e il Chersoneso Tracio. La navigazione costiera della Tracia è di sette giorni e sette notti. Dopo la Tracia abitano gli sciti, con città greche sul Ponto Eusino. Presso la Scizia si trovano i tauri. La navigazione dall’Istro al promontorio Taurico dura tre giorni e tre notti. Dopo gli sciti si trova il popolo dei sirmati e il fiume Tanai, che divide l’Asia dall’Europa. La navigazione costiera completa dell’Europa, calcolando cinquecento stadi per un giorno di navigazione, dura centocinquantatre giorni, inclusa metà del Ponto e la palude Meotide. I fiumi più grandi d’Europa sono il Tanai, l’Istro e il Rodano. Una descrizione dettagliata delle coste copre varie regioni del mondo conosciuto. Partendo dal fiume Tanai, si mappa la costa asiatica del Mar Nero, elencando popolazioni come i Sauromati e i Colchi, e città greche tra cui Sinope e Trapezunte. La descrizione prosegue lungo la costa dell’Asia Minore, attraversando regioni come Misia, Lidia, Caria e Cilicia, indicando città greche importanti come Efeso, Mileto e Alicarnasso, fiumi e promontori. Sono incluse anche isole dell’Egeo e del Mediterraneo, come Lesbo, Rodi, Cipro e Coo, con le loro città e porti, notando quali hanno porti chiusi o adatti all’inverno. Il percorso si sposta verso sud lungo le coste di Siria e Fenicia, menzionando centri come Tiro e Sidone. Si descrive poi il Delta del Nilo in Egitto, con le sue diverse bocche e la forma del paese. La navigazione costiera continua lungo la Libia, dall’Egitto verso ovest, identificando popolazioni come i Lotofagi e i Nasamoni, e città come Cirene e Cartagine. Vengono descritte le caratteristiche dei golfi della Sirte. La descrizione si estende oltre le Colonne d’Eracle nell’Atlantico, menzionando popolazioni etiopi e punti geografici come l’isola di Cerne. Sono fornite anche misurazioni di traversate marine in linea retta nell’Egeo e una classifica delle isole principali per dimensione. Si descrive un viaggio lungo la costa del Ponto Eusino, partendo da Trapezunte, città greca fondata dai sinopei, dove si osservano altari rovinati e una statua dell’imperatore. Si menziona un tempio di Ermes e Filesio. La navigazione costiera prosegue toccando vari fiumi, tra cui l’Isso, l’Ofi e il Fasi, che presenta acqua dolce in superficie e salata in profondità. Presso il Fasi si trova un santuario della dea Fasiana e resti di ancore antiche. Una fortezza sul Fasi ospita soldati ed è ben fortificata. Il percorso prosegue verso Dioscuriade, oggi chiamata Sebastopoli, colonia dei milesii. Si attraversano territori abitati da diverse popolazioni, tra cui i Colchi, i Sanni, Macheloni, Eniochi, Zidriti, Lazi, Apsili, Abaschi e Sanighi. Vengono menzionati i loro re e il loro rapporto con l’imperatore. Da Dioscuriade si estende il dominio romano. Si osservano le montagne del Caucaso, con la cima Strobilo legata al mito di Prometeo. Il viaggio continua lungo la costa settentrionale e occidentale del Ponto, descrivendo la rotta dal Bosforo Tracio verso est fino a Trapezunte, e poi da Dioscuriade verso ovest fino al Bosforo Cimmerio e Bisanzio. Vengono elencate numerose città greche, empori, fiumi, capi e porti, con le distanze in stadi tra di essi. Si citano città come Eraclea, Sinope, Amiso, Tomi, Callati, Odesso, Mesembria, Apollonia e Bisanzio. Si fa riferimento a luoghi noti dalla storia e dalla mitologia, come il fiume Termodonte, patria delle Amazzoni, e l’isola di Achille (Leuca), dove si trova un tempio dedicato all’eroe e si osservano particolari fenomeni legati al culto. Si menzionano anche popolazioni come i traci bitini e gli sciti. La descrizione include dettagli pratici sulla navigazione, sugli ancoraggi e sulle condizioni del mare. Il mare dall’Oceano forma il Golfo Atlantico, dove si trovano Gadir, un tempo Tartesso, e le Colonne d’Ercole, Abila e Calpe. Un promontorio si estende a sud con isole ricche di stagno e piombo, abitate da gente che naviga l’Oceano con barche cucite di pelli. L’isola Sacra (Irlanda) e l’isola degli Albioni (Britannia) sono in queste acque. L’Oceano a ovest delle Colonne è un abisso infinito, con acqua calma, alghe e mostri; la navigazione è difficile per mancanza di vento e nebbia. La costa Iberica (Ophioussa) presenta capi e isole, alcune con caratteristiche particolari come acqua torbida o agitazione marina. Diverse popolazioni abitano la regione interna e costiera. Fiumi importanti come l’Ana e il Tartesso solcano la terra. Si incontrano monti sacri o ricchi di metalli. L’acropoli di Geronte e Gadir, un tempo ricca città, si affacciano su un golfo. Gadir è ora in rovina. Procedendo verso ovest, il Capo Sacro (Herma) si innalza, considerato una difesa o la strada di Ercole. Le Colonne d’Ercole sono promontori o isole che segnano il confine tra continenti. La costa continua con diverse popolazioni e città, alcune delle quali un tempo fenicie o puniche, ora deserte. Si incontrano porti, capi e isole. Fiumi importanti scorrono nella regione. Più a nord si trovano le isole Baleari. Sulla costa continentale, gli Iberi si estendono fino ai Pirenei. Si incontrano città antiche, alcune ora in rovina, e popolazioni dedite alla pastorizia o alla caccia. La costa presenta capi, paludi e isole. Fiumi e monti caratterizzano il paesaggio. Città come Tarragona e Barcellona offrono porti sicuri. La costa indigetica arriva ai Pirenei. Dopo i Pirenei, la costa presenta sabbie e fiumi. Questa è la terra sordicena, con stagni e paludi. Il mare forma golfi con isole. Gli Elesici abitavano qui con capitale Naro. Fiumi scorrono tra rovine di antica prosperità. La costa presenta promontori e isole. Un monte e uno stagno segnano il confine tra Iberi e Liguri. Si incontrano piccole città e villaggi. La regione Cimenica, estesa e boscosa, prende nome da un monte. Il Rodano nasce dalle Alpi, attraversa paesi, entra in un lago e sfocia nell’Atlantico con cinque bocche. Vicino alla foce sorge Arelato. La navigazione verso Marsiglia dura due giorni e due notti. Si incontrano popolazioni e città. Marsiglia si trova su una costa dove una via stretta si apre tra le onde. L’acqua circonda la città, che è quasi un’isola, modificata dall’uomo.Riassunto Lungo
1. Le rotte costiere del sapere antico
I peripli sono antichi scritti che raccontano viaggi via mare, descrivendo in dettaglio le coste. Si concentrano sul percorso marittimo, a differenza di altre opere geografiche più generali. Questo tipo di testo ha una storia lunghissima, che dura circa dieci secoli, e presenta caratteristiche e modi di scrivere che si ripetono nel tempo. Marciano di Eraclea, un geografo vissuto tra il IV e V secolo dopo Cristo, studiò questi scritti e li divise in diverse categorie: quelli che coprivano solo una parte di costa, quelli sull’intero Mar Mediterraneo (chiamato Mare Interno) e quelli sul Mare Esterno, cioè l’Oceano. Tra i peripli più conosciuti ci sono quello che descrive il giro dell’Africa, scritto da Annone di Cartagine nel V secolo avanti Cristo, e quello del Mar Mediterraneo, che viene attribuito a Scilace di Carianda (anche se la versione che abbiamo è stata modificata in seguito). Importanti sono anche il periplo del Mar Nero di Arriano, del II secolo dopo Cristo, e l’opera di Avieno, del IV secolo dopo Cristo, che ha raccolto informazioni da peripli più antichi.Come misuravano le distanze
Nei peripli, le distanze lungo la costa venivano misurate in due modi principali: usando i giorni di navigazione o gli stadi. I giorni di navigazione erano unità di misura convenzionali, che non sempre corrispondevano esattamente a giornate intere di viaggio, ma spesso erano legate agli stadi. Gli stadi, invece, erano una misura di lunghezza, ma il loro valore poteva cambiare a seconda del luogo o del periodo. Per questo motivo, le distanze indicate nei peripli erano sempre piuttosto approssimative rispetto alle misure reali. Questo modo di descrivere i percorsi via mare era molto diverso dalla cartografia che usava le coordinate astronomiche, un metodo più nuovo e preciso sviluppato da geografi come Tolomeo nel II secolo dopo Cristo.Opere simili e visioni diverse
Oltre ai peripli, c’erano altri scritti che usavano un viaggio per mare come filo conduttore, come la Chorographia di Pomponio Mela o la Periegesis di Dionisio. Descrizioni di viaggi marittimi si trovano anche nelle opere di autori molto diversi tra loro, come Omero e Strabone. Geografi venuti dopo, come Artemidoro e lo stesso Strabone, cercarono di unire le informazioni dei peripli con le loro conoscenze geografiche. Tuttavia, Strabone non si fidava completamente dei peripli, criticandoli per la loro poca precisione. Lui pensava di avere informazioni più accurate grazie alla vasta conoscenza del mondo che i Romani avevano acquisito con le loro conquiste.Echi negli scritti epici e nelle esplorazioni
Anche i grandi poemi epici, come l’Odissea di Omero e il racconto del viaggio degli Argonauti, presentano descrizioni delle coste e usano elementi simili ai peripli, come la misurazione delle distanze in giorni di navigazione. Le rotte descritte da Omero erano spesso le stesse usate dai navigatori greci e fenici. Già nell’antichità si discuteva su dove si trovassero esattamente i luoghi citati da Omero: geografi come Eratostene erano scettici sulla loro identificazione, mentre altri come Polibio e Strabone erano più inclini a cercare di localizzarli. Questo antico interesse per la navigazione e la conoscenza delle coste si vede anche nei tentativi storici di esplorare mari lontani, come la circumnavigazione dell’Africa provata dai fenici per ordine del faraone egizio Neco II o l’impresa di Annone. Questi sforzi dimostrano quanto fosse forte nell’antichità il desiderio di spingersi oltre i confini marittimi conosciuti.Se i peripli erano così imprecisi, come hanno potuto guidare la navigazione per dieci secoli prima dell’avvento della cartografia basata sulle coordinate?
Il capitolo descrive con chiarezza la natura dei peripli e la loro intrinseca approssimazione, dovuta all’uso di misure come i giorni di navigazione e gli stadi variabili, contrapponendoli alla precisione delle coordinate astronomiche introdotte da geografi come Tolomeo. Tuttavia, non affronta a sufficienza l’apparente contraddizione tra questa imprecisione e la lunghissima durata del loro utilizzo come strumenti pratici di navigazione. Per comprendere meglio questo aspetto, sarebbe utile approfondire lo studio delle tecniche di navigazione antica che affiancavano l’uso dei peripli (come l’orientamento celeste o la conoscenza dei venti e delle correnti), e analizzare in che misura l’imprecisione dei peripli fosse un limite insormontabile per la navigazione costiera quotidiana. Approfondire il pensiero di autori come Strabone e Tolomeo può aiutare a cogliere le diverse prospettive sulla geografia e la navigazione nel mondo antico.2. Navigazione Cartaginese lungo la Libia
Un’importante spedizione cartaginese, composta da sessanta navi e tremila persone tra uomini e donne, prese il largo oltre le Colonne d’Eracle. L’obiettivo era esplorare e fondare nuove colonie lungo la costa atlantica dell’Africa. Dopo due giorni di navigazione nel Mare Esterno, venne fondata la città di Timiaterio. Proseguendo verso occidente, l’equipaggio raggiunse il promontorio Soloeis, dove fu eretto un tempio dedicato a Posidone. La navigazione continuò poi verso oriente per mezza giornata, conducendo a un lago vicino al mare, noto per la presenza di elefanti e altri animali. Un giorno di navigazione più tardi, furono fondate altre città sulla costa: Muro Carico, Gutta, Acra, Melita e Arambi.Incontri e l’isola di Cerne
La spedizione giunse in seguito al fiume Lisso, dove vivevano i nomadi Lissiti, con i quali vennero stabiliti rapporti amichevoli. Si apprese che più a nord abitavano Etiopi inospitali e Trogloditi particolarmente veloci. Prendendo degli interpreti tra i Lissiti, i Cartaginesi costeggiarono il deserto dirigendosi prima verso sud e poi verso oriente. Questa rotta li condusse all’isola di Cerne, che venne scelta come luogo per una nuova colonizzazione. Si stimò che Cerne si trovasse alla stessa distanza dalle Colonne d’Eracle di quanto lo fosse Cartagine stessa.Esplorazioni nell’entroterra
Da Cerne, parte della spedizione navigò lungo il fiume Chrete, raggiungendo un lago punteggiato da isole. In fondo a questo lago si ergevano monti abitati da uomini selvaggi che impedirono lo sbarco. Successivamente, l’equipaggio entrò in un altro fiume, le cui acque erano popolate da coccodrilli e ippopotami, prima di fare ritorno a Cerne.Proseguendo verso sud
Lasciata Cerne, la navigazione proseguì per dodici giorni in direzione sud, costeggiando un tratto di litorale abitato da Etiopi che fuggivano all’avvicinarsi delle navi. La spedizione approdò poi presso monti ricoperti di boschi con alberi dal profumo intenso. Circumnavigando queste alture, si raggiunse il mare aperto, e di notte si osservarono fuochi accesi sulla terraferma.Il Golfo del “Corno di Ponente”
Dopo essersi riforniti d’acqua, il viaggio continuò per altri cinque giorni lungo la costa, portando la spedizione a un grande golfo chiamato “Corno di Ponente”. Qui si scoprì un’isola con un lago al suo interno e un’altra isola ancora più interna. Durante la notte, si videro nuovamente fuochi e si udirono suoni di flauti e tamburi, fenomeni che generarono paura tra l’equipaggio e spinsero ad abbandonare l’isola.Fenomeni vulcanici e il “Carro degli Dei”
La navigazione proseguì, superando un’area che sembrava in fiamme, con torrenti di fuoco che scendevano fino al mare. Le navi si allontanarono velocemente da quel luogo. Dopo quattro giorni di viaggio, di notte fu avvistato un grande fuoco sulla terraferma, che di giorno venne identificato come il monte soprannominato “Carro degli dei”.Il Golfo del “Corno di Noto” e l’incontro con i Gorilla
Con ulteriori tre giorni di navigazione, la spedizione raggiunse il golfo denominato “Corno di Noto”. Qui si trovava un’isola con un lago e, al suo interno, un’altra isola abitata da uomini selvaggi e donne ricoperte di peli, che vennero chiamate Gorilla. Si tentò di catturare gli uomini, ma questi riuscirono a fuggire. Tre donne opposero resistenza e furono uccise e scuoiate; le loro pelli vennero portate a Cartagine come prova dell’incontro. La spedizione non poté proseguire oltre a causa della mancanza di viveri.Ma siamo sicuri che questi “Gorilla” fossero davvero scimmie, o che l’intero resoconto non sia un misto di realtà, leggenda e fraintendimenti?
Il capitolo presenta un resoconto affascinante di un viaggio audace, ma, come spesso accade con i testi antichi, solleva più domande di quante ne risolva. La narrazione è ricca di dettagli suggestivi – elefanti, coccodrilli, ippopotami, fuochi notturni, montagne in fiamme – ma la loro esatta identificazione geografica e zoologica è tutt’altro che certa. In particolare, l’incontro con gli esseri chiamati “Gorilla”, la loro descrizione e il tragico epilogo della cattura e scuoiatura delle femmine, sono elementi che richiedono un’analisi estremamente critica. L’identificazione di questi esseri con le scimmie antropomorfe che oggi chiamiamo gorilla è una delle tante ipotesi, ma il testo originale è ambiguo e aperto a diverse interpretazioni. Per comprendere appieno le complessità di questo resoconto, è indispensabile non prenderlo alla lettera, ma analizzarlo nel contesto della letteratura di viaggio antica e della conoscenza geografica dell’epoca. È utile approfondire la storia della cartografia antica, la filologia classica per analizzare il testo originale (il cosiddetto Periplo di Annone) e la storia delle esplorazioni puniche. Studiosi come Serge Lancel o altri specialisti di storia fenicio-punica e greca antica hanno dedicato studi approfonditi a questo documento, evidenziandone sia il valore storico che i limiti interpretativi.3. Rotta Costiera d’Europa
La navigazione lungo la costa europea inizia dalle Colonne di Eracle. Queste Colonne, che segnano un punto di riferimento cruciale per chi viaggia via mare, sono separate da un giorno di viaggio. Nelle vicinanze si trovano le isole Gadeira; una di queste isole ospita una città che dista solo un giorno di navigazione dalle Colonne. Al di fuori delle Colonne europee, la navigazione si caratterizza per la presenza di empori cartaginesi, tratti di mare con fango e maree, e l’immensità del mare aperto.Le Coste Occidentali: Iberia e Liguria
I primi abitanti dell’Europa che si incontrano lungo questa rotta sono gli Iberi. La loro terra è attraversata dal fiume Ibero e include la città di Emporio, che è una colonia di Massalia. La circumnavigazione completa dell’Iberia richiede un viaggio di sette giorni e sette notti. Proseguendo la navigazione costiera, si incontrano popolazioni miste di Liguri e Iberi fino a raggiungere il fiume Rodano, un tragitto che dura due giorni e una notte. Dalla foce del Rodano fino alla città di Anzio, la costa è abitata dai Liguri e ospita l’importante città greca di Massalia. Questa lunga fascia costiera, che si estende fino ad Anzio, è particolarmente ricca di porti naturali e approdi sicuri per le navi.
Le Coste Italiane
Il tratto costiero che va da Anzio fino alla città di Roma è abitato dal popolo dei Tirreni e richiede quattro giorni e quattro notti di navigazione per essere percorso via mare. Di fronte a questa regione della Tirrenia si trova l’isola di Corsica, raggiungibile in un giorno e mezzo di navigazione; a metà strada verso la Corsica si incontra l’isola abitata di Aithalia. Dalla Corsica, la Sardegna è a un terzo di giornata di navigazione. Proseguendo lungo la costa continentale, dopo il territorio dei Tirreni si estende la regione dei Latini fino al promontorio del Circeo, un viaggio costiero che dura un giorno e una notte. Seguono i Volsci per un giorno di navigazione. Poi si incontrano i Campani, la cui costa ospita le città greche di Cuma e Napoli, e di fronte si trova l’isola greca di Pitecusa, raggiungibile in un giorno.
Dopo i Campani si incontrano i Sanniti per mezza giornata di navigazione. Infine, si estendono i territori dei Lucani fino alla città di Thuria, un tratto di costa che richiede sei giorni e sei notti per essere percorso. Questa regione costiera della Lucania include importanti città greche come Posidonia, Elea e Reggio. Di fronte alla città di Reggio, separata dall’Europa da uno stretto di dodici stadi, si trova l’isola di Sicilia. L’isola è abitata da una varietà di popoli, tra cui barbari come Elimi, Sicani, Siculi, Fenici e Troiani, oltre a popolazioni greche. La Sicilia è caratterizzata da tre capi distinti: Peloro, Pachino e Lilibeo. Le città greche si distribuiscono lungo la sua costa, tra cui Messene, Taormina, Nasso, Catania, Siracusa, Camarina, Gela, Agrigento, Selinunte, Imera e Milazzo. L’isola ha una forma triangolare, e si stima che ogni suo lato misuri circa millecinquecento stadi.
Tornando alla costa continentale dopo Reggio, lungo il versante ionico, si incontrano altre città greche di rilievo come Locri, Crotone, Sibari e Thuria. Seguono gli Iapigi, il cui territorio si estende fino al monte Orione, situato sul versante Adriatico, un percorso che richiede sei giorni e sei notti di navigazione. La costa degli Iapigi include importanti città greche come Taranto e Idrunto. Dopo gli Iapigi si incontrano i Sanniti per due giorni e una notte di navigazione. Seguono gli Umbri, con la città di Ancona, un tratto che richiede due giorni e una notte. Poi si trovano i Tirreni, con la città greca di Spina. Procedendo verso nord, si incontrano i Celti e i Veneti, la cui terra è attraversata dal fiume Eridano. Seguono gli Istri, con il fiume Istro, e infine i Liburni, noti per il loro regime matriarcale, un tratto di costa che richiede due giorni di navigazione.
Le Coste Balcaniche
Dopo il territorio dei Liburni si estende la regione degli Illiri, che si protende fino alla Chaonia, situata di fronte all’isola di Corcira. La costa illirica include diverse città greche importanti come Epidamno e Apollonia. La bocca del mar Ionio si trova tra i monti Cerauni e il capo Iapigio. Proseguendo verso sud lungo la costa si incontrano i Chaoni, seguiti dai Tesprozi, dai Cassopi e infine dai Molossi.
La Grecia Continentale e le Isole Vicine
Dall’Ambracia ha inizio la regione dell’Ellade, che si estende ininterrotta fino al fiume Peneo. Lungo questa costa si incontrano diverse popolazioni: gli Acarnani, gli Etoli, i Locresi, i Focidesi, i Beoti, i Megaresi e i Corinzi. A Corinto si trova l’istmo, un passaggio stretto attraversato da una strada lunga quaranta stadi. Da qui inizia il periplo del Peloponneso, che tocca le regioni di Sicione, gli Achei, l’Elide, l’Arcadia, la Messenia e Lacedemone. Di fronte alla Laconia, parte del Peloponneso, si trova l’isola di Creta, lunga duemilacinquecento stadi, abitata sia da Greci che da popolazioni autoctone e ricca di città e porti. Di fronte alla Laconia e all’Attica si trovano le isole Cicladi e altre isole importanti come l’Eubea. Dopo aver circumnavigato il Peloponneso, la costa prosegue con le città di Argo, Epidauro, Ermione, Trezene ed Egina. Segue la regione della Corinzia verso oriente, poi Megara e l’Attica, dove si trovano Atene e il suo porto, il Pireo. La circumnavigazione completa dell’Attica è stimata in millecentoquaranta stadi. Dopo il territorio degli Ateniesi, la costa greca prosegue verso nord con i Beoti, i Locresi, i Focidesi, i Meliesi, i Maliesi, gli Achei Ftioti, la Tessaglia e i Magnesi, fino a raggiungere nuovamente il fiume Peneo.
Macedonia, Tracia e Scizia
Dal fiume Peneo inizia la regione della Macedonia. Questa costa include il Golfo Termeo e città come Pidna e Metone, che sono di origine greca, mentre Pella si trova all’interno. Si incontrano poi le penisole Calcidiche, che ospitano città greche come Potidea e Olinto. Dopo la Macedonia si estende la Tracia, il cui territorio costiero va dal fiume Strimone fino al fiume Istro. La Tracia costiera è punteggiata da città greche come Anfipoli, Abdera, Eno, Perinto, e include il Chersoneso Tracio con la città di Sesto. La navigazione costiera lungo la Tracia richiede un viaggio di sette giorni e sette notti. Dopo la Tracia abitano gli Sciti, la cui costa sul Ponto Eusino (Mar Nero) ospita città greche come Niconio e Panticapeo. Nelle vicinanze della Scizia si trova il popolo dei Tauri. La navigazione dall’Istro fino al promontorio Taurico dura tre giorni e tre notti. Dopo gli Sciti si incontra il popolo dei Sirmati e il grande fiume Tanai, che segna il confine e divide l’Asia dall’Europa.
Davvero possiamo fidarci di ogni dettaglio di questo ‘periplo’, tra fiumi dalle proprietà miracolose e uccelli addetti alle pulizie dei templi?
Il capitolo presenta un affascinante viaggio lungo le coste del Ponto, mescolando descrizioni geografiche e demografiche con elementi che sembrano attingere al mito o a resoconti locali non verificati, come le particolari proprietà dell’acqua del Fasi o i fenomeni osservati nel tempio di Achille. Questa commistione rende difficile discernere tra osservazione diretta, conoscenza geografica consolidata e credenze popolari o leggende. Per valutare l’attendibilità di tali resoconti, è fondamentale approfondire lo studio della storiografia antica e della geografia storica, analizzando le fonti primarie e i metodi di raccolta delle informazioni nell’antichità. È utile consultare autori che si sono dedicati all’analisi critica dei testi geografici e storici dell’epoca, per comprendere come distinguere i fatti dalle narrazioni influenzate dal mito o dalla tradizione orale.6. Le Antiche Rive Occidentali
Il mare che arriva dall’Oceano forma il Golfo Atlantico. Qui si trovano luoghi importanti come Gadir, che un tempo era la città di Tartesso, e le Colonne d’Ercole, identificate con i promontori di Abila e Calpe. Verso sud si estende un promontorio con isole ricche di stagno e piombo. Queste isole sono abitate da popolazioni che si spostano sull’Oceano usando barche fatte con pelli cucite. Nelle stesse acque si trovano l’isola Sacra, oggi conosciuta come Irlanda, e l’isola degli Albioni, l’attuale Britannia. L’Oceano che si estende a ovest delle Colonne è descritto come un abisso senza fine. Le sue acque sono calme, piene di alghe e si dice siano popolate da mostri marini. La navigazione in questa zona è resa difficile dalla mancanza di vento e dalla presenza di nebbia.La Costa Iberica sull’Atlantico
La costa Iberica, conosciuta anticamente come Ophioussa, presenta numerosi capi e isole. Alcune di queste isole e tratti di costa hanno caratteristiche particolari, come acque torbide o zone dove il mare è molto agitato. La regione interna e la costa sono abitate da diverse popolazioni. Importanti fiumi attraversano questa terra, tra cui l’Ana e il Tartesso. Il paesaggio è caratterizzato anche dalla presenza di monti, alcuni considerati sacri, altri ricchi di metalli preziosi. L’acropoli di Geronte e la città di Gadir, un tempo molto ricca, si affacciano su un golfo. Gadir si trova ora in rovina. Procedendo lungo la costa, si incontra il Capo Sacro, chiamato anche Herma. Questo capo è visto sia come una difesa naturale sia come la strada percorsa da Ercole. Le Colonne d’Ercole sono considerate i promontori o le isole che segnano il confine tra i continenti.Verso il Mediterraneo e le Baleari
La costa prosegue verso est, incontrando diverse popolazioni e città. Alcune di queste città erano un tempo fondate dai Fenici o dai Punici, ma ora sono disabitate. Lungo questo tratto costiero si trovano porti naturali, capi che si protendono nel mare e isole vicine alla terraferma. Diversi fiumi importanti scorrono attraverso questa regione, contribuendo a definire il paesaggio. Più a nord, nel mare, si trovano le isole Baleari. Sulla terraferma, la presenza degli Iberi si estende fino alla catena montuosa dei Pirenei. Questa vasta area include città antiche, alcune delle quali giacciono ora in rovina. Le popolazioni che abitano qui si dedicano principalmente alla pastorizia o alla caccia per la loro sussistenza. La costa lungo questo tratto presenta capi rocciosi, zone paludose e isole. Fiumi e monti caratterizzano fortemente il paesaggio interno. Città come Tarragona e Barcellona offrono porti sicuri per la navigazione. La costa che appartiene alla tribù degli Indigeti raggiunge i Pirenei.Oltre i Pirenei: la Terra Sordicena
Dopo aver superato i Pirenei, la costa cambia aspetto, caratterizzata da lunghe spiagge sabbiose e dalla presenza di fiumi che sfociano nel mare. Questa è la terra conosciuta come Sordicena, un’area ricca di stagni e paludi. Il mare in questa zona forma diversi golfi, al cui interno si trovano isole. Gli Elesici erano la popolazione che abitava questa regione, e la loro capitale era Naro. I fiumi scorrono attraverso aree dove si possono ancora vedere le rovine di un’antica prosperità. La costa continua a presentare promontori che si estendono nel mare e isole vicine alla riva. Un monte e uno stagno particolari segnano il confine naturale tra il territorio degli Iberi e quello dei Liguri. In questa regione si incontrano piccole città e villaggi sparsi sul territorio.La Regione Cimenica e il Rodano
La regione Cimenica è un’area molto estesa e coperta da fitti boschi. Prende il suo nome da un monte che si trova al suo interno. Il fiume Rodano ha la sua sorgente nelle Alpi. Dopo aver attraversato diverse terre e paesi, entra in un grande lago prima di sfociare nell’Oceano Atlantico attraverso ben cinque diverse bocche. Vicino a una di queste foci del fiume sorge la città di Arelato.L’Avvicinamento a Marsiglia
La navigazione via mare per raggiungere Marsiglia richiede un viaggio di due giorni e due notti. Lungo il percorso si incontrano diverse popolazioni e città costiere. Marsiglia si trova posizionata su un tratto di costa dove una via stretta e quasi nascosta si apre tra le onde del mare. L’acqua circonda quasi completamente la città, rendendola simile a un’isola. Questa conformazione è stata in parte modificata dall’intervento dell’uomo nel corso del tempo.Come possiamo considerare attendibile una descrizione geografica che presenta errori così evidenti come la foce del Rodano?
Il capitolo, nel descrivere la regione Cimenica, afferma che il fiume Rodano sfocia nell’Oceano Atlantico. Questa affermazione è in palese contrasto con la geografia moderna, che lo vede sfociare nel Mar Mediterraneo. Tale discrepanza solleva dubbi sull’attendibilità generale delle descrizioni geografiche fornite. Per comprendere meglio queste apparenti inesattezze, è fondamentale contestualizzare la conoscenza geografica dell’epoca in cui il testo originale fu scritto. È utile approfondire lo studio della geografia antica e leggere le opere di geografi e storici del mondo classico, come Strabone o Plinio il Vecchio, per capire quali fossero le informazioni disponibili e come venissero elaborate.Abbiamo riassunto il possibile
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