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Contenuti del libro
Informazioni
“Amras” di Thomas Bernhard ti catapulta subito in un mondo claustrofobico. Dopo il tragico suicidio dei genitori, due fratelli, uno dei quali si chiama Walter e soffre di epilessia, vengono isolati nella vecchia Torre di Amras in Tirolo. Questo non è un rifugio, ma una prigione che li protegge dal giudizio e dalle rigide leggi sanitarie. La vita nella Torre di Amras è segnata dall’isolamento, dal lutto e dalla profonda decadenza familiare che li ha travolti. Il rapporto tra i fratelli è intenso e difficile, mentre la malattia di Walter diventa un simbolo della loro fragilità e del peso del passato. Le visite a Innsbruck, la liquidazione dei beni, e poi lo spostamento in una casa nel bosco dopo la morte di Walter, mostrano come il paesaggio tirolese stesso sembri opprimente, quasi complice della loro disperazione. Bernhard esplora temi come la follia, la morte, e la lotta per sopravvivere a un trauma indicibile, usando la Torre di Amras come fulcro di questa discesa nell’abisso della memoria e della malattia. È un libro che ti resta dentro, crudo e potente.Riassunto Breve
Due fratelli, adolescenti, vengono isolati nella torre di Amras dopo il suicidio dei genitori. Questo isolamento, reso possibile dall’influenza dello zio, serve a proteggerli dal giudizio pubblico e dall’internamento in manicomio, previsto dalle norme sanitarie tirolesi per chi è coinvolto in tali eventi. I fratelli avevano desiderato e pianificato il suicidio familiare. Nella torre, vivono in uno stato di disorientamento, dolore e dipendenza reciproca. La torre, un luogo conosciuto dall’infanzia, non è percepita come una prigione, ma simboleggia la decadenza familiare e civile. La vita è segnata da insonnia e pensieri confusi. La malattia di Walter, una forma di epilessia ereditaria peggiorata dopo la tragedia, diventa centrale, manifestandosi con crisi e afasia. Questa malattia ha rovinato la famiglia. Le passioni precedenti perdono significato. I fratelli si ritirano in sé stessi, manifestando comportamenti regressivi e conflitti fisici. Lo zio li visita, portando notizie del mondo esterno, inclusa la rapida liquidazione dei beni paterni a causa dei debiti. Le visite mediche a Innsbruck sono un tormento, il tragitto difficile, la sala d’attesa con i ritratti di epilettici e la sedia specifica aumentano il disagio. Walter scrive testi sul circo che riflettono su illusione e mortalità. La malattia e la storia familiare li condannano a una lotta costante. La loro esistenza nella torre è disperata, segnata da pensieri frammentati sulla morte. Walter vede la morte come semplice e ha con essa un rapporto ideale. Nonostante le visite, il medico non rileva problemi, ma nota una “calma mortale” in Walter. La vita nella torre include osservazioni sulla natura e incontri con gente del circo. Walter cade dalla finestra della torre e muore per le ferite alla testa. La morte è considerata suicidio, confermato da una nota. La sepoltura avviene all’alba con pochi presenti. Il fratello sopravvissuto lascia la torre per la casa nel bosco dello zio ad Aldrans. L’osservazione degli altri avviene da una posizione nascosta. Esiste una divisione tra chi abita la fattoria e chi no. L’esistenza è definita dal tormento, che deriva soprattutto dalla madre e si estende a ogni dettaglio. La figura di Walter è centrale, la sua influenza persiste dopo la morte. La parola “cornacchie” domina le sensazioni. La morte è una presenza costante, legata a un numero personale e alla gravità del momento. I morti lasciano odori familiari. La permanenza ad Aldrans porta solitudine ed estraneità. Il lavoro manuale offre un ritorno a sé stessi, ma la gente del luogo mantiene distanza. La consapevolezza della frammentazione pervade ogni cosa; l’interezza non esiste. La vita in Tirolo è definita dal paesaggio e dall’atmosfera che causano la disgregazione del sistema nervoso. L’esistenza è il prodotto dell’inalazione letale dell’ossigeno tirolese, vittime di influenze climatiche e di una termologia malsana. Figli della roccia, si vive nella chimica delle Alpi, ossessionati da presagi. La paura è dominante fin dall’infanzia, instillata dai genitori e amplificata dalle malattie. Questa paura impedisce l’apertura al mondo esterno, confinando l’individuo in un ilozoismo. Il Tirolo è un codice penale che impedisce lo sviluppo e porta al soffocamento. Gli studi scientifici, come la botanica, appaiono privi di rigore, morti. L’incanto teorico svanisce, sostituito dal travaglio dei simili. La disperazione è un’idea della disperazione. L’esclusione dalla partita a carte simboleggia l’emarginazione. La cornacchia morta e l’incontro con la salma della guida alpina sono immagini ricorrenti. L’odore di urina nella casa nel bosco rievoca i morti dell’infanzia. Il boscaiolo giovane è destinato a diventare come quello vecchio. Amras sintetizza temi e tecniche narrative, esplorando il rapporto tra fratelli, la sopravvivenza alla catastrofe familiare e il lutto. La torre è uno spazio simbolico, prigione e rifugio, emblema della decadenza. L’oscurità simboleggia la disperazione interiore. I fratelli cercano nella torre una simbiosi, un’unione mistica, che si rivela un’illusione. La storia familiare, segnata dal fallimento del padre e dalla perdita di beni, si impone. La malattia di Walter simboleggia la dissoluzione insita nella natura e nel retaggio. Il tentativo di liberarsi fallisce. La narrazione è frammentaria e aforistica, influenzata da Novalis e Leonardo. Include lettere, appunti e citazioni. Oggetti come il coltello e la “sedia per epilettici” hanno valore simbolico. Dopo la morte di Walter, il fratello si sposta, ma l’ombra del passato persiste. Il paesaggio tirolese è crudele e indifferente. Follia e suicidio emergono come esiti possibili. Nonostante la rappresentazione di una condizione tragica, emergono momenti di amore per la vita nell’imminenza della fine.Riassunto Lungo
1. L’Isolamento di Amras
Dopo il suicidio dei genitori, due fratelli, poco più che adolescenti, vengono portati dallo zio nella torre di Amras. Questo luogo diventa il loro rifugio per due mesi e mezzo, proteggendoli sia dal giudizio della gente che dalle rigide regole sanitarie del Tirolo, che avrebbero potuto mandarli in manicomio. Lo zio li ha salvati in questo modo, trasportandoli incoscienti dalla loro casa di Innsbruck alla torre per evitare le autorità e lo scandalo. I fratelli stessi avevano desiderato e persino pianificato di morire insieme ai genitori. Nella torre, i fratelli si trovano in uno stato di disorientamento e profondo dolore.La vita nella torre e la malattia
La torre, un luogo conosciuto fin dall’infanzia, non sembra una prigione, ma la loro esistenza è fatta di insonnia, pensieri confusi e una forte dipendenza l’uno dall’altro. La malattia di Walter, una forma di epilessia ereditata dalla madre, peggiora dopo la tragedia familiare e diventa centrale nella loro vita isolata. Le crisi si manifestano di nuovo, a volte causando anche la perdita momentanea della parola. Questa malattia, chiamata ‘epilessia tirolese’, ha segnato e rovinato l’intera famiglia. La vita nella torre è come una notte continua, interrotta solo da dolori fisici e rumori della natura. Le loro passioni, come le scienze naturali per uno e la musica per l’altro, non hanno più senso. Si chiudono in sé stessi, comportandosi in modo quasi infantile, arrivando a farsi del male e a scontrarsi fisicamente. Il loro legame fraterno è complicato, un misto di forte dipendenza e a volte di avversione.Le visite dall’esterno
Lo zio va a trovarli regolarmente, portando notizie dal mondo fuori che li turbano profondamente. Li informa che i beni del padre vengono venduti rapidamente a causa dei debiti, un processo che sentono umiliante. La casa dove sono cresciuti viene completamente svuotata. Anche le visite dal medico internista a Innsbruck sono un peso. Il cammino a piedi dalla torre alla città è difficile e pieno di litigi tra i fratelli. La sala d’attesa del dottore, con i suoi quadri di persone malate di epilessia e senza un ascensore, aumenta il loro disagio e la sensazione di essere diversi. Una sedia specifica per gli epilettici in quella sala diventa un simbolo evidente della malattia di Walter e della loro condizione. Durante queste visite, uno dei fratelli a volte si distacca mentalmente, osservando con freddezza la città, le persone e la loro stessa situazione, quasi come se non ne facesse parte.Gli scritti di Walter
Walter scrive brevi testi sul circo, trovati poi sotto i pagliericci nella torre dove vivevano. Questi scritti non parlano solo di spettacoli, ma riflettono anche sull’illusione della vita e sulla fragilità umana. Attraverso queste parole, emerge il peso della malattia e della storia familiare che li segna profondamente. La loro condizione li porta a confrontarsi costantemente con la propria identità e il retaggio che portano. Questi scritti sono un segno della loro lotta interiore e del modo in cui cercano di dare un senso alla loro esperienza.Davvero l’isolamento in una torre è una “salvezza” dalle “rigide regole sanitarie” e dal “manicomio”, o è un modo per eludere cure necessarie dopo un trauma devastante?
Il capitolo descrive l’azione dello zio come un atto di protezione, volto a sottrarre i nipoti al giudizio sociale e a un sistema sanitario percepito come ostile. Tuttavia, presentare l’isolamento come l’unica o la migliore alternativa all’assistenza medica e psicologica solleva seri dubbi. I fratelli, segnati dal suicidio dei genitori, con uno affetto da epilessia aggravata e entrambi con tendenze autodistruttive, si trovano in uno stato di profonda vulnerabilità. L’isolamento, pur offrendo un rifugio temporaneo, impedisce l’accesso a potenziali percorsi di cura per il trauma psicologico e la gestione della malattia fisica. Per valutare criticamente questa scelta, è fondamentale considerare il contesto storico e sociale delle istituzioni sanitarie dell’epoca, la percezione della malattia mentale e dell’epilessia, e l’impatto psicologico dell’isolamento prolungato. Approfondire la storia della psichiatria e le dinamiche del trauma psicologico può fornire gli strumenti per analizzare questa “salvezza” da una prospettiva più completa.2. La Torre, i Pensieri e la Fine
Due fratelli vivono isolati in una torre, un luogo pieno di libri e oggetti in disordine. Sono stati abbandonati dai genitori e tra loro c’è un legame molto forte, anche se la loro esistenza è segnata dalla disperazione.I Pensieri di Walter
Uno dei fratelli, Walter, ha pensieri profondi e a volte confusi sulla morte, sulla realtà e su se stesso. Per lui la morte è qualcosa di semplice e sembra quasi avere un rapporto speciale con essa. Nonostante le visite mediche, i dottori non trovano problemi fisici, ma notano in lui una strana “calma mortale” che li inquieta.La Vita Isolata nella Torre
La vita nella torre è fatta anche di piccoli eventi e osservazioni che rompono l’isolamento. Ci sono momenti passati a osservare la natura intorno a loro. A volte incontrano persone strane, come quelle del circo di passaggio. Non mancano le preoccupazioni familiari, come la gestione della sepoltura dei genitori e il rapporto complicato con lo zio. Persino un episodio spiacevole, come un cane che morde un bambino e che poi viene avvelenato, segna la loro routine.La Tragedia e l’Addio
Un pomeriggio, qualcosa di terribile accade. Walter cade dalla finestra aperta della torre e muore a causa delle ferite alla testa riportate nella caduta. Subito dopo la tragedia, parte un’indagine per capire cosa è successo. Alla fine, la morte di Walter viene considerata ufficialmente un suicidio, confermato da una nota trovata in uno dei suoi taccuini. La sepoltura avviene all’alba, senza un prete, con solo lo zio, una conoscente del padre e i custodi del cimitero. Dopo questi eventi, il fratello sopravvissuto lascia la torre per andare a vivere nella casa nel bosco dello zio.Il capitolo chiarisce sufficientemente il legame tra i “pensieri profondi e confusi” di Walter e la sua tragica caduta dalla torre?
Il capitolo presenta i pensieri di Walter sulla morte e la sua “calma mortale” come elementi centrali del suo stato interiore, e conclude con la sua morte per caduta, ufficialmente considerata suicidio. Tuttavia, il riassunto non elabora in modo esplicito come questi pensieri si traducano nell’atto specifico della caduta. Per comprendere meglio questa transizione e la complessità di un tale gesto, sarebbe utile approfondire studi di psicologia che trattano l’ideazione suicidaria e la depressione, oltre a letture filosofiche che esplorano il rapporto dell’individuo con l’esistenza e la morte, come quelle di Albert Camus.3. Sotto il peso del Tirolo
L’esperienza in Tirolo è segnata fin da subito da un senso di osservazione discreta e nascosta, simile a quella di un boscaiolo che osserva senza essere visto. Si percepisce una netta divisione tra chi vive nella fattoria e gli altri, come se appartenessero a mondi diversi, incapaci persino di scambiarsi un saluto semplice senza che risulti goffo. L’esistenza sembra trovare significato solo in ciò che provoca tormento o attrazione; tutto il resto appare vuoto e privo di importanza. Il tormento più grande sembra provenire dalla figura della madre, un’inquietudine che si insinua in ogni aspetto della vita quotidiana. Questa sensazione di isolamento e distacco è profonda.Figure Centrali e la Presenza della Morte
Walter è una figura centrale, strettamente legata al luogo di Aldrans. La sua presenza si avverte in molteplici modi, e la sua influenza non svanisce nemmeno dopo la morte. La parola “cornacchie” evoca sensazioni potenti, quasi distruttive, che sembrano annientare ogni cosa. La morte, in effetti, è una presenza costante e tangibile. Non è un evento lontano, ma si manifesta in varie forme, legata a presagi personali e alla serietà del momento. Perfino i morti sembrano lasciare dietro di sé odori che risultano stranamente familiari.La Vita Quotidiana ad Aldrans
Vivere ad Aldrans accentua un senso di solitudine e di non appartenenza. Il lavoro fisico, come quello nel bosco, offre un modo per riconnettersi con se stessi, portando una stanchezza che sembra più salutare rispetto ad altre forme di affaticamento. Tuttavia, gli abitanti del luogo mantengono una certa distanza, quasi percepissero nell’individuo qualcosa che incute timore. Le rare occasioni di interazione, come le partite a carte, possono offrire una momentanea distrazione, ma nascondono anche un pericolo latente. Questa vita quotidiana è un mix di isolamento e tentativi (spesso vani) di trovare un posto.La Percezione della Frammentazione
Una profonda consapevolezza della frammentazione sembra permeare ogni aspetto della realtà. Questa sensazione riguarda l’individuo stesso, il modo in cui si percepisce il tempo, le città, la terra e persino l’evoluzione. L’idea di una completezza o di un’unità non sembra esistere. Ci sono solo momenti isolati, “arrivi” che non si collegano in un tutto coerente. E la fine di ogni cosa sembra arrivare senza che se ne abbia piena coscienza.L’Impatto del Paesaggio Tirolese e la Paura
La vita in Tirolo appare profondamente influenzata dal paesaggio e dall’atmosfera del luogo. Questi elementi sembrano avere un effetto quasi fisico, causando una sorta di disgregazione interiore. L’esistenza stessa sembra essere un prodotto di questo ambiente, come se si inalasse un “ossigeno tirolese” letale, rendendo le persone vittime delle condizioni climatiche e di un’aria malsana. Ci si sente figli della roccia e delle gole, immersi nella “chimica delle Alpi”, costantemente ossessionati da presagi e segni. La paura è un sentimento predominante, radicato fin dall’infanzia, trasmesso dai genitori e intensificato dalle gravi malattie della madre e di Walter. Questa paura costante impedisce di aprirsi al mondo esterno, di cercare conoscenza o di dedicarsi allo studio. Blocca l’individuo in una visione del mondo limitata, quasi un “ilozoismo”, dove ogni cosa è vista come viva ma in modo statico e opprimente. Il Tirolo, in questa prospettiva, non è solo un luogo, ma diventa quasi un “codice penale” che soffoca ogni possibilità di crescita e sviluppo personale.La Perdita di Interesse e la Disperazione
Anche gli studi scientifici, in particolare la botanica che un tempo portava gioia e conoscenza, ora sembrano aver perso ogni vitalità e rigore. L’entusiasmo per la teoria svanisce, sopraffatto dalle difficoltà e dalle sofferenze condivise con gli altri. La disperazione stessa non è solo un sentimento, ma quasi un concetto, un’idea astratta della disperazione. Ogni tentativo di trovare conforto o significato sembra fallire. Un episodio come l’esclusione da una partita a carte assume un significato più ampio, simboleggiando un senso generale di emarginazione e isolamento.Immagini e Simboli Ricorrenti
Alcune immagini e sensazioni si ripresentano con insistenza, quasi a sottolineare i temi centrali dell’esperienza. Tra queste, la visione di una cornacchia morta e l’incontro con la salma di una guida alpina. L’odore di urina percepito nella casa nel bosco riporta alla mente ricordi legati ai morti dell’infanzia. La figura del boscaiolo giovane e ferito sembra destinata a seguire lo stesso percorso di quello più anziano, suggerendo un ciclo inevitabile di sofferenza e isolamento che caratterizza la vita in questo luogo. Questi simboli visivi e olfattivi rafforzano il senso di oppressione e predestinazione.[/membership]L’aria del Tirolo è davvero così letale per la mente, o si confonde la percezione soggettiva con una causa oggettiva?
Il capitolo descrive un legame quasi deterministico tra l’ambiente fisico e lo stato psicologico e intellettuale, suggerendo che l’aria stessa o la “chimica delle Alpi” causino disgregazione interiore e impediscano la crescita personale. Tuttavia, questa forte asserzione non esplora a fondo i meccanismi psicologici o percettivi che mediano tale influenza. Per comprendere meglio la complessa relazione tra ambiente esterno ed esperienza interna, sarebbe utile approfondire gli studi nel campo della psicologia ambientale, della fenomenologia della percezione e della geografia umana, che analizzano come i luoghi influenzino (o siano percepiti influenzare) la psiche umana, distinguendo tra impatto oggettivo e costruzione soggettiva della realtà.4. La Torre e la Decadenza Familiare
Amras è un libro che racchiude bene lo stile e i temi di Thomas Bernhard. Racconta il rapporto tra due fratelli, come affrontano il dolore e la sopravvivenza dopo un terribile evento che ha colpito la loro famiglia. Un luogo importante nella storia è la torre, che per i fratelli diventa sia una prigione che un rifugio. Si sente una forte nostalgia per il passato e il testo è pieno di riferimenti a idee filosofiche, opere letterarie e musica. Il racconto include anche appunti e scritti trovati dopo la morte dell’autore e presenta diverse voci che si alternano.I Fratelli e la Torre
La storia segue due fratelli, Walter e K. Sono stati salvati dal suicidio di tutta la famiglia e poi isolati nella torre di Amras per non finire in un istituto. Questa torre è un posto vero vicino a Innsbruck, ma nel libro diventa un simbolo potente. Non è un luogo romantico dove rifugiarsi, ma rappresenta il declino della famiglia e della società. L’oscurità della torre è come la disperazione che i fratelli sentono dentro e il peso del loro passato.Il Peso del Passato Familiare
Dentro la torre, i fratelli cercano di creare un legame fortissimo tra loro, quasi un’unione magica che va oltre le parole e unisce arte e scienza. Ma presto capiscono che questa ricerca è solo un’illusione. La storia della loro famiglia, segnata dai fallimenti del padre e dalla perdita di soldi e oggetti importanti, si impone con forza sul racconto. La malattia, in particolare l’epilessia di Walter, diventa il simbolo della distruzione che sembra essere nella loro natura e che hanno ereditato dalla famiglia. Ogni tentativo di liberarsi dalla malattia e dal passato non riesce.Lo Stile e gli Oggetti Simbolici
Il modo in cui è raccontata la storia è fatto di pezzi sparsi e frasi brevi, un po’ come scrivevano Novalis e Leonardo da Vinci. Il testo non è lineare e include lettere, appunti personali e frasi prese da altri scritti. Alcuni oggetti diventano molto importanti e carichi di significato, come un vecchio coltello e la “sedia per epilettici”. Questi oggetti non sono solo cose, ma rappresentano il passato che torna e la condizione di chi è vittima degli eventi.Dopo la Perdita
Dopo la morte di Walter, K. si trasferisce in un’altra casa di famiglia, ma l’ombra del passato non lo lascia. Anche il paesaggio intorno, le montagne del Tirolo, sembra crudele e non si cura della sua sofferenza. La follia e il suicidio appaiono come possibilità concrete per il suo futuro. Nonostante il libro descriva una situazione umana molto triste e come se fosse già finita, in alcuni momenti si percepisce un amore inatteso per la vita, che si manifesta proprio quando la fine sembra vicina.Affermare che la ricerca di un’unione tra arte e scienza sia “solo un’illusione” non è forse una semplificazione eccessiva?
Il capitolo descrive come i fratelli cerchino nella torre un legame fortissimo, quasi un’unione “magica” tra arte e scienza, ma liquida questa ricerca come una mera “illusione”. Questa affermazione, priva di un’adeguata spiegazione del perché tale unione sia considerata irrealizzabile o illusoria nel contesto narrativo, lascia una lacuna argomentativa. Per comprendere meglio questa dinamica e la sua presunta fallacia, sarebbe utile approfondire lo studio delle intersezioni tra creatività artistica e rigore scientifico, esplorando ad esempio il pensiero di autori che hanno cercato sintesi tra questi ambiti. Potrebbe essere illuminante considerare anche prospettive sulla psicologia del trauma e sui meccanismi di coping, leggendo autori che hanno analizzato in profondità la psiche umana in condizioni estreme.Abbiamo riassunto il possibile
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