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Contenuti del libro
Informazioni
“Allucinazioni” di Oliver Sacks ti porta in un viaggio incredibile dentro la mente umana, esplorando un mondo che sembra uscito da un sogno ma è incredibilmente reale per chi lo vive: quello delle allucinazioni. Non si parla solo di malattie mentali, ma di come il nostro cervello, in tantissime situazioni diverse, possa creare percezioni che non esistono fuori di noi. Scoprirai la sindrome di Charles Bonnet, dove persone con problemi di vista vedono cose incredibili pur sapendo che non sono lì, o come la deprivazione sensoriale possa farci vedere un vero “cinema del prigioniero”. Il libro esplora anche le allucinazioni che toccano altri sensi, come sentire odori o musiche inesistenti, o le visioni legate a condizioni come il Parkinson o l’epilessia, incluse quelle esperienze mistiche che sembrano quasi spirituali. Sacks ci racconta anche delle allucinazioni che capitano quando ci addormentiamo o ci svegliamo, quelle legate al trauma o al lutto, e persino le strane sensazioni legate all’immagine corporea, come l’arto fantasma dopo un’amputazione. È affascinante vedere come il cervello costruisca la nostra realtà, e questo libro ti apre gli occhi su quanto sia complessa e a volte sorprendente la nostra percezione del mondo e di noi stessi.Riassunto Breve
Il cervello umano genera attivamente percezioni, anche in assenza di stimoli esterni reali. Questo accade in diverse condizioni. Nella sindrome di Charles Bonnet, persone con perdita della vista vedono allucinazioni visive, da forme semplici a scene complesse, pur sapendo che non sono reali. Questo fenomeno è una reazione neurologica alla mancanza di input visivi, con attivazione delle stesse aree cerebrali usate per la visione normale. Similmente, la deprivazione sensoriale, come l’isolamento, può indurre allucinazioni visive, mostrando l’iperattività del sistema visivo quando non riceve stimoli. Le allucinazioni non sono solo visive. Esistono allucinazioni olfattive (fantosmia), a volte dopo perdita dell’olfatto o traumi, che possono essere odori vaghi o intensi. Le allucinazioni uditive includono voci, rumori o musica complessa. Sentire voci non è solo legato a malattie psichiatriche; può accadere in persone sane sotto stress o deprivazione. Le allucinazioni musicali sono spesso associate alla perdita dell’udito e attivano aree cerebrali simili alla percezione musicale reale.Anche malattie neurologiche causano allucinazioni. Nel parkinsonismo, oltre ai problemi di movimento, si manifestano allucinazioni visive, di presenza, musicali o tattili, spesso legate a terapie farmacologiche. La malattia da corpi di Lewy presenta allucinazioni più precoci e complesse. Emicranie visive causano aure, luci e distorsioni dovute a disturbi elettrici nel cervello. L’epilessia, con le sue scariche anomale, può produrre allucinazioni sensoriali, alterazioni dell’immagine corporea e fenomeni psichici come il déjà vu. Le crisi estatiche nell’epilessia del lobo temporale inducono sensazioni intense di beatitudine. Danni cerebrali, specialmente nella corteccia visiva, possono portare ad allucinazioni nella parte cieca del campo visivo, un fenomeno di “release” dove aree private di input diventano iperattive. Il delirium, uno stato confusionale acuto dovuto a cause metaboliche o tossiche, si manifesta con allucinazioni multisensoriali molto variabili.Le allucinazioni si verificano anche al confine con il sonno. Le allucinazioni ipnagogiche appaiono all’addormentamento, spesso forme geometriche o immagini mutevoli. Quelle ipnopompiche emergono al risveglio, sono più vivide e proiettate all’esterno, a volte spaventose, spesso associate a paralisi del sonno. La narcolessia aumenta la frequenza e l’intensità di queste esperienze. Alcune allucinazioni sono legate a stati emotivi o psicologici. Il lutto può causare la percezione della presenza del defunto. Traumi psichici generano flashback, rivissuti con intensità sensoriale ed emotiva. Stati mentali alterati come trance, meditazione o suggestione (anche religiosa o ambientale) possono indurre allucinazioni intense. La percezione di sé può essere alterata, con esperienze extracorporee, la visione del proprio doppio (autoscopia) o confusione sull’identità. Le illusioni corporee, come la sensazione di un arto fantasma dopo un’amputazione, mostrano la plasticità dell’immagine corporea, percepita come reale e capace di movimento. La paralisi dell’arto fantasma e la sua riabilitazione con terapia dello specchio o realtà virtuale evidenziano il ruolo del feedback sensoriale. Altre distorsioni includono arti soprannumerari o la sensazione di una presenza invisibile. Questi fenomeni, studiati con neuroimaging, rivelano la natura dinamica dell’immagine corporea e l’attività intrinseca del cervello nella costruzione della realtà e del sé.Riassunto Lungo
1. Visioni Silenziose: Sindrome di Charles Bonnet e Deprivazione Sensoriale
Che cos’è la sindrome di Charles Bonnet
La sindrome di Charles Bonnet (CBS) è caratterizzata dalla comparsa di allucinazioni visive in persone che hanno subito una perdita della vista. Queste allucinazioni non sono causate da disturbi psichiatrici, ma rappresentano una reazione neurologica alla mancanza di stimoli visivi. Chi sperimenta la CBS è consapevole che le allucinazioni non sono reali, anche se le percepisce come vivide e provenienti dall’esterno. Le allucinazioni possono variare da forme geometriche semplici e colori, fino a scene complesse che includono persone e oggetti.Come si manifestano le allucinazioni nella CBS
Le allucinazioni visive tipiche della CBS attivano le stesse aree del cervello che si attivano durante la visione reale. Questo suggerisce che, in assenza di stimolazione sensoriale, il sistema visivo si attiva spontaneamente. La natura specifica delle allucinazioni, come la presenza di volti, testi o musica, dipende dall’attivazione di specifiche aree della corteccia cerebrale, che sono dedicate all’elaborazione di queste particolari funzioni visive.Il legame con la deprivazione sensoriale
Fenomeni simili alle allucinazioni della CBS si verificano anche in condizioni di deprivazione sensoriale. In questi casi, la riduzione o la monotonia degli stimoli visivi porta alla comparsa di allucinazioni, note come “cinema del prigioniero”. Studi sull’isolamento sensoriale hanno confermato che la mancanza di stimoli sensoriali, soprattutto quelli visivi, può indurre allucinazioni anche in persone che vedono normalmente. Queste allucinazioni, analogamente a quelle della CBS, derivano da un’iperattività del sistema visivo che reagisce alla deprivazione sensoriale.Cause comuni e meccanismi simili
La deprivazione sensoriale, che può manifestarsi in diverse forme come l’immobilità o la privazione del sonno, può quindi provocare allucinazioni. Questo dimostra come il cervello sia in grado di generare attivamente esperienze visive anche quando mancano stimoli esterni. Nonostante le cause diverse, le allucinazioni che si manifestano nella CBS e nella deprivazione sensoriale condividono meccanismi neurali e caratteristiche simili. Questi fenomeni offrono una prospettiva unica sull’attività visiva intrinseca del cervello.Affermare che le allucinazioni nella CBS e nella deprivazione sensoriale condividano “meccanismi neurali e caratteristiche simili” non rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno complesso, potenzialmente trascurando differenze cruciali nei processi cerebrali sottostanti?
Il capitolo sembra equiparare le allucinazioni della CBS e della deprivazione sensoriale basandosi su una generica “iperattività del sistema visivo”. Ma è sufficiente questa iperattività a spiegare la varietà e la complessità delle allucinazioni in entrambi i contesti? Per rispondere a questa domanda, potrebbe essere utile approfondire la neurofisiologia della visione e studiare autori come Oliver Sacks, che ha esplorato in dettaglio la CBS, o ricerche più recenti sulle basi neurali delle allucinazioni in diverse condizioni.2. Le Allucinazioni dei Sensi: Odori e Suoni Inesistenti
Allucinazioni olfattive (Fantosmia)
Immaginare gli odori è meno comune rispetto a immaginare immagini o suoni. Però, esistono le allucinazioni olfattive, chiamate fantosmia. La fantosmia può comparire dopo aver perso l’olfatto, in caso di sinusite o dopo un trauma alla testa.Caratteristiche delle allucinazioni olfattive
Le allucinazioni olfattive possono essere odori leggeri e difficili da riconoscere, oppure profumi forti e chiari. A volte, i profumi sono collegati a ricordi o all’ambiente circostante. Oltre alla fantosmia, esistono anche la disosmia, che è una distorsione degli odori veri, e la cacosmia, che è l’allucinazione di odori molto cattivi.Allucinazioni uditive
Le allucinazioni uditive sono varie come quelle olfattive. Si possono sentire voci, rumori indistinti o anche melodie musicali complesse. Sentire le voci non è sempre segno di schizofrenia. Può succedere anche a persone sane in momenti di forte stress o quando si è privati deiNormalmente, i sensi.Tipi di voci nelle allucinazioni uditive
Le voci nelle allucinazioni uditive possono essere diverse: ordini semplici, pezzi di conversazioni sentite come reali, o anche una voce interiore che sembra esterna quando ci si trova in pericolo.Allucinazioni musicali
Le allucinazioni musicali sono spesso collegate alla perdita dell’udito e possono continuare anche se si usano apparecchi acustici. La musica delle allucinazioni sembra molto reale, tanto da confonderla con suoni veri. La musica può essere complessa e ricca di particolari, e attiva nel cervello le stesse aree della musica vera. Sia le allucinazioni olfattive che quelle uditive fanno capire quanto sono collegate tra loro la percezione, l’immaginazione e il lavoro del cervello. Queste allucinazioni dimostrano che il cervello può creare esperienze sensoriali forti anche senza stimoli esterni reali.Affermare che le allucinazioni dimostrino semplicemente la capacità del cervello di creare esperienze sensoriali senza stimoli esterni non rischia di banalizzare la complessa interazione tra percezione, immaginazione e realtà, suggerendo una comprensione forse troppo lineare di fenomeni ancora avvolti nel mistero?
Il capitolo, pur introducendo in modo chiaro il tema delle allucinazioni sensoriali, sembra concludere in maniera eccessivamente assertiva sulla loro interpretazione come semplice “dimostrazione” delle capacità cerebrali. Una visione più critica inviterebbe a esplorare la complessità dei meccanismi neurali alla base della percezione e dell’immaginazione, discipline come le neuroscienze cognitive e la filosofia della mente potrebbero offrire strumenti concettuali più affinati. Approfondimenti sui lavori di autori come Antonio Damasio o Anil Seth potrebbero arricchire la comprensione di questi fenomeni, collocandoli in un quadro più ampio e meno riduzionistico.3. Il Teatro della Mente: Allucinazioni nel Parkinsonismo e Stati Alterati
Questo disturbo del movimento, chiamato parkinsonismo, non causa solo problemi motori. Si manifesta anche attraverso problemi nella percezione, in particolare con le allucinazioni. Queste allucinazioni non sono state subito riconosciute come parte della malattia. Infatti, si è iniziato a parlarne più tardi, spesso quando si è notato che comparivano insieme all’uso di un farmaco chiamato L-dopa. Questo farmaco aumenta la dopamina nel cervello. Le persone con parkinsonismo post-encefalitico sono più sensibili alla L-dopa. Per questo motivo, possono avere allucinazioni molto intense e realistiche. Queste allucinazioni possono essere visioni di città piene di vita o interazioni con oggetti che non esistono nella realtà.Allucinazioni nel Parkinson comune e nella malattia da corpi di Lewy
Nel Parkinson comune, le allucinazioni appaionoPiano piano, spesso dopo molti mesi o anni dall’inizio delle cure con i farmaci. Queste allucinazioni possono essere semplici, come vedere forme geometriche, oppure più complesse, come scene con persone e animali. All’inizio, le persone possono pensare che siano reali, ma poi capiscono che non lo sono. È importante sapere che le allucinazioni nel Parkinson non sono solo visive. Infatti, si possono sentire presenze, illusioni musicali o anche sensazioni tattili. Esiste una forma più grave di parkinsonismo chiamata malattia da corpi di Lewy. In questa malattia, le allucinazioni sono diverse: compaiono presto e sono molto complesse, spesso spaventose e coinvolgono più sensi contemporaneamente. Queste allucinazioni possono manifestarsi anche prima che compaiano i problemi di memoria tipici della demenza.Allucinazioni e stati alterati di coscienza
Le allucinazioni non sono solo un sintomo delle malattie neurologiche. Anche quando la coscienza è alterata, ad esempio per l’uso di droghe, si possono avere percezioni distorte. Nella storia, le persone hanno sempre cercato esperienze che vadano oltre la realtà attraverso l’uso di sostanze chimiche. Hanno provato sostanze come l’hashish, la mescalina, l’LSD e molte altre. Queste droghe possono cambiare la percezione in molti modi diversi. Ad esempio, i colori possono sembrare più intensi, le dimensioni degli oggetti possono apparire distorte, si possono mescolare i sensi (sinestesie), il tempo può sembrare diverso e si possono avere visioni complesse. L’esperienza è diversa per ogni persona e può cambiare anche per la stessa persona in momenti diversi. Queste esperienze ci mostrano che il cervello ha la capacità di creare realtà alternative. Questo può accadere sia in caso di malattia, sia quando si assumono sostanze esterne. Studiare le allucinazioni ci aiuta a capire meglio come funzionano la coscienza e la percezione.Se le allucinazioni legate al lutto sono utili per superare il dolore, non si rischia di medicalizzare un processo naturale e complesso come l’elaborazione della perdita?
Il capitolo descrive le allucinazioni legate al lutto come un meccanismo che può aiutare a superare il dolore. Questa interpretazione, pur offrendo una prospettiva interessante, potrebbe implicitamente suggerire che il lutto sia una condizione da “superare” rapidamente, quasi patologica, piuttosto che un’esperienza umana complessa e sfaccettata. Per una comprensione più profonda, sarebbe utile esplorare la letteratura antropologica e sociologica sul lutto, che offre prospettive culturali e sociali diverse, e approfondire il lavoro di autori come Raymond Moody, che ha studiato le esperienze di pre-morte e il loro impatto sulla comprensione del lutto e della coscienza.8. L’Immagine Corporea Fantasma
Dopo avere subito un’amputazione, è molto comune continuare a sentire l’arto che non c’è più, come se fosse ancora presente. Questa sensazione persistente è chiamata arto fantasma e dimostra quanto sia adattabile la nostra immagine del corpo. A differenza delle allucinazioni in cui si vedono o si sentono cose che non esistono, l’arto fantasma compare subito dopo l’amputazione. La persona lo sente come reale e a volte riesce persino a muoverlo volontariamente. Il fatto che questa sensazione sia immediata e molto simile all’arto vero suggerisce che la percezione dell’arto esiste già dentro di noi, anche prima di perderlo.Mobilità e Paralisi dell’Arto Fantasma
La possibilità di muovere l’arto fantasma, anche se è solo un’illusione, fa capire quanto siano collegate tra loro l’intenzione di muoversi e la percezione del proprio corpo. Capita spesso che, con il tempo, l’arto fantasma diventi come paralizzato. Questa paralisi è stata interpretata come una conseguenza della mancanza di segnali sensoriali che confermino il movimento. In pratica, il cervello impara che non può muovere l’arto perché non riceve informazioni dal corpo che gli dicano che il movimento è avvenuto. Per risolvere questo problema, è stata sviluppata la terapia dello specchio. Questa terapia sfrutta il fatto che il cervello può essere ingannato da ciò che vede. Grazie a un gioco di specchi, il paziente vede l’arto sano muoversi come se fosse l’arto fantasma. Questo feedback visivo aiuta a ripristinare la percezione del movimento e a ridurre il dolore. Allo stesso modo, la realtà virtuale offre nuove possibilità per la riabilitazione. Attraverso la realtà virtuale, i pazienti possono interagire con arti virtuali e recuperare la sensazione di controllo sull’arto fantasma.Altre Alterazioni dell’Immagine Corporea
Oltre all’arto fantasma, esistono anche altre alterazioni nella percezione del proprio corpo. A volte, in seguito a lesioni dei nervi o del cervello, si può avere la sensazione di avere un arto in più, oppure si può sentire una parte del corpo come estranea. In altri casi, si può arrivare a credere che un arto appartenga a un’altra persona. Anche la sensazione di sentire una “presenza” invisibile, che alcune persone provano quando sono isolate o stressate, potrebbe avere una spiegazione neurologica. Sembra che nel cervello esista una sorta di “senso dell’altro” che si attiva in queste situazioni. Queste esperienze possono essere diverse tra loro: alcune persone le trovano inquietanti, altre confortanti. A volte, possono anche essere interpretate in chiave mistica o religiosa, come se si percepissero entità spirituali.Basi Neurologiche e Implicazioni per la Comprensione di Sé
Le moderne tecniche di neuroimaging, che permettono di vedere come funziona il cervello, confermano che questi fenomeni hanno una base biologica. In particolare, si sono individuate delle alterazioni in alcune aree del cervello, soprattutto nei lobi parietali e temporali, che sembrano essere responsabili delle distorsioni dell’immagine corporea. Le ricerche sull’arto fantasma e su fenomeni simili ci mostrano che l’immagine che abbiamo del nostro corpo è qualcosa di dinamico e modificabile. Queste scoperte aprono nuove prospettive per capire meglio la coscienza, il modo in cui percepiamo il nostro corpo e la nostra identità.Se il capitolo riconosce la base neurologica dei fenomeni descritti, non rischia di ridurre eccessivamente la complessità dell’esperienza soggettiva a mere alterazioni cerebrali, trascurando le dimensioni psicologiche e filosofiche che definiscono la nostra immagine corporea e identità?
Il capitolo presenta una prospettiva interessante, ma la comprensione della relazione tra cervello, corpo e coscienza è ancora in fase di sviluppo. Per rispondere alla domanda, sarebbe utile approfondire la filosofia della mente, in particolare autori come Merleau-Ponty, che ha esplorato il corpo vissuto e la percezione. Inoltre, la psicologia fenomenologica potrebbe offrire ulteriori strumenti concettuali per comprendere la ricchezza e la complessità dell’esperienza corporea.Abbiamo riassunto il possibile
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