Letteratura

Alla Ricerca Del Tempo Perduto

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1. Catalogo delle Opere di Proust

Marcel Proust esordisce con “Mensonges” nel 1894, una raccolta di poesie con accompagnamento musicale. Nel 1896 pubblica “I piaceri e i giorni”, con prefazione di Anatole France, illustrazioni e musiche, poi riedito in versione semplificata. Proust traduce anche John Ruskin, pubblicando “La Bibbia di Amiens” nel 1904 e “Sesamo e i gigli” nel 1906, con prefazioni e note. La prefazione di “Sesamo e i gigli” nasce da un suo precedente articolo sulla lettura.“Alla ricerca del tempo perduto” è l’opera più nota di Proust. Il primo volume, “Dalla parte di Swann”, esce nel 1913. Seguono “All’ombra delle fanciulle in fiore”, “I Guermantes”, “Sodoma e Gomorra”, “La prigioniera”, “Albertine scomparsa” e “Il tempo ritrovato”, pubblicati tra il 1919 e il 1927. Contemporaneamente alla “Ricerca”, Proust dà alle stampe “Pastiches e মেলেন্জ” nel 1919 e “Cronache” nel 1927. Dopo la sua morte, escono il romanzo giovanile “Jean Santeuil” nel 1952 e i saggi critici di “Contro Sainte-Beuve” nel 1954.Le opere di Proust sono state pubblicate nella “Bibliothèque de la Pléiade” di Gallimard, con edizioni curate. Nel 1978 viene riscoperta e pubblicata la novella giovanile “L’Indifferente”. Le poesie, sia edite che inedite, sono raccolte in un volume del 1982. Continuano a uscire nuove edizioni critiche della “Ricerca”, con materiali preparatori e varianti.In Italia, “Alla ricerca del tempo perduto” è stata tradotta più volte, con edizioni curate da Einaudi, Mondadori e Rizzoli/BUR, e con traduttori e prefazioni di importanti studiosi italiani e stranieri. Anche le opere minori di Proust, come “I piaceri e i giorni”, “Contro Sainte-Beuve”, “Jean Santeuil”, raccolte di lettere e altri scritti, sono state tradotte in italiano a partire dagli anni Quaranta del Novecento.L’opera di Proust ha generato un’enorme quantità di studi critici. Saggi, monografie e raccolte di articoli di autori di tutto il mondo hanno esplorato lo stile, i temi, l’influenza di Ruskin e la ricezione dell’opera proustiana.

2. L’Impronta Persistente del Ricordo

Di notte, il sonno è leggero e i risvegli sono confusi, tanto che i sogni si mescolano alla realtà. I libri letti prima di dormire diventano parte dei pensieri, quasi come se si vivesse dentro quelle storie. Quando ci si sveglia, si torna alla realtà un po’ alla volta, come uscendo da un buio profondo. Il corpo ricorda dove si trova, toccando gli oggetti e riconoscendo la forma della stanza, e così tornano in mente anche le altre stanze dove si è dormito in passato. A Combray, il momento della buonanotte della mamma è fondamentale. Se è troppo breve, o se manca, nasce una grande tristezza. La camera da letto è il centro di tutte le preoccupazioni della sera. A volte, una lanterna magica proietta immagini colorate sui muri, ma questo rende la stanza meno familiare e accogliente. Swann è un ospite che viene spesso a trovare la famiglia, ma è un personaggio misterioso, diverso dagli altri abitanti di Combray. La famiglia non sa nulla della sua vita elegante in città, e lo vede solo come una persona comune. La prozia, in particolare, si comporta con lui in modo molto confidenziale, senza rendersi conto della sua importanza. La chiesa di Combray, con le sue vetrate e la sua architettura, è il cuore del paese, un luogo pieno di ricordi antichi. Il campanile è il simbolo di Combray, visibile da ogni angolo e che scandisce il ritmo della vita di tutti i giorni. Basta il sapore di una madeleine inzuppata nel tè per far riaffiorare, all’improvviso, tutti i ricordi di Combray. Non solo i luoghi e le persone, ma anche le emozioni e le sensazioni di un tempo. Il passato ritorna con forza, dimostrando come i sensi possano risvegliare la memoria, che è fatta di frammenti e che spesso si attiva in modo inaspettato.

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25. Metamorfosi e Caducità nel Faubourg Saint-Germain

La relazione del duca di Guermantes con Madame de Forcheville segna l’inizio di un declino. Il duca, ormai anziano, si comporta come un tempo, quando era giovane e pieno di amori, e si dedica completamente a Madame de Forcheville, proprio come il narratore aveva fatto con Albertine e Swann con Odette. Madame de Forcheville, da parte sua, usa questa situazione per migliorare la sua posizione sociale, cercando di piacere al duca e a chi lo circonda. Questo nuovo legame porta il duca a perdere l’approvazione di persone importanti, così come era successo al barone di Charlus per la sua relazione con Jupien. Entrambi i fratelli Guermantes, anche se molto diversi tra loro, finiscono per subire un declino simile a causa delle loro debolezze. Il duca, invecchiato e sempre più legato a Odette, passa le giornate con lei, trascurando la moglie. Nella casa di Odette, riceve persone dell’alta società, attratte dal suo nome, un tempo molto famoso. Il narratore, osservando il duca, lo vede molto cambiato, come una roccia consumata dal tempo, e si accorge di come la vecchiaia lo abbia reso l’ombra sofferente dell’uomo che era.Anche le posizioni sociali dei Guermantes e di Charlus, una volta intoccabili, vengono messe in discussione a causa di passioni e debolezze. Il duca, quando va a trovare Odette, appare come un resto di ciò che era, ormai dominato dalla vecchiaia e dal bisogno di affetto. Odette, invece, lo manipola e lo tradisce, preferendo uomini più giovani, mostrando così di non essere all’altezza del ruolo che la vita le aveva dato. Parlando con il narratore, Odette si descrive come una vittima di amori difficili e di una vita passata chiusa in casa a causa della gelosia dei suoi amanti, come Swann e il duca. Cerca in questo modo di attirare l’attenzione del narratore, ma i suoi racconti risultano poco credibili. Anche la duchessa di Guermantes, triste per il tradimento del marito e per i pettegolezzi di Madame de Forcheville, sembra in declino, divisa tra il suo essere nobile e il desiderio di apparire intelligente, passando dal disprezzo per la vita mondana alla ricerca di approvazione.Il narratore, durante una visita al palazzo Guermantes, incontra Gilberte de Saint-Loup e sua figlia, rendendosi conto del tempo che passa e della vita che continua attraverso le generazioni. Il tempo e la memoria diventano quindi oggetto di riflessione, ed emerge l’urgenza di iniziare a scrivere la sua opera letteraria, percependo la malattia e la vecchiaia come qualcosa di vicino. La paura della morte si unisce al desiderio di lasciare qualcosa di importante attraverso la scrittura, spingendolo a pensare al suo libro come a un’opera complessa, ma necessaria, che possa andare oltre la sua stessa vita. Il suo libro è immaginato come uno strumento per aiutare i lettori a conoscere meglio se stessi, un’opera costruita con impegno e attenzione, come faceva Françoise con i suoi lavori. La malattia e la consapevolezza della morte, in modo inaspettato, lo spingono a iniziare finalmente la sua opera, anche se la memoria è fragile e il futuro incerto. Il pensiero della morte non è visto come una paura, ma come una presenza che lo accompagna mentre riflette sulla vita e sull’arte. La vecchiaia e la malattia mostrano come il tempo, qualcosa che non si può afferrare, diventi visibile nel corpo che invecchia e nella memoria che scompare, spingendo il narratore a confrontarsi con il bisogno di creare e di lasciare un segno che duri nel tempo.

26. Il labirinto della memoria e la melodia del tempo

Marcel Proust è famoso per l’idea di “tempo perduto”. Questo concetto riguarda il recupero di un passato che non è morto, ma può tornare a vivere nel presente. Le «intermittenze del cuore» sono quei momenti in cui ricordi lontani riemergono all’improvviso, riportando alla luce pezzi della nostra vita che credevamo dimenticati.Henri Bergson, filosofo e cugino di Proust, ha parlato di concetti simili, concentrandosi sulla «durata». La durata è il flusso continuo della nostra coscienza, dove passato e futuro si mescolano. Bergson criticava l’idea di misurare il tempo, come fa la scienza. Per lui, il tempo è un’esperienza personale, unica e non misurabile. L’intuizione, secondo Bergson, è il modo migliore per capire la profondità della durata.Proust, pur essendo vicino a Bergson, aveva idee diverse sulla memoria. Per Proust, esistono due tipi di memoria: quella volontaria e quella involontaria. La memoria volontaria è legata alla nostra intelligenza, ma ci restituisce solo un ricordo superficiale del passato. La memoria involontaria, invece, si accende all’improvviso, magari grazie a un profumo o a un sapore, e ci fa rivivere il passato in modo completo, quasi come se fossimo lì. Questa memoria involontaria è più potente della realtà stessa, perché ci mostra l’essenza delle nostre esperienze.Lo stile di Proust, fatto di frasi lunghe e di molte metafore, serve a esprimere questa visione del tempo e della memoria. Le frasi complesse riflettono la profondità della nostra vita interiore. Questo stile può sembrare difficile, ma è fondamentale per descrivere la realtà della nostra mente, che è in continua evoluzione. La metafora è lo strumento che usa per farci capire come la lingua metta insieme cose reali e immaginarie.L’opera di Proust non è solo bella da leggere, ma è anche una ricerca di un modo per dare un senso alla vita attraverso l’arte. L’arte, infatti, ci permette di superare il passare del tempo e di catturare ciò che di più profondo c’è in noi. La “Recherche” è un viaggio che, grazie alla memoria involontaria e all’arte, ci porta a una specie di scoperta, a un’eternità che non è religiosa, ma legata alla bellezza. L’opera di Proust continua a vivere perché ci fa riflettere sulla realtà e ci offre una visione originale e profonda della vita.

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