Prologo
Negli anni ’50 dell’Ottocento, pochi passanti si rendevano conto che la vedova anziana seduta alla finestra di una casa di H Street a Washington era l’ultima sopravvissuta legata ai giorni gloriosi della prima repubblica. Cinquant’anni prima, Aaron Burr aveva ucciso suo marito, Alexander Hamilton, in un duello, considerato un ostacolo alla sua carriera. Elizabeth Schuyler Hamilton, pur essendo cieca e sorda, mostrava un coraggio stoico, allevando sette figli e sopravvivendo fino all’inizio della Guerra Civile.Eliza Hamilton, con il suo modo gentile e la sua tenacia olandese, si aggrappava a credenze religiose che l’aiutavano a fare i conti con le sue sfortunate esperienze. Anche in età avanzata, continuava a pregare in ginocchio. Indossava abiti neri tipici delle vedove, con un colletto bianco e un copricapo che richiamavano un’epoca più semplice. I suoi occhi, brillanti dietro occhiali di metallo, rivelavano intelligenza e un indomito spirito, mantenendo viva la memoria del passato.Nella sala anteriore della casa che condivideva con sua figlia, Eliza conservava memorabilia del suo matrimonio. Quando riceveva visite, si alzava con il bastone per mostrare un dipinto di George Washington e un secchiello per il vino donato da Washington stesso, simbolo di solidarietà durante uno scandalo che coinvolse Hamilton. Un busto in marmo di Hamilton, scolpito da Giuseppe Ceracchi, rappresentava il modo in cui Eliza desiderava ricordarlo: ardente e giovane.Eliza si dedicava a ripristinare la reputazione storica di Hamilton, offuscata da calunnie di avversari politici come Thomas Jefferson e John Adams. Per anni, reclutò assistenti per esaminare i suoi scritti, ma distrusse le proprie lettere. La sua opera culminò nella pubblicazione di una biografia autorizzata di Hamilton, che però fu completata solo dal suo quarto figlio, John Church Hamilton, dopo la sua morte nel 1854.Eliza Hamilton Holly, sua figlia, esprimeva il rammarico per l’attesa della madre nel vedere immortalizzato il marito. La sua eredità era chiara: “Giustizia sarà fatta alla memoria del mio Hamilton”.La figura di Alexander Hamilton suscita sentimenti contrastanti. È visto come un simbolo dell’aristocrazia contro la democrazia jeffersoniana. Hamilton, sostenitore di un governo centrale forte e di un’economia industriale, era considerato da alcuni un potenziale despota. Anche i suoi sostenitori riconoscono che la sua figura non ha ricevuto il giusto riconoscimento. Theodore Roosevelt lo definì il più brillante statista americano, mentre William Howard Taft lo considerò il più grande costruttore di stati.Hamilton, pur non essendo mai diventato presidente, ha avuto un impatto duraturo sulla politica americana. È stato un pensatore e un esecutore, contribuendo alla convocazione della Convenzione Costituzionale e redigendo “The Federalist”. Come primo segretario al tesoro, ha creato le basi di un moderno stato-nazione, stabilendo sistemi di bilancio, debito, tassazione e banche centrali.La sua vita, segnata da eventi drammatici, dall’infanzia illegittima a Nevis alla morte in duello, rappresenta l’archetipo dell’immigrato che riesce nonostante le avversità. La sua influenza si estendeva a tutti gli aspetti della politica americana, e la sua figura ha ispirato e scandalizzato la nazione.Hamilton ha avuto una vita intensa, ricoprendo ruoli come avvocato, oratore e generale. Ha contribuito all’emergere dei primi partiti politici e ha influenzato le elezioni presidenziali. Le biografie precedenti si basavano su una quantità limitata di scritti, ma dal 1961 al 1987, sono stati pubblicati ventisette volumi delle sue opere, arricchiti da commenti e documenti contemporanei.Oggi, si riconosce l’importanza di rivedere la vita di Hamilton, il profeta della rivoluzione capitalista americana. Mentre Jefferson rappresentava la democrazia politica, Hamilton incarnava l’opportunità economica. La sua visione di un governo federale forte e di un sistema economico avanzato continua a influenzare la società moderna. Rifiutare il suo lascito significa, in molti modi, rifiutare il mondo contemporaneo.Capitolo 1: I naufraghi
Alexander Hamilton nacque a Nevis, nelle Indie Occidentali britanniche, sebbene non ci siano prove documentali a conferma di questa affermazione. L’isola, oggi vista come un rifugio turistico, ha una storia geologica che risale a un milione di anni fa, quando emerse dal mare. Nevis Peak, un cono vulcanico estinto, domina il paesaggio e ha svolto un ruolo strategico per i britannici. Nel 1690, la prima capitale, Jamestown, fu distrutta da un terremoto e un maremoto.Nel XVIII secolo, Nevis era un crocevia di rivalità marittime tra potenze europee per il commercio dello zucchero, un prodotto che generava immense ricchezze per la Gran Bretagna. La crescente domanda di zucchero portò all’importazione di migliaia di schiavi dall’Africa, poiché né i nativi né gli europei volevano lavorare nei campi di canna da zucchero. Le autorità britanniche colonizzarono Nevis con vagabondi e criminali, mentre la popolazione schiavizzata era in gran parte composta da africani.Hamilton crebbe in un ambiente difficile, circondato da una popolazione bianca dissipata e schiavi ribelli. La sua famiglia, di origine francese e huguenota, si trovava in una posizione sociale precaria, tra aristocratici delle piantagioni e la miseria della classe inferiore. La sua nascita illegittima lo portò a vivere con un senso di umiliazione e a mantenere segreta la sua storia familiare.La madre di Hamilton, Rachel Faucette, era figlia di un medico che emigrò a Nevis. La sua famiglia possedeva una piccola piantagione di zucchero e alcuni schiavi. La vita a Nevis era segnata da epidemie e difficoltà economiche, che portarono a una massiccia emigrazione. Rachel, dopo un matrimonio infelice con Johann Michael Lavien, un danese, abbandonò il marito e il figlio legittimo, Peter, per rifugiarsi a St. Kitts.A St. Kitts, Rachel incontrò James Hamilton, un giovane scozzese che cercava fortuna nelle Indie Occidentali. Nonostante la loro relazione non fosse formalmente riconosciuta, vissero insieme e ebbero due figli, James e Alexander. La loro vita fu segnata dalla precarietà economica e dalla mancanza di legittimità.James Hamilton, un uomo senza ambizioni, abbandonò la famiglia, lasciando Rachel a prendersi cura dei figli. Rachel divenne una commerciante di successo, ma la sua vita fu segnata da difficoltà e stigmatizzazione sociale. Morì nel 1768, lasciando Alexander e James orfani. I due ragazzi furono affidati a un cugino, Peter Lytton, che morì tragicamente poco dopo.La vita di Alexander fu caratterizzata da una serie di disavventure e perdite. Nonostante le avversità, Hamilton dimostrò resilienza e intelligenza, iniziando a lavorare come commesso in un’azienda commerciale. La sua educazione fu influenzata dalla lettura e dall’esposizione a una varietà di culture, che lo portarono a sviluppare una visione critica della società in cui viveva.Hamilton visse in un ambiente in cui la schiavitù era pervasiva e la violenza era comune. La sua infanzia fu segnata da esperienze traumatiche, ma anche da un forte desiderio di riscatto. La sua storia personale, segnata da illegittimità e povertà, avrebbe influenzato profondamente la sua vita e le sue ambizioni future.Capitolo 43: La scena del lutto
La morte di Hamilton, annunciata con un avviso scritto a mano al Tontine Coffee House, sconvolse la città di New York. La comunità si trovò in uno stato di profondo dolore, paragonabile a quello provato alla morte di Washington. Questo lutto collettivo portò a riflessioni sull’epoca della Rivoluzione Americana e sulla fondazione del governo, ma la morte di Hamilton suscitò anche shock per la sua natura insensata.Hamilton, a causa della sua giovane età, della sua famiglia numerosa e del servizio reso al paese, ricevette un’ampia manifestazione di simpatia da tutti i ceti sociali di New York. La reazione fu simile in altre città, come Boston e Filadelfia, dove si osservò un lutto pubblico. Le campane delle chiese suonarono a morto e i cittadini indossarono fasce nere in segno di rispetto.Il giorno della morte, i mercanti di New York decisero di chiudere i negozi per il funerale, programmato per il 14 luglio. Il corteo funebre, il più solenne della storia della città, si radunò davanti alla casa di John e Angelica Church. Mentre il corteo avanzava, i soldati portavano le armi a testa in giù, e i partecipanti rappresentavano ogni segmento della società, simbolizzando la visione economica e politica di Hamilton.Il funerale si svolse in un silenzio carico di emozione, con migliaia di persone in lacrime lungo il percorso. La folla era così numerosa che il corteo durò due ore. Durante la cerimonia, Gouverneur Morris, incaricato di tenere l’orazione funebre, si trovò in difficoltà nel descrivere Hamilton, temendo reazioni violente contro Burr e l’argomento del duello. Morris si preoccupò di come trattare il passato controverso di Hamilton, inclusi i suoi difetti e le sue scelte politiche.Sotto il portico della Trinity Church, Morris parlò della bravura di Hamilton e dei suoi sforzi per preservare la Costituzione, ma il suo discorso non soddisfece completamente la folla, che desiderava un attacco a Burr. La scena più toccante fu la presenza dei figli di Hamilton, che piangevano accanto al suo feretro.Dopo il funerale, Hamilton fu sepolto nel cimitero della Trinity Church, con onori militari. La sua morte a quarantanove anni mantenne viva la sua immagine storica, poiché non visse abbastanza a lungo per acquisire la dignità di un anziano statista. La sua vita, breve ma intensa, suscitò opinioni contrastanti: alcuni lo consideravano un genio, mentre altri, come John Adams, si lamentarono della sua morte.La reazione di Burr alla morte di Hamilton fu di apparente indifferenza. Dopo il duello, Burr continuò la sua vita come se nulla fosse accaduto, mostrando un comportamento che suscitò indignazione. Le voci sulla sua mancanza di rimorso si diffusero, e la sua reputazione subì un duro colpo. Nonostante ciò, Burr si preoccupò della sua situazione legale e si rifugiò in Pennsylvania, dove continuò a vivere liberamente.Il 2 agosto 1804, un giurì coroner dichiarò Burr colpevole dell’omicidio di Hamilton, ma la situazione legale si complicò e le accuse furono ridotte. Burr, in difficoltà finanziarie e politiche, si rifugiò in Georgia, dove continuò a progettare piani di secessione. Arrestato per tradimento nel 1807, fu assolto, ma la sua vita politica era ormai finita.Dopo anni di esilio in Europa, Burr tornò negli Stati Uniti nel 1812, ma la sua carriera era distrutta. La morte della figlia Theodosia, avvenuta in mare, segnò un colpo devastante nella sua vita. Burr visse in solitudine, mantenendo un atteggiamento di cinismo nei confronti del suo passato. Morì nel 1836, lasciando dietro di sé una vita segnata da controversie e tragedie, mentre la sua figura rimase un simbolo di ambiguità nella storia americana.Capitolo 1: Epilogo
Eliza Hamilton affrontò un periodo di profonda sofferenza dopo la morte del marito, Alexander Hamilton, avvenuta nel 1804, e di altri tre membri della sua famiglia in un breve lasso di tempo. Dopo la morte di Hamilton, Eliza si dedicò a prendersi cura del padre, Philip Schuyler, la cui salute era già compromessa. Schuyler morì pochi mesi dopo, lasciando Eliza con un’eredità finanziaria insufficiente a coprire i debiti di Hamilton, che ammontavano a oltre cinquantamila dollari.Eliza, nonostante le difficoltà economiche, ricevette supporto da amici e familiari. Creò una borsa di studio segreta con l’aiuto di Gouverneur Morris e altri, per garantire un sostegno ai suoi figli. Nonostante la sua situazione finanziaria, Eliza si dedicò a prendersi cura della cugina Ann Mitchell e mantenne la convinzione che il governo dovesse onorare i debiti contratti da Hamilton. Dopo anni di perseveranza, riuscì a ottenere un risarcimento dal Congresso.Eliza educò i suoi figli, che seguirono carriere nel diritto, nel governo e nell’esercito. Il suo desiderio di mantenere i figli vicino a sé la portò a rifiutare opportunità di lavoro per loro in altre città. I suoi figli, tra cui Alexander e James, raggiunsero successi significativi, mentre la figlia Angelica soffrì di problemi di salute fino alla sua morte nel 1857.Negli anni successivi, Eliza si dedicò alla conservazione della memoria di Hamilton, intraprendendo una campagna per onorare i suoi successi. Collaborò con il figlio John Church Hamilton per pubblicare le opere di Hamilton, raccogliendo testimonianze da politici e amici. Nonostante le sfide, Eliza rimase determinata a preservare l’eredità del marito.Eliza si distinse anche per il suo impegno sociale. Fondò la New York Orphan Asylum Society, il primo orfanotrofio privato di New York, e si dedicò alla cura dei bambini orfani. La sua dedizione al bene degli altri si manifestò anche nella creazione della Hamilton Free School, la prima istituzione educativa nella zona di Washington Heights.Negli anni, Eliza mantenne una vita sociale attiva e continuò a essere un punto di riferimento nella comunità. A novantuno anni, si trasferì a Washington, D.C., dove visse con la figlia Eliza. Rimase una figura rispettata e ammirata, intrattenendo visitatori e partecipando a eventi sociali.Eliza mantenne la sua fede e la speranza di riunirsi con Hamilton nell’aldilà. Morì il 9 novembre 1854, dopo cinquant’anni di vedovanza, e fu sepolta accanto a Hamilton nel Trinity Churchyard, realizzando il suo desiderio di essere unita a lui per l’eternità.Abbiamo riassunto il possibile
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